Antonio Mazzeo in viaggio verso Gaza con Handala Freedom Flotilla: supporto totale dell’Osservatorio contro la militarizzazionePUBBLICHIAMO IL POTENTE DISCORSO DI ANTONIO MAZZEO, GIORNALISTA ANTI-MILITARISTA
E PROMOTORE DELL’OSSERVATORIO CONTRO LA MILITARIZZAZIONE DELLE SCUOLE E DELLE
UNIVERSITÀ, PRONUNCIATO GIOVEDÌ SCORSO, 18 LUGLIO 2025, AL PORTO DI GALLIPOLI
SUL COINVOLGIMENTO DELLA PUGLIA E DELL’ITALIA NEL GENOCIDIO PALESTINESE, PRIMA
DI IMBARCARSI PER GAZA A BORDO DI HANDALA CON FREEDOM FLOTILLA. SPERIAMO CHE LE
SUE PAROLE GIRINO PER TUTTA L’ITALIA E CHE PRENDERE COSCIENZA DELLE NOSTRE
RESPONSABILITÀ POSSA SMUOVERE LE COSCIENZE E CONTRIBUIRE A MANTENERE ACCESI I
RIFLETTORI SULLA FLOTILLA E SUL GENOCIDIO PALESTINESE!
AD ANTONIO MAZZEO E A TONI LA PICCIRELLA, GLI UNICI DUE ITALIANI DEL GRUPPO, E A
TUTTO L’EQUIPAGGIO DI HANDALA VA IL NOSTRO SUPPORTO E L’AUGURIO PIÙ GRANDE CHE
SI POSSA FARE A CHI PER MARE CERCA DI RAGGIUNGERE LE SPONDE DELLA PALESTINA PER
PORTARE UN MESSAGGIO DI PACE E SOLIDARIETÀ AD UN POPOLO OGGETTO DI GENOCIDIO DA
PARTE DEI CRIMINALI D’ISRAELE: BUON VENTO!
“Ringrazio chi in Italia ha caldeggiato la mia candidatura a poter essere
nell’equipaggio di questa nuova sfida per tentare di rompere l’ignobile,
offensivo e criminale embargo che Israele ormai detiene da quasi venti anni
rispetto alla striscia di Gaza. In una situazione internazionale che,
consentitemi di dire, è sempre più grave…io penso che se abbiamo un debito con
le sorelle ed i fratelli palestinesi è perché non soltanto ci hanno insegnato
cosa sia il sacrificio e cosa significhi radicarsi alla terra per poter
sopravvivere, io penso che ci abbiano chiarito in questi mesi che si tratta di
una guerra globale totale in cui Israele sta giocando un ruolo determinante e
sta spingendo ulteriormente l’umanità a quello che è oggi un genocidio di un
popolo che è quello palestinese, a quello che rischia di essere un Olocausto per
l’intera umanità. Io credo che il sangue palestinese oggi ci debba riportare
chiaramente alla mente cosa stiamo rischiando. Cosa stiamo rischiando anche
perché ci sono Paesi che stanno sostenendo i crimini di Israele, come il nostro.
E penso che dovremmo anche avere la capacità di capire come mai la Freedom
Flotilla, come mai la Handala parta da due porti del sud Italia: uno in Sicilia,
quello di Siracusa, che ha lasciato domenica scorsa, e la domenica successiva da
Gallipoli, in Puglia. Io credo che sarà molto importante capire come mai siano
state scelte queste due Regioni: perché purtroppo sono due Regioni che sono
state sacrificate, sono state espropriate alle proprie popolazioni, alla propria
storia, alla propria cultura, alla propria lingua, al fatto di essere stati per
secoli, per millenni, ponti di dialogo, ponti interculturali, nel caso della
Puglia rispetto a quello che sta dall’altra parte dello Ionio, dell’Adriatico –
la Grecia, l’Albania, i Balcani – e quello che è stata la Sicilia come ponte
rispetto al nord Africa e rispetto al Medio Oriente. Ecco, quel ruolo
soprattutto il 7 ottobre 2023 è stato totalmente capovolto: soprattutto queste
due Regioni hanno assunto il ruolo, il compito fondamentale di piattaforma di
proiezione avanzata di morte a sostegno delle politiche genocide di Israele.
Si parla solo di Netanyahu…troppo semplice, io credo che nel momento in cui
criminalizziamo soltanto il Presidente del Consiglio israeliano, questa possa
essere un’operazione per sentirci tutti quanti assolti, tutti quanti comunque
non coinvolti in questo conflitto, al massimo spettatori, al massimo solidali
con le sorelle e i fratelli palestinesi. Io credo che questo non lo possiamo
accettare più, lo dobbiamo rifiutare chiaramente! Dobbiamo sentirci invece
esattamente come ci hanno detto i palestinesi e le palestinesi, come ci hanno
detto le ragazze e i ragazzi in questo Paese occupando le università, occupando
le strade: che abbiamo le mani sporche di sangue, che abbiamo la faccia sporca
di sangue. Perché è dal mio Paese, è dalla mia Regione, dalla mia isola, dalla
base militare di Sigonella che sono arrivati già dopo il 7 ottobre 2023 i
carichi di armi e munizioni, che dagli Stati Uniti alla base di Ramstein in
Germania sono stati trasferiti ad Israele.
È dalla mia isola, dalla base militare di Sigonella, che prima, durante e dopo,
sino all’attacco recente di Israele e degli Stati Uniti contro l’Iran, partono
gli aerei con e senza pilota delle forze armate statunitensi, della NATO e
dell’Aeronautica Militare Italiana che hanno il compito di raggiungere il
Mediterraneo Orientale, mappare metro per metro, individuare i potenziali
target, ossia i corpi delle donne e dei bambini palestinesi, fornire queste
informazioni d’Intelligence che sono fondamentali, che sono essenziali per poter
fare la pulizia etnica, per poter fare lo sterminio. E guardate anche da questa
Regione sono partiti gli aerei d’Intelligence dell’Aeronautica Militare
Italiana, da Brindisi e dall’ aeroporto di Bari, esattamente per fare lo stesso
lavoro d’Intelligence, di riconoscimento e di pianificazione degli attacchi. In
questo Paese sono state realizzate le armi che hanno permesso il genocidio del
popolo palestinese, e guardate che sono armi che transitano dai porti italiani.
Noi abbiamo una grande base in Toscana, la base di Camp Darby, è un grande hub
delle forze armate statunitensi da cui continuamente, costantemente, vengono
mobilitati strumenti di morte e trasferiti principalmente dal porto di Livorno
ma anche dal porto di La Spezia direttamente verso i porti israeliani, e
dobbiamo ringraziare le sorelle e i fratelli della logistica di questi porti e
degli aeroporti che hanno avuto il coraggio – sono stati in Spagna, sono stati
in Grecia – di bloccare le armi, dimostrando a tutti noi che è doveroso
assumersi le responsabilità politiche se vogliamo essere vicini e vicine ai
fratelli e alle sorelle palestinesi!
È da una città della Liguria, che è La Spezia, che sono stati realizzati i
cannoni che si chiamano “super rapido” (che sono come un mitragliatore, sparano
2 colpi al secondo, 120 colpi al minuto, però non sono colpi di mitra, sono
colpi grandi così!) e sono cannoni che sono stati montati nelle corvette che la
Marina Militare Israeliana ha comprato in Germania, quella Germania che
conoscevamo che dopo il 1945 voleva rimettere in discussione la propria storia,
le proprie responsabilità, i propri crimini, e che oggi è il secondo Paese
esportatore di armi ad Israele, dietro gli Stati Uniti e prima dell’Italia che è
al terzo posto. Ebbene questi cannoni “super rapidi” prodotti a La Spezia sono
gli stessi cannoni di cui troverete i film su YouTube, troverete le
testimonianze della Marina Militare Israeliana che ne esalta l’efficacia e
l’efficienza, sono i cannoni che hanno raso al suolo il porto di Gaza e tutto
quello che ruota attorno ai quartieri centrali del porto di Gaza. I top gun
israeliani, così capaci di colpire scientificamente i balconi dove ci sono i
bambini e le bambine palestinesi a Gaza, quei top gun si sono addestrati su
caccia-addestratori che voi che state nel Salento conoscete bene, perché sono i
caccia-addestratori che vi trovate quotidianamente sui vostri cieli, sono gli
MB-336 – trenta unità ne abbiamo vendute ad Israele – prodotti a Venegono
(provincia di Varese) e, credetemi, anche se non abbiamo documentazione
scientifica al 100%, possiamo ipotizzare che parte dell’addestramento di quei
piloti sia stato fatto nella base di Galatina, che è la Scuola internazionale
dei piloti di guerra, non soltanto ovviamente dei piloti dei Paesi NATO, ma
anche di Paesi all’indice per la violazione dei diritti umani che sono
contemporaneamente co-belligeranti, vengono quelli dell’Arabia Saudita, degli
Emirati Arabi, quelli che hanno desertificato lo Yemen (accanto ad Israele),
della Nigeria – Paese che non ha conosciuto un solo giorno di pace dopo che è
stata “decolonizzata” dal Regno Unito. Questa è l’immagine che noi diamo.
Gli elicotteri da guerra, quegli elicotteri sono quelli che quando passano
distruggono quartieri interi…Ebbene, i piloti che vi sono a bordo si formano su
elicotteri italiani, pensate un po’ si chiamano “koala ”, cioè pensate gli
elicotteri che massacrano bambini e bambine si chiamano “koala”, prodotti
anch’essi dalla Leonardo in provincia di Varese, ed esportati ad Israele
attraverso un meccanismo che oggi consente all’Italia di dire tranquillamente
“ma in fondo che cosa abbiamo fatto nei quattro anni precedenti al 2023? Abbiamo
venduto armi per circa 90 milioni di euro ad Israele”, che rispetto ai miliardi
delle esportazioni tedesche e statunitensi dicono “beh in fondo abbiamo portato
le caramelle!”, peccato che buona parte dei sistemi armi, i cannoni “super
rapidi”, gli elicotteri, non li abbiamo venduti direttamente ad Israele,
Leonardo li ha prima trasferiti agli USA e poi gli USA li hanno inviati ad
Israele . Però attenzione perché nel contratto c’era scritto chiaramente che
erano sistemi d’armi destinati alle forze armate israeliane! Al punto che dopo
il 7 ottobre 2023 la *Leonardo Spa ha continuato a fare affari sui cannoni e
sugli elicotteri trasferiti ad Israele inviando i propri manager, inviando i
propri tecnici e continuando a fornire la formazione in Israele, e la fornitura
dei sistemi in arma e la manutenzione sia dei caccia-addestratori sia degli
elicotteri che oggi servono a preparare al massacro. Sugli accordi sottoscritti
tra Italia ed Israele, questi maledetti accordi che andavano in scadenza il 6
maggio del 2025, una serie di giuristi hanno posto il problema che violino gli
elementi cardine delle Costituzione, del diritto internazionale, delle stesse
leggi italiane, in termini di relazioni e di cooperazione internazionale. Il
Governo ha fatto di tutto per non sentire, e quelli accordi sono stati prorogati
silenziosamente per altri 5 anni.
E attenzione noi non siamo stati soltanto esportatori di sistemi d’armi ad
Israele, noi siamo oggi un grande cliente israeliano, di sistemi d’arma
israeliani, al punto che oggi andiamo a sostenere le operazioni di guerra delle
forze armate ucraine contro la Russia, fornendo Intelligence, fornendo il
rilevamento degli obiettivi russi, utilizzando aerei che montano a bordo
apparecchiatura e nuove tecnologie che gli israeliani hanno sperimentato dal
“Piombo fuso” ad oggi sul corpo delle donne e dei bambini palestinesi (!) al
punto che neanche un mese fa la Commissione Difesa del Parlamento (si trova su
Internet, 5 minuti è durata la Commissione), ha trovato un piano di circa 2
miliardi di euro per moltiplicare ancora l’acquisto di Israele di questi sistemi
a bordo degli aerei di Intelligence.
E guardate, dicevo, sulla formazione dei piloti, purtroppo questa Regione, la
Regione Puglia attraverso la base di Amendola, attraverso la base di Gioia del
Colle, ha acconsentito, fino ad un anno alla vigilia del 7 ottobre 2023, che
venissero ad addestrarsi i peggiori piloti di caccia-bombardieri F35 e i
peggiori piloti di quei droni che stanno massacrando non soltanto la popolazione
palestinese, ma che vengono utilizzati quotidianamente per colpire in Siria, per
colpire il Libano, per colpire lo Yemen, e, come immaginiamo, presto, per
colpire ancora una volta l’Iran!
E guardate che questo è stato fatto sino alla vigilia del 7 ottobre 2023, ma
abbiamo avuto l’ignobile onta che nella base di Amendola, neanche un anno fa, si
sia tenuto il vertice dei Capi di Stato Maggiore dell’ Aeronautica di tutti i
Paesi del mondo che hanno adottato i caccia-bombardieri F35, vi invito a vedere
la foto conclusiva di quel Summit: sotto la bandiera tricolore c’è la bandiera
israeliana perché rappresenta, al centro della fotografia, il Capo di Stato
maggiore dell’ Aeronautica militare israeliana! Questo è il nostro Paese! Il
nostro Paese che sino all’ aprile del 2025, quindi sino a tre mesi fa, ha avuto
l’ignobile idea di andare in Grecia a fare un’esercitazione internazionale –
Nato ed extra-Nato – in cui i cacciabombardieri italiani hanno operato sotto il
coordinamento degli aerei di Intelligence dell’ Aeronautica Militare Israeliana.
Questo perché il nostro Governo – che è un Governo che dice “noi abbiamo smesso
di esportare armi dopo il 7 ottobre 2023, noi non abbiamo niente a che fare con
i crimini che vengono compiuti quotidianamente!” – è lo stesso Governo che
attraverso le forze armate – quelle forze armate che avrebbero dovuto giurare
rispetto dei diritti costituzionali – continua insieme a Leonardo Spa a fare
affari di morte con i criminali banditi israeliani.
E guardate che il ruolo dell’Italia non si ferma, consentitemi di ricordare l’
ENI…guardate che il 7 ottobre 2023 non si può spiegare soltanto col desiderio di
“chiudere la partita” d’Israele con la storia, la cultura e la vita stessa dei
palestinesi – progetto che ormai risale a quasi cento anni fa. No, il problema è
che di fronte a Gaza, nelle acque territoriali palestinesi, ci sono tra le più
grosse risorse energetiche di quel fossile inquinante, gas e petrolio,
attraverso cui ovviamente Israele da dieci anni a questa parte ha deciso di
diventare una grande potenza esportatrice e ha trovato con l’Eni una grande
occasione per trovare non soltanto un partner funzionale per questo, ma un
partner con progetti che hanno già avuto effetti devastanti per questa Regione!
Perché sapete benissimo che il territorio del Salento è stato sacrificato da una
scelta politica in cui il fossile deve tornare ad essere l’alimentazione,
devastando i territori, espropriandone le popolazioni dei territori, parchi
l’ENI si propone di diventare un grande esportatore.
E poi c’è il ruolo delle banche. Io vi invito a leggere quali sono le banche
europee che hanno garantito la copertura finanziaria alle sperimentazioni di
armi israeliane: al primo posto ci sono circa 5-6 miliardi di coperture
finanziarie di armi: c’è la BNP Paribas, ossia quella banca che controlla il
100% della Banca Nazionale del Lavoro ( BNL )! Ma c’è anche Intesa san Paolo
ovviamente, e come non poteva non esserci Unicredit con i suoi 2 miliardi di
euro di copertura.
E c’è il ruolo delle Università, lasciatemelo dire, perché continuiamo a trovare
un muro tra le Rettrici e tra i Rettori dell’Università italiana, nella stessa
CRUI, la Conferenza dei Rettori, quando proviamo a spiegare che la solidarietà
non può essere aliena dal dire “Basta, chiudo le relazioni con le università
israeliane!”, perché le università israeliane sono esattamente il luogo dove è
stato costruito il modello culturale, sociale, politico, economico dell’
apartheid! Sono il luogo dove si forma l’ideologia dello sterminio e della
soluzione finale del popolo palestinese! Le università israeliane sono quelle in
cui si sperimentano e si ricercano nuovi sistemi di morte, sono esattamente il
luogo in cui il linguaggio, la cultura, l’istruzione, l’educazione, dove si
formano quelle nuove generazioni che non hanno nessun problema ad imbracciare il
fucile ed andare a sterminare un coetaneo o dei bambini direttamente a Gaza!
E consentitemi di dire, e voglio ricordarlo a tutto il Salento, perché avete
l’Università del Salento che due anni fa ha avuto l’ardire di firmare un accordo
con l’Afeka College di Tel Aviv – università quindi gemellata con l’UniSalento –
si sta sperimentando “il modello dello studente guerriero”: il 44% degli
studenti di questo Istituto d’eccellenza in campo ingegneristico è impiegato in
operazioni di bombardamento a Gaza. E siccome è un Istituto di eccellenza non si
può pensare che per due, tre, quattro anni questi studenti perdano la relazione
con l’università, per cui attraverso una raccolta di denaro – si sono spesi
miliardi tra le comunità ebraiche particolarmente di destra degli USA – si è
pensato a costruire un modello didattico per cui – entrando sul sito di questa
università si possono vedere le immagini – gli studenti sono con un mitra
grande, di quelli che massacrano donne e bambini, o accanto ad un terminale che
controlla i droni avanzare verso le donne e i bambini palestinesi c’è un altro
terminale in cui lo studente continua a seguire da remoto le lezioni dei propri
docenti universitari, in sfregio agli studenti palestinesi che da tre anni non
possono frequentare un solo giorno di scuola, perché è stato devastato il 99,9%
del patrimonio edilizio utilizzato per le scuole di ogni ordine e grado e per
l’università.
Chiudo sulla questione della Regione Puglia: lo dico da siciliano che conosce il
ruolo strategico che quest’isola ormai ha nelle strategie di guerra globali
degli Stati Uniti, della NATO, dell’Unione europea, dell’Agenzia Frontex che fa
la guerra ai fratelli e alle sorelle migranti che sfuggono dai crimini che
compie il capitale transnazionale europeo e statunitense nel continente africano
o in Medio Oriente. La Regione Puglia sta tornando ad essere l’hub di protezione
di guerra di piattaforme militari – vi raccontavo di Amendola, Gioia del Colle
ma potrei raccontarvi di Brindisi…Avete visto l’attacco che è stato fatto alla
Madleen, l’unità che ha preceduto l’Handala, con un’operazione fatta dai
militari d’eccellenza, dalle truppe d’élite della marina militare israeliana, un
vero assalto da pirateria! Sapete dove erano queste truppe d’élite, a formarsi,
ad addestrarsi, a conoscere il meglio dell’intelligence italiana? Due anni fa
erano a Brindisi, ospiti del Battaglione della brigata san Marco, che ha sede a
Brindisi, per conoscere esattamente le operazioni di attacco e di pirateria di
cui abbiamo visto vittime le compagne e i compagni che erano a bordo della
Madleen neanche un mese fa! Ecco questo lo dico perché la Puglia è una regione
che sta subendo un processo di riarmo e militarizzazione come mai ha conosciuto
nella storia nonostante questa sia la regione che negli anni Sessanta aveva le
testate nucleari, nonostante sia la regione da cui sono partiti il 70% degli
attacchi durante la guerra in ex Jugoslavia, ma era anche la regione che stava
tentando un processo diverso, stava tentando di tornare ad essere ponte tra
culture , come Adriatico e come Ionio, e che oggi invece rischia di tornare
cento anni indietro!
E guardate i progetti che sono nati, i progetti che sono in corso. Penso al
progetto “Basi Blu” : Taranto e Brindisi, miliardi di euro per potenziare queste
due basi per consentire che grandi portaerei – non soltanto quelle italiane ma
quelle statunitensi, del Regno Unito, della Francia, etc. – abbiano quella
grande capacità e propulsione nucleare perché possano arrivare a ridosso delle
banchine dei centri storici di queste due città. Ma vale per Gioia del Colle ,
vale per Amendola, che nei sogni divini del Ministro Crosetto dovrebbe essere
trasformata non soltanto nella capitale degli F-35, ma anche in un’altra scuola
di formazione internazionale dei piloti di morte di droni, ed anche Amendola,
visto che ad Israele sono i signori dei droni, non potrà non avere il luogo dove
formare alle guerre – disumanizzate e disumanizzanti! – che utilizzano questi
sistemi di morte.
E penso al ruolo di Galatina: aver trasformato Galatina nella Scuola di
formazione internazionale dei piloti dei cacciabombardieri pregiudica qualsiasi
possibilità di sviluppo altro. Fino a stamattina abbiamo visto volare sopra la
Handala i nuovi caccia che hanno sostituito gli MB-336: non si tratta soltanto
che stiamo formando i piloti che vanno a fare poi realmente le guerre in Africa,
in Medio Oriente, lo sterminio del popolo palestinese, noi stiamo consentendo
che il Salento, che Galatina diventi esattamente la riproduzione del laboratorio
israeliano, cioè stiamo consentendo una israelizzazione della Puglia, una
israelizzazione di Galatina, perché in questo aeroporto si viene a realizzare
quel connubio di relazioni strettissime che ha portato Israele ad essere una
potenza di morte, in cui le aziende del comparto bellico, insieme alle
università, insieme alle forze armate, insieme ai servizi segreti, insieme alle
agenzie di intelligence nazionali e internazionali costruiscono quei reparti di
morte che decidono le sorti, come dicevo all’inizio, non soltanto del popolo
palestinese.
Chiudo dicendo che se questa è la parte più brutta della Puglia, penso che
questi giorni abbiate veramente dimostrato a Gallipoli, che c’è un’altra Puglia,
che c’è un’altra Galatina, che c’è un altro modo di pensare, un altro modo di
sentirsi! Ecco io credo che sia arrivato il momento che quello che è stato fatto
nel processo politico per portare questa grande solidarietà ad Handala diventi
anche un messaggio ai compagni e alle compagne d’Italia, perché il processo
unitario che ha portato la solidarietà ed il sostegno è un modello su cui
possiamo costruire un forte movimento di opposizione alla guerra in questo
Paese!”
Clicca qui per il video di Antonio Mazzeo dall’Handala:
https://fb.watch/AZXpph_Bxz/
Clicca qui per il video di Antonio Mazzeo messaggio prima di imbarcarsi:
Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università