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Gültan Kışanak: Abbiamo bisogno di una nazione democratica e di un’alleanza democratica
Intervenendo alla conferenza di Bazîd, la politica Gültan Kışanak ha affermato: “Abbiamo bisogno del potere delle parole e del pensiero strategico, di una nazione democratica e di un’alleanza democratica”. La “Conferenza sull’importanza dell’unità nazionale curda”, organizzata dall’Iniziativa per l’Unità Democratica a Bazîd, Agirî, è proseguita con una sessione intitolata “Sviluppi in Medio Oriente e la situazione dei curdi”. La sessione è stata moderata dall’avvocato Kadir Kutevi e ha visto la partecipazione dei relatori politici Gültan Kışanak, di Hasan Özgüneş e dello storico Faik Bulut. Hasan Özgüneş ha affermato che in Medio Oriente è in corso una terza guerra mondiale. “Chiunque domini il Medio Oriente, domina il mondo. Stati e strutture che non servono le potenze dominanti vengono smantellati in ogni senso. Il Medio Oriente non può essere liberato dalle politiche statunitensi o israeliane. L’unica salvezza per la regione risiede nel paradigma della terza via del signor Abdullah Öcalan. Il signor Öcalan sta offrendo all’umanità nuova speranza e un nuovo percorso. Per questo i curdi devono unirsi attorno a questo paradigma”, ha affermato. L’esperto e storico del Medio Oriente Faik Bulut ha affermato che il mondo è nel caos più totale. Le mappe stanno cambiando, la vita sta cambiando, e così anche i curdi. Il periodo a venire sarà difficile, ma questo dolore è il dolore del parto di una nuova vita. Il nostro cammino è spinoso, roccioso e aspro, e dobbiamo comprendere questa realtà. Rivendichiamo i nostri diritti da mille anni. Per la prima volta in mille anni, un’opportunità così grande ci è capitata tra le mani. Le dinamiche globali influenzano questa regione all’85%. Ecco perché Devlet Bahçeli non si è svegliato una mattina e ha detto queste cose. Il mondo e le potenze globali ora vogliono che la questione curda venga risolta. Se la Turchia non la risolve, si troverà ad affrontare una grave minaccia.Devlet Bahçeli sa bene che l’unico modo per preservare lo Stato è abbracciare i curdi. La Turchia non ha scelta in questo processo. Öcalan vuole salvare i curdi; Bahçeli vuole salvare lo Stato. Chiunque si schieri con i curdi vincerà. Oggi è il giorno dell’unità del Kurdistan, e se questa verrà raggiunta, porterà grandi conquiste. Non sarà facile, ma le cose stanno migliorando di giorno in giorno. I sogni curdi stanno diventando realtà e i curdi saranno sicuramente al tavolo delle trattative. La politica Gültan Kışanak ha affermato quanto segue nel suo discorso: “Innanzitutto, questo popolo deve vivere con la propria storia, cultura, lingua e identità. Se oggi parliamo di unità, è grazie al processo avviato dal leader del popolo curdo Öcalan. Ciò che Öcalan propone oggi è una società democratica comunitaria. Parla di unione e di unità. La storia dell’eroismo e della resistenza curda è stata anche una storia di massacri. Dobbiamo analizzare attentamente questo processo e trarne insegnamento. Tutte le resistenze passate sono rimaste frammentate e regionali, e le potenze dominanti hanno aperto la porta alla nostra sconfitta. Öcalan è profondamente emozionato per questa questione. Si riferisce spesso a Mem û Zîn e Derwêş û Edûlê. Queste storie sono sempre rimaste incomplete, e Öcalan afferma: “Sto cercando una realtà curda per completare queste epopee incompiute”. Öcalan sta lottando per completare l’incompiuto. Ama in tutti i nostri cuori. Basa questo processo su una filosofia vittoria per tutti, nessuna sconfitta per tutti. I curdi sono un popolo resistente ed eroico, ma sono anche un popolo la cui lotta per la vittoria è spesso rimasta incompiuta. Non vogliamo più pagare il prezzo, vogliamo vincere. Vogliamo vincere in tutte e quattro le parti del Kurdistan. Il signor Öcalan dice: “Noi curdi non diremo la nostra ultima parola, ma la nostra parola per il futuro al tavolo dei negoziati”. Se tutte le potenze dominanti collaborano con i curdi, allora ciò che dobbiamo fare è rafforzare il paradigma che guida questo processo. Le nostre terre ne hanno abbastanza della morte. Non vogliamo più portare bare e piangere. Il nostro dovere è costruire il futuro, costruire il futuro dei nostri figli e dei nostri giovani. Abbiamo bisogno del potere delle parole e del pensiero strategico, di una nazione democratica e di un’alleanza democratica. Siamo sull’orlo della vittoria e, invece della frammentazione, dobbiamo formare un’alleanza di principi. Vogliamo costruire una società democratica e, naturalmente, ci saranno delle differenze. Abbiamo storicamente superato queste divisioni. Ora che siamo sull’orlo della vittoria, non possiamo accettare divisioni e azioni separate. “Noi donne dobbiamo guidare la società democratica e la soluzione. Questo è il momento di far emergere la saggezza nazionale strategica. Queste terre hanno visto grandi imperi, e di essi rimangono amari ricordi. Ma i curdi hanno una parola da dire. Ora è il momento di parlare. Ora è il momento di sentire il peso delle nostre parole”, ha concluso. L'articolo Gültan Kışanak: Abbiamo bisogno di una nazione democratica e di un’alleanza democratica proviene da Retekurdistan.it.
La delegazione di Imrali rilascia una dichiarazione dopo l’incontro con Abdullah Öcalan
La delegazione di Imralı del Partito per la democrazia e l’uguaglianza dei popoli (Partito DEM) ha rilasciato la seguente dichiarazione in merito all’incontro con il leader Apo tenutosi ieri, venerdì 25 luglio: Alla stampa e all’opinione pubblica, Come delegazione del Partito DEM a Imralı, abbiamo tenuto un incontro di tre ore e mezza con il signor Abdullah Öcalan il 25 luglio 2025 presso il carcere di Imralı. Abbiamo scambiato opinioni sui nostri recenti incontri come delegazione con il Presidente, il Ministro della Giustizia e i leader dei partiti politici. Abbiamo espresso impressioni e riflessioni sulla cerimonia dell’11 luglio per la distruzione delle armi. Il signor Öcalan ha espresso di aver trovato molto preziose le modalità di svolgimento della cerimonia, nonché la volontà, la convinzione e la determinazione per la pace dimostrate. Ha sottolineato la sua aspettativa che il lavoro attualmente all’ordine del giorno della commissione della Grande assemblea nazionale di Turchia (TBMM) contribuisca in modo significativo alla pace e alla democrazia attraverso un approccio globale e inclusivo. Ha esteso i suoi più sentiti saluti e i suoi migliori auguri al pubblico e a tutti i segmenti della società. Con saluti e rispetto, Delegazione del Partito DEM a Imralı 26 luglio 2025 L'articolo La delegazione di Imrali rilascia una dichiarazione dopo l’incontro con Abdullah Öcalan proviene da Retekurdistan.it.
KCK: La posizione comune e la lotta dei popoli prevarranno
Trentatré attivisti hanno perso la vita e decine sono rimasti feriti. In occasione del loro anniversario, condanniamo ancora una volta, con tutta la nostra rabbia, questo spregevole attacco che ha preso di mira l’unità e la solidarietà dei popoli. Commemoriamo i 33 compagni caduti martiri con grande rispetto e gratitudine. Commemorandoli, commemoriamo tutti i martiri che hanno dato la vita per la rivoluzione e la lotta per la democrazia e la libertà. Ribadiamo che la posizione comune e la lotta dei nostri popoli prevarranno e su questa base verrà richiesta la resa dei conti storica per i massacri. La solidarietà e la lotta dei popoli svolgono un ruolo importante nella difesa della Rivoluzione del Rojava, sviluppatasi in risposta allo storico desiderio di libertà dei popoli del Medio Oriente. A tal fine la solidarietà e la lotta sviluppate dalle forze rivoluzionarie, democratiche, socialiste e di liberazione del popolo turco hanno avuto un significato storico. Questa posizione ha portato a un successo storico nella difesa e nella liberazione di Kobane. L’attacco di Daesh a Kobane, che rappresentava la più grande minaccia alla Rivoluzione del Rojava, è stato respinto grazie a questa storica solidarietà tra i popoli che ha portato all’inizio della sconfitta militare di Daesh. Con la sconfitta di Daesh a Kobane è stata difesa non solo la città, ma l’intera rivoluzione, che rappresenta la storica volontà di libertà dei popoli del Medio Oriente. Questo risultato storico ha dimostrato la forza e la qualità della solidarietà dei popoli. I compagni caduti martiri a Pirsûs(Suruç) sono il simbolo di questo sviluppo e di questo successo storico. Li ricordiamo ancora una volta con grande rispetto e gratitudine e ci inchiniamo al loro prezioso ricordo. La nostra lotta, entrata in una nuova fase con il “Processo di pace e società democratica”, ha ulteriormente rafforzato la nostra fede nella convivenza tra i popoli in libertà e uguaglianza e ci ha avvicinato alla realizzazione degli ideali per i quali abbiamo sacrificato i nostri martiri. Raggiungere questo obiettivo sarà il dono più grande che possiamo fare ai nostri martiri e ai nostri popoli e la risposta più appropriata ai massacri. Con questa convinzione, invitiamo i nostri popoli ad ampliare ulteriormente le loro alleanze e lotte democratiche e le forze rivoluzionarie, democratiche e socialiste a guidare la strada in questa impresa. La co-presidenza del Consiglio esecutivo della KCK L'articolo KCK: La posizione comune e la lotta dei popoli prevarranno proviene da Retekurdistan.it.
La rivoluzione in Rojava è la rivoluzione comune dei popoli
Sono trascorsi tredici anni dal 19 luglio che segnò l’inizio della Rivoluzione nel Rojava, uno degli eventi più importanti della storia. Ci congratuliamo con i popoli del Rojava e della Siria settentrionale e orientale, così come con tutti i popoli del Kurdistan e della Siria, con i popoli arabo, armeno, druso, turcomanno, siriaco e alevita, con i popoli del Medio Oriente e del mondo, in particolare con le donne, i giovani e tutte le forze socialiste, rivoluzionarie, democratiche e di liberazione in occasione della loro storica rivoluzione nel suo 13° anniversario. Celebriamo anche i compagni internazionalisti che hanno svolto un ruolo fondamentale nello sviluppo e nella difesa di questa rivoluzione storica. Rendiamo omaggio a questo sviluppo storico, che è una rivoluzione comune dei popoli, e commemoriamo ancora una volta tutti i martiri di questa rivoluzione con rispetto, amore e gratitudine. La Rivoluzione del Rojava ha portato nuove conquiste e nuovi valori alla nostra storia umana. Soprattutto, ha permesso alla società, indebolita, emarginata e indifesa dal sistema dominante degli stati nazionali, di riscoprire la propria forza di volontà. Ha aperto la strada alle dinamiche fondamentali della società, che era stata privata dei suoi diritti democratici, oppressa e sfruttata, affinché si organizzasse, diventasse consapevole e acquisisse la volontà e la forza di governarsi. La rivoluzione ha rimosso l’ostacolo tra le differenze di lingua, religione, credo ed etnia tra i popoli. Ha posto fine alle cause di conflitto tra i popoli e ha aperto la strada a una visione delle differenze come ricchezza della società. Ha creato un ambiente in cui popoli, credenze e culture possono convivere in fratellanza all’interno di questo quadro democratico. Ha permesso alle donne, relegate negli angoli più profondi e oscuri della vita sociale, di acquisire consapevolezza, organizzarsi e sollevarsi, e di assumere un ruolo guida sia nella difesa che nella costruzione della trasformazione sociale democratica e della rivoluzione. Ha creato le condizioni per l’emergere di una generazione di giovani consapevoli e organizzate. In breve, la Rivoluzione del Rojava è stata una soluzione importante con il suo sistema di Nazione Democratica e il paradigma della libertà delle donne. Ha dato prova di sé in molti modi negli ultimi 13 anni di pratica. Da un lato, i popoli e le forze rivoluzionarie si sono uniti per opporre una forte resistenza agli attacchi esterni volti a eliminare la rivoluzione, e la rivoluzione è stata difesa con successo. D’altra parte lo sviluppo del sistema democratico orientato alla libertà e comunitario è proseguito. In questo senso, la Rivoluzione del 19 luglio ha superato con successo un’importante soglia storica. La Rivoluzione del 19 luglio, messa in pratica nel Rojava e nella Siria settentrionale e orientale, rappresenta anche il modello di soluzione più accurato e realistico per la Siria nel suo complesso. L’attuale conflitto in Siria rivela chiaramente questa realtà. La soluzione ai problemi della Siria e il raggiungimento dell’unità possono essere raggiunti solo attraverso i principi della Rivoluzione del 19 Luglio: nazione democratica, autogoverno democratico e libertà delle donne. Imposizioni settarie e nazionaliste non faranno che aggravare il conflitto e i massacri, e rappresentano la più grande minaccia all’integrità della Siria. Ancora una volta celebriamo la storica Rivoluzione del 19 luglio con tutti i popoli. Crediamo che l’alleanza democratica, l’organizzazione e la lotta che i popoli svilupperanno lungo le linee della rivoluzione porteranno alla pace, alla vita democratica e alla libertà tanto attese in Medio Oriente. Co-presidenza del Consiglio esecutivo della KCK L'articolo La rivoluzione in Rojava è la rivoluzione comune dei popoli proviene da Retekurdistan.it.
Dichiarazione di DAANES sui colloqui con l’amministrazione di Damasco
In una dichiarazione sui colloqui con il governo di transizione siriano, DAANES ha dichiarato: “Aderiamo agli obiettivi della rivoluzione del 15 marzo e del 19 luglio, che invocano democrazia, giustizia e libertà. Affermiamo che impegnarci nel processo politico è la nostra scelta strategica”. L’Amministrazione autonoma democratica della Siria settentrionale e orientale (DAANES) ha rilasciato una dichiarazione in merito ai colloqui con il governo di transizione siriano.  La dichiarazione recita quanto segue: “I recenti incontri tra la delegazione dell’Amministrazione autonoma della Siria settentrionale e orientale e il governo siriano, alla presenza di rappresentanti dei governi americano e francese, rappresentano un passo cruciale verso l’avvio di un serio processo di dialogo siriano-siriano, che auspichiamo da tempo fin dallo scoppio della rivoluzione siriana. L’Unità è un principio non negoziabile In questo contesto, esprimiamo i nostri più sinceri ringraziamenti e la nostra gratitudine sia agli Stati Uniti d’America sia alla Repubblica francese per il loro ruolo costruttivo e per i loro continui sforzi volti a sostenere la stabilità, la pace e la democrazia in Siria. Dopo anni di conflitto e di separazione, sedersi allo stesso tavolo tra le forze siriane per discutere questioni cruciali con serietà e trasparenza è una conquista politica e storica. Ripristinare la fiducia tra gli attori siriani è diventata una necessità nazionale, e superarla può essere raggiunto solo attraverso un dialogo responsabile. È tempo di andare oltre questa retorica, che minaccia di lacerare il tessuto siriano e di approfondire le divisioni politiche e sociali. La diversità in Siria non è una minaccia alla sua unità, ma piuttosto una fonte di forza che deve essere protetta e consolidata. Il partenariato, non l’esclusione, è il fondamento della costruzione dello Stato. Dichiariamo chiaramente e inequivocabilmente che l’unità del territorio siriano è un principio non negoziabile e un pilastro fondamentale della visione dell’Amministrazione autonoma e di tutte le forze politiche coinvolte con noi nel progetto di cambiamento nazionale. Esagerare in questa materia serve solo a coloro che cercano di minare le possibilità di una soluzione politica. Le richieste che avanziamo oggi per un sistema democratico pluralistico, di giustizia sociale, uguaglianza di genere e una costituzione che garantisca i diritti di tutte le componenti non sono nuove; sono il fulcro di ciò per cui i siriani protestano dal 2011. Rifiutare queste richieste ed etichettarle come secessione è una deliberata distorsione della verità della lotta siriana contro la tirannia. Per decenni i siriani hanno sofferto a causa di un sistema centralizzato che ha monopolizzato il potere e la ricchezza, marginalizzato le volontà locali e trascinato il Paese in una serie di crisi. Oggi aspiriamo a essere partner efficaci nella costruzione di una nuova Siria, una Siria decentralizzata che abbracci tutto il suo popolo e ne garantisca equamente i diritti. Aderiamo agli obiettivi della rivoluzione del 15 marzo e del 19 luglio, che invocano democrazia, giustizia e libertà. Affermiamo che impegnarci nel processo politico è la nostra scelta strategica. Lavoreremo con diligenza per garantire il successo delle negoziazioni. Esprimiamo la nostra piena disponibilità a integrarci nelle istituzioni statali su base democratica e a partecipare alla stesura di una nuova Costituzione che rifletta le aspirazioni di tutti i siriani. Pertanto invitiamo tutte le parti a esercitare la responsabilità nazionale, a respingere l’incitamento all’odio e la violenza e a contrastare ogni tentativo di trascinare il Paese in conflitti interni distruttivi. Invitiamo inoltre tutte le forze politiche nazionali a unirsi in questa fase delicata per proteggere il dialogo siriano dai tentativi di interromperlo e per realizzare le aspirazioni del nostro popolo a uno Stato giusto, democratico e civile. I siriani hanno sofferto per decenni a causa di un sistema centralizzato che ha monopolizzato potere e ricchezza, marginalizzato le volontà locali e trascinato il Paese in crisi successive. Oggi aspiriamo a essere partner efficaci nella costruzione di una nuova Siria, una Siria decentralizzata che abbracci tutto il suo popolo e ne garantisca equamente i diritti. Aderiamo agli obiettivi della rivoluzione del 15 marzo e del 19 luglio, che invocano democrazia, giustizia e libertà. Affermiamo che impegnarci nel processo politico è la nostra scelta strategica. Lavoreremo con diligenza per garantire il successo dei negoziati. Esprimiamo la nostra piena disponibilità a integrarci nelle istituzioni statali su base democratica e a partecipare alla stesura di una nuova costituzione che rifletta le aspirazioni di tutti i siriani. L'articolo Dichiarazione di DAANES sui colloqui con l’amministrazione di Damasco proviene da Retekurdistan.it.
È il momento di sostenere la pace, la democrazia e la convivenza
In seguito all’appello per la pace e per una società democratica lanciato da presidente Abdullah Öcalan il 27 settembre, si è aperta una nuova e concreta possibilità di porre fine al conflitto armato decennale tra lo Stato turco e il popolo curdo, e soprattutto di avviare una soluzione politica della questione curda in Turchia. In risposta a questo appello, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) ha tenuto il suo 12° e ultimo congresso, giungendo a una decisione storica: sciogliere ufficialmente il partito e concludere la lotta armata. Oggi, su proposta dello stesso Öcalan, il primo gruppo di guerriglieri ha tenuto una cerimonia pubblica in cui ha distrutto le proprie armi, inviando un segnale simbolico ma potente di impegno verso il processo di pace, davanti all’opinione pubblica e allo Stato turco. Perché questo processo arrivi a compimento è indispensabile che entrambe le parti si impegnino in modo sincero e responsabile in un percorso di soluzione politica e democratica. Primo passo imprescindibile è la costituzione di una commissione parlamentare che istituzionalizzi e segua da vicino ogni fase del processo di pace. A questo fine, chiediamo con forza che le istituzioni internazionali, i mezzi di informazione e l’opinione pubblica mantengano alta l’attenzione su questo percorso, vincolando il governo turco agli impegni assunti e sostenendo ogni sforzo verso una pace duratura. Facciamo appello a tutti perché comprendano le ragioni e il potenziale storico di questo processo, che potrebbe avere un impatto positivo non solo per il popolo curdo e per la Turchia, ma per l’intera regione, segnata da conflitti e massacri.   L'articolo È il momento di sostenere la pace, la democrazia e la convivenza proviene da Retekurdistan.it.
Gruppo per la pace e la società democratica: Distruggiamo volontariamente le nostre armi
Il “Gruppo per la pace e la società democratica” ha annunciato: “Distruggiamo volontariamente le nostre armi, davanti a voi, come gesto di buona volontà e determinazione”. Gli occhi e le orecchie del mondo sono puntati sulla cerimonia che si tiene nella città di Sulaymaniyah, nella regione del Kurdistan Federale. Il PKK, fondato dal leader curdo Abdullah Öcalan durante il Newroz del 1973 presso la diga di Çubuk ad Ankara e annunciato il 27 novembre 1978 nel villaggio di Fis, nel distretto di Licê di Amed (Diyarbakır), ha compiuto un passo storico. Un gruppo di membri del PKK ha distrutto le proprie armi durante una cerimonia. Abdullah Öcalan, insieme ai detenuti del carcere di Imrali, ha lanciato un appello storico nell’ambito del “Processo di pace e società democratica”. Nella videochiamata pubblicata il 9 luglio, ha sottolineato: “La fase che abbiamo raggiunto ci impone di intraprendere nuovi passi concreti. Non credo nelle armi, ma nel potere della politica e della pace sociale e vi invito a mettere in pratica questo principio”. La KCK ha risposto all’appello di Abdullah Öcalan, affermando: “Siamo determinati a compiere il passo che il leader Apo vuole che facciamo”. La dichiarazione della KCK ha sottolineato che il processo deve essere affrontato correttamente e che devono essere adottate le misure necessarie. L’agenzia stampa Firat News ha pubblicato la dichiarazione del gruppo dopo la cerimonia. La dichiarazione recita quanto segue: Al nostro popolo e all’opinione pubblica In qualità di membri del “Gruppo per la pace e la società democratica”, formato per accelerare il processo di cambiamento e trasformazione democratica, salutiamo rispettosamente voi e tutti coloro che sono testimoni del nostro storico passaggio democratico. Per difendere l’esistenza dei curdi dagli attacchi di negazione e annientamento, noi, combattenti per la libertà, uomini e donne, ci siamo uniti al PKK in momenti diversi e abbiamo condotto lotte per la libertà in diverse regioni. Siamo qui ora per rispondere all’appello del leader del popolo curdo, Abdullah Öcalan, lanciato il 19 giugno 2025. La nostra presenza si basa qui, allo stesso tempo, sull’appello del Leader Abdullah Öcalan del 27 febbraio 2025 e sulle risoluzioni del XII Congresso del PKK, riunitosi dal 5 al 7 maggio 2025. Per garantire il successo pratico del processo di “Pace e società democratica”, per condurre la nostra lotta socialista per la libertà e la democrazia e lotta con metodi di politica legale e democratica sulla base dell’emanazione di leggi per l’integrazione democratica, distruggiamo volontariamente le nostre armi, davanti a voi, come gesto di buona volontà e determinazione. Ci auguriamo che questo passo porti pace e libertà e abbia esiti propizi per il nostro popolo, per i popoli della Turchia e del Medio Oriente e per tutta l’umanità, in particolare per le donne e i giovani. Condividiamo pienamente le parole del leader Abdullah Öcalan, che ha affermato: “Non credo nelle armi, ma nel potere della politica e della pace sociale e vi invito a mettere in pratica questo principio”. Siamo orgogliosi e onorati di fare ciò che è necessario per questo principio storico. Come sapete, le cose non sono avvenute facilmente, senza alcun costo e senza lottare. Al contrario, ogni conquista è stata ottenuta a caro prezzo, con la lotta strenua e con le unghie e con i denti. E ciò che seguirà richiederà sicuramente una lotta strenua. Siamo ben consapevoli di questo fatto e, con l’obiettivo di garantire maggiori conquiste democratiche, crediamo con tutto il cuore nell’intuizione e nel paradigma del leader Abdullah Öcalan, confidando in noi stessi e nella forza collettiva della nostra comunità di compagni. Considerata la crescente pressione fascista e lo sfruttamento in tutto il mondo e l’attuale bagno di sangue in Medio Oriente, il nostro popolo ha più che mai bisogno di una vita pacifica, libera, equa e democratica. In tale contesto, sentiamo e comprendiamo pienamente la grandezza, la rettitudine e l’urgenza del passo che abbiamo compiuto. Ci auguriamo che tutti, i giovani e le donne, i lavoratori e gli operai, le forze socialiste e democratiche, tutti i popoli e l’umanità, osservino, comprendano e apprezzino il valore storico del nostro passo per la pace e la democrazia. Facciamo appello alle forze regionali e globali responsabili delle sofferenze del nostro popolo affinché rispettino i più legittimi diritti democratici e nazionali del nostro popolo e sostengano il processo di “Pace e società democratica”. Invitiamo tutti i popoli, gli ambienti socialisti e democratici, gli intellettuali, gli scrittori, gli accademici, gli avvocati, gli artisti e i politici a comprendere appieno il nostro passo storico e a essere solidali con il nostro popolo. Li invitiamo inoltre a partecipare più attivamente alla lotta per la libertà fisica del leader Abdullah Öcalan e per una soluzione democratica della questione curda, e a sviluppare e rafforzare la lotta e la solidarietà internazionale democratica e socialista a livello globale. Invitiamo il nostro popolo e le sue forze politiche a comprendere correttamente le caratteristiche di questo storico processo di “Pace e società democratica” sviluppato dal leader APO, a svolgere con successo i propri doveri e responsabilità nei campi educativo, organizzativo e operativo e a sviluppare la vita democratica. L’oppressione e lo sfruttamento finiranno; la libertà e la solidarietà prevarranno. Il processo di “Pace e Società Democratica” avrà sicuramente successo. Il Gruppo per la Pace e la Società Democratica 11 luglio 2025 L'articolo Gruppo per la pace e la società democratica: Distruggiamo volontariamente le nostre armi proviene da Retekurdistan.it.
Faremo il passo che il leader del popolo curdo Abdullah Öcalan vuole che facciamo
Per promuovere ulteriormente il processo di “Pace e società democratica” il leader del popolo curdo Abdullah Öcalan ha lanciato un nuovo appello. L’appello è stato condiviso con l’opinione pubbica ieri. Innanzitutto, siamo molto lieti che il video del leader del popolo curdo Abdullah Öcalan sia arrivato al mondo esterno. Crediamo che abbia portato la stessa gioia al nostro popolo e a tutti i nostri amici. In questa occasione, salutiamo con rispetto il leader del popolo curdo Abdullah Öcalan, il desiderato compagno del nostro popolo e dei nostri amici, ed esprimiamo il nostro desiderio e la nostra gratitudine. Questo nuovo appello, elaborato dal leader del popolo curdo Abdullah Öcalan, è il secondo dopo quello del 27 febbraio 2025. Entrambi hanno un impatto storico. In questo nuovo storico appello, il leader del popolo curdo Abdullah Öcalan ha riassunto gli sviluppi riguardanti i principi e gli obiettivi fondamentali del processo verso “Pace e società democratica” e ha delineato le azioni future. Ha ribadito ancora una volta con chiarezza e forza il suo impegno, affermando di continuare a difendere l'”Appello per la pace e la società democratica” del 27 febbraio 2025. Come Movimento di liberazione del Kurdistan abbiamo valutato lo storico appello del leader del popolo curdo Abdullah Öcalan e riteniamo necessario condividere le conclusioni a cui siamo giunti con il nostro popolo e l’opinione pubblica in piena trasparenza. Abbiamo dichiarato di sostenere pienamente il processo verso “Pace e società democratica” annunciato nell’appello del 27 febbraio 2025 e che adempiremo pienamente a tutte le responsabilità che ci competono. Fino ad ora, sulla base della nostra convinzione nell'”Appello per la Pace e una società democratica” e della nostra responsabilità storica di realizzare gli obiettivi stabiliti in questo appello, abbiamo adottato decisioni strategiche e intrapreso le azioni necessarie. Il nostro popolo sostiene questo processo storico portato avanti dal leader del popolo curdo Abdullah Öcalan con grande attenzione, sensibilità e fiducia. Tuttavia, la Repubblica Turca e l’attuale governo non hanno ancora adottato alcuna misura in risposta alle esigenze del processo o alle misure concrete da noi intraprese. Ne siamo consapevoli. Ciononostante, sosteniamo il processo perché crediamo negli obiettivi delineati nell'”Appello per la pace e una società democratica”. Ci siamo impegnati a mantenere questa posizione con grande sensibilità. Crediamo che i nostri sforzi in questa direzione siano stati compresi. Adesso, in risposta a questo nuovo appello storico, dichiariamo che faremo il passo concreto che il leader del popolo curdo Abdullah Öcalan ci ha chiesto di compiere. Stiamo compiendo questo nuovo passo, come quelli fatti finora, spinti dalla nostra lealtà verso il leader del popolo curdo Abdullah Öcalan e dalla convinzione che il nostro popolo e l’umanità si libereranno attraverso l’attuazione del “Manifesto della società democratica”. Nel suo appello del 19 giugno 2025, il leader del popolo curdo Abdullah Öcalan ha sottolineato che tutti devono fare la propria parte e ha specificato i passaggi da intraprendere, delineando così come procederà il processo. Le prospettive del leader del popolo curdo Abdullah Öcalan devono essere tenute in considerazione e comprese. Il suo appello non è rivolto solo a noi, ma anche allo Stato, in particolare al Parlamento, a tutte le istituzioni politiche e a tutti coloro che hanno responsabilità. Finora, abbiamo adottato misure strategiche grazie alla nostra responsabilità storica e alla nostra elevata sensibilità. Siamo determinati a compiere il passo che il leader del popolo curdo Abdullah Öcalan desidera. Stiamo compiendo questo nuovo passo pensando al nostro popolo e a tutti i popoli interessati. Tuttavia è importante comprendere che il processo non procederà unilateralmente, ma solo con i passi che noi adotteremo. Il processo deve essere gestito correttamente e devono essere adottate le misure necessarie. Su questa base, la persistente situazione di ostaggio del leader del popolo curdo Abdullah Öcalan, promotore del “Processo di pace e società democratica” deve porre fine. Perché solo se il leader del popolo curdo Abdullah Öcalan sarà libero questo processo potrà svilupparsi e raggiungere il suo scopo. Non è possibile compiere ulteriori progressi se le condizioni attuali vengono mantenute. In secondo luogo è necessario adottare le misure necessarie per una politica democratica e le conseguenti modifiche legislative. La politica, in particolare il parlamento, deve assumere l’iniziativa e adottare le misure necessarie. Un processo significativo e progressi significativi sono possibili solo in questo modo. In conclusione, pur dimostrando la nostra determinazione a compiere questo passo storico, sentiamo il bisogno di ribadire ciò che deve essere fatto con lo stesso senso di responsabilità. Ci auguriamo che quanto affermato venga compreso e attuato di conseguenza. Stiamo compiendo questo passo, come tutti quelli che abbiamo fatto finora, convinti che porterà un grande vantaggio al nostro popolo. Continuiamo a credere che i nostri passi saranno ricambiati e che il processo verso “Pace e società democratica” avrà successo. Co-Presidenza Consiglio Esecutivo della KCK 10 luglio 2025 L'articolo Faremo il passo che il leader del popolo curdo Abdullah Öcalan vuole che facciamo proviene da Retekurdistan.it.
Appello storico di Abdullah Öcalan
Il leader del popolo curdo Abdullah Öcalan ha lanciato un altro appello storico. L’agenzia stampa Firat News ha pubblicato il filmato dello storico appello. “Non credo nelle armi, ma nel potere della politica e della pace sociale e vi invito a mettere in pratica questo principio”, ha dichiarato Abdullah Öcalan. Anche i prigionieri del carcere chiuso di massima sicurezza di tipo F di İmralı si sono schierati in questo appello storico al fianco di Abdullah Öcalan. Ecco il video con l’appello storico di Abdullah Öcalan: Eticamente, mi sento in dovere di fornire, attraverso una lettera esaustiva – seppur ripetitiva – risposte esplicative e creative sui problemi, le soluzioni, i livelli raggiunti e la situazione concreta del nostro movimento di cameratismo comunalista. 1. Continuo a difendere l’appello per la “Pace e la società democratica”, [dichiarato il] 27 febbraio 2025. 2. Convocando il 12° Congresso di Scioglimento del PKK, avete fornito, con la giusta sostanza, una risposta positiva e completa al mio appello. Attribuisco alla vostra risposta un valore storico. 3. Il livello raggiunto è di grande valore e di rilevanza storica. Altrettanto preziosi e lodevoli sono gli sforzi dei compagni che hanno creato questo ponte comunicativo. 4. Al termine di questo processo, ho preparato un “Manifesto per una società democratica”, che deve essere valutato come una trasformazione storica. Questo manifesto possiede le caratteristiche necessarie per sostituire con successo il manifesto “La via per la rivoluzione del Kurdistan”, risalente a 50 anni fa. Credo che l’ultimo Manifesto abbia una sostanza storica e sociale non solo per la società curda storica, ma anche per la società regionale e globale. Non ho dubbi che incarnerà la tradizione storica dei manifesti. 5. Vorrei affermare chiaramente che tutti questi sviluppi sono il risultato degli incontri che ho tenuto a Imrali. È stata posta la massima cura affinché questi incontri si svolgessero sulla base del libero arbitrio. 6. Il livello raggiunto richiede nuovi passi per l’attuazione. Il progresso dipende inevitabilmente dall’enfatizzare e comprendere la natura storica di questo livello e dall’aderire alle sue necessità. A. Il movimento del PKK e la sua “Strategia di liberazione nazionale”, emersa come reazione alla negazione dell’esistenza [dei curdi] e quindi volta a creare uno stato separato, si sono sciolti. L’esistenza [dei curdi] è stata riconosciuta; pertanto l’obiettivo fondamentale è stato raggiunto. In questo senso ha fatto il suo tempo. Il resto è stato considerato un’eccessiva ripetitività e una situazione di stallo. Ciò costituirà la base per una critica e un’autocritica complete. B. La politica non conosce vuoti; pertanto il vuoto dovrebbe essere riempito con il programma della “Società Democratica”, la strategia della “Politica Democratica” e la tattica fondamentale del “diritto olistico”. Ciò a cui ci riferiamo è un processo determinante caratterizzato da un significato storico. C. Come necessità del processo, è importante ritirare volontariamente le armi e garantire l’operato completo di una commissione legalmente autorizzata istituita presso la Grande assemblea nazionale turca (TBMM). Pur evitando di cadere in illogici approcci del tipo “prima tu, dopo io”, è necessario compiere inesorabilmente il passo necessario. So che questi passi non saranno risparmiati. Vedo la sincerità e nutro fiducia. D. Pertanto, si sta cercando di fare progressi adottando misure più pratiche. Le principali tesi che propongo sono: 1) Una prospettiva integrazionista positiva permetterebbe al movimento di assumersi le proprie responsabilità e raggiungere il suo obiettivo di “Pace e Società Democratica”. Le argomentazioni sopra menzionate ci portano alla seguente conclusione: il PKK ha rinunciato al suo obiettivo nazionale-statalista; rinunciare al suo obiettivo fondamentale implica la rinuncia alla sua strategia militare e quindi porta alla sua dissoluzione. Questi punti storici attendono di essere approfonditi ulteriormente. 2) Dovreste accettare con serenità che la vostra garanzia della deposizione delle armi, di fronte alla testimonianza dell’opinione pubblica e degli ambienti interessati, non solo avvantaggerebbe la TBMM [Grande assemblea nazionale turca] e la Commissione, ma rassicurerebbe anche l’opinione pubblica e onorerebbe le nostre promesse. L’istituzione di un meccanismo per la deposizione delle armi farà progredire il processo. Ciò che è stato fatto è una transizione volontaria dalla fase della lotta armata a quella della politica e del diritto democratici. Questa non è una perdita, ma deve essere considerata una conquista storica. I dettagli della deposizione delle armi saranno specificati e attuati rapidamente. 3) Il DEM (partito), che è sotto l’egida del parlamento, farà la sua parte e collaborerà con gli altri partiti per garantire il successo del processo. 4) Quanto alla ” situazione della mia libertà”, che avete proposto come disposizione indispensabile nei testi di risoluzione del vostro [XII] Congresso, devo dire che non ho mai considerato la mia libertà una questione personale. Filosoficamente, la libertà dell’individuo non può essere astratta dalla [libertà della] società. La libertà dell’individuo è misura della libertà della società; e la libertà della società è misura della libertà dell’individuo. Le necessità dell’inclinazione saranno rispettate. Non credo nelle armi, ma nel potere della politica e della pace sociale e vi invito a mettere in pratica questo principio. Gli ultimi sviluppi nella regione hanno chiaramente dimostrato l’importanza e l’urgenza di questo passo storico. Vorrei sottolineare che non vedo l’ora di ricevere qualsiasi tipo di critica, suggerimento e contributo possiate dare in merito al processo. Affermo con ambizione e veemenza che queste discussioni ci porteranno, noi forze della Modernità Democratica, verso un nuovo programma teorico, verso una nuova fase strategica e tattica a livello nazionale, regionale e globale, ed esprimo il mio ottimismo e la mia disponibilità per gli sforzi preparatori. Quanto alle fasi future, vi invito ad impegnarvi a mettere in pratica le risoluzioni del [XII] Congresso, in linea con le opinioni e i suggerimenti di questa ultima lettera, e ad assicurare un progresso positivo. Auguri Abdullah Öcalan 19 giugno 2025   L'articolo Appello storico di Abdullah Öcalan proviene da Retekurdistan.it.
Öcalan scommette sulla pace: il PKK depone le armi e difende il confederalismo democratico
L’11 luglio a Sulaymaniyah una cerimonia simbolica segnerà l’inizio del disarmo del Pkk: è la sfida curda a nazionalismi e militarismo, per una rivoluzione civile e democratica. Il leader Abdullah Öcalan ha lanciato un appello ai militanti del PKK a deporre le armi e l’11 luglio12 luglio è prevista una cerimonia simbolica di disarmo di una ventina – trenta attivisti del PKK a Sulaymaniyah (Iraq), come primo gesto concreto della rinuncia alla lotta armata. Öcalan , con la sua iniziativa di pace, ha compiuto un coraggioso azzardo storico: ha proposto una rivoluzione democratica , scommettendo sulla pace possibile. Dovrà ora decidere il governo turco, uscendo dalle ambiguità. Il primo atto dovrà essere la libertà per Öcalan e tutti i detenuti di pensiero e politici. Quale è l’anomala grandezza della proposta di Öcalan? In un Medio Oriente sconvolto da bombardamenti e annientamento di popoli, in un mondo che corre verso un riarmo bellicista, che militarizza anche l’immaginario collettivo verso sovranismi e nazionalismi, Öcalan propone pace e pratica disarmo. Il suo partito, il PKK, che proviene da una lotta armata durissima, da una guerra civile devastante, in un congresso drammatico e dai contenuti molto elevati, sceglie l’abbandono della lotta armata, la riconversione in un percorso di liberazione civile dal colonialismo. Questo processo è la proiezione politica della grande concezione teorica e sociale del “confederalismo democratico”, che si caratterizza per il superamento dell’idea dello “Stato nazione”, del sovranismo nazionalistico. Ritengo che il “l’autodifesa confederalismo democratico” non riguardi solo il processo di liberazione del popolo curdo; esso è un paradigma democratico che dovremmo anche noi elaborare e sperimentare, in una Unione Europea che veleggia veloce verso le autocrazie nazionaliste. E’ un progetto di rivoluzione politico, geopolitico, anche sociale. Che fonda sulla liberazione delle donne, sull’ecologismo, sulla democrazia dal basso, sull’autodifesa popolare. Il percorso di liberazione attraversa i villaggi; esso non riguarda solo le comunità curde, ma quelle arabe, assire, ezide, circasse, turkmene. Il “confederalismo democratico” non è un progetto separatista, secessionista. Esso sfida l’intera https://left.it/2025/07/09/ocalan-scommette-sulla-pace-il-pkk-depone-le-armi-e-difende-il-confederalismo-democratico/Turchia ad attuare radicali riforme democratiche, a migliorare la qualità della democrazia in un Paese sempre più oligarchico. Questo disegno è certamente complesso, di difficile realizzazione. È un azzardo, appunto; ma ha già costruito una rete di movimenti femministi, ecologisti, internazionalisti. Ne abbiamo discusso, giorni fa, in un incontro coordinato da Simona Maggiorelli, direttrice di Left nella sede del Senato italiano (con interventi di Yilmaz Orkan, Ufficio d’Informazione del Kurdistan in Italia, Piero Bernocchi Cobas, Francesca Ghirra, Deputata AVS e altri). Perché è essenziale coinvolgere il Parlamento italiano in una iniziativa democratica e di pace  che è, oggi, unica in un mondo devastato dal bellicismo.   l’autore: Giovanni Russo Spena, già parlamentare, è giurista e costituzionalista e , Portavoce Comitato Libertà per Öcalan.   > Öcalan scommette sulla pace: il PKK depone le armi e difende il confederalismo > democratico     L'articolo Öcalan scommette sulla pace: il PKK depone le armi e difende il confederalismo democratico proviene da Retekurdistan.it.