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LEVANTE: LA PENISOLA COREANA TRA NORD, SUD E RELAZIONI INTERNAZIONALI. CONVERSAZIONE CON MARCO MILANI E DARIO DI CONZO
Levante: nuova puntata, a giugno 2025, dell’approfondimento mensile di Radio Onda d’Urto sull’Asia orientale, all’interno di “C’è Crisi”, trasmissione dedicata agli scenari internazionali in onda ogni giovedì dalle ore 20 alle ore 21. In collegamento Dario Di Conzo, collaboratore di Radio Onda d’Urto, co-curatore di “Levante” e dottorando alla Normale di Pisa dove si occupa di Political economy cinese e Marco Milani, docente di Storia e istituzioni dell’Asia all’Università di Bologna, dove è ricercatore in Storia e società della Corea contemporanea, Storia e relazioni internazionali dell’Asia orientale, oltre che politica estera della Corea del Nord e della Corea del Sud. Con il professor Marco Milani ci concentriamo proprio sulla Penisola coreana, cercando di approfondire la situazione e le prospettive tanto nel Nord quanto a Sud, divise fin dai tempi della Guerra di Corea (1950-1953) e separata, tutt’ora, dalla Zona Demilitarizzata Coreana (DMZ), striscia di terra larga 4 chilometri stabilita dall’accordo di armistizio del 1953 ancora in vigore. Partiamo da Seoul, capitale della Corea del Sud. Qui, il 4 giugno 2025, è stato ufficialmente proclamato presidente Lee Jae-myung, del Partito democratico, chiudendo così – almeno formalmente – i sei mesi turbolenti seguiti alla dichiarazione della legge marziale, nel dicembre 2024, da parte dell'(ormai) ex presidente conservatore, Yoon Suk-yeol, poi deposto e attualmente incriminato per abuso di potere, insurrezione e alto tradimento.  A chiudere, invece, una riflessione su quanto accade a Pyongang, la capitale della Repubblica Popolare Democratica di Corea, conosciuta generalmente come Corea del Nord, per capire se e come l’elezione a Seoul di un esponente progressista – tradizionalmente favorevoli a rapporti meno muscolari con il vicino settentrionale – possa modificare la postura, intracoreana e anche internazionale di Kim Jong-un, leader del Paese fin dal 2011. Primo passo concreto: la fine, unilaterale ma di fatto coordinata, dei messaggi di propaganda incrociata che venivano trasmessi da entrambi i lati della DMZ a ciclo continuo, attraverso giganteschi impianti di amplificazione. La puntata di giugno 2025 di “Levante” su Radio Onda d’Urto con Dario Di Conzo e Marco Milani, dedicata alla Penisola Coreana. Ascolta o scarica
KASHMIR: SPIRANO VENTI DI GUERRA TRA INDIA E PAKISTAN DOPO L’ATTACCO AI TURISTI DI PAHALGAM.
In Kashmir, territorio conteso tra India e Pakistan, sale sempre di più la tensione dopo che una nota del governo pachistano sostiene di avere “informazioni attendibili secondo cui l’India intende lanciare un attacco militare nelle prossime 24-36 ore, usando i fatti di Pahalgam come pretesto“. Il tutto mentre il primo ministro indiano, Narendra Modi, ha concesso piena “libertà operativa” all’esercito indiano in Kashmir. Ogni notte, lungo la LoC — la Linea di Controllo che dal 1971 divide non ufficialmente le aree controllate da India e Pakistan — si verificano scontri armati. Le ostilità si sono intensificate dopo l’attacco del 22 aprile a Pahalgam, dove 25 turisti indiani e uno nepalese sono stati uccisi (oltre a 17 feriti) e rivendicato da un gruppo seperatista kashmiro che – secondo l’India – è foraggiato da Islamabad. A sua volta nega ogni responsabilità il Pakistan, alleato regionale della Repubblica Popolare Cinese, che da decenni occupa una piccola porzione dello stesso Kashmir, territorio conteso fin dall’indipendenza ottenuta dal subcontinente indiano dal colonialismo inglese, subito dopo la Seconda Guerra Mondiale.  Come spiega il quotidiano “Il Manifesto”, l’attacco di Pahalgam è stato “rivendicato da The Resistance Front”, sigla minore fondata nel 2019 “che le autorità indiane indicano vicina alla ben più nota Lashkar-e-Taiba”, gruppo facente riferimento alla galassia di “al-Qaeda. Per Trf, l’azione è stata la risposta al rilascio di più di 80mila permessi di residenza in Kashmir a cittadini indiani non kashmiri, un modo per «creare una corsia preferenziale per un cambio demografico» dell’unica regione a maggioranza musulmana” dell’India, “oltre al piccolo arcipelago delle Laccadive”. Dopo l’attacco di Pahalgam, il più significativo dell’ultimo quarto di secolo contro civili, i due Paesi hanno annunciato espulsioni di massa dei rispettivi cittadini, la chiusura dei confini, il congelamento dei rapporti commerciali e – sul lato indiano – anche la revisione del delicato accordo che regola la gestione delle acque in arrivo dal bacino del fiume Indo. Su Radio Onda d’Urto l’intervista sul Kashmir a Diego Maiorano, docente di Storia dell’Asia moderna e contemporanea all’Università Orientale di Napoli. Ascolta o scarica