L’appello di SOS Mediterranee contro il rinnovo del Memorandum Italia-Libia
Oggi si discuterà in Parlamento una mozione che chiede la sospensione del
Memorandum Italia-Libia: si tratta del documento firmato nel 2017 dal nostro
governo col governo di Tripoli che prevede il sostegno alla Guardia Costiera
libica e la collaborazione nel controllo delle frontiere. SOS MEDITERRANEE
chiede con forza che la mozione venga approvata e che gli accordi vengano
sospesi, perché la Libia non è un partner con cui stringere alleanze, ma va
riconsiderato per quello che è: un Paese instabile e non sicuro, dove vengono
sistematicamente e drammaticamente violati i diritti delle persone.
In Libia non esiste il rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale
Se non verranno presi provvedimenti entro il 2 novembre, nel febbraio del 2026
gli accordi presi dal governo italiano con il governo libico saranno
automaticamente rinnovati. Si tratta di accordi che prevedono sostegno
economico, materiale e operativo da parte dell’Italia a un Paese ormai
unanimemente considerato illiberale. Molte indagini da parte di agenzie
internazionali (ONU, OHCHR, UNHCR, IOM) hanno dimostrato in modo
incontrovertibile che in Libia i migranti vengono incarcerati, torturati,
ricattati, stuprati, costretti ai lavori forzati e non di rado uccisi. Questo il
prezzo da pagare in termini di vite umane per appaltare la gestione di un
fenomeno naturale come le migrazioni a un Paese violento e instabile, e fingere
come Europa che non ci riguardi. Inoltre, se il diritto marittimo internazionale
prevede che le persone soccorse in mare vengano portate in un luogo sicuro, la
Libia non può essere considerata un approdo, date le sistematiche violazioni
documentate.
La missione d’inchiesta delle Nazioni Unite e le indagini indipendenti hanno
anche evidenziato legami strutturali della Guardia Costiera libica con le
milizie e le reti di trafficanti; alcuni comandanti della Guardia costiera
libica sono stati direttamente implicati nel traffico di esseri umani, minando
ogni pretesa di legittimità come autorità marittima neutrale.
La Guardia Costiera libica spara, l’Italia tace
Con le motovedette di classe Corrubia donate proprio dal nostro Paese, la
Guardia Costiera libica opera respingimenti illegali violando sistematicamente
il diritto marittimo internazionale, e si prende anche la libertà di attaccare
violentemente navi del soccorso civile, come accaduto proprio a noi lo scorso 24
agosto, quando solo per caso non ci sono state conseguenze drammatiche per il
nostro equipaggio e per le 87 persone a bordo appena salvate dal mare. Non una
parola dal governo italiano su questo attacco gravissimo e ingiustificato, ma
purtroppo non isolato, operato da un governo che continuiamo a sovvenzionare e
considerare amico.
“Riteniamo sia necessario – spiega Valeria Taurino, direttrice generale di SOS
MEDITERRAEE Italia – condurre un’indagine completa sugli incidenti violenti,
compreso quello contro la Ocean Viking, a livello nazionale e dell’UE,
e chiediamo anche che sia garantita la protezione degli attori umanitari che
operano in quel tratto di mare, colmando un vuoto lasciato dalla politica.
Inoltre, l’Organizzazione marittima internazionale dovrebbe urgentemente
verificare il riconoscimento della regione SAR libica, e le autorità europee e
italiane dovrebbero esaminare il proprio ruolo nel consentire queste
violazioni, iniziando proprio con l’abrogazione del Memorandum: non si può più
fingere di non sapere di quali e quanti crimini vengano commessi dalle autorità
libiche; smettere di collaborare con loro sarebbe il minimo per ogni paese che
si dica democratico”.
Per ribadire con forza la nostra posizione contro il rinnovo degli accordi con
la Libia, saremo nei prossimi giorni in piazza per partecipare agli action
day organizzati da Refugees in Libya al fianco delle altre associazioni
umanitarie che come noi vivono ogni giorno, direttamente e indirettamente, le
violenze delle autorità libiche e che come noi sentono l’urgenza di agire.
Redazione Italia