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A Varese ogni domenica sera da due mesi si fa rumore per Gaza
Anche domenica 14 settembre 2025 a Varese, come accade ogni domenica sera da due mesi si è rotto il silenzio. In piazza Montegrappa si sono radunate circa 300 persone, di tutte le età, uomini, donne e bambini, di diverse provenienze, tutte munite di pentole, sonagli, tamburelli e svariati strumenti per la produzione di rumore. L’iniziativa lanciata dal Comitato varesino per la Palestina – ma subito accolta da varie associazioni, gruppi e singoli cittadini e famiglie – nasce per non rimanere in silenzio di fronte alla terribile strage che lo Stato criminale di Israele sta perpetrando nella Striscia di Gaza e non solo, perché ricordiamo bene che l’occupazione riguarda tutta la Palestina. Alle 21.00 la piazza ha cominciato ad animarsi, la gente si è incontrata e hanno cominciato a sventolare bandiere della Palestina e della pace in mezzo ai saluti, ai cenni e agli abbracci: sì, perché la piazza è il luogo delle persone, dei cittadini e delle cittadine che con i loro corpi si riprendono gli spazi pubblici, luoghi di autodeterminazione e di dialogo. È stato allestito, come ormai di abitudine, lo spazio per i bambini e le bambine: una tovaglia distesa a terra e diversi fogli e colori per dare spazio alla loro fantasia e al loro modo di comunicare solidarietà ai piccoli di Gaza. Novità di quest’ultima domenica è stato l’Arabic corner, iniziativa in collaborazione con Language Nights Varese che si è rivelata tutt’altro che “angolo”, data la partecipazione di moltissime persone della piazza. Con l’aiuto di alcune ragazze di madrelingua araba di diversi dialetti (marocchino, egiziano, libanese e palestinese) si sono allestiti alcuni tavolini e un tappeto a terra con l’invito alle persone ad avvicinarsi e imparare qualche parola di arabo, familiarizzare con suoni che non sono facili per chi è italofono, suoni che talvolta ad alcuni suscitano diffidenza e addirittura spavento. Questo momento d’incontro invece è stato un luogo caldo e accogliente in cui cominciare ad abbattere tutti quei costrutti che spesso ci vengono imposti da una società che ci vuole separati e isolati, un luogo dove sperimentarsi e rigiocarsi; imparare parole in arabo è utile per intuire gli slogan durante le manifestazioni, ma anche semplicemente per salutare i commercianti arabi quando si entra nei negozi della città di Varese. Il microfono e la cassa sono stati a disposizione del pubblico, da parte degli organizzatori c’è stato un breve momento introduttivo in cui si è fatto il resoconto dei fatti della settimana, di ciò che è successo in Palestina e poi chi desiderava dire qualcosa ha chiesto di parlare. Anche questa domenica, come spesso accade, si è avvicinata una bimba che ha lanciato il coro “Free Free Palestine”. Alle 22.00 è cominciato il rumore: tutte le persone hanno battuto per 15 minuti le pentole, i mestoli e gli strumenti per risvegliare le coscienze anche più addormentate su quello che sta accadendo a Gaza e, per ricordare alla società civile che non è possibile rimanere immobili e subire, soltanto subire le decisioni dei potenti: noi cittadini e cittadine possiamo fare qualcosa, in primis… RUMORE! Alle persone presenti in piazza è stato poi proposto di anticipare l’incontro alle ore 20.00 per permettere anche a chi va a scuola il lunedì mattina di partecipare all’iniziativa, che andrà avanti anche durante i prossimi mesi. Cosa ci si augura ora rispetto a questa iniziativa? La diffusione: si chiede a tutti i Comuni, a tutte le amministrazioni e alle parrocchie, in tutta Italia e anche oltre, che nelle maggiori piazze di ogni città e paese si battano le pentole, si suonino le campane e si produca il rumore che faccia eco alla popolazione di Gaza, con cadenza regolare, finché a Gaza non cesserà il genocidio, finché la Palestina non sarà libera. fare Ci vediamo quindi domenica 21 settembre, alle ore 20.00, in piazza Montegrappa a Varese! Per informazioni, per chi volesse supporto per replicare nelle proprie città l’iniziativa scrivete a: comitatovaresinopalestina@gmail.com o sui social Instagram e Facebook: Comitato varesino per la Palestina Redazione Varese
A Gaza la fame è indotta
“Rumore! Finché a Gaza non cesserà il genocidio, finché la Palestina non sarà libera!” Ecco ciò che si urla in piazza Montegrappa a Varese tutte le domeniche sera da circa due mesi. L’iniziativa consiste nel creare 15 minuti di grande baccano, solitamente dalle 22.00 alle 22.15, per risvegliare le coscienze, anche le più addormentate, su quello che sta accadendo a Gaza e per ricordare alla società civile che non è possibile rimanere immobili e subire, soltanto subire le decisioni dei potenti: noi cittadini e cittadine possiamo fare qualcosa. Ecco che per reinventare il classico e troppo discreto minuto di silenzio ci si ritrova in piazza a produrre rumore con pentole, coperchi, fischietti, strumenti e tutto ciò che può essere efficace.  Durante la manifestazione le persone presenti portano striscioni, bandiere palestinesi e sventolano la kefiah, si fanno alcuni brevi interventi e viene allestito anche uno spazio per i più piccoli, per permettere loro di disegnare per i bambini palestinesi. L’iniziativa lanciata dal Comitato varesino per la Palestina – ma subito accolta da varie associazioni, gruppi, singoli cittadini e famiglie- nasce per non rimanere in silenzio di fronte alla terribile strage che Israele sta perpetrando nella Striscia di Gaza e non solo, perché si sottolinea con forza che l’occupazione riguarda tutta la Palestina. Perché battere le pentole? Le locandine degli eventi mostrano sempre in primo piano pentole vuote, quelle che a Gaza rimangono tali perché l’entità sionista non lascia entrare aiuti umanitari sufficienti per sfamare la popolazione che, ricordiamo, dopo quasi due anni di massacro è allo stremo delle forze. Immaginiamo quindi il suono di centinaia e centinaia di recipienti vuoti nelle varie città della Striscia, persone in fila per ricevere quel poco cibo che è possibile ottenere, immaginiamo quelle madri che non hanno di che sfamare i figli, quei bambini che piangono per la fame, quei padri che impotenti guardano i loro famigliari perdere inesorabilmente peso e persino morire. Sì! Morire di fame! Anzi uccisi dalla fame. La fame come arma di guerra è una nota strategia: è ciò che sta utilizzando il governo israeliano, insieme all’esercito, alle bombe, ai cecchini e a tutte le armi, anche quelle proibite dal diritto di guerra (vedasi l’uso del fosforo bianco, documentato anche in questo massacro), per operare quello che ormai da vari esperti ed esperte di diritto internazionale è dichiaratamente indicato come genocidio e pulizia etnica. Cosa ci si augura ora rispetto a questa iniziativa? La diffusione: si chiede a tutti i Comuni, a tutte le amministrazioni e alle parrocchie, in tutta Italia e anche oltre, che nelle maggiori piazze di ogni città e paese si battano le pentole, si suonino le campane e si produca un rumore che faccia eco alla popolazione di Gaza, con cadenza regolare, finché a Gaza non cesserà il genocidio, finché la Palestina non sarà libera. Ci vediamo in Piazza Montegrappa domenica 7 settembre, dalle 21.00. Per le comunicazioni inerenti questa e altre iniziative seguite i profili social del Comitato varesino per la Palestina: Instagram: https://www.instagram.com/comitatovaresinopalestina?igsh=MTFpY2J2Z3MxZW5n Facebook:  https://www.facebook.com/profile.php?id=100064724618688 Redazione Italia