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Solidarietà con la Freedom Flotilla e Handala in navigazione verso Gaza per rompere l’assedio genocida
Noi lavoratrici e lavoratori della scuola aderenti ai COBAS esprimiamo la nostra piena e incondizionata solidarietà e alla Freedom Flottilla e la sua nave Handala, che in queste ore naviga coraggiosamente verso la striscia di Gaza, portando aiuti umanitari urgenti e un messaggio di speranza al popolo palestinese contro il genocidio in atto. La Handala, attualmente nelle acque di Creta, rappresenta un faro di umanità in un mare di complicità e silenzi. Mentre il regime sionista genocida di Israele continua la sua feroce aggressione contro Gaza, causando decine di migliaia di morti, tra cui migliaia di bambini e bambine, e una programmata morte per fame collettiva, questa missione civile è un atto di resistenza non violenta e di disobbedienza necessaria, in presenza di una costante e vergognosa  violazione del diritto internazionale. Denunciamo con fermezza la presenza di droni israeliani intorno alla Handala per  intimidure, intercettare e sequestrare o arrestare gli attivisti. Questa provocazione strumentale, volta a delegittimare una missione umanitaria pacifica e a creare un alibi per la pirateria marittima israeliana in acque internazionali, é l’ennesima dimostrazione della spregiudicatezza del regime di Netanyahu e dei suoi alleati. Sosteniamo il diritto della flottiglia di navigare in acque internazionali e di portare soccorso a una popolazione sotto assedio illegale da 17 anni, un assedio che si è trasformato in un genocidio sotto gli occhi indifferenti della “comunità internazionale”. La determinazione dell’equipaggio e degli attivisti della Handala – tra cui il docente e giornalista Antonio Mazzeo e Tony La Piccirella, giovane attivista barese per i diritti sociali – è la nostra determinazione. La loro lotta per la giustizia e la dignità umana è la nostra lotta. Chiediamo con forza al governo italiano e all’unione Europea: * Di proteggere attivamente la Freedom Flottiglia e garantire il suo passaggio sicuro verso Gaza * Di denunciare pubblicamente le minacce e le provocazioni israeliane, inclusa la inquietante presenza di droni * Di imporre sanzioni immediate e severe contro lo stato di Israele per il genocidio in corso e il sistematico disprezzo del diritto internazionale e dei diritti umani * Di rompere ogni relazione politica economica, militare e accademica con il regime di apartheid e genocida di Israele. La scuola è luogo dove si formano le coscienze e si insegna il rispetto dei diritti umani e della legalità internazionale. Non possiamo tacere di fronte al genocidio in atto. Saremo voce e sostegno per la Freedom Flottilla, il popolo e la resistenza palestinese. COBAS SCUOLA PUGLIA COBAS SCUOLA UMBRIA COBAS SCUOLA SICILIA PER ALTRE ADESIONI MANDARE COMUNICAZIONE A cobascatania@libero.it.
All’Arena a San Severo non c’è l’elettricità da settimane: guasto tecnico o prove di sgombero?
All’arena, struttura nel comune di San Severo (FG) dove vivono attualmente circa un centinaio di persone, per la maggior parte impegnate nel lavoro in campagna, manca l’elettricità da quasi un mese. La stagione di raccolta del pomodoro sta per iniziare, seguita da quella dell’uva, quindi molti altri lavoratori arriveranno a breve per cercare un impiego […]
Antonio Mazzeo in viaggio verso Gaza con Handala Freedom Flotilla: supporto totale dell’Osservatorio contro la militarizzazione
PUBBLICHIAMO IL POTENTE DISCORSO DI ANTONIO MAZZEO, GIORNALISTA ANTI-MILITARISTA E PROMOTORE DELL’OSSERVATORIO CONTRO LA MILITARIZZAZIONE DELLE SCUOLE E DELLE UNIVERSITÀ, PRONUNCIATO GIOVEDÌ SCORSO, 18 LUGLIO 2025, AL PORTO DI GALLIPOLI SUL COINVOLGIMENTO DELLA PUGLIA E DELL’ITALIA NEL GENOCIDIO PALESTINESE, PRIMA DI IMBARCARSI PER GAZA A BORDO DI HANDALA CON FREEDOM FLOTILLA. SPERIAMO CHE LE SUE PAROLE GIRINO PER TUTTA L’ITALIA E CHE PRENDERE COSCIENZA DELLE NOSTRE RESPONSABILITÀ POSSA SMUOVERE LE COSCIENZE E CONTRIBUIRE A MANTENERE ACCESI I RIFLETTORI SULLA FLOTILLA E SUL GENOCIDIO PALESTINESE! AD ANTONIO MAZZEO E A TONI LA PICCIRELLA, GLI UNICI DUE ITALIANI DEL GRUPPO, E A TUTTO L’EQUIPAGGIO DI HANDALA VA IL NOSTRO SUPPORTO E L’AUGURIO PIÙ GRANDE CHE SI POSSA FARE A CHI PER MARE CERCA DI RAGGIUNGERE LE SPONDE DELLA PALESTINA PER PORTARE UN MESSAGGIO DI PACE E SOLIDARIETÀ AD UN POPOLO OGGETTO DI GENOCIDIO DA PARTE DEI CRIMINALI D’ISRAELE: BUON VENTO! “Ringrazio chi in Italia ha caldeggiato la mia candidatura a poter essere nell’equipaggio di questa nuova sfida per tentare di rompere l’ignobile, offensivo e criminale embargo che Israele ormai detiene da quasi venti anni rispetto alla striscia di Gaza. In una situazione internazionale che, consentitemi di dire, è sempre più grave…io penso che se abbiamo un debito con le sorelle ed i fratelli palestinesi è perché non soltanto ci hanno insegnato cosa sia il sacrificio e cosa significhi radicarsi alla terra per poter sopravvivere, io penso che ci abbiano chiarito in questi mesi che si tratta di una guerra globale totale in cui Israele sta giocando un ruolo determinante e sta spingendo ulteriormente l’umanità a quello che è oggi un genocidio di un popolo che è quello palestinese, a quello che rischia di essere un Olocausto per l’intera umanità. Io credo che il sangue palestinese oggi ci debba riportare chiaramente alla mente cosa stiamo rischiando. Cosa stiamo rischiando anche perché ci sono Paesi che stanno sostenendo i crimini di Israele, come il nostro. E penso che dovremmo anche avere la capacità di capire come mai la Freedom Flotilla, come mai la Handala parta da due porti del sud Italia: uno in Sicilia, quello di Siracusa, che ha lasciato domenica scorsa, e la domenica successiva da Gallipoli, in Puglia. Io credo che sarà molto importante capire come mai siano state scelte queste due Regioni: perché purtroppo sono due Regioni che sono state sacrificate, sono state espropriate alle proprie popolazioni, alla propria storia, alla propria cultura, alla propria lingua, al fatto di essere stati per secoli, per millenni, ponti di dialogo, ponti interculturali, nel caso della Puglia rispetto a quello che sta dall’altra parte dello Ionio, dell’Adriatico – la Grecia, l’Albania, i Balcani – e quello che è stata la Sicilia come ponte rispetto al nord Africa e rispetto al Medio Oriente. Ecco, quel ruolo soprattutto il 7 ottobre 2023 è stato totalmente capovolto: soprattutto queste due Regioni hanno assunto il ruolo, il compito fondamentale di piattaforma di proiezione avanzata di morte a sostegno delle politiche genocide di Israele. Si parla solo di Netanyahu…troppo semplice, io credo che nel momento in cui criminalizziamo soltanto il Presidente del Consiglio israeliano, questa possa essere un’operazione per sentirci tutti quanti assolti, tutti quanti comunque non coinvolti in questo conflitto, al massimo spettatori, al massimo solidali con le sorelle e i fratelli palestinesi. Io credo che questo non lo possiamo accettare più, lo dobbiamo rifiutare chiaramente! Dobbiamo sentirci invece esattamente come ci hanno detto i palestinesi e le palestinesi, come ci hanno detto le ragazze e i ragazzi in questo Paese occupando le università, occupando le strade: che abbiamo le mani sporche di sangue, che abbiamo la faccia sporca di sangue. Perché è dal mio Paese, è dalla mia Regione, dalla mia isola, dalla base militare di Sigonella che sono arrivati già dopo il 7 ottobre 2023 i carichi di armi e munizioni, che dagli Stati Uniti alla base di Ramstein in Germania sono stati trasferiti ad Israele. È dalla mia isola, dalla base militare di Sigonella, che prima, durante e dopo, sino all’attacco recente di Israele e degli Stati Uniti contro l’Iran, partono gli aerei con e senza pilota delle forze armate statunitensi, della NATO e dell’Aeronautica Militare Italiana che hanno il compito di raggiungere il Mediterraneo Orientale, mappare metro per metro, individuare i potenziali target, ossia i corpi delle donne e dei bambini palestinesi, fornire queste informazioni d’Intelligence che sono fondamentali, che sono essenziali per poter fare la pulizia etnica, per poter fare lo sterminio. E guardate anche da questa Regione sono partiti gli aerei d’Intelligence dell’Aeronautica Militare Italiana, da Brindisi e dall’ aeroporto di Bari, esattamente per fare lo stesso lavoro d’Intelligence, di riconoscimento e di pianificazione degli attacchi. In questo Paese sono state realizzate le armi che hanno permesso il genocidio del popolo palestinese, e guardate che sono armi che transitano dai porti italiani. Noi abbiamo una grande base in Toscana, la base di Camp Darby, è un grande hub delle forze armate statunitensi da cui continuamente, costantemente, vengono mobilitati strumenti di morte e trasferiti principalmente dal porto di Livorno ma anche dal porto di La Spezia direttamente verso i porti israeliani, e dobbiamo ringraziare le sorelle e i fratelli della logistica di questi porti e degli aeroporti che hanno avuto il coraggio – sono stati in Spagna, sono stati in Grecia – di bloccare le armi, dimostrando a tutti noi che è doveroso assumersi le responsabilità politiche se vogliamo essere vicini e vicine ai fratelli e alle sorelle palestinesi! È da una città della Liguria, che è La Spezia, che sono stati realizzati i cannoni che si chiamano “super rapido” (che sono come un mitragliatore, sparano 2 colpi al secondo, 120 colpi al minuto, però non sono colpi di mitra, sono colpi grandi così!) e sono cannoni che sono stati montati nelle corvette che la Marina Militare Israeliana ha comprato in Germania, quella Germania che conoscevamo che dopo il 1945 voleva rimettere in discussione la propria storia, le proprie responsabilità, i propri crimini, e che oggi è il secondo Paese esportatore di armi ad Israele, dietro gli Stati Uniti e prima dell’Italia che è al terzo posto. Ebbene questi cannoni “super rapidi” prodotti a La Spezia sono gli stessi cannoni di cui troverete i film su YouTube, troverete le testimonianze della Marina Militare Israeliana che ne esalta l’efficacia e l’efficienza, sono i cannoni che hanno raso al suolo il porto di Gaza e tutto quello che ruota attorno ai quartieri centrali del porto di Gaza. I top gun israeliani, così capaci di colpire scientificamente i balconi dove ci sono i bambini e le bambine palestinesi a Gaza, quei top gun si sono addestrati su caccia-addestratori che voi che state nel Salento conoscete bene, perché sono i caccia-addestratori che vi trovate quotidianamente sui vostri cieli, sono gli MB-336 – trenta unità ne abbiamo vendute ad Israele – prodotti a Venegono (provincia di Varese) e, credetemi, anche se non abbiamo documentazione scientifica al 100%, possiamo ipotizzare che parte dell’addestramento di quei piloti sia stato fatto nella base di Galatina, che è la Scuola internazionale dei piloti di guerra, non soltanto ovviamente dei piloti dei Paesi NATO, ma anche di Paesi all’indice per la violazione dei diritti umani che sono contemporaneamente co-belligeranti, vengono quelli dell’Arabia Saudita, degli Emirati Arabi, quelli che hanno desertificato lo Yemen (accanto ad Israele), della Nigeria – Paese che non ha conosciuto un solo giorno di pace dopo che è stata “decolonizzata” dal Regno Unito. Questa è l’immagine che noi diamo. Gli elicotteri da guerra, quegli elicotteri sono quelli che quando passano distruggono quartieri interi…Ebbene, i piloti che vi sono a bordo si formano su elicotteri italiani, pensate un po’ si chiamano “koala ”, cioè pensate gli elicotteri che massacrano bambini e bambine si chiamano “koala”, prodotti anch’essi dalla Leonardo in provincia di Varese, ed esportati ad Israele attraverso un meccanismo che oggi consente all’Italia di dire tranquillamente “ma in fondo che cosa abbiamo fatto nei quattro anni precedenti al 2023? Abbiamo venduto armi per circa 90 milioni di euro ad Israele”, che rispetto ai miliardi delle esportazioni tedesche e statunitensi dicono “beh in fondo abbiamo portato le caramelle!”, peccato che buona parte dei sistemi armi, i cannoni “super rapidi”, gli elicotteri, non li abbiamo venduti direttamente ad Israele, Leonardo li ha prima trasferiti agli USA e poi gli USA li hanno inviati ad Israele . Però attenzione perché nel contratto c’era scritto chiaramente che erano sistemi d’armi destinati alle forze armate israeliane! Al punto che dopo il 7 ottobre 2023 la *Leonardo Spa ha continuato a fare affari sui cannoni e sugli elicotteri trasferiti ad Israele inviando i propri manager, inviando i propri tecnici e continuando a fornire la formazione in Israele, e la fornitura dei sistemi in arma e la manutenzione sia dei caccia-addestratori sia degli elicotteri che oggi servono a preparare al massacro. Sugli accordi sottoscritti tra Italia ed Israele, questi maledetti accordi che andavano in scadenza il 6 maggio del 2025, una serie di giuristi hanno posto il problema che violino gli elementi cardine delle Costituzione, del diritto internazionale, delle stesse leggi italiane, in termini di relazioni e di cooperazione internazionale. Il Governo ha fatto di tutto per non sentire, e quelli accordi sono stati prorogati silenziosamente per altri 5 anni. E attenzione noi non siamo stati soltanto esportatori di sistemi d’armi ad Israele, noi siamo oggi un grande cliente israeliano, di sistemi d’arma israeliani, al punto che oggi andiamo a sostenere le operazioni di guerra delle forze armate ucraine contro la Russia, fornendo Intelligence, fornendo il rilevamento degli obiettivi russi, utilizzando aerei che montano a bordo apparecchiatura e nuove tecnologie che gli israeliani hanno sperimentato dal “Piombo fuso” ad oggi sul corpo delle donne e dei bambini palestinesi (!) al punto che neanche un mese fa la Commissione Difesa del Parlamento (si trova su Internet, 5 minuti è durata la Commissione), ha trovato un piano di circa 2 miliardi di euro per moltiplicare ancora l’acquisto di Israele di questi sistemi a bordo degli aerei di Intelligence. E guardate, dicevo, sulla formazione dei piloti, purtroppo questa Regione, la Regione Puglia attraverso la base di Amendola, attraverso la base di Gioia del Colle, ha acconsentito, fino ad un anno alla vigilia del 7 ottobre 2023, che venissero ad addestrarsi i peggiori piloti di caccia-bombardieri F35 e i peggiori piloti di quei droni che stanno massacrando non soltanto la popolazione palestinese, ma che vengono utilizzati quotidianamente per colpire in Siria, per colpire il Libano, per colpire lo Yemen, e, come immaginiamo, presto, per colpire ancora una volta l’Iran! E guardate che questo è stato fatto sino alla vigilia del 7 ottobre 2023, ma abbiamo avuto l’ignobile onta che nella base di Amendola, neanche un anno fa, si sia tenuto il vertice dei Capi di Stato Maggiore dell’ Aeronautica di tutti i Paesi del mondo che hanno adottato i caccia-bombardieri F35, vi invito a vedere la foto conclusiva di quel Summit: sotto la bandiera tricolore c’è la bandiera israeliana perché rappresenta, al centro della fotografia, il Capo di Stato maggiore dell’ Aeronautica militare israeliana! Questo è il nostro Paese! Il nostro Paese che sino all’ aprile del 2025, quindi sino a tre mesi fa, ha avuto l’ignobile idea di andare in Grecia a fare un’esercitazione internazionale – Nato ed extra-Nato – in cui i cacciabombardieri italiani hanno operato sotto il coordinamento degli aerei di Intelligence dell’ Aeronautica Militare Israeliana. Questo perché il nostro Governo – che è un Governo che dice “noi abbiamo smesso di esportare armi dopo il 7 ottobre 2023, noi non abbiamo niente a che fare con i crimini che vengono compiuti quotidianamente!” – è lo stesso Governo che attraverso le forze armate – quelle forze armate che avrebbero dovuto giurare rispetto dei diritti costituzionali – continua insieme a Leonardo Spa a fare affari di morte con i criminali banditi israeliani. E guardate che il ruolo dell’Italia non si ferma, consentitemi di ricordare l’ ENI…guardate che il 7 ottobre 2023 non si può spiegare soltanto col desiderio di “chiudere la partita” d’Israele con la storia, la cultura e la vita stessa dei palestinesi – progetto che ormai risale a quasi cento anni fa. No, il problema è che di fronte a Gaza, nelle acque territoriali palestinesi, ci sono tra le più grosse risorse energetiche di quel fossile inquinante, gas e petrolio, attraverso cui ovviamente Israele da dieci anni a questa parte ha deciso di diventare una grande potenza esportatrice e ha trovato con l’Eni una grande occasione per trovare non soltanto un partner funzionale per questo, ma un partner con progetti che hanno già avuto effetti devastanti per questa Regione! Perché sapete benissimo che il territorio del Salento è stato sacrificato da una scelta politica in cui il fossile deve tornare ad essere l’alimentazione, devastando i territori, espropriandone le popolazioni dei territori, parchi l’ENI si propone di diventare un grande esportatore. E poi c’è il ruolo delle banche. Io vi invito a leggere quali sono le banche europee che hanno garantito la copertura finanziaria alle sperimentazioni di armi israeliane: al primo posto ci sono circa 5-6 miliardi di coperture finanziarie di armi: c’è la BNP Paribas, ossia quella banca che controlla il 100% della Banca Nazionale del Lavoro ( BNL )! Ma c’è anche Intesa san Paolo ovviamente, e come non poteva non esserci Unicredit con i suoi 2 miliardi di euro di copertura. E c’è il ruolo delle Università, lasciatemelo dire, perché continuiamo a trovare un muro tra le Rettrici e tra i Rettori dell’Università italiana, nella stessa CRUI, la Conferenza dei Rettori, quando proviamo a spiegare che la solidarietà non può essere aliena dal dire “Basta, chiudo le relazioni con le università israeliane!”, perché le università israeliane sono esattamente il luogo dove è stato costruito il modello culturale, sociale, politico, economico dell’ apartheid! Sono il luogo dove si forma l’ideologia dello sterminio e della soluzione finale del popolo palestinese! Le università israeliane sono quelle in cui si sperimentano e si ricercano nuovi sistemi di morte, sono esattamente il luogo in cui il linguaggio, la cultura, l’istruzione, l’educazione, dove si formano quelle nuove generazioni che non hanno nessun problema ad imbracciare il fucile ed andare a sterminare un coetaneo o dei bambini direttamente a Gaza! E consentitemi di dire, e voglio ricordarlo a tutto il Salento, perché avete l’Università del Salento che due anni fa ha avuto l’ardire di firmare un accordo con l’Afeka College di Tel Aviv – università quindi gemellata con l’UniSalento – si sta sperimentando “il modello dello studente guerriero”: il 44% degli studenti di questo Istituto d’eccellenza in campo ingegneristico è impiegato in operazioni di bombardamento a Gaza. E siccome è un Istituto di eccellenza non si può pensare che per due, tre, quattro anni questi studenti perdano la relazione con l’università, per cui attraverso una raccolta di denaro – si sono spesi miliardi tra le comunità ebraiche particolarmente di destra degli USA – si è pensato a costruire un modello didattico per cui – entrando sul sito di questa università si possono vedere le immagini – gli studenti sono con un mitra grande, di quelli che massacrano donne e bambini, o accanto ad un terminale che controlla i droni avanzare verso le donne e i bambini palestinesi c’è un altro terminale in cui lo studente continua a seguire da remoto le lezioni dei propri docenti universitari, in sfregio agli studenti palestinesi che da tre anni non possono frequentare un solo giorno di scuola, perché è stato devastato il 99,9% del patrimonio edilizio utilizzato per le scuole di ogni ordine e grado e per l’università. Chiudo sulla questione della Regione Puglia: lo dico da siciliano che conosce il ruolo strategico che quest’isola ormai ha nelle strategie di guerra globali degli Stati Uniti, della NATO, dell’Unione europea, dell’Agenzia Frontex che fa la guerra ai fratelli e alle sorelle migranti che sfuggono dai crimini che compie il capitale transnazionale europeo e statunitense nel continente africano o in Medio Oriente. La Regione Puglia sta tornando ad essere l’hub di protezione di guerra di piattaforme militari – vi raccontavo di Amendola, Gioia del Colle ma potrei raccontarvi di Brindisi…Avete visto l’attacco che è stato fatto alla Madleen, l’unità che ha preceduto l’Handala, con un’operazione fatta dai militari d’eccellenza, dalle truppe d’élite della marina militare israeliana, un vero assalto da pirateria! Sapete dove erano queste truppe d’élite, a formarsi, ad addestrarsi, a conoscere il meglio dell’intelligence italiana? Due anni fa erano a Brindisi, ospiti del Battaglione della brigata san Marco, che ha sede a Brindisi, per conoscere esattamente le operazioni di attacco e di pirateria di cui abbiamo visto vittime le compagne e i compagni che erano a bordo della Madleen neanche un mese fa! Ecco questo lo dico perché la Puglia è una regione che sta subendo un processo di riarmo e militarizzazione come mai ha conosciuto nella storia nonostante questa sia la regione che negli anni Sessanta aveva le testate nucleari, nonostante sia la regione da cui sono partiti il 70% degli attacchi durante la guerra in ex Jugoslavia, ma era anche la regione che stava tentando un processo diverso, stava tentando di tornare ad essere ponte tra culture , come Adriatico e come Ionio, e che oggi invece rischia di tornare cento anni indietro! E guardate i progetti che sono nati, i progetti che sono in corso. Penso al progetto “Basi Blu” : Taranto e Brindisi, miliardi di euro per potenziare queste due basi per consentire che grandi portaerei – non soltanto quelle italiane ma quelle statunitensi, del Regno Unito, della Francia, etc. – abbiano quella grande capacità e propulsione nucleare perché possano arrivare a ridosso delle banchine dei centri storici di queste due città. Ma vale per Gioia del Colle , vale per Amendola, che nei sogni divini del Ministro Crosetto dovrebbe essere trasformata non soltanto nella capitale degli F-35, ma anche in un’altra scuola di formazione internazionale dei piloti di morte di droni, ed anche Amendola, visto che ad Israele sono i signori dei droni, non potrà non avere il luogo dove formare alle guerre – disumanizzate e disumanizzanti! – che utilizzano questi sistemi di morte. E penso al ruolo di Galatina: aver trasformato Galatina nella Scuola di formazione internazionale dei piloti dei cacciabombardieri pregiudica qualsiasi possibilità di sviluppo altro. Fino a stamattina abbiamo visto volare sopra la Handala i nuovi caccia che hanno sostituito gli MB-336: non si tratta soltanto che stiamo formando i piloti che vanno a fare poi realmente le guerre in Africa, in Medio Oriente, lo sterminio del popolo palestinese, noi stiamo consentendo che il Salento, che Galatina diventi esattamente la riproduzione del laboratorio israeliano, cioè stiamo consentendo una israelizzazione della Puglia, una israelizzazione di Galatina, perché in questo aeroporto si viene a realizzare quel connubio di relazioni strettissime che ha portato Israele ad essere una potenza di morte, in cui le aziende del comparto bellico, insieme alle università, insieme alle forze armate, insieme ai servizi segreti, insieme alle agenzie di intelligence nazionali e internazionali costruiscono quei reparti di morte che decidono le sorti, come dicevo all’inizio, non soltanto del popolo palestinese. Chiudo dicendo che se questa è la parte più brutta della Puglia, penso che questi giorni abbiate veramente dimostrato a Gallipoli, che c’è un’altra Puglia, che c’è un’altra Galatina, che c’è un altro modo di pensare, un altro modo di sentirsi! Ecco io credo che sia arrivato il momento che quello che è stato fatto nel processo politico per portare questa grande solidarietà ad Handala diventi anche un messaggio ai compagni e alle compagne d’Italia, perché il processo unitario che ha portato la solidarietà ed il sostegno è un modello su cui possiamo costruire un forte movimento di opposizione alla guerra in questo Paese!” Clicca qui per il video di Antonio Mazzeo dall’Handala: https://fb.watch/AZXpph_Bxz/ Clicca qui per il video di Antonio Mazzeo messaggio prima di imbarcarsi: Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
Molfetta, 24 luglio: corteo per liberazione del popolo palestinese, pace e giustizia in Medio Oriente
GIOVEDÌ, 24 LUGLIO 2025 – ORE 19:00 CORSO UMBERTO, ALTEZZA GALLERIA PATRIOTI MOLFETTESI Invitiamo tutte le associazioni, i collettivi, i comitati e le realtà politicamente attive nella città di Molfetta, nonché tutti i cittadini e le persone che vivono e attraversano la città, a partecipare ad un forte momento di mobilitazione a Molfetta contro il genocidio del popolo palestinese e per la pace e la giustizia nel mondo. Come ben noto a tutti e a tutte, dal 7 ottobre 2023 sono stati uccisi dall’esercito israeliano 62.614 palestinesi nella Striscia di Gaza. La Striscia di Gaza è completamente distrutta. Numerosissimi sono le donne e i bambini palestinesi uccisi. 28 mila donne e ragazze. Lo dice UN Women, che ha calcolato come, in media, da ottobre 2023 vengano uccise da raid israeliani due donne palestinesi ogni ora. Dal 7 ottobre 2023, gli attacchi israeliani hanno ucciso almeno 16.800 bambini, secondo i funzionari palestinesi. Alcuni investigatori della Commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite sul territorio palestinese occupato hanno affermato che la violenza sessuale e di genere da parte delle forze di sicurezza israeliane contro i palestinesi, compresi i bambini, è stata sempre più utilizzata “come metodo di guerra” dopo gli attacchi del 7 ottobre 2023 che hanno aperto le porte al genocidio a Gaza. La popolazione della Striscia non ha accesso ad aiuti umanitari bloccati dal governo israeliano, il quale ha imposto la consegna di beni di prima necessità – in quantità e modalità ritenute completamente inadeguate dalle autorità delle Nazioni Unite – attraverso una propria ONG appena costituita, la Gaza Humanitarian Foundation, sbeffeggiando ogni norma internazionale. Si continuano a segnalare spari contro i palestinesi che cercano di accedere alle scorte di cibo a Gaza, con conseguenti vittime, e il blocco del carburante in corso sta mettendo a grave rischio i servizi di sostentamento vitale. Almeno 463 operatori umanitari sono stati uccisi a Gaza dall’ottobre 2023. Il numero dei giornalisti e dei reporter morti è tra i più alti di sempre; almeno 229 giornalisti palestinesi sono deceduti a Gaza. Secondo le organizzazioni per i diritti umani e i rapporti delle Nazioni Unite, le forze israeliane hanno deliberatamente preso di mira giornalisti e istituzioni mediatiche. Oltre 400 giornalisti sono rimasti feriti, decine sono stati arrestati e gli uffici della maggior parte delle testate giornalistiche locali e internazionali che operano nella Striscia sono stati distrutti. A Gaza è in atto un genocidio ormai da oltre un anno per mano del governo israeliano mentre in Cisgiordania continuano le violenze da parte dei coloni israeliani nei confronti della popolazione autoctona palestinese con l’obiettivo di colonizzare sempre più territorio. Il governo del presidente Benjamin Netanyahu, con la sua filosofia di matrice sionista, affligge il popolo palestinese e il suo diritto all’autodeterminazione, minato fin dalla Nakba – l’esodo forzato del 1948 – che ha privato più di 700 mila palestinesi della propria terra. Nonostante l’opposizione interna di pochi cittadini israeliani che rifiutano di prendere parte alla violenza del proprio esercito, e la grande mobilitazione di ebrei in tutto il mondo per lo stop al conflitto e al progetto coloniale di Israele, il governo di destra di Netanyahu rimane al potere, impunito, blandamente criticato o supportato da molti governi occidentali, tra cui quello italiano e quello europeo. I mandati d’arresto emessi dalla Corte Penale Internazionale nei confronti di Netanyahu e dell’ex ministro della difesa Yoav Gallant non hanno interrotto, come era doveroso che accadesse, i rapporti bilaterali tra Israele e i suoi storici alleati occidentali. Numerose aziende, prime tra tutte quelle dell’industria bellica e dell’intelligence, si sono arricchite e continuano a farlo in questi mesi sulla pelle dei palestinesi. In questo Paese che tentenna a prendere una posizione seria e forte nei confronti del genocidio in atto, in questa Europa che non vive all’altezza dei propri valori costitutivi, occorre unirsi in nome della pace e della giustizia, rigettando anti-semitismo e islamofobia, facendosi portavoce di lotta contro il razzismo, il sionismo e il colonialismo. É importante che la nostra città caratterizzata da una tradizione pacifista faccia sentire forte la propria voce a sostegno del popolo palestinese e contro la violenza nei confronti delle persone inermi da parte degli eserciti e dei gruppi armati di ogni colore politico. Non è più tempo di delegare, di lasciar correre. Mala tempora currunt e i nostri silenzi verranno giudicati complici dalla storia. La Palestina è molto più di un popolo. La Palestina è anche molto più della storia aberrante di un genocidio. La Palestina parla di noi occidentali, dei nostri governi complici, delle “nostre” aziende che fanno profitti, del nostro spirito colonialista che non siamo mai a riusciti a scalfire alla radice. Ciò che succede in Palestina ci riguarda tutti. Per questo, giovedì 24 luglio 2025, scendiamo tutt* in piazza! Per dire: SÌ ALLA PACE. NO AL RIARMO. STOP AL GENOCIDIO. Ore 19:00 → Incontro a Corso Umberto, altezza Galleria Patrioti Molfettesi Camminiamo insieme fino al Calvario e al monumento dedicato a Don Tonino Bello, a ridosso della Villa Comunale. Chiudiamo il corteo con ospiti e interventi a Piazza Municipio. NON MANCARE. FREE PALESTINE. Le adesioni per la partecipazione possono essere inviate al Coordinamento Molfetta per la Palestina tramite email: molfetta.palestina.coordinamento@gmail.com COMITATO PROMOTORE Coordinamento Molfetta per la Palestina  (Le Macerie Baracche Ribelli, Fa’ – Fiera delle Autoproduzioni, Partito della Rifondazione Comunista Molfetta) Amnesty International Molfetta ANPI – Associazione Nazionale Partigiani d’Italia Associazione di Promozione Sociale “Guglielmo Minervini” Azione Cattolica C.d.a.l. – Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali Camera del lavoro CGIL di Molfetta Casa per la Pace A.P.S. Centro Antiviolenza Pandora Città dell’Uomo Cobas Scuola Molfetta Comitato Difesa Verde e Territorio Conte Rosso Social Club Legambiente LO STREGATTO-MOLFETTA associazione animalista/ambientalista Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università Presidio Libera di Molfetta “Gianni Carnicella” R.A.D.I.C.I. Aps Sportello Medico Popolare Molfetta odv TESSERE – Prospettive di città OdV
Gioia del Colle: il 36° Stormo per la prevenzione tumori con un aperitivo al tramonto
Il 36° Stormo di Gioia del Colle è uno dei reparti dell’aeronautica militare italiana con un ruolo cruciale nella difesa dello spazio aereo del Mediterraneo, nazionale e area NATO. Come Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università registriamo quanto questo reparto sovrasti la vita della gente comune di Gioia del Colle, diventando purtroppo una costante. Ormai non è più possibile scindere la vita civile da quella militare, questo è quanto accade nei territori dove si investe più nel mondo bellico che in altro, come in Italia con il 5% del PIL per le spese militari. Se negli eventi mondani i caccia Eurofighter Typhoon del 36° Stormo vengono utilizzati come oggetti di allestimento, capita che qualcuno li usi come sfondo per ritrarre in foto sé stesso, gli amici e la sua famiglia. Così come sta diventando normale scegliere un luogo proprio delle forze armate per tenere un evento di informazione aperto alla cittadinanza, come è accaduto per il convegno sulla prevenzione del tumore al seno di venerdì 27 giugno, organizzato nell’aula magna dell’aeroporto militare. Protagonisti del convegno erano Breast Care Unit del Policlinico di Bari e l’associazione Noi ci rialziamo sempre! di Maria Di Giulio (clicca qui per le informazioni). Come Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università sappiamo del danno ambientale e alla salute prodotto dalle guerre, è talmente certo! Quindi ci chiediamo, perché scegliere l’aeronautica militare come partner di questo evento? E come può succedere che, tra tante possibilità, si finisca per scegliere un luogo proprio del mondo militare per parlare di prevenzione oncologica? Il 10 luglio scorso, sempre a Gioia del Colle presso l’areoporto (abbiamo lasciato invariato il termine “areoporto”, che compare due volte nel post diffuso sui social) militare “Antonio Ramirez”, si è svolto un evento (clicca qui per i particolari) che rappresenta bene la normalizzazione della presenza militare anche in contesti che con la guerra non hanno nulla a che vedere. Non sappiamo quanto costassero i biglietti, ma sappiamo che l’hangar militare del 36° Stormo ha fatto da scenario per un aperitivo al tramonto, accompagnato da dj set musicale. Vi ha preso parte anche il Vespa Club con mogli e figli al seguito. Noi aderenti all’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università troviamo sconcertanti questi accostamenti perché sono l’esempio di una propaganda dall’apparenza rassicurante e amichevole che tende a normalizzare la presenza delle Forze Armate e della guerra nella vita quotidiana, preparandole menti ai futuri scenari bellici. Siamo preoccupati e preoccupate dal sostegno istituzionale che viene dato a tali iniziative e dalla condiscendenza con la quale vengono accolte dalla comunità. Invitiamo la comunità cittadina a prendere consapevolezza della pericolosità di una simile familiarizzazione con gli scenari bellici e ad avviare percorsi attivi di pace e di smilitarizzazione delle coscienze e dei territori. Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università Post diffuso sui social: GdC-10 10 luglio 2025 dalle 19.00 alle 01.00 Gioia del Colle, BA areoporto militare “Antonio Ramirez” Un occasione unica per godersi un aperitivo durante il tramonto, in una location esclusiva, un hangar militare del 36° stormo! Un sunset mozzafiato, ottimo ciboe musica, con importanti dj del panorama musicale Pugliese. Per ragioni di sicurezza, per l’accesso all’Areoporto militare, si potrà acquistare un solo biglietto per utente abbinando in fase di acquisto gli estremi del proprio documento di riconoscimento. https://eventi.booxit.it/sharelinks/gdc10?fbclid=PAQ0xDSwLObOlleHRuA2FlbQIxMQABp_tSWSldcimhH1AHKa7RaJfHsOakw9Mzyqu2BoZbL_1MoWFt-jmBWDa22KPh_aem_wfOfdVc9Syt6KhyDxB4x5A
Mozione di condanna governo israeliano del Collegio Dottorato Scienze Relazioni Umane UNIBA
PUBBLICHIAMO VOLENTIERI LA MOZIONE DI CONDANNA NEI CONFRONTI DELLE AZIONI DEL GOVERNO ISRAELIANO CONTRO LA POPOLAZIONE PALESTINESE E CONTRO I DISSIDENTI E GLI OBIETTORI ISRAELIANI GIUNTA ALL’OSSERVATORIO CONTRO LA MILITARIZZAZIONE DELLE SCUOLE E DELLE UNIVERSITÀ DA PARTE DEL COLLEGIO DEL CORSO DI DOTTORATO IN SCIENZE DELLE RELAZIONI UMANE (16/06/2025), UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI “ALDO MORO”, NELLA SPERANZA CHE ALTRI DIPARTIMENTI, COLLEGI E UNIVERSITÀ POSSANO PRENDERE POSIZIONE SUL GENOCIDIO IN ATTO IN PALESTINA. Considerate le incessanti azioni criminali del governo israeliano contro la popolazione palestinese e la mobilitazione internazionale e locale, in continuità con quanto espresso dal Consiglio Didattico di Filosofia e Scienze Filosofiche dell’Università del Salento, viene approvata e sottoscritta la seguente mozione. Il Collegio del Corso di Dottorato in Scienze delle Relazioni Umane esprime la più ferma condanna per le gravissime violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario da parte dello Stato di Israele nei confronti del popolo palestinese, degli abitanti della Striscia di Gaza e della Cisgiordania. Si tratta di violazioni ampiamente documentate da autorevoli fonti nazionali e internazionali indipendenti. Secondo un report di OCHA (aggiornato a inizio aprile 2025), da ottobre 2023 a Gaza sono quasi 60 mila i morti, oltre 115 mila i feriti; più di 2 milioni gli sfollati. Secondo una stima pubblicata su “The Lancet”, i morti sarebbero 70 mila, con un impatto particolarmente devastante su donne e bambini: le Nazioni Unite riportano circa 14.000 bambini uccisi, mentre altre fonti ne indicano fino a 18.000, e ancora oltre 25.000 feriti e più di 25.000 orfani. Oltre il 90% della popolazione è sfollata e il blocco degli aiuti, in vigore dal marzo 2025, priva milioni di persone di cibo, acqua potabile, cure mediche e condizioni igienico-sanitarie essenziali. Il Collegio è cosciente che tale mozione possa subire distorsioni e manipolazioni. Tuttavia, crede che, in questo momento, sia preferibile correre questo rischio anziché rimanere in silenzio e non prendere posizione contro tale barbarie perdurante e immane tragedia. Va detto con chiarezza che il Collegio intende fermamente sottrarsi alla trappola dell’odio e a ogni espressione di antisemitismo, e rifiuta recisamente l’utilizzo di questa accusa come strumento di impunità per lo sterminio in atto a Gaza e in Cisgiordania. Il Collegio si unisce voci critiche che a livello internazionale, nelle varie comunità tanto israeliane e ebraiche quanto arabe e islamiche, sostengono le ragioni del cessate il fuoco e della fine di ogni attività criminale ai danni della popolazione palestinese. Il Collegio si unisce a tutte le voci nazionali e internazionali, di qualsivoglia appartenenza, nazionalità, religione, che condannano lo sterminio, appellandosi al rispetto dei diritti umani all’esistenza, a una vita dignitosa, a un’adeguata alimentazione, alle cure sanitarie, all’istruzione. Il Collegio intende altresì evidenziare la propria contrarietà a ogni forma di violenza, in quanto fa proprio e ribadisce il principio costituzionale del rifiuto della guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali, oltre al principio di rifiuto di ogni forma di colonialismo. Di fronte a questa catastrofe umanitaria provocata dal governo israeliano, la nostra comunità, fondata sui valori di rispetto dei diritti umani, solidarietà e responsabilità etica, si unisce a tutte le voci che chiedono con urgenza: – la cessazione immediata delle ostilità e un cessate il fuoco duraturo, anche per garantire la liberazione di tutti gli ostaggi; – la riapertura sicura e stabile dei corridoi umanitari; – il sostegno morale e politico agli obiettori di coscienza, renitenti alla leva, disertori, attiviste nonviolente israeliani e palestinesi che rifiutano ogni complicità, da ambo i lati, al massacro e all’occupazione; – il pieno ripristino e il rispetto del diritto internazionale umanitario e delle deliberazioni ONU, a partire dal Parere della Corte Internazionale di Giustizia del 19 luglio 2024, ovvero l’obbligo per lo Stato ebraico di smantellare le colonie e ritirare le proprie truppe dai Territori Occupati, a tutela della popolazione civile e del diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese; – l’adempimento, da parte di tutte le Istituzioni italiane, delle indicazioni rese dalla Corte Internazionale di Giustizia il 19 luglio 2024 e fatte proprie dall’Assemblea Generale ONU nel settembre 2024, nel pieno rispetto dell’articolo 11 della nostra Costituzione; – l’impegno dei governi coinvolti a intraprendere, con determinazione, la via diplomatica per una pace giusta e duratura, che porti alla fine della colonizzazione e dunque alla liberazione e autodeterminazione del popolo palestinese e alla ricerca di soluzioni condivise e pacifiche; – l’adozione nei confronti dei colleghi palestinesi di misure di accoglienza analoghe a quelle rivolte ai colleghi ucraini nel 2022, quando il Ministero aprì delle posizioni per visiting professor dedicate a chi proveniva da quel paese in guerra; – infine, si chiede che, volendo preservare i rapporti scientifici e culturali con il popolo israeliano, nel caso di eventuali collaborazioni con istituzioni accademiche israeliane si abbia estrema cura nell’assicurarsi che i nostri interlocutori abbiano esplicitamente preso le distanze dal mancato rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale da parte del governo israeliano. A nome del Collegio del Corso di Dottorato in Scienze delle Relazioni Umane, con voto unanime. Deliberato in data 16 giugno 2025
La nave Handala della Freedom Flotilla è arrivata al porto di Gallipoli
Grande accoglienza prima della partenza verso Gaza con aiuti umanitari per i bambini e le bambine della Striscia Gallipoli, 15 luglio 2025. La nave Handala, unità della Coalizione Freedom Flotilla, è arrivata nella notte nelle acque di Gallipoli e intorno alle ore 8:30 è stata fatta attraccare nel porto della […] L'articolo La nave Handala della Freedom Flotilla è arrivata al porto di Gallipoli su Contropiano.
Puglia e Toscana si mobilitano il 19 luglio 2025. Contro Guerra, Riarmo e Genocidio
MANIFESTAZIONI PER LA GIUSTIZIA SOCIALE, LA SOLIDARIETÀ E UN’ECONOMIA DI PACE ll 19 luglio in Puglia e in Toscana ci mobilitiamo insieme con determinazione per lanciare un messaggio chiaro e forte contro la guerra e a favore della costruzione di un mondo fondato sul disarmo e la pace. Rifiutiamo in modo netto l’uso della forza militare, distruttiva e disumanizzante, come mezzo di risoluzione dei conflitti internazionali e locali. La pace non è un’utopia, ma una scelta politica concreta, basata sul dialogo, sulla cooperazione e, se occorre, sulla forza attuata con i metodi della nonviolenza. Ci opponiamo con decisione al riarmo europeo, alla scelta dei paesi Nato di destinare il 5% del Pil alle spese militari e alle politiche americane. La corsa agli armamenti, con centinaia di miliardi di euro sottratti ai bisogni reali, è una follia che mette a rischio l’umanità nonostante la retorica su sicurezza e difesa nazionale. La nostra solidarietà con il diritto all’autodeterminazione del popolo Palestinese deve risuonare forte come la condanna univoca di Israele per il genocidio in atto. Diciamo No ad un modello basato sull’accaparramento delle risorse fossili e sullo sfruttamento dei territori. Denunciamo un sistema che subordina gli interessi dei cittadini e delle cittadine e lo stesso futuro del pianeta alla sete di profitto e controllo delle risorse energetiche. Siamo per il disarmo e il reinvestimento delle risorse a tutela dei diritti per tutti e tutte: più fondi per sanità, istruzione, lavoro, casa e welfare, per una vera e urgente transizione energetica. Proponiamo un modello che metta al centro la cura delle persone, delle relazioni e della natura, contro l’economia di guerra. Per questo, dalla Puglia alla Toscana, dal Comando della stazione navale di Brindisi alla base americana di Camp Darby, ci mobilitiamo il 19 luglio per dire no a qualsiasi militarizzazione dei territori, per bloccare le infrastrutture della guerra globale. Ci ricolleghiamo alla mobilitazione che nelle scorse settimane si è svolta a Sigonella e invitiamo gli altri territori a muoversi contro le basi più vicine e a continuare a costruire manifestazioni plurali contro la guerra e il riarmo, e dimostrare che un altro mondo è possibile e necessario. Comitati organizzatori delle manifestazioni del 19 luglio Appuntamenti 19 Luglio – ore 9 via vecchia Livornese 788, Pisa Presidio a Camp Darby. No war No Rearm, No Genocide https://www.facebook.com/events/706850958889602 – ore 18 Piazza Francesco Crispi, Brindisi Manifestazione Regionale contro la guerra, per la Palestina, la Giustizia Sociale e Climatica https://www.facebook.com/events/1071721651727338
SIRACUSA: PARTITA L’IMBARCAZIONE HANDALA PER TENTARE NUOVAMENTE DI INFRANGERE IL BLOCCO DI ISRAELE AGLI AIUTI PER GAZA
È salpata domenica 13 luglio a Siracusa l’imbarcazione Handala della Freedom Flotilla Coalition. Farà tappa a Gallipoli, in Puglia e poi si dirigerà in Palestina carica di aiuti umanitari, sfidando nuovamente il blocco imposto dallo Stato sionista. Il natante espone bandiera inglese mentre l’equipaggio proviene da numerosi paesi tra i quali, Italia, Stati Uniti e Sud Africa. Numerosi i solidali da tutta la Sicilia che si sono recati al porto in occasione della partenza per esprimere la loro vicinanza. Tra di loro anche diversi sindaci. Sono alti i rischi che corrono la nave e il suo equipaggio, date le precedenti esperienze di altre imbarcazioni della Freedom Flotilla Coalition, che sono state attaccate dall’esercito israeliano. Nel 2010 durante un blitz sulla nave Mavi Marmara le forze armate di Tel Aviv uccisero 10 attivisti turchi. Zaher Darwish, coordinatore per l’italia della Freedom Flotilla, ci racconta la partenza di Handala e ricorda il significato politico della missione. Ascolta o scarica
Festival “Il Libro Possibile” a Polignano a Mare. Cancellati incontri: no a eventi con Leonardo SpA
Accade che a Polignano a Mare (BA) uno degli eventi culturali più rinomati del sud barese, capace di attirate scrittrici, scrittori e personaggi dello spettacolo, cioè la manifestazione “Il libro Possibile” abbia tra gli sponsor principali, Leonardo SpA, la maggiore industria bellica italiana, compartecipata dallo Stato, produttrice ed esportatrice di congegni di morte in tutto il mondo. Come Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università abbiamo già denunciato abbondantemente la pericolosa commistione di Leonardo SpA, tramite la sua collaterale Fondazione Leonardo La civiltà delle macchine, con le scuole, in particolare con il Liceo Digitale “Matteucci” di Roma. Abbiamo anche denunciato gli intrecci tra le università pubbliche italiane e la Fondazione Med-Or, altra collaterale di Leonardo SpA, nel cui Consiglio di Amministrazione siedono ancora dodici rettori e rettrici, dopo le dimissioni di Stefano Bronzini, rettore dell’Università di Bari. E ancora dall’Università di Bari, che concede il patrocinio alla manifestazione Il Libro Possibile di Polignano a Mare, qualche giorno fa è giunto un gesto simbolico, prezioso nel quadro di una generale indifferenza da parte del mondo accademico. È accaduto, dunque, che il prof. Paolo Ponzio, ordinario di Filosofia e responsabile del Dipartimento di Filosofia e Scienze Umane dell’Università degli Studi di Bari (DIRIUM), qualche giorno fa abbia deciso di non svolgere gli incontri programmati per protestare contro il coinvolgimento di Leonardo SpA, implicata nelle questione belliche israeliane, in una manifestazione culturale. Ponzio ha pronunciato parole di condanna nei confronti dello sterminio della popolazione palestinese a Gaza, ma anche nei confronti di altri scenari bellici con cui Leonardo SpA fa profitti. Qui il video del discorso di Paolo Ponzio dal suo profilo Facebook, di cui abbiamo riportato uno stralcio significativo: «La filosofia è un viaggio che inizia con la vita e finisce con essa. La filosofia è una scienza della vita e proprio per questo motivo non si può tacere […]. Con tutta la stima per la manifestazione e per chi la organizza, da una mera segnalazione giunge la notizia che tra gli sponsor c’è Leonardo SpA. C’è in atto una decisione culturale e politica allo stesso tempo. Non possiamo accettare finanziamenti da industrie belliche coinvolte nella produzione e nella vendita di armi. La cultura è e deve essere libera, indipendente, capace di dire una parola chiara contro la guerra e a favore della pace incondizionatamente». Ricordiamo anche che nella riunione del Consiglio del 17 giugno scorso il Dipartimento Dirium dell’Università di Bari, di cui Ponzio è responsabile, ha approvato una mozione rivolta direttamente contro il governo israeliano con la quale «si unisce a tutte le voci nazionali e internazionali, di qualsivoglia appartenenza, nazionalità, religione, che condannano lo sterminio, appellandosi al rispetto dei diritti umani all’esistenza, a una vita dignitosa, a un’adeguata alimentazione, alle cure sanitarie, all’istruzione». Ci auguriamo che anche altri intellettuali e accademici, in Puglia come in tutta Italia, possano prendere posizione e rifiutare qualsiasi coinvolgimento dell’industria bellica nelle università e nei luoghi della cultura. Ci auguriamo, tuttavia, che la medesima attenzione sia rivolta anche ad altre aziende coinvolte con i profitti di guerra e alle banche armate, sempre pronte ad operare un brand washing in occasione di manifestazioni culturali. L’elenco delle banche armate è consultabile su questo sito. Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, Puglia