USA: un’estate di detenzione di immigrati e di resistenza
Quest’estate è stata caratterizzata tanto dalla detenzione e dalla deportazione
di immigrati quanto dalla resistenza. Mentre l’amministrazione Trump incoraggia
gli immigrati in tutto il Paese ad “auto-deportarsi”, gli arresti dell’ICE*
(United States Immigration and Customs Enforcement) sono aumentati
vertiginosamente in tutto il Paese.
Forse il caso più emblematico è stato quello di Los Angeles, dove gli agenti
hanno arrestato 1.618 immigrati solo tra il 6 e il 22 giugno, in concomitanza
con lo schieramento della Guardia Nazionale a Los Angeles e in tutta la
California meridionale.
Gli arresti di massa di lavoratori agricoli che hanno provocato morti, le retate
nei quartieri e gli arresti e le separazioni delle famiglie nei tribunali stanno
causando paura nelle comunità di immigrati. Le retate hanno colpito soprattutto
le famiglie e i bambini. La detenzione, la deportazione e le retate stanno
arrecando traumi emotivi sia ai bambini immigrati che ai bambini nati negli
Stati Uniti in famiglie miste. I bambini vengono lasciati soli dopo l’arresto
dei genitori, vengono detenuti insieme alle loro famiglie in alberghi e
strutture di detenzione per famiglie recentemente riaperte, e vengono espulsi,
compresi i bambini cittadini statunitensi e persino quelli di appena sei anni.
All’inizio di luglio il Congresso ha approvato una legge di spesa enorme e
terribile che stanzierà una somma ingente – 146,3 miliardi di dollari – per
retate, detenzioni e deportazioni. Si tratta di una cifra mai spesa prima d’ora
per questo scopo. Il governo spenderà 45 miliardi di dollari per costruire nuovi
centri di detenzione, anche per le famiglie, che amplieranno il già massiccio
sistema di detenzione. Recenti rapporti rivelano piani per raddoppiare la
capacità di detenzione entro la fine dell’anno, compresi campi di concentramento
con tendoni da campo come il cosiddetto Alligator Alcatraz in Florida.
Tuttavia, le comunità stanno sviluppando ulteriori sistemi di risposta
all’interno delle stesse comunità e al di fuori delle strutture di detenzione
che potrebbero influire sull’efficacia degli arresti dell’ICE. Le reti di
risposta delle comunità stanno portando speranza e strumenti concreti per
proteggere i nostri vicini, mentre proteste come l’azione di Tsuru for
Solidarity, un gruppo di azione diretta nonviolenta gestito da volontari
giapponesi-americani, per fermare la proposta di un centro di detenzione portano
speranza e infondono coraggio per opporsi alle azioni sempre più violente delle
autorità federali. I leader eletti stanno seguendo l’esempio delle comunità,
come i legislatori del Texas che hanno resistito ai tentativi di ridistribuzione
dei distretti elettorali per continuare a utilizzare lo Stato come banco di
prova per le politiche di immigrazione più draconiane.
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* La United States Immigration and Customs Enforcement (ICE) è un’agenzia
federale statunitense, parte del Dipartimento della Sicurezza Interna degli
Stati Uniti, responsabile del controllo della sicurezza delle frontiere e dell’
immigrazione.
Tsuru for Solidarity è un gruppo di azione diretta nonviolenta gestito da
volontari giapponesi-americani che si impegna per la chiusura dei campi di
detenzione.
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Traduzione dall’inglese di Stella Maris Dante. Revisione di Thomas Schmid.
Pressenza New York