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BRESCIA: “LE NOSTRE VITE O I LORO PROFITTI”, TESTIMONIANZE E PROSPETTIVE DI LOTTA PER FERMARE LE STRAGI SUL LAVORO. SABATO 24 MAGGIO INCONTRO A SAN POLO
“Ogni giorno sul posto di lavoro muoiono lavoratori e lavoratrici. Una strage infinita con una media quotidiana di 4 vittime; emblema del sistema capitalista che in nome del profitto sacrifica la vita e la sicurezza della classe lavoratrice”. Inizia così il comunicato che invita a partecipare all’incontro “O le nostre vite o i loro profitti” di sabato 24 Maggio, ore 16, alla Casa delle Associazioni di via Cimabue 16 nel quartiere San Polo a Brescia. Organizzano l’appuntamento Laboratorio Politico Antonio Gramsci, Fronte della Gioventù Comunista, Fronte Comunista e Unione di Lotta per il Partito Comunista. Tra le persone che interverranno c’è Maruska Ambrosini, mamma di Mirko Serpelloni, ragazzo di 27 anni morto sul lavoro a Manerbio nel 2023, un caso di omicidio sul lavoro cui processo entrerà presto nel vivo;  un’altra donna che porta avanti una battaglia di verità e giustizia e che sarà presente all’incontro è Monica Michelin, mamma di Mattia Battistetti morto a 23 anni a Montebelluna in provincia di Treviso, nel 2000; infine ci saranno anche i familiari delle 32 vittime della strage di Viareggio, in provincia di Lucca, dove è avvenuto il disastro ferroviario del 2009 e che da ormai oltre 15 anni portano avanti una lotta di verità e di giustizia. Il processo, diversi gradi di giudizio, è arrivato in Cassazione; in questo caso tra gli imputati e condannati ci sono alcune delle figure apicali dello Stato, all’epoca massimi dirigenti delle Ferrovie. Le macabre statistiche delle morti di e sul lavoro riportano “1.421 vittime nel 2024” il che conferma “un fenomeno sistemico e strutturale”, che coinvolge sempre più anche le generazioni più giovani all’interno dei progetti dell’alternanza scuola-lavoro. Per questo all’iniziativa di sabato “si ragionerà su quale iniziative di lotta portare avanti a partire dalle preziose testimonianze”, come spiega a Radio Onda d’Urto Alessandro Scattolo, del Laboratorio Politico Antonio Gramsci. Ascolta o scarica      
Ciao Antò oggi brindiamo alla vita
dal sito del Loa Acrobax Antonio Salerno Piccinino è nato il 17 Dicembre 1977 all’ospedale Fate Bene Fratelli di Napoli. Sua madre è Franca Salerno e suo padre è Raffaele Piccinino. Dopo pochi giorni dalla nascita Antonio entra con la madre a Badu ’e Carros, il carcere speciale di Nuoro. Antonio i primi tre anni di vita li passa in carcere, rompendo il silenzio pneumatico e creando calore in quell’istituzione totale che si chiama carcere speciale utilizzata dallo Stato per portare avanti la sua guerra. Ma non è soltanto questa la sua storia. Antonio è forza viva, energia sonora, lotta per la libertà. Oggi il 17 dicembre del 2012 avrebbe compiuto 35 anni, ma la sua vita è stata interrotta dalla violenza della precarietà. “Di lavoro si muore perché di precarietà si vive” abbiamo scritto sui muri di Roma quel maledetto 17 gennaio del 2006. Quel lavoro che ogni giorno produce morte, malattie, ricatti, sfruttamento. Migliaia di omicidi ogni anno vengo prodotti nella giungla del mercato del lavoro in Italia, un lavoro che non è, non sarà mai un bene comune. Sabato 15 dicembre una grande manifestazione ha percorso le strade di Taranto contro il ricatto del lavoro che produce devastazione ambientale e gravissimi danni alla salute. Al comitato cittadini liberi e pensanti va il nostro più grande abbraccio e sostegno. Ci accomuna il dolore e la rabbia che continuiamo a provare, ma soprattutto la voglia di lottare per difendere la vita, la nostra nuda vita. Antonio è un compagno del laboratorio Acrobax e nel nostro decimo anniversario non smettiamo di credere che in ogni attimo di libertà strappato lui è stato al nostro fianco. Ciao Antonio, fratello e compagno! Oggi brindiamo alla vita. Con Antonio e Franca nel cuore!