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3 ottobre, sciopero generale ad Ancona
Più di diecimila persone ad Ancona per lo sciopero generale sono scese in piazza e si sono dirette in corteo verso il terminal container del porto. L’appuntamento fissato dal Coordinamento Marche per la Palestina ha visto sfilare migliaia di persone in direzione porto per bloccarlo. Mentre un presidio permanente ha bloccato l’uscita dei traghetti al varco da Chio, il numeroso corteo ha proseguito per bloccare al varco della dogana le operazioni di scarico e carico merci. Una delegazione del coordinamento è entrata, alle ore 18, per verificare il blocco effettivo delle operazioni di scarico. La pressione dei manifestanti ha fatto sì che il corteo superasse i varchi della dogana, per poi riversarsi all’interno dell’area portuale, interrompendo ogni attività. Successivamente il corteo si è diretto in via Marconi fino a piazza Italia, bloccando il traffico in entrata e uscita dalla stazione. Il corteo si è concluso al presidio permanente in piazza del Crocifisso. Le Marche hanno risposto così all’appello del Calp di Genova, dei sindacati e della Global Sumud Flotilla. Durante la manifestazione è stata richiesta a gran voce la fine del genocidio palestinese, la rottura di ogni rapporto dell’Italia con il regime criminale israeliano e la liberazione delle attiviste e degli attivisti arrestati, tra cui la concittadina Silvia Severini. Questa è la migliore risposta di una regione popolare, solidale e antifascista al grido di: blocchiamo tutto. Coordinamento Marche per la Palestina Sumud, Centro culturale palestinese delle Marche Redazione Marche
3 ottobre: XII Giornata della Memoria e dell’Accoglienza
Il 3 ottobre di 12 anni fa si consumava il naufragio di Lampedusa. Furono 368 le vittime, tante tra loro ancora quelle senza nome. Dal 2016 questo giorno è riconosciuto come Giornata nazionale della Memoria e dell’Accoglienza. Oggi celebriamo il 3 ottobre facendo memoria e ricordando come coloro che fuggono da guerre e persecuzioni non dovrebbero trovarsi nelle condizioni di essere soccorsi ma accolti. Per questo il Centro Astalli continua a chiedere che siano priorità per le istituzioni nazionali ed europee: attivare vie legali per garantire accesso alla protezione e sconfiggere così il traffico di migranti; accogliere dignitosamente, attraverso progettualità diffuse volte a una reale inclusione, le persone richiedenti asilo e rifugiate sul territorio italiano, secondo le leggi nazionali e internazionali, garantendo a tutti maggiori diritti e non alimentando odio e conflittualità. Celebriamo il 3 ottobre eliminando i discorsi di odio, razzismo e xenofobia. Dopo quella tragica notte sono continuate a morire migliaia di persone davanti alle coste del Mar Mediterraneo nel tentativo di raggiungere l’Europa per chiedere asilo. Uomini, donne e bambini, “morti di frontiera” che toccano la nostra attenzione per tempi sempre più brevi. Tragedie che rimangono tali in un generalizzato atteggiamento di complice indifferenza piuttosto che agire affinché non si ripetano mai più. Mentre, sempre più spesso, chi si mette in viaggio in cerca di una vita degna diventa vittima di una vera e propria colpevolizzazione, se non addirittura di criminalizzazione. Oggi celebriamo il 3 ottobre ricordando che fare memoria è un atto dovuto, ma se non diviene atto di responsabilità è vano. Molte delle politiche adottate da quel tragico giorno ad oggi vanno invece in una direzione che preoccupa, perché non di rado in aperta violazione dei diritti umani e delle principali convenzioni in materia di asilo. Occorre un’assunzione sostanziale di responsabilità da parte di tutti gli Stati dell’Unione Europea, che metta fine ad avvilenti contrattazioni in cui i diritti e la dignità di ciascuna persona migrante – compresi anche famiglie con bambini e minori stranieri non accompagnati – non sembrano avere alcun valore. Celebriamo il 3 ottobre ricordando che fare memoria dei morti vuole dire anche rispettare la dignità e i diritti dei vivi. È necessario agire in fretta per ricostruire un mondo pacificato e solidale, dove le minacce, le violenze, la guerra e la distruzione lascino il passo alla concordia, al rispetto dei diritti umani universali e al dialogo. È impegno comune e quotidiano fare in modo che questo domani sia prossimo. Sottolinea p. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli: “Oggi celebriamo il 3 ottobre mentre continuano a infuriare guerre che costringono migliaia di persone a fuggire e non blocchiamo, ipocritamente, il traffico di armi. Oggi celebriamo il 3 ottobre mentre migliaia di persone non riescono a lasciare la propria terra, teatro di morte, e non le si aiuta neppure “a casa loro”, impedendo che aiuti umanitari arrivino a destinazione. Oggi, 3 ottobre, dobbiamo fare memoria perché non si ceda alla logica dell’indifferenza globale”.   Centro Astalli per l’assistenza agli immigrati ODV   Redazione Italia
Nuova campagna di SOS Mediterranee: “Cambiamo il finale. Ogni persona ha diritto di essere salvata”
Negli ultimi giorni a Roma sono apparsi centinaia di manifesti che sembravano annunciare l’uscita di un film: “30 mila naufraghi sotto i mari” e “Dal 3 ottobre”. Si tratta di una nuova campagna di comunicazione e mobilitazione in occasione della Giornata della Memoria e dell’Accoglienza. Negli ultimi giorni a Roma sono apparsi diversi manifesti anonimi con la scritta: 30mila naufraghi sotto i mari. Il riferimento è a “Ventimila leghe sotto i mari”, il romanzo d’avventura di Jules Vernes. La produzione, si legge sui manifesti, è a cura di Italia e Libia e gli attori migranti senza nome. Si tratta della prima fase di una campagna di comunicazione che SOS MEDITERRANEE svela oggi, in vista della Giornata della Memoria e dell’Accoglienza, il prossimo 3 ottobre. Una campagna per generare attenzione e sensibilizzare sulle morti nel Mediterraneo, ma anche per chiedere un finale diverso, un cambiamento delle attuali politiche migratorie.  Come in tanti film dello stesso regista, le storie dei migranti che attraversano il mare sembrano già scritte e il finale spesso si ripete: il Mediterraneo diventa la loro tomba. Di molti non sapremo mai neanche che sono partiti, perché inghiottiti dalle onde prima che chiunque potesse accorgersi di loro; questi morti invisibili si aggiungono alla vite perse nel Mediterraneo centrale: oltre 30 mila morti negli ultimi 10 anni. Esiste però la possibilità di un finale diverso, che parli di diritto alla vita in quel mare profondo ed eletto suo malgrado a simbolo di una delle più grandi tragedie umanitarie degli ultimi decenni: SOS MEDITERRANEE lavora ogni giorno per  salvare vite in mare. La campagna esce in occasione del 3 ottobre, anniversario del naufragio di Lampedusa del 2013, dove persero la vita 368 persone e che costrinse cittadini e politica ad aprire gli occhi su quello che stava accadendo a pochi chilometri dalle coste dell’Europa nell’indifferenza generale.  “Da quel giorno – spiega Valeria Taurino, direttrice generale di SOS MEDITERRANEE ITALIA – nessuno ha più potuto fingere di non sapere. Le storie di quelle persone in questi 12 anni sono rimaste tutte tristemente uguali, e molto spesso si sono concluse in modo drammatico: noi non ci stiamo, vogliamo per tutti un finale diverso, per questo abbiamo lanciato questa campagna. Lo scorso 24 agosto la nostra nave è stata attaccata  dalla Guardia Costiera libica, e da quel giorno siamo fermi per via dei danni da riparare: questo è solo un capitolo della nostra storia, che speriamo si chiuda prima possibile per poter tornare in mare a pattugliare quel fazzoletto d’acqua teatro di tragedie ma anche di speranze  e voglia di rinascita. Chiunque si trovi in pericolo in mare ha il diritto di essere salvato e ogni storia di quelle migliaia di uomini, donne e bambini merita un finale diverso da quello che la politica italiana e l’Europa, colpevoli e indifferenti, hanno scritto per loro“. In occasione dell’anniversario della strage di Lampedusa e per lanciare questa nuova campagna, SOS MEDITERRANEE ha anche organizzato una serie di eventi in tutta Italia: * Torino: “La luna da sotto il mare – SOS MEDITERRANEE e Nathan Kiboba commemorano il 3 ottobre” Nella cornice del Festival dell’accoglienza, all’Off Topic alle ore 18, si terrà un incontro con Nathan Kiboba e il co-autore Cristiano Sormani Valli. Prima del talk, la musica di Marilì. * Milano: “Cambiamo il finale” – Al Rob de Matt, ore 19, talk con Luca Misculinde Il Post e Greta Granzini, direttrice fundraising SOS MEDITERRANEE Italia. Dopo il talk, visione del documentario del Comitato 3 Ottobre Senza nome. * Bologna “La memoria diventa denuncia” – Alle 17 presso Sala Borsa (Comune), tavola rotonda con Valeria Taurino, direttrice generale SOS MEDITERRANEE ITALIA, Max Cavallari TBC, Mediterranea, Amnesty Bologna, Avvocato di Strada, testimonianze, musica. Alle 19.30 fiaccolata in memoria di tutte le vittime del mare. * Roma “Racconti di mare e di terra – storie di migrazioni a 12 anni dal naufragio di Lampedusa” – Al Monk alle 19.30evento che vedrà, oltre alla proiezione di Real People, docufilm di Olmo Parenti girato a bordo della Ocean Viking, un dibattito con Refugees Welcome Roma, Ciao onlus e l’associazione Non dalla guerra.   Redazione Italia