Tag - Questione abitativa

Roma senza tema. Abusivismo, periferie, rigenerazione, progetto
di Francesco Crupi Franco Angeli, 2025 Questo volume intende analizzare i processi insediativi, economici e sociali della città di Roma sotto il profilo di quel fenomeno urbano che oggi definiamo abusivismo edilizio. Pur rimanendo nel solco della tradizione delle monografie tematiche, il testo si arricchisce dell’enorme mole degli apparati conoscitivi esistenti sul tema, cercando di allargare l’orizzonte di indagine alla storia, alla politica, all’architettura, all’urbanistica, al paesaggio. Quello che emerge è una Roma senza tema, senza forma, senza progetto, perennemente afflitta da piaghe endemiche che non le hanno permesso di essere quella città bella, efficiente ed equa che tutti vorremmo (scheda editoriale). 
Ma noi non potevamo aspettare più. Memorie e storia della lotta per la casa a Roma
di Bruno Fusciardi e Giulia Zitelli Conti Edit Press, 2024 Nel secondo dopoguerra Roma si presentava costellata da borgate e borghetti abitati specialmente da immigrati, sfrattati dal centro storico e sfollati di guerra. In questi quartieri popolari migliaia di famiglie si organizzarono per rivendicare il diritto alla casa e alla città. Il volume propone la trascrizione delle voci della memoria di alcuni dei protagonisti di questa intensa stagione di mobilitazione sociale: i ricordi inediti degli intervistati qui raccolti ci trasportano da Borgata Gordiani alla Magliana, ricostruendo le storie di singole occupazioni abitative, narrando percorsi di impegno politico e amicizia e attraversando vent’anni di militanza nel movimento di lotta per la casa (1963-1985). Un movimento composito, eterogeneo e non esente da contraddizioni interne, che ancora oggi rappresenta un soggetto sociale di primaria importanza e urgenza per la città, dentro e fuori il Grande raccordo anulare (scheda editoriale). 
Il quartiere San Saba e la casa popolare a Roma. Il progetto di Quadrio Pirani per l’Istituto Case Popolari in Roma, 1906-1923
di Francesca Romana Stabile Quasar, 2024 La pubblicazione si propone di ripercorre i principali passaggi del progetto per San Saba dell'Istituto per le Case Popolari in Roma, elaborato da Quadro Pirani dal 1906 e completato nel 1923. Per le sue caratteristiche tipologiche e formali, San Saba costituisce un esempio unico di quartiere concepito a misura d'uomo, articolato in base ad una misurata gerarchia dei percorsi e dei tipi edilizi - villini, case a schiera e fabbricati a corte -, studiati per offrire un alloggio a diverse utenze sociali, in particolare agli operai della zona industriale a sud di Roma. Il quartiere ancora oggi è espressione di una straordinaria qualità architettonica e urbana, riconoscibile negli spazi aperti e nei progetti, sottolineati da elaborate partiture in laterizio, che costituiscono la tipica connotazione dei progetti di Pirani, il principale protagonista della sperimentazione architettonica sulla casa popolare a Roma agli inizi del Novecento (scheda editoriale). 
Le voci della Snia. Storie dalla Cisa Viscosa di Roma
di Ella Baffoni Bordeaux edizioni, 2024 La Snia, una fabbrica di viscosa alla periferia di Roma fondata 100 anni fa, impiegava oltre 1.500 operai, tra cui molte donne e persino bambine. Attingendo all’archivio del personale, scoperto trent’anni fa e oggi liberamente consultabile, i racconti in prima persona degli operai e operaie che qui vissero parte della loro vita restituiscono emozioni, sentimenti, dignità ai protagonisti di lotte dimenticate che idealmente si legano a quelle di oggi. La lotta dei cittadini del quartiere a difesa di questo luogo “unico“, il miracolo di un lago nato da una speculazione edilizia, la battaglia ancora non vinta per trasformare questa area industriale abbandonata in un’oasi naturalistica aperta a tutti (scheda editoriale).
Qui è tutto abitato. L’occupazione romana di Santa Croce/Spin Time Labs come esperienza abitativa liminale
di Chiara Caciotti Ombre Corte, 2024 Partendo da un’indagine etnografica svolta nell’occupazione abitativa romana di Santa Croce/Spin Time Labs, il libro esprime un posizionamento critico nei confronti del termine “emergenza abitativa”. Infatti nella Capitale questa rappresenterebbe una condizione tutt’altro che emergenziale, ma cronicizzata ed endemica. L’autrice indaga gli effetti di questa condizione sulla vita della comunità occupante posta al centro del caso di studio, che sembra esperire una condizione di liminalità abitativa caratterizzata dal costante tentativo di organizzare, vivere e apprendere una modalità affatto ovvia di abitare collettivo (scheda editoriale).L’intero libro è quindi un tentativo di restituire la complessità soggiacente a un preciso modo di abitare gli interstizi urbani che è tutt’altro che provvisorio o temporaneo. Da una parte, vi è la restituzione e interpretazione della vita quotidiana nel palazzo, dell’“economia morale” al suo interno e della sua grammatica spaziale. Dall’altra, vi sono i tentativi degli occupanti e degli attivisti del movimento di lotta per la casa locale di trovare un nuovo meccanismo politico per fuoriuscire dalla condizione che li caratterizza. Ciò che viene individuato è in un processo di apertura dell’edificio al territorio circostante. Un processo che, nei suoi dieci anni di vita, l’ha trasformato in un bene pubblico non statuale capace di accogliere pubblici differenti.
Il diritto di restare. Espulsioni e radicamento tra Roma e Ostia
di Stefano Portelli Carocci, 2024 Che cosa ne è stato degli abitanti dei borghetti autocostruiti intorno a Roma, le cosiddette “baracche” demolite negli anni Settanta? Questo libro racconta i decenni successivi alla grande stagione delle lotte per la casa, quando migliaia di persone trasferite sul litorale iniziarono a sentirsi deportate, sradicate, più isolate che nei vecchi quartieri. «Ostia, o Bombay – è uguale», scrisse Pasolini. In tutto il pianeta milioni di persone subiscono sfratti, sgomberi e trasferimenti, spesso verso zone remote. Ma quando le ruspe demoliscono abitazioni, spazi sociali, luoghi di culto, chi viene sradicato percepisce una violenza i cui effetti possono riemergere altrove, in forme anche difficili da decifrare. Il “diritto di restare” che reclamano oggi gli abitanti dell’Idroscalo di Ostia, l’ultimo borghetto di Roma, come quelli di altre zone considerate “informali” in tutto il mondo, può essere la chiave per immaginare quartieri contro lo sradicamento, città basate sui bisogni e sui desideri di chi le vive, anziché su progetti elaborati altrove (scheda editoriale). INDICE Introduzione 1. Lo Stato bulldozer 2. Ai margini di Roma 3. Lo sradicamento: le persone sono sostituibili? 4. Il vento della storia 1. Sotto gli archi di un acquedotto Le chiamavano baracche/La lotta per la casa/Nostalgia della baracca?/Lapide 2. Una mattonata sulla testa Dall’Acquedotto Felice al ghetto infelice/Abbiamo occupato tutto/Lo spezzamento di una comunità/Un amore tossico 3. L’ultimo borghetto di Roma La Sardegna dei poveri/Il marchio abusivo/Affari d’acqua/Tre dinamiche socio-spaziali 4. Quand’hanno sbracato Una sottile linea rossa/La vita nel residence/Il diritto di restare Coda: una testata alla volta 1. Una deriva verso i margini 2. La palestra della legalità 3. Angeli e demoni 4. Non ci sono buoni Indice dei nomi
Dopo la gentrificazione. Un quartiere laboratorio dalla crisi economica all’abitare temporaneo
di Alessandro Barile, Barbara Brollo, Sarah Gainsforth e Rossella Marchini DeriveApprodi, 2023 Cosa c’è dopo la gentrificazione? Cosa avviene in un quartiere quando essa entra in crisi e si arresta? Lo studio del quartiere romano di San Lorenzo ci permette di rispondere a questa domanda, che investe molte città italiane e, più in generale, dell’Europa mediterranea. La crisi economica scoppiata nel 2008 ha prodotto anche una crisi dell’urbano, che ha colpito in particolare le zone della città precedentemente "valorizzate". San Lorenzo non è solo un quartiere, ma il simbolo di una certa idea di città. È infatti il quartiere universitario della capitale, ma anche quello dei movimenti e della partecipazione politica. Un quartiere che, proprio a causa dei processi gentrificatori, si è svuotato di abitanti e poi di attività sociali ed è divenuto, come si legge negli annunci delle agenzie immobiliari, "a uso investimento", per cui la casa non è più collegata all’abitare stanziale ma a quello temporaneo.
Vivere o morire di rendita. La rendita urbana nel XXI secolo
di Barbara Pizzo Donzelli, 2023 Può una città vivere di rendita? Cosa accade quando l’idea di poter vivere di rendita si diffonde come fosse una possibilità per tutti, anzi, quasi come se non ci fossero alternative? Quando i tipi di rendita, i meccanismi che la producono, i suoi intrecci sembrano moltiplicarsi, divenire dominanti rispetto ad altre forme di produzione di ricchezza e ad altre possibili relazioni sociali? Quali sono le implicazioni dell’inedita espansione delle logiche dei rentier? Nella città del XXI secolo la rendita sta assumendo un peso preponderante; non è un «dato» ma il risultato di scelte, quindi un fatto politico, imprescindibile fattore esplicativo delle trasformazioni urbane: delle logiche che le guidano, degli obiettivi verso cui tendono, degli esiti socio-spaziali che determinano, della qualità dell’ambiente costruito che producono. Ed ecco il caso di Roma: una città disegnata in profondità dalle logiche della rendita, che sempre di più vive delle sue molte rendite (a cominciare da quelle estratte dal suo immenso patrimonio storico e ambientale), in cui si è reso evidente cosa fosse o potesse essere il «capitalismo dei rentier» prima ancora che venisse chiamato con questo nome. Ma Roma non è un’eccezione: al contrario, essa può essere considerata esempio della traiettoria che un numero crescente di città sta seguendo, in Italia e nel mondo. In realtà, non tutti possono vivere di rendita. Le nostre città possono invece morirne (scheda editoriale). 
Riprendersi la vita. Etnografia dell’Hotel Quattrostelle occupato tra bisogno e socialità
di Osvaldo Costantini Ombre Corte, 2023 Il testo offre uno sguardo antropologico su una occupazione abitativa romana, l’Hotel Quattrostelle, con una attenzione alle biografie e ai dilemmi delle persone, principalmente migranti, che entrano nei percorsi del Movimento per il Diritto all’Abitare di Roma. Il testo si dispiega a partire da una riflessione sulle traiettorie biografiche dell’autore, tra estrazione sociale e attivismo politico. Il tema dell’occupazione è inoltre prisma di rifrazione di diverse questioni: uno sguardo privilegiato è dedicato alla modalità di autorganizzazione reale che si costruisce all’interno dell’occupazione e sembra dipanarsi in una particolare dialettica tra decisioni assembleari, devianze e formazioni di continui contropoteri. Emergono in questo modo diversi temi relativi alle classi subalterne ed alla loro produzione culturale intorno a lavoro, tempo libero, violenza, obblighi familiari, integrazione, abitare, diritti, religione, diversità culturale (scheda editoriale).