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Miasmi molesti Montello Spa, Lettera aperta a Sergio Mattarella contro inazione istituzionale
Di seguito riportiamo la lettera aperta al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, scritta dal Comitato Rete Aria Pulita – Tomenone come appello urgente per la tutela della salute e dell’ambiente per riportare la problematica dei miasmi molesti persistenti della azienda Montello Spa e dell’inazione istituzionale da oltre cinque anni nella provincia bergamasca. Alla cortese attenzione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella Palazzo del Quirinale – Roma Egregio Presidente, Le scriviamo come rete di cittadini dei territori limitrofi al Monte Tomenone, in provincia di Bergamo, oggi esasperati, ma ancora fiduciosi nel valore della parola e della Costituzione. Da oltre cinque anni (oltre 1800 giorni) viviamo esposti a miasmi persistenti, molesti e spesso insopportabili, che compromettono la qualità dell’aria, della vita e della salute. I nostri figli crescono respirando sostanze che nessuno si assume la responsabilità di spiegare o fermare. Viviamo rinchiusi in casa dalla sera alla mattina, costretti a chiudere le finestre anche d’estate per non respirare l’aria contaminata da miasmi continui e penetranti. La nostra vita quotidiana è cambiata, ed è oggi interamente condizionata da un’aria irrespirabile, che penetra nelle abitazioni, scuole e luoghi di lavoro. Non parliamo più soltanto di disagio: parliamo di una quotidiana forma di violenza ambientale a cui nessuno pone fine. Non Le scriviamo per ottenere visibilità, né per muovere accuse generiche. Le scriviamo perché ci troviamo in uno stato di abbandono civile che nessuno ha il coraggio di nominare. Le segnaliamo una condizione che, in uno Stato costituzionale, non dovrebbe esistere: la normalizzazione della violazione della salute pubblica. Abbiamo scritto ai Comuni, alla Regione, all’ARPA, all’ASL, alla Protezione Civile. Abbiamo raccolto firme, organizzato incontri, presentato esposti. Ci è stato detto che “si monitora”, che “ci sono tavoli in corso”. Eppure la verità è chiara a tutti: gli enti conoscono la fonte di questi miasmi. Ma si limitano a prescrizioni infinite, inefficaci, che non risolvono nulla. Il problema persiste. E da troppo tempo. A rendere ancora più grave questa condizione insostenibile, è il procedimento di valutazione di un inceneritore tuttora in atto nella nostra area. A una comunità stremata e in attesa di normalità, si risponde con l’ipotesi di un inceneritore: un aggravio che contraddice ogni logica di prevenzione e rispetto verso chi vive questo territorio. Ci sentiamo invisibili, come se valessimo troppo poco per meritare tutela. Non c’è più nulla da monitorare: c’è da agire. Ma nessuno lo fa. Nel silenzio degli enti, chiediamo che Lei ci ascolti e faccia sentire la Sua voce – non per comandare, ma per richiamare alle proprie responsabilità chi ha il dovere di tutelare l’ambiente e la salute pubblica. Chiediamo che venga ricordato a tutte le istituzioni – locali e nazionali – che la salute non è materia negoziabile e che l’inerzia è una forma di violenza istituzionale. A conferma della gravità e della rilevanza nazionale della situazione, segnaliamo che: • L’onorevole Devis Dori ha presentato due interpellanze parlamentari specifiche: una sui miasmi persistenti e una sull’ipotesi di inceneritore nel nostro territorio; • Il programma televisivo Striscia la Notizia ha realizzato un servizio che documenta la condizione di disagio quotidiano e le richieste rimaste senza risposta; • Il portale Fanpage ha pubblicato un articolo d’inchiesta che riporta le testimonianze dei cittadini e ricostruisce i fatti. Restiamo a disposizione per ogni chiarimento e confidiamo in un Suo riscontro, affinché la voce dei cittadini possa finalmente trovare ascolto nelle sedi più alte della Repubblica. In allegato trasmettiamo documentazione che ricostruisce nel dettaglio la vicenda e documenta le segnalazioni rimaste prive di riscontro. Non chiediamo parole di circostanza. Vogliamo che qualcuno, finalmente, guardandoci negli occhi – anche da lontano – dica: “Vi abbiamo ascoltati. E ora si interviene.” Con fiducia, ma anche con determinazione, Le porgiamo i nostri più rispettosi saluti. ⸻ La Rete Aria Pulita – Tomenone lista civica ARIA NUOVA Comuni coinvolti: Albano Sant’Alessandro, Bagnatica, Brusaporto, Costa di Mezzate, Montello, San Paolo d’Argon, Gorlago Redazione Sebino Franciacorta
Appello a Mattarella di cinque studenti e studentesse di Gaza
Alla cortese attenzione del Presidente della Repubblica Italiana Prof. Sergio Mattarella Palazzo del Quirinale, Roma Signor Presidente, siamo cinque studenti di Gaza, ma sappiamo di parlare per altri e altre nelle stesse nostre condizioni. Siamo studenti e studentesse della Striscia di Gaza ammessi alle università italiane e Le scriviamo con la speranza che la nostra voce possa raggiungerLa e trovare ascolto presso la più alta carica della Repubblica, garante della Costituzione e dei diritti fondamentali. Abbiamo ricevuto con orgoglio la notizia di essere stati accolti dalle università italiane: per noi non è stato soltanto un traguardo accademico, ma anche un segno di vita e di futuro in mezzo a distruzione e privazioni. Entrare a far parte della comunità universitaria italiana significa per noi accedere a un diritto che la Costituzione italiana riconosce con chiarezza, all’articolo 34: “La scuola è aperta a tutti”.. “anche se privi di mezzi, tutti hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”. Eppure oggi questo diritto ci viene negato. I ritardi nel rilascio dei visti e l’assenza di un canale sicuro per lasciare Gaza ci impediscono di raggiungere l’Italia e di iniziare il percorso di studi per il quale siamo stati selezionati. Così restiamo ostaggi delle frontiere e privati del diritto allo studio e di una possibilità di un futuro. Per noi continuare a studiare e acquisire competenze significa anche rafforzare la nostra comunità e la nostra stessa esistenza. Significa coltivare la speranza di poter tornare un giorno nella nostra terra e di essere pronti a ricostruirla, con le conoscenze e le capacità che avremo maturato grazie alle università italiane. Signor Presidente, chiediamo che il genocidio venga fermato, chiediamo il rispetto dei diritti che la Costituzione italiana, la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea e la Convenzione europea dei diritti dell’uomo riconoscono a ogni persona, senza discriminazioni. Per le università italiane siamo già studenti. In questo senso, siamo già parte della comunità di questo Paese. È per questo che ci rivolgiamo a Lei: per chiederLe di aiutarci a tutelare il nostro diritto allo studio, la nostra dignità, la nostra vita e il nostro futuro. Con rispetto e fiducia, Zaina, Aesha, Majd, Shahd, Mohamed e tutti e tutte coloro che come noi restano ancora dei “sopravvissuti”   Redazione Italia