CPR di Palazzo San Gervasio: dall’esasperazione alla protesta per denunciare condizioni disumane
Sono stati giorni di forti tensioni quelli appena trascorsi nel Centro di
Permanenza di Palazzo San Gervasio in Basilicata. Giorni particolari sfociati
nella eclatante protesta del 5 agosto con 9 trattenuti che salgono sul tetto dei
moduli abitativi per manifestare tutto il loro disappunto e la loro frustrazione
per le condizioni in cui sono costretti a vivere.
Una protesta che si consuma, ironia della sorte, mentre all’esterno un gruppo di
attivisti e di associazioni svolgevano un pacifico sit-in per ricordare il
giovane Oussama Darkaoui, morto nel Centro di Palazzo San Gervasio, il 5 agosto
del 2024.
Notizie/CPR, Hotspot, CPA
OUSSAMA DARKAOUI, UN ANNO DOPO: IL RICORDO, LA LOTTA, LA SPERANZA
Dal CPR di Palazzo San Gervasio, una storia che chiede giustizia
Avv. Arturo Raffaele Covella
5 Agosto 2025
La manifestazione dei 9 “ribelli” è durata diverse ore e si è conclusa solamente
a tarda sera con l’arresto in flagranza di 2 manifestanti.
Per altri 7 partecipanti, invece, si è provveduto con l’arresto in flagranza
differita dopo l’analisi delle immagini delle videocamere e delle foto scattate
dalla polizia. Tale procedura è stata applicata in base alle disposizioni del
Decreto Sicurezza 2025 (D.L. 48/2025, convertito in legge n. 80 del 9 giugno
2025), approvato definitivamente dal Senato il 4 giugno, che ha esteso l’uso
della flagranza differita anche a reati commessi nel corso di manifestazioni
pubbliche. E’ stata la prima applicazione in Basilicata del nuovo decreto. A
tutti i partecipanti sono stati contestati i reati di danneggiamento e rivolta.
Approfondimenti/CPR, Hotspot, CPA
DDL SICUREZZA: AUMENTI DI PENE, REATO DI RIVOLTA, NORMA ANTI ONG, DIVIETO DI SIM
PER CHI NON HA IL PDS
L’analisi del Capo III articolo per articolo
19 Ottobre 2024
Gli arresti sono stati successivamente convalidati dal gip del Tribunale di
Potenza; mentre, però, per il promotore della protesta è stata confermata la
misura cautelare della detenzione in carcere, per gli altri, non essendo stata
disposta alcuna misura cautelare, si è provveduto solamente al trasferimento in
altri Cpr.
PH: Melting Pot
Quanto accaduto riporta l’attenzione sul CPR di Palazzo San Gervasio e sulle
condizioni di vita nella struttura. La protesta del 5 agosto non può, infatti,
essere declassata a semplice notizia di cronaca.
Si tratta piuttosto di capire le ragioni che hanno indotto queste persone a
manifestare. Sarà infatti il Tribunale di Potenza a pronunciarsi sulle ipotesi
di reato contestate e a determinare le eventuali responsabilità per i fatti
contestati.
Noi osservatori abbiamo invece la responsabilità di provare a capire il perché
di una protesta che, anche alla luce degli ultimi interventi normativi, rende
non certo facile la situazione degli attuali indagati.
Comprendere le ragioni della protesta, allora, vuol dire interrogarsi sulle
condizioni di vita all’interno del CPR di Palazzo San Gervasio e sulla
incompatibilità tra queste condizioni e la dignità umana. La protesta del 5
agosto è il punto di arrivo di una settimana di tensioni.
PH: Melting Pot
Lo sfogo finale di un gruppo di trattenuti stanchi di subire, non solo la
privazione della libertà determinata dalla detenzione, ma anche la privazione
della dignità determinata dalle condizioni di quel trattenimento. Chiusi in
gabbia con temperature che, nelle ore più calde della giornata, arrivano anche a
37°, privati della possibilità di utilizzare il campo di calcio (unico
“diversivo” presente nella struttura), davanti al gip di Potenza, i ragazzi
hanno raccontato anche dei ritardi nella somministrazione dei pasti, della
scarsa qualità del cibo somministrato, dei tanti che hanno avuto malori nei
giorni precedenti e che non sono stati portati in ospedale.
Non possiamo dimenticare le reali condizioni di vita degli stranieri trattenuti
nei Centri di Permanenza.
Privati della libertà e spogliati della dignità, rimane solo la disperazione.
Ignorare queste condizioni significa accettare tacitamente che luoghi come il
CPR di Palazzo San Gervasio possano continuare a esistere in questo stato. Non
si tratta di giustificare o condannare un gesto, ma di comprenderne le radici:
le proteste non nascono nel vuoto, ma germogliano in un terreno fatto di
soprusi, disattenzione e silenzi istituzionali.
Senza uno sguardo lucido e onesto sulla realtà quotidiana di chi è trattenuto,
episodi come quello del 5 agosto verranno liquidati come atti di teppismo o
criminalità, mentre sono – in verità – la fotografia di un sistema che produce
sofferenza e frustrazione. Raccontare e analizzare queste vicende significa dare
voce a chi, rinchiuso dietro le sbarre di un CPR, viene reso invisibile. E
l’invisibilità, in una democrazia, è la forma più subdola di negazione dei
diritti.
PH: Melting Pot