[2025-10-30] Equipaggi di Terra contro l'Economia di Guerra @ ESC Atelier AutogestitoEQUIPAGGI DI TERRA CONTRO L'ECONOMIA DI GUERRA
ESC Atelier Autogestito - Via dei Volsci, 159
(giovedì, 30 ottobre 18:00)
Dopo le settimane di intensa mobilitazione gli Equipaggi di Terra si riuniscono
in Assemblea a Roma Giovedì 30 ottobre ad ESC alle 18.00!
La tregua fragile a chi assistiamo, non é una pace, né una soluzione. Le
politiche di guerra e di genocidio non si fermano nel nostro paese come in altre
nazioni, con la previsione di spese enormi per il riarmo, mentre le spese per
diritti, cultura, università, ricerca, welfare sono drasticamente ridotte.
Per questo invitiamo tutt* le persone e realtà che hanno animato quelle giornate
a partecipare per proseguire il viaggio intrapreso, condividendo pratiche e
strumenti.
Tra la fine di settembre e l'inizio di ottobre una gigantesca marea umana ha
bloccato il paese chiedendo a gran voce la libertà della Palestina e la fine del
genocidio. Un "equipaggio di terra", cosciente e determinato, che ha
virtualmente accompagnato la Global Sumud Flotilla fino alle acque territoriali
di Gaza, tramutando in forza dal basso il senso di impotenza collettivo davanti
al genocidio in corso e la sfiducia verso il diritto internazionale e le sue
istituzioni, gli Stati inerti o addirittura complici del massacro di innocenti.
Una marea che ha riempito nuovamente di senso la parola "sciopero", bloccando
città e infrastrutture logistiche, animando uno spazio pubblico di convergenza
mai visto prima: unitario, plurale e radicale. Uno sciopero generale e sociale a
tutti gli effetti, dal quale è difficile pensare di tornare indietro.
La fragilissima tregua, che la propaganda chiama "pace", non sta fermando le
uccisioni quotidiane di gazawi, mentre continuano le aggressioni dei coloni in
Cisgiordania. Una "pace" che intende suggellare un piano coloniale e
suprematista, che premia Israele per la sua efficienza nel Genocidio. Ci
vogliono far credere che tutto sia cambiato ma la verità è sotto i nostri occhi.
Riteniamo fondamentale contestare la prossima legge di bilancio, o meglio, la
"finanziaria di guerra", che verrà approvata il prossimo dicembre. Vogliamo
rivolgere un appello a tutte le forze sindacali, alle realtà organizzate e ai
movimenti sociali per la costruzione di un nuovo sciopero sociale e generale,
sulla scia di quelli del 22 settembre e del 3 ottobre, che hanno dimostrato la
forza dei movimenti sociali e sindacali e ci hanno insegnato come sia possibile
ridisegnare traiettorie comuni.
L'energia accumulata negli scioperi e nelle manifestazioni deve ora tradursi
nella messa in discussione collettiva dei rapporti di potere nell'Italia
governata da Meloni. In questa fase è fondamentale evitare la frammentazione
sociale e sindacale, così come le derive identitarie, e lavorare insieme per
costruire uno spazio di convergenza ampio e solidale, capace ancora una volta di
far risuonare il grido: "Blocchiamo tutto!"
Le piazze di queste settimane ci hanno mostrato la direzione: mettere da parte
identità e perimetri, convergere per permettere a tutte le lavoratrici e i
lavoratori, le precarie e i precari, le studenti, le soggettività che non
accettano passivamente questo presente di miseria, di scioperare con parole
d'ordine e pratiche radicali, esercitando concretamente quel blocco che diventa
rifiuto e costruzione di una reale alternativa, inceppando la macchina economica
che sostiene il Genocidio, la guerra e lo sfruttamento.
Sappiamo bene che queste righe non saranno sufficienti, che abbiamo bisogno di
incontrarci, confrontarci e organizzarci. Immaginare pratiche con cui tutte e
tutti possano sentirsi partecipi. Fare un passo avanti collettivo per costruire
nuove possibilità dal basso, come abbiamo provato a fare attraversando i cortei,
i blocchi, gli scioperi di inizio ottobre con quello che abbiamo definito
"spezzone sociale" dietro lo striscione "Equipaggi di terra contro l'economia di
guerra", un punto di riferimento che ha riunito tante persone alla ricerca di
uno spazio per vivere insieme quelle giornate straordinarie.
Invitiamo tutte le persone, le realtà, i collettivi e gli spazi che hanno
attraversato con questa attitudine le maree per la Palestina e contro il
Genocidio ad incontrarsi, perchè questa nuova fase merita approfondimento,
studio, confronto serrato: cos'è davvero "l'economia di guerra"? Cosa vuol dire
provare a sabotarla collettivamente? Quali interessi ci sono in Italia intorno
alla guerra e al genocidio in Palestina? Come riprendiamo in mano lo sciopero
generale e sociale per esercitare pressione dal basso?
ROMA LO SA DA CHE PARTE STARE!
Ci vediamo Giovedì 30 Ottobre, H. 18
ESC Atelier - Via dei Volsci 159