Cagliari: “La corsa dell’indignazione” per rompere il silenzio sul genocidio che si sta consumando a Gaza
Tantissime persone di ogni età, famiglie con bambini, ragazzi/e e anziani, pure
novantenni hanno partecipato alla “corsa dell’indignazione” per manifestare la
solidarietà al popolo martoriato della Palestina e ai partecipanti alla missione
della Global Sumud Flotilla.
Una manifestazione popolare convocata dal basso, dal “Movimento spontaneo per la
Palestina”, come scritto nel comunicato stampa. “Can’t stay silence”: non posso
restare zitto di fronte al massacro quotidiano di persone inermi, affamate,
senza più una casa, profughi nella propria terra.
Gente, tanta gente (almeno 6000 persone) – convocata attraverso il passaparola,
la condivisione nelle chat – ha aderito portando solo simboli della Palestina e
la bandiera della pace. Un popolo, quello sardo, che si è mosso per gridare
contro il genocidio del popolo palestinese nella Striscia di Gaza e in
Cisgiordania.
La manifestazione è iniziata alle ore 19:00 con il raduno davanti al Palazzo del
Consiglio Regionale in via Roma e si è conclusa alla gradinata del Bastione di
Saint Rémy intorno alle 22:00.
Alle 19:45 circa è partito il corteo con in testa i runner con le magliette
bianche con la scritta “Can’t stay silence” e il simbolo della Palestina. In
apertura del corteo gli unici striscioni presenti nella manifestazione, quelli
del “Movimento spontaneo per la Palestina”.
Testa del corteo “Can’t stay silence” (Foto di Pierpaolo Loi)
Il corteo ha percorso rumoroso la via Roma per confluire in piazza del Carmine.
È stato chiesto un minuto di silenzio per ricordare le vittime palestinesi di
questa immane carneficina quotidiana, come ha sottolineato la portavoce del
“Movimento spontaneo…” Vania Erby: “Osserviamo insieme un minuto di silenzio per
i nostri fratelli palestinesi vittime del genocidio.
Ci possiamo abituare al male, alle atrocità che vediamo in questi giorni?
Ci si abitua a tutto…Forse
Ci si abitua all’idea che un popolo possa essere privato della Terra….
Ci si abitua all’idea che possa essere privato di ogni libertà’, dignità…dei sui
figli…del suo futuro.
Ci si abitua…Forse
A chiamare difesa ciò che è sopraffazione, a chiamare terrorismo ciò che è
resistenza.
Noi No, non vogliamo abituarci a tutto questo.
Vogliamo continuare a sentire forte questo dolore, vogliamo sentirlo per
trasformarlo in resistenza.
Vogliamo continuare a parlare, perché il silenzio uccide, il silenzio è una
seconda condanna, il silenzio è comodo, è complice, ma è anche criminale…”.
Da piazza del Carmine il corteo, ancora più rumoroso, ha proseguito fino al
Corso Vittorio Emanuele, passando in mezzo ai turisti seduti ai tavolini. Al
passaggio dei manifestanti sull’ingresso di un locale è stata esposta la
bandiera della Palestina. Percorsa la via Manno si è proseguito per via
Garibaldi per poi concludere alla alla scalinata del Bastione con l’unico slogan
gridato all’unisono:”Palestina libera!”.
Infine, un breve, ma intenso, discorso della portavoce del “Movimento
spontaneo”, di cui riportiamo alcuni passaggi:
“Siamo qui come individui, come popolo, perché come sardi, per nascita o per
adozione, sappiamo quanto le radici e il senso di appartenenza ad una terra
possano rappresentare e il significato che questo può avere oggi per il popolo
palestinese.
In queste ore si susseguono notizie e immagini sempre più agghiaccianti delle
atrocità che il governo israeliano e il suo esercito sta compiendo a Gaza e in
Cisgiordania, una violenza senza eguali nella storia dell’umanità, una violenza
a cielo aperto che il governo israeliano sta tentando in tutti i modi di
nascondere oscurando quanto proviene da Gaza e con lo sterminio stesso dei
giornalisti
palestinesi…
Il 31 agosto è partita da Barcellona una flotta civile di 50 imbarcazioni con
delegazioni provenienti da 44 paesi. Una spedizione di donne e uomini che come
noi oggi chiedono pacificamente ai governi di non rimanere inermi di fronte ai
crimini che il governo israeliano sta perpetrando a Gaza e al genocidio in atto;
una delegazione internazionale che sta provando a fare quello che i governi non
hanno avuto il coraggio di fare…
Una flotta perfettamente legale, pacifica che sta cercando di rompere l’assedio
in cui vive il popolo palestinese che ogni giorno viene sempre più affamato,
bombardato, sterminato e privato di ogni diritto e libertà, esseri umani cui
stanno
strappando anche le radici.
Per la flotta è stato scelto un nome denso di significato: Global Sumud
Flotilla.
Sumud è una parola araba che indica la capacità di resistere, la forza di
sopportare tutto davanti alle avversità. Quando sono i palestinesi ad usare
questa parola possiamo subito intuire quale forza possa assumere e cosa
rappresenti per il popolo palestinese.
L’odio sistematico con cui il governo israeliano sta cancellando un popolo, a
Jabaria si distruggono anche le tombe, non credo si possa più definire guerra e
credo si sia oltre il genocidio, l’obiettivo che si sta cercando di perseguire é
di annientare un popolo dalle sue radici, la sua cultura radicata da millenni
nella terra di Palestina.
Siamo qui oggi, per opporci a tutto questo, ma siamo qui anche per ricordare a
noi stessi che é ancora possibile restare umani e non voltarsi dall’altra parte
come fanno i governi del pianeta, per poter avere il coraggio di dire ai nostri
figli che lo sterminio del popolo gazawi non è stato fatto nel nostro nome…”
Cagliari, Bastione di Saint Rémy (Foto di Pierpaolo Loi)
Alla fine del suo intervento, Vania ha offerto il microfono al dott. Fawzi
Ismail, presidente dell’Associazione “Amicizia Sardegna Palestina” per un saluto
alla folla. Egli ha espresso tutta la sua commozione e ha ringraziato per questa
straordinaria manifestazione di solidarietà con il popolo palestinese. Ha
sottolineato, inoltre, che il suo popolo non abbandonerà mai la sua terra, un
popolo che ha dignità è un popolo resistente.
Alla conclusione, il canto di “Bella ciao” ha vibrato ancora una volta nelle
voci e nei cuori delle persone presenti alla manifestazione nella città di
Cagliari.
Pierpaolo Loi