Nonviolenza a scuola: un’urgenza, non un’utopia
Gruppi di insegnanti ricercano insieme per costruire e condividere pratiche di
pace e nonviolenza a scuola da mettere a disposizioni di ogni docente.
Mentre il dibattito pubblico sembra spesso dividersi tra muri, conflitti e
linguaggi d’odio, nelle scuole italiane c’è chi sceglie di remare in direzione
opposta. Non si tratta di slogan, ma di un lavoro quotidiano, fatto di pratiche
educative che mettono al centro la persona, la trasformazione nonviolenta dei
conflitti e la costruzione di comunità inclusive.
I gruppi di ricerca sulle pratiche a scuola per un’educazione nonviolenta,
coordinati dalla rete Edumana in collaborazione con il Polo Europeo della
Conoscenza, sono un antidoto silenzioso ma potentissimo alla cultura della
sopraffazione. Nascono dall’ascolto di insegnanti che chiedono strumenti reali
per portare la nonviolenza in classe.
“I gruppi stanno lavorando insieme per creare una biblioteca digitale open
source di pratiche e materiali per diffondere un’educazione nonviolenta,
usufruibile da ogni docente autonomamente, dare coraggio a chi porta avanti
queste esperienze e costruire comunità di sostegno contro l’isolamento”, dice
Annabella Coiro, tra le coordinatrici dei gruppi. “È un atto politico, nel senso
più profondo: lavorare per una scuola che non insegni solo nozioni, ma anche
convivenza e giustizia sociale. Una scuola che sappia ricucire quel filo che
unisce tutti gli esseri umani. In un Paese in cui la scuola viene troppo spesso
ridotta a terreno di scontro ideologico o di emergenza burocratica, parlare di
pace sembra un lusso. E invece è l’opposto: è un’urgenza. La violenza verbale e
fisica, le disuguaglianze, le guerre si contrastano anche con pratiche che
cambiano il clima relazionale, che permettono un’esperienza quotidiana concreta
di pace e nonviolenza.”
I gruppi, formati da docenti provenienti da tutta Italia, sono già più di 150 e
si riuniscono online. Il prossimo appuntamento è il 2 settembre, per incontrarsi
poi tutti in presenza sabato 8 novembre 2025 nella seconda edizione del Forum
nazionale ‘Scuole per un’educazione nonviolenta’; la prima edizione si è tenuta
lo scorso anno a Milano. Un’occasione per allargare questa rete e trasformare
la scuola in un presidio civile, un luogo dove bambini, bambine, ragazze e
ragazzi imparino che la forza non sta nel dominio, ma nella cooperazione.
La partecipazione ai gruppi è individuale e gratuita; per iscriversi c’è un
semplice form, qui le informazioni:
https://edunonviolenza.altervista.org/gruppi-di-ricerca-sulle-pratiche-di-pace-e-nonviolenza-a-scuola/
Se la società appare ogni giorno più frammentata, la sfida di questi gruppi è
radicale e concreta: educare alla nonviolenza non come un capitolo opzionale, ma
come una grammatica del futuro.
Redazione Italia