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Festival delle Migrazioni, un bilancio della settima edizione
Cinque giorni intensi, oltre trenta eventi, cento ospiti e più di cinquemila presenze. Con un sold out emozionante al Palestinian Circus, che ha portato in scena le storie quotidiane sotto occupazione con danza, musica, teatro e acrobatica, si è chiusa a Torino la settima edizione del Festival delle Migrazioni (10-14 settembre), dedicata al tema Il cuore oltre l’ostacolo. Notizie/Arti e cultura IL PROGRAMMA DEL FESTIVAL DELLE MIGRAZIONI 2025: «IL CUORE OLTRE L’OSTACOLO» A Torino dal 10 settembre cinque giorni di incontri, arte, teatro, cinema e letteratura 9 Settembre 2025 Un gesto politico e poetico che ha attraversato incontri, spettacoli, laboratori e momenti conviviali, e che ha confermato ancora una volta il Festival come spazio di confronto vivo, capace di unire linguaggi artistici e riflessione critica. La rassegna ha dato spazio a conflitti e resistenze che attraversano il presente: Monica Perosino e Anna Zafesova hanno discusso dello stato della guerra in Ucraina; Moni Ovadia ha dialogato con Noor Abo Alrob (direttore artistico del Palestinian Circus) e con Miriam Ambrosini di Terre des Hommes sulle lotte in Palestina; Antonella Sinopoli ha raccontato con Black Sisters e AfroWomenPoetry le voci delle donne dell’Africa sub-sahariana; Boban Pesov ha riportato, attraverso il graphic novel C’era una volta l’Est, il tema delle radici e delle memorie divise. Un’attenzione particolare è stata dedicata alle esperienze delle donne: dalle opere di Parnian Javanmard, artista iraniana che interroga i concetti di casa e identità, alla poesia di Samira Fall, fino alle storie delle vincitrici del Concorso Lingua Madre, che raccontano la complessità delle appartenenze multiple. Il Festival non è stato solo parola e riflessione. Teatro, musica, cinema e linguaggi ibridi hanno attirato un pubblico curioso e partecipe. Tra le novità, la performance Stupefacenti, l’anteprima assoluta di Ceci n’est pas Omar di Omar Giorgio Makhloufi e l’esperienza multimediale Audiowalk Borgodora. Grande successo anche per i workshop, dai laboratori sull’attivismo intersezionale e sulla costruzione artigianale di tamburi, fino al Migrantour a Porta Palazzo. Il momento più corale è stata la Cena delle Cittadinanze, che ha visto 700 persone condividere piatti e storie, seguita dal concerto dei The Brothers’ Keepers. Parallelamente, diverse mostre hanno accompagnato l’intera durata del Festival, dando spazio a fotografi, collettivi e artisti rifugiati. L’appuntamento con l’ottava edizione del Festival delle Migrazioni è fissato a settembre 2026. Un tempo che servirà a consolidare il percorso costruito in questi anni e a rafforzare la rete di realtà artistiche, sociali e associative che hanno reso possibile questa esperienza. Il Festival è ideato e organizzato da Almateatro e A.M.A. Factory, con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo, del Ministero della Cultura – Direzione Generale Spettacolo, della Città di Torino, di Legacoop Piemonte e Iren, oltre a un’ampia rete di partner e collaborazioni che include associazioni, media indipendenti, fondazioni e collettivi. In un contesto politico e sociale in cui le migrazioni sono spesso ridotte a slogan e paure, il Festival delle Migrazioni ribadisce la necessità di creare spazi di ascolto, racconto e incontro. Un luogo dove le persone in movimento non sono oggetti di narrazione, ma soggetti che prendono parola attraverso l’arte, la memoria e la testimonianza. Un laboratorio di cittadinanza e di diritti che guarda già al 2026 per continuare a mettere il cuore oltre gli ostacoli.
Discorsi Mediterranei approda a Patù il 6 e 7 settembre
Il 6 e 7 settembre Palazzo Romano a Patù ospiterà Discorsi Mediterranei, un festival itinerante – e giunto quest’anno alla sua 11a edizione – che adotta un approccio intersezionale attento ai legami tra diritti, identità sociali, questioni di genere, contesto ambientale e fenomeni migratori e si concentra sulle nuove narrazioni delle migrazioni. Dopo le tappe di Specchia e Santa Maria di Leuca, l’iniziativa – promossa da Arci Cassandra Aps, Narrazioni Ets e dall’Istituto di Culture Mediterranee – arriva all’estremo lembo del Capo di Leuca con un programma fitto di incontri, laboratori, mostre e musica. Consulta il programma dettagliato Le conversazioni saranno il fulcro della due giorni. Nella due giorni di Patù il focus è maggiormente centrato sul cambiamento delle narrazioni, sulla decolonizzazione dello sguardo, del pensiero e della produzione di sapere, sui concetti di discriminazione multipla e intersezionalità. Tra gli ospiti figurano studiosi e attivisti di primo piano: lo storico Donato Di Sanzo, l’attivista e ricercatrice Ndack Mbaye, la docente Eliana Augusti, la sociologa Irene Strazzeri, la scrittrice e artista Wissal Houbabi, Annalisa Camilli (Internazionale), Luca Rondi (Altreconomia) e il cantautore e intellettuale Nabil Bey. Accanto ai discorsi, il festival propone una mostra multimediale con illustrazioni, fotografie, webserie e podcast che raccontano i confini e le frontiere del Mediterraneo e del Sahel. Tra le opere, le illustrazioni dell’artista tunisina Zainab Fasiki e i reportage di Annalisa Camilli e Michele Cattani. Non mancano le presentazioni di libri: da Controverse. Scrivere in diaspora, poetiche del divenire (Capovolte edizioni) al classico del femminismo hip hop Chickenheads di Joan Morgan, fino a Il giro del mondo alle frontiere della stessa Camilli. Spazio anche ai laboratori, tra cui quello esperienziale condotto dall’attivista Marie Moïse, e alle attività per ragazzi e ragazze, con la presentazione dell’albo illustrato Oltre l’orizzonte dell’umanità. La prima giornata si chiuderà con Bar Med, concerto che unisce le sonorità di Antonio Castrignanò e Ziad Trabelsi, mentre la serata finale sarà affidata al dj set di La Pam. Tutti gli appuntamenti sono a ingresso libero e gratuito. Il festival è realizzato nell’ambito del progetto Storie Meridiane dei Comuni di Patù e Morciano di Leuca, con il sostegno dell’Unione europea – NextGenerationEU, del Ministero della Cultura e della Regione Puglia.