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FORMAZIONE: SUPERARE LA “CONCEZIONE PUNITIVA E REPRESSIVA” DELLA SCUOLA, DIBATTITO A TRE VOCI
Torniamo a scuola, torniamo sul caso sollevato anche da Enea Zanoglio, oramai ex studente del liceo Bagatta di Desenzano del Garda, provincia di Brescia, che ha raccontato a Radio Onda d’Urto le ragioni del suo boicottaggio dell’esame orale alla maturità, conseguendo comunque il diploma. A settembre si iscriverà all’università. Enea Zanoglio, studente modello, media dell’8, impegnato politicamente nel Collettivo Gardesano Autonomo e nel Fronte della Gioventu Comunista, ci aveva raccontato come l’esame di maturità rappresentasse l’emblema di una “concezione punitiva e repressiva” del sistema scolastico. Enea ha criticato l’impostazione del sistema di istruzione che ha definito “ottocentesco”, puntando il dito non solo contro l’attuale ministro ma anche contro chi lo ha preceduto, a destra e a sinistra. Torniamo quindi sulla notizia e allarghiamo il dibattito ad alcuni collettivi che hanno preso posizione sull’argomento e che da anni ragionano e mettono in campo azioni volte a migliorare la scuola. Un dibattito radiofonico a tre voci, in collegamento con noi: Maurizio Pe, studente al liceo Virgilio di Milano e compagno di Enea nel Fronte della Gioventù Comunista. Matilde Zanardelli del Collettivo Onda Studentesca. Lucia Dante del Collettivo di insegnanti Assenze Ingiustificate. La trasmissione completa (30 minuti). Ascolta o scarica
DESENZANO (BS): BOICOTTA L’ESAME ORALE PERCHÈ CONTRARIO ALLA “CONCEZIONE PUNITIVA E REPRESSIVA” DELLA SCUOLA
Continuano ad emergere su quotidiani e televisioni nazionali nuovi casi di studenti e studentesse delle scuole superiori che si sono rifiutate di sostenere l’esame orale alla maturità. Hanno preferito accontentarsi di un voto appena sufficiente ottenuto con il curriculum scoltastico e le prove scritte. Diserzioni alla maturità anche in provincia di Brescia. Contrario ad una concezione “ottocentesca, punitiva e repressiva” del sistema scolastico Enea, ormai ex studente del liceo di Stato Girolamo Bagatta di Desenzano del Garda, si è rifiutato di sostenere l’esame orale. La decisione è stata presa dopo aver sostenuto gli esami scritti, durante i quali aveva ottenuto un punteggio “inferiore alla media di tutto l’anno precedente”, in particolare durante la prima prova. Dopo aver sostenuto i due esami scritti, Enea aveva già il punteggio necessario per la promozione. Per lui non era quindi fondamentale sostenere l’orale, che avrebbe contribuito unicamente ad alzare il voto finale. Contro le defezioni di studenti e studentesse si era schierato il Ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara, che ha già minacciato chi rifiuterà l’orale il prossimo anno: saranno bocciati. La testimonianza di Enea, che ha appena terminato gli esami di maturità presso il liceo Bagatta di Desenzano del Garda. È militante nel Collettivo Gardesano Autonomo e nel Fronte della Gioventù Comunista. Ascolta o scarica
#Cagliari, giovedì, 29 maggio, ore 18. Presentazione dei volumi "La #scuola va alla #guerra. Inchiesta sulla militarizzazione dell'#istruzione in Italia" e "Comprendere i conflitti. Educare alla #Pace", con Antonio Mazzeo, Michele Lucivero, Mariella Setzu e Andrea De Giorgi
#istruzione Martedì, 27 maggio online: Convegno Europeo sulla #Nonviolenza come risposta alla #Militarizzazione nelle Scuole e nelle Università Iscrizione: https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSdt4Cxf47hjaqmLCEcm9O_0V1l_y3VaHRkGvaGDR_mHdImyLQ/viewform
Salone del libro di Torino con Forze Armate: cosa c’entrano con la lettura, la cultura e l’istruzione?
È iniziata giovedì 15 maggio 2025 la XXXVII edizione del Salone del Libro a Torino intitolata “Le parole tra noi leggere” con un programma denso di interventi e di attività rivolte ad ogni fascia di età. Tra i vari espositori emerge, al padiglione Oval, l’allestimento permanente di uno spazio abbastanza ampio nominato “SPAZIO DIFESA” entro il quale sono collocati gli stand espositivi di alcune Forze Armate e un’area aperta destinata agli interventi previsti dal programma, alcuni dei quali rivolti a scolaresche della scuola primaria. Passeggiando davanti alla Spazio Difesa si possono incontrare militari in divisa che, nell’atmosfera leggera e caotica del Salone, intrattengono passanti e attirano giovani in un’esibizione tecnologica: un cane robot dell’Esercito Italiano che, telecomandato da un soldato, si muove con una certa disinvoltura suscitando l’incanto dei bambini.  Questo ammasso tecnologico in movimento, anche un po’ inquietante, riporta alla mente i cani robot creati in Pennsylvania dalla “Ghost Robotics Corporation” che, opportunamente armati, possono essere impiegati in operazioni belliche, cani altresì sperimentati dall’esercito israeliano a Gaza. Come Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università ci preme denunciare sia l’ulteriore inserimento di attività delle Forze Armate all’interno di programmazioni rivolte alle scuole, sia la politica di normalizzazione della guerra che vede inserite, in contesti culturali o ludici, attività che provocano fascinazione immediata ma non consapevole in un pubblico non adulto. Non meno rilevante è la scelta dello spazio entro cui far muovere il cane da guerra: non una sala chiusa accessibile solo da chi voglia assistere alla dimostrazione, ma un’area di passaggio, in cui l’attenzione di chiunque, in particolare dei bambini, viene inevitabilmente catturata. Venerdì 16 maggio, in contemporanea al Salone del Libro, a Roma si è tenuto il Convegno “Scuole e Università di Pace: fermiamo la follia della guerra”, durante il quale il professor Angelo D’Orsi, a conclusione del suo intervento, ha posto l’attenzione sull’imposizione della cultura della difesa che sta permeando la società. Noi dell’Osservatorio condividiamo e appoggiamo le parole del professore quando sostiene che l’unica difesa che dovrebbe preoccuparci come cittadini è quella dei diritti: la difesa dei diritti all’istruzione, alla salute, al posto di lavoro, alla cittadinanza; dovremmo difendere le donne dai femminicidi, l’ambiente, in una cultura della vita e non della morte. Aggiungiamo, essendo molte/i di noi docenti, che ci sono necessità impellenti che dovrebbero impegnare gli adulti responsabili del mondo dei minori e degli adolescenti: l’educazione all’incontro con “l’altro”,  all’accoglienza della diversità, l’educazione alla risoluzione non violenta dei conflitti. Non vogliamo essere complici della cultura della difesa; non dobbiamo difenderci da un nemico costruito da altri nelle nostre menti! Barbara Strambaci, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
#Genova, sabato 24 maggio, ore 17.00 - Presentazione del volume "La #scuola va alla #guerra. Inchiesta sulla militarizzazione dell'#istruzione in Italia" @manifestolibri
Crollo del potere d’acquisto con salari reali giù del 10,5% in 5 anni. I dati del Rapporto ISTAT 2025
Anche il Rapporto Istat 2025 sulla situazione del Paese certifica il crollo del potere d’acquisto degli italiani e l’avanzare del lavoro povero. Pur a fronte di un aumento dell’occupazione (a fine 2024 gli occupati hanno raggiunto i 23,9 milioni,+3,6 per cento in media di anno rispetto al 2019),  l’Italia resta il Paese con il tasso di occupazione tra i 15 e i 64 anni più basso d’Europa, soprattutto a causa dei livelli inferiori di partecipazione e occupazione delle componenti giovanile e femminile. Rispetto al 2019, nel 2024 il tasso di occupazione per la popolazione tra i 15 e i 64 anni è salito di 3,2 punti percentuali, fino al 62,2 per cento, pure restando 15 punti inferiore rispetto alla Germania, quasi 7 rispetto alla Francia e 4 in meno della Spagna. La crescita è stata maggiore dai 45 anni in su e tra i laureati (dal 79 all’82,2 per cento), con un ampliamento del differenziale con i meno istruiti (per i quali il tasso cresce di un punto, al 45,1 per cento). “Sono sempre ampi, scrive l’ISTAT, i divari di genere e territoriali: il primo stabile a 17,8 punti, quello tra Nord e Mezzogiorno in riduzione da 23,1 a 20,4 punti”. L’occupazione a tempo pieno e indeterminato riguarda il 63 per cento dei lavoratori, in aumento di 2,1 punti percentuali rispetto al 2023 e di 4,8 punti rispetto al 2019, ma oltre un terzo dei giovani occupati e quasi un quarto delle donne sperimentano almeno una forma di vulnerabilità lavorativa. Nel 2024 l’82,9 per cento degli occupati lavora a tempo pieno, ma il part-time riguarda il 30 per cento delle donne e, spesso, non è una scelta. L’aumento delle retribuzioni nominali nel biennio 2021-2022 non ha tenuto il passo con l’inflazione, e solo nei successivi due anni ha iniziato a recuperare anche in termini reali: rispetto a gennaio 2019, la perdita di potere di acquisto per dipendente a fine 2022 era superiore al 15 per cento e a marzo 2025 è pari al 10,0 per cento. Per le retribuzioni lorde di fatto per dipendente stimate dalla Contabilità nazionale, che includono gli effetti degli accordi decentrati e dei cambiamenti nella composizione dell’occupazione, dal 2019 al 2024 la perdita di potere di acquisto è stata più contenuta e pari al 4,4 per cento in Italia, al 2,6 per cento in Francia e all’1,3 per cento in Germania, mentre in Spagna si registra un guadagno del 3,9 per cento. E basse retribuzioni significa anche aumento della povertà: la povertà assoluta coinvolge nel 2023 l’8,4 per cento delle famiglie residenti (2,2 milioni di famiglie e 5,7 milioni di persone), in particolare famiglie con figli, giovani, stranieri e residenti nel Mezzogiorno. Rispetto al 2014, l’incidenza è aumentata di oltre 2 punti percentuali a livello familiare e di 2,8 punti a livello individuale. Le famiglie con minori restano le più esposte alla povertà assoluta: nel 2023 l’incidenza raggiunge il 12,4 per cento (13,8 per cento a livello individuale), con un incremento di oltre 4 punti rispetto al 2014. I minori in povertà assoluta sono circa 1,3 milioni. Il Rapporto 2025 dell’ISTAT, tra le tante altre cose, non manca di considerare la necessità di investire di più a diversi livelli per la salvaguardia dell’ambiente: dalla gestione delle fragilità del territorio, alla riduzione dell’impatto ambientale delle attività produttive, all’importanza della transizione energetica, che si intreccia con la riduzione della dipendenza dall’estero per l’energia. “L’Italia, si legge nel Rapporto, presenta elementi di fragilità sul piano ambientale e l’impatto sulle attività economiche dell’aumento di frequenza degli eventi estremi, attenuabili solo attraverso l’attività di prevenzione, risulta particolarmente significativo: tra il 1980 e il 2023 l’Agenzia Europea per l’Ambiente stima per l’Italia 134 miliardi di euro di perdite dovute a cause ambientali, collocandola al secondo posto nella UE27 dopo la Germania con 180 miliardi e prima della Francia con 130. Un’analisi realizzata tramite l’integrazione delle basi dati territoriali con il Registro delle unità produttive ha consentito di stimare che nel 2022 il 18,2 per cento del valore aggiunto di industria e servizi era prodotto in unità locali ubicate in territori esposti a rischi naturali di frane e sismicità elevata”. Anche sul fronte dell’istruzione le preoccupazioni non mancano. Nonostante i miglioramenti riscontrati di anno in anno, il livello di istruzione della popolazione italiana –  certifica l’ISTAT – resta inferiore alla media europea. Solo due terzi degli adulti hanno almeno un diploma di scuola superiore e appena uno su cinque possiede un titolo universitario. A pesare sono il basso livello di istruzione delle coorti più anziane e la scarsa diffusione dei percorsi professionalizzanti terziari brevi, come quelli degli Istituti Tecnici Superiori. L’abbandono scolastico precoce resta una criticità, in particolare tra i giovani stranieri e nel Mezzogiorno. “La condizione socio-economica delle famiglie, si sottolinea nel Rapporto, continua a incidere profondamente sui percorsi scolastici, con divari ampi legati al titolo di studio dei genitori, sui quali tornerò più avanti. Sul fronte delle competenze digitali, sempre più importanti nella vita quotidiana, l’Italia nonostante i progressi mostra ancora un ritardo. Meno della metà della popolazione adulta possiede abilità digitali di base (45,8 per cento, +0,1 dal 2021), un valore inferiore alla media europea (55,5 per cento) e distante dagli obiettivi del decennio digitale (80 per cento nel 2030). Persistono forti differenze territoriali tra il Mezzogiorno e il resto del Paese e si rileva un divario generazionale molto ampio tra adulti e giovani, in larghissima parte associato ai livelli di istruzione”. Qui per approfondire e scaricare il Rapporto: https://www.istat.it/produzione-editoriale/rapporto-annuale-2025-la-situazione-del-paese-il-volume/.  Giovanni Caprio
#Scuola siciliana si “forma” con i cani da #guerra dei Marines USA di #Sigonella #istruzione #dogslove Team #USNavy si dedica alla “formazione” militare dei cani, attività tutt’altro che etica ma a cui guardano con attenzione alcune scuole dell'isola https://antoniomazzeoblog.blogspot.com/2025/04/scuola-siciliana-si-forma-con-i-cani-da.html
#Scuola siciliana si “forma” con i cani da #guerra dei Marines USA di #Sigonella #istruzione. La “formazione” militare dei cani, attività tutt’altro che etica ma a cui guardano con sempre maggiore attenzione e curiosità alcuni istituti dell'Isola https://www.stampalibera.it/2025/04/24/scuola-siciliana-si-forma-con-i-cani-da-guerra-dei-marines-usa-di-sigonella/