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Gaza, un futuro di controllo della AI che ci riguarda
(Fonte) – Codice Rosso – 17 ottobre 2025 I piani per la nuova amministrazione di Gaza propongono un modello di sicurezza urbano fondato su un sistema ibrido di controllo automatizzato (HACS) che combina intelligenza artificiale, robotica avanzata e sorveglianza aerea. Questo HACS non sarebbe creato da zero ma emergerebbe dalla riconversione rapida di infrastrutture e database militari preesistenti. Il sistema si basa su tre pilastri: * pervasività aerea e robotica: i droni militari sarebbero riassegnati a compiti di pattugliamento urbano, mentre la robotica terrestre, sviluppata per il combattimento, sarebbe riconvertita in piattaforme di sicurezza per mantenere una consapevolezza situazionale completa e continua del territorio. * ’IA come spina dorsale del comando e controllo (C4I): l’intelligenza artificiale, derivata da sistemi di targeting letale, verrebbe riconvertita a strumento di “polizia predittiva”, utilizzando i dati biometrici e di movimento per profilare gli individui per “livello di rischio” e dirigere le risorse di pattugliamento. * adattamento delle soluzioni “Smart City”: il modello HACS sarà rivenduto sul mercato globale come un “pacchetto di sicurezza per Smart City” completo, allineandosi alla domanda di sicurezza urbana ad alta tecnologia. L’industria della difesa sfrutta Gaza come “terreno di prova”, trasformando tecnologie di guerra urbana in prodotti commercializzabili per la Homeland Security, con il rischio di diffondere e normalizzare pratiche di sorveglianza estrema e di erodere la sovranità dei dati civili su scala internazionale. I piani di pace per Gaza prevedono la smilitarizzazione completa e l’avvio di una forza di polizia palestinese sotto la supervisione di una forza internazionale di stabilizzazione. Tuttavia, la gestione della sicurezza resterebbe nelle mani di attori esterni, poiché le strutture di comando, controllo, comunicazione e informazione (C4I) e gli apparati di sorveglianza — droni, CCTV, database biometrici e sistemi IA — continuerebbero a essere controllati dall’esterno, relegando la polizia locale a mero esecutore di un potere algoritmico non sovrano con la riclassificazione di tecnologie militari di targeting e sorveglianza — come Lavender e Red Wolf — in strumenti di “polizia predittiva” civile, normalizzando la profilazione e la sorveglianza estrema come dispositivi ordinari di sicurezza urbana. Il modello di sicurezza previsto per Gaza si configura come la diretta evoluzione dell’infrastruttura di sorveglianza già sviluppata da Israele, basata su riconoscimento facciale, raccolta biometrica e controllo aereo,  in un sistema che alcuni definiscono “apartheid automatizzato”. Sistemi come Blue Wolf (sistema di raccolta massiva di dati) e Red Wolf (sistema per scansionare i volti) hanno alimentato database di massa e imposto restrizioni automatiche alla popolazione palestinese, mentre l’IA militare — con programmi come Lavender, integrati da tecnologie private (per esempio la compagnia israeliana Corsight) e persino piattaforme commerciali (Google Photos)— ha già mostrato la capacità di identificare in modo sistematico obiettivi e individui. Droni, palloni spia e telecamere completano un ecosistema di sorveglianza “a ciclo chiuso”, che verrebbe semplicemente ri-etichettato come dispositivo di sicurezza urbana: un passaggio che non introduce nuove tecnologie, ma trasferisce nel contesto post-bellico gli stessi bias, gli stessi poteri e le stesse ambiguità legali della precedente macchina militare. L’implementazione dell’HACS solleva questioni legali fondamentali relative all’accountability. L’accelerazione nell’uso di sistemi sempre più autonomi introduce la sfida del controllo umano significativo (MHC). La questione più critica per la futura amministrazione riguarda, però, la gestione dei database biometrici preesistenti, contenenti dati sensibili raccolti in un contesto di coercizione e che vengono trasferiti a terze parti. La potenza o l’entità che manterrà il controllo esclusivo sui database biometrici e sul sistema C4I di IA manterrà, di fatto, il controllo operativo ultimo sull’HACS e quindi di Gaza. I dati biometrici si configurano così come un asset geopolitico chiave, e la disputa sulla loro sovranità sarà il fulcro della negoziazione sulla sicurezza post-bellica. L’ipotesi che il sistema di controllo di Gaza serva da modello pilota per l’esportazione in altri paesi trova una solida base nell’analisi delle dinamiche industriali e geopolitiche. Il territorio palestinese è stato fin qui attivamente utilizzato come un terreno di prova per il collaudo e la promozione di tecnologie militari e di sorveglianza. La guerra ha agito da catalizzatore per l’industria della difesa locale, accelerando la conversione delle start-up civili verso l’applicazione militare. La conseguenza geopolitica più significativa sarebbe la normalizzazione internazionale della sorveglianza estrema. The post Gaza, un futuro di controllo della AI che ci riguarda first appeared on Lavoratrici e Lavoratori Aci Informatica.