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Intervista a Roberta Leoni dell’Osservatorio a Radio Onda Rossa sulle iniziative della scuola per Gaza
Radio Onda Rossa, nella trasmissione La scuola non tace: Stop al genocidio, ha intervistato Roberta Leoni, docente, attivista e presidente dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e dell’università, sulle molteplici iniziative e campagne lanciate dall’Osservatorio insieme ad altre realtà associative, come Docenti per Gaza e La scuola per la pace di Torino e Piemonte, per l’inizio del nuovo anno scolastico. Qui l’audio dell’intervista. Ricordiamo tra le iniziative: * Documento per Collegi Docenti e singoli docenti Noi siamo docenti pacefondai; * Proposta minuto di silenzio per il primo giorno per le vittime del genocidio di Gaza. * Mozione per genitori per evitare ai figli e alle figlie iniziative con i militari nelle scuole. * Firma la petizione Noi siamo docenti Pacefondai. Clicca qui per l’intervista su Radio Onda Rossa.
Fermiamo il materiale militare diretto in Israele in transito per il porto di Ravenna
Il porto italiano di Ravenna, una volta usato principalmente per la gestione di carichi di granaglie e generi alimentari, un po’ alla volta è diventato un centro del traffico illegale di armi ed esplosivi diretti in Israele durante il genocidio in corso dei palestinesi a Gaza, come rivelato da The Weapon Watch, un’iniziativa della società civile che monitora la produzione e la logistica delle armi. The Weapon Watch ha dichiarato: “I lavoratori portuali di Ravenna stanno assistendo al passaggio di container di munizioni destinati all'IDF”. Queste merci letali vengono caricate su navi container dirette ad Haifa e Ashdod, gestite principalmente dalla compagnia di navigazione israeliana ZIM. Una delle ultime denunce da parte di un lavoratore portuale anonimo risale al 30 giugno, quando diversi container etichettati come “esplosivi” di classe 1.4 (cioè munizioni) sono stati caricati a bordo della “ZIM New Zealand”, partita per Haifa, dove è arrivata regolarmente il 4 luglio. Martedì 8 luglio, durante una conferenza stampa a Roma (ospitata in una sala del Senato italiano), alcuni giornalisti della rivista finanziaria italiana Altreconomia hanno presentato gli importanti risultati di un’inchiesta, riguardanti anche il porto di Ravenna. La giornalista investigativa Linda Maggiori ha riferito in merito alle indagini giudiziarie sul traffico di componenti per cannoni da carro armato, destinati a Israele, che sono stati spacciati per manufatti civili e sono stati sequestrati il 4 febbraio 2025 nel porto di Ravenna, grazie alla segnalazione di un coraggioso lavoratore della compagnia di navigazione. “L'indagine iniziale su un carico di componenti militari destinati a Israele, camuffati da merci per uso civile, sta portando alla luce un vero e proprio vaso di Pandora: non solo attraverso il porto di Ravenna, il transito non autorizzato di armi verso Israele è molto più diffuso di quanto pensassimo”, ha affermato Linda Maggiori. Il destinatario di queste tredici tonnellate di pezzi forgiati era IMI Systems, un'importante azienda militare israeliana di proprietà di Elbit Systems. Questo traffico mirava ad aggirare il divieto imposto dalla legge italiana 185/90 sulle nuove autorizzazioni di armi a Israele, in vigore dal 7 ottobre 2023, come affermato dal primo ministro italiano Giorgia Meloni. Non potendo ottenere nuove licenze di esportazione, le aziende italiane hanno escogitato soluzioni per continuare a spedire illegalmente questi componenti. Valforge di Cortenova, azienda che produce prodotti destinati all’uso civile, ha agito da intermediario per la spedizione di componenti di cannoni fabbricati da altre due aziende italiane (Stamperia Mazzetti e Riganti), autorizzate alla produzione e all’esportazione di componenti militari e iscritte al Registro Nazionale delle Imprese (RNI) per gli armamenti fino al presunto blocco imposto dal governo a partire dall’ottobre 2023. Perché inviarli tramite un’azienda civile? Presumibilmente per evitare di destare sospetti sul carico in dogana. Quanto è stato scoperto è solo la punta dell’iceberg. L’indagine ha rivelato altre quattro spedizioni precedenti, che hanno aggirato i controlli di tre uffici doganali (Milano 1, Milano 2 e Bologna) nel 2024 e sono arrivate in Israele. In questo caso, il cliente era Ashot Ashkelon, un’altra grande azienda militare israeliana, che fornisce all’esercito israeliano componenti per i carri armati Merkava e i veicoli blindati Namer, entrambi attivamente utilizzati nel genocidio israeliano contro 2,3 milioni di palestinesi a Gaza. Questa operazione illegale si basava sulla supervisione della dogana, che controlla le merci solo a campione. La seconda inchiesta della giornalista Elisa Brunelli riguarda il traffico di componenti a duplice uso verso Israele, come il nitrato di ammonio e il trizio. Il primo, utilizzato come fertilizzante agricolo, è un noto precursore di esplosivi, particolarmente ricercato dall’esercito israeliano per distruggere le case di Gaza dal basso. L’Italia è diventata uno dei principali esportatori verso Israele dopo ottobre 2023. Nell’ultimo anno e mezzo, l’Italia ha anche aumentato le esportazioni di trizio, un isotopo radioattivo utilizzato in settori civili (medicina), ma anche nella produzione di armi nucleari, comeha rivelato Altreconomia. Israele è l’unico paese della regione a possedere armi nucleari, e oggi l’unico paese al mondo in cui un ministro del governo ha minacciato di usarle contro una popolazione civile. Autorevoli esperti legali e di diritti umani delle Nazioni Unite concordano: trasferire materiale militare, compresi i prodotti a duplice uso, a uno stato che impone un sistema di apartheid e occupazione illegale, commette plausibilmente un genocidio, come stabilito dalla Corte Internazionale di Giustizia, e conduce guerre di aggressione contro Stati sovrani nella regione, è illegale secondo il diritto internazionale. Gli stati e le aziende che consapevolmente consentono o effettuano tali trasferimenti, o gli stati che non agiscono quando sono coinvolte aziende sotto la loro giurisdizione, sono essi stessi complici. Il Comitato Nazionale Palestinese per il BDS e BDS Italia chiedono di fare pressione sulle autorità portuali italiane e su tutte le altre autorità portuali competenti affinché agiscano immediatamente e fermino il trasferimento di forniture militari illegali destinate ad essere utilizzate nella violenza genocida di Israele e indaghino e perseguano ZIM e l’azienda italiana Valforge per la loro complicità. Lo scorso giugno, BDS Italia ha lanciato una petizione per chiedere la fine del trasporto di armi attraverso porti e aeroporti italiani. La petizione ha già raggiunto oltre 10.000 firme. Chiediamo di esercitare pressioni sulle autorità italiane e sulle agenzie di verifica affinché controllino immediatamente tutti i container sospetti, rifiutino di rilasciare licenze e blocchino tutte le navi appartenenti alla flotta genocida, implicata nel trasferimento e nella consegna di rifornimenti militari all’Israele dell’apartheid, per commettere crimini di guerra, crimini contro l’umanità e genocidio contro i nativi palestinesi. Chiediamo di esercitare pressioni sul governo italiano affinché imponga un embargo militare totale. Come affermano gli esperti delle Nazioni Unite per i diritti umani, tutti gli stati hanno l’obbligo giuridico di conformarsi alla pronunciamento della Corte penale internazionale (CIG). Tra le altre azioni, gli esperti invitano gli Stati a “imporre un embargo militare totale a Israele, bloccando tutti gli accordi, le importazioni, le esportazioni e i trasferimenti di armi, compresi quelli di prodotti a duplice uso che potrebbero essere utilizzati contro la popolazione palestinese sotto occupazione”. Fonte: BNC 
Campagne per un nuovo anno scolastico all’insegna della Pace e della Resistenza
L’OSSERVATORIO CONTRO LA MILITARIZZAZIONE DELLE SCUOLE E DELLE UNIVERSITÀ, IN COLLABORAZIONE CON ALTRE ASSOCIAZIONI E ORGANIZZAZIONI, HA MESSO A PUNTO UNA SERIE DI CAMPAGNE PER L’AVVIO DEL NUOVO ANNO SCOLASTICO ALL’INSEGNA DELLA PACE E DELLA RESISTENZA NELLE SCUOLE. Istruzione, formazione, inclusione, autonomia, crescita personale e, soprattutto, far sì che ragazze e ragazzi possano presentarsi al mondo adulto come cittadine e cittadini: questi sono i compiti fondamentali della scuola italiana. In tutti gli ordini e gradi di scuola il personale scolastico deve contribuire al raggiungimento di questi obiettivi. E deve farlo subito con consapevolezza, perché è sotto gli occhi di tutti come le tragedie del secolo scorso, il colonialismo, la Prima e la Seconda guerra mondiale, il genocidio di gruppi di persone riconducibili a categorie razziali, culturali, etniche e religiose, si stiano ripresentando oggi. Per opporsi alla deriva militarista della nostra società, in vista dell’inizio del nuovo anno scolastico l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università promuove alcune pratiche per una campagna di resistenza e di pace all’interno delle scuole con le seguenti iniziative: – Un minuto di silenzio il primo giorno di scuola per le vittime del genocidio a Gaza promossa da La Scuola per la pace Torino e Piemonte, Docenti per Gaza e Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università. Clicca qui. – Esposizione permanente in tutte le scuole della bandiera della pace. – Raccolta di firme sul documento “Noi siamo docenti Pacefondai” messo a punto dal gruppo scuola dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università da sottoscrivere da parte di tutto il personale scolastico a inizio anno per assumere un preciso indirizzo didattico pacifista e, al tempo stesso, esprimere una dichiarazione d’intenti per rifiutare che i propri studenti e le proprie studentesse svolgano attività che prevedano la partecipazione diretta o indiretta con le Forze Armate. Clicca qui per la petizione su Change.org. – Campagna promossa dall’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università per sottoscrivere da parte dei genitori a inizio anno scolastico un documento da consegnare alle rispettive scuole per rifiutare che i propri figli e le proprie figlie svolgano attività che prevedano la partecipazione diretta o indiretta delle Forze Armate. Clicca qui per scaricare il documento. FIRMA LA PETIZIONE SU CHANGE.ORG. Ricordiamo che associazioni e singol3 possono inoltre contribuire economicamente alla vita dell‘Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università con donazioni a carattere volontario diventando sostenitori/sostenitrici qui IBAN: IT06Z0501803400000020000668 oppure dona ora FAI UNA DONAZIONE UNA TANTUM Apprezziamo il tuo contributo. Fai una donazione -------------------------------------------------------------------------------- FAI UNA DONAZIONE MENSILMENTE Apprezziamo il tuo contributo. Dona mensilmente -------------------------------------------------------------------------------- FAI UNA DONAZIONE ANNUALMENTE Apprezziamo il tuo contributo. Dona annualmente
Azione urgente necessaria prima della Conferenza sul Trattato sul commercio delle armi.
Dal 25 al 29 agosto 2025 si terrà a Ginevra, in Svizzera, la Conferenza sul Trattato sul commercio delle armi (2025 Arms Trade Treaty, ATT). Israele, firmatario dell'ATT, sta commettendo un genocidio contro  2,3 milioni di palestinesi a Gaza da oltre 22 mesi, utilizzando forniture militari acquistate da e trasferite da/attraverso gli Stati parti del trattato. Gli Stati che aderiscono al trattato e forniscono a Israele materiale militare, compresi articoli a duplice uso, stanno violando palesemente le norme dell'ATT che si sono impegnati a rispettare.  In quanto documento delle Nazioni Unite giuridicamente vincolante, l'ATT deve essere rispettato al di là della mera retorica e il comportamento degli Stati aderenti non deve essere preso alla leggera. Gli Stati aderenti non solo non hanno adottato misure per scoraggiare, porre fine e punire i crimini di Israele, ma sono stati anche complici nell'armarli, finanziarli e in altro modo renderli possibili.   Firma e invia la seguente lettera Per smartphone, clicca su questo link automatico. Se hai problemi con il link sopra indicato o stai utilizzando un laptop/desktop, copia e incolla questo modello.   Chiediamo ai nostri sostenitori di appoggiare la dichiarazione del movimento globale BDS che invita i rappresentanti degli Stati a rispettare i loro obblighi legali e morali, come esplicitamente specificato nel Trattato, che gli Stati membri hanno costantemente violato. Chiediamo che venga esercitata pressione sugli Stati affinché pongano fine alla loro complicità nel genocidio perpetrato da Israele, almeno attraverso le seguenti misure:  1. Applicare il meccanismo dell'ATT vietando efficacemente tutti i trasferimenti, compresi l'esportazione, l'importazione, il transito, il trasbordo e l'intermediazione, da e verso Israele di armi, munizioni o loro parti e componenti, nonché di prodotti a duplice uso.  2. Garantire che i sistemi di controllo nazionali siano efficaci e che le violazioni dell'ATT da parte degli Stati membri siano soggette a sanzioni adeguate e a misure di responsabilità; 3. Revocare qualsiasi privilegio diplomatico concesso a Israele in qualità di firmatario dell'ATT. Fonte: Comitato nazionale palestinese per il BDS
Oltre 500 Spazi Liberi dall’Apartheid Israeliana in tutta Italia
NELLE ULTIME SETTIMANE SONO GIUNTE OLTRE 100 NUOVE RICHIESTE DI ADESIONE ALLA CAMPAGNA SPAZI LIBERI DALL’APARTHEID ISRAELIANA (SPLAI), ARRIVANDO COSÌ A SUPERARE I 500 SPAZI CHE IN ITALIA HANNO DECISO DI RIFIUTARE OGNI COMPLICITÀ CON IL GENOCIDIO E LA PULIZIA ETNICA DI ISRAELE IN ATTO CONTRO I PALESTINESI E CON IL SUO REGIME DI COLONIALISMO, OCCUPAZIONE E APARHEID. Tra le adesioni recenti si contano bar, ristoranti, artisti, librerie, liberi professionisti e molti circoli ARCI, anche in seguito all’adesione di ARCI Nazionale. Una vera e propria ondata di solidarietà e resistenza in risposta anche agli attacchi che hanno subito i gestori della Taverna a Santa Chiara, accusati ingiustamente di antisemitismo per aver risposto alle provocazioni di due turisti israeliani che difendevano il genocidio del loro paese a Gaza. La campagna di odio contro uno spazio che ha scelto di schierarsi in difesa del diritto internazionale e dei diritti dei palestinesi ha avuto come effetto quello di produrre una reazione solidale di associazioni, attività commerciali e singoli cittadini e di dare slancio alle campagne di boicottaggio dei prodotti israeliani e delle aziende complici. Il 19 luglio 2024 la Corte Internazionale di Giustizia ha confermato la discriminazione sistemica e sistematica che differenzia i palestinesi dagli ebrei israeliani. Ha dichiarato Israele colpevole di apartheid e la sua occupazione militare illegale, ordinando a Israele di porre fine all’occupazione militare della Striscia di Gaza e della Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est. QUINDI DICHIARARSI SPAZIO LIBERO DALL’APARTHEID NON HA NULLA A CHE VEDERE CON L’ANTISEMITISMO. NE È LA PROVA ANCHE IL FATTO MOLTI EBREI IN TUTTO IL MONDO HANNO FATTO PROPRIA LA DENUNCIA DEI CRIMINI DELL’APARTHEID E DEL COLONIALISMO ISRAELIANO E SONO SOLIDALI CON I PIENI DIRITTI DEI PALESTINESI. In Italia gli spazi liberi dall’apartheid si impegnano a non acquistare e vendere prodotti e servizi di imprese – israeliane e internazionali – implicate nelle violazioni dei diritti dei palestinesi, come indicato nella guida al boicottaggio di BDS Italia. Gli spazi culturali si impegnano a non ospitare o partecipare a eventi culturali, accademici e sportivi finanziati o sponsorizzati da Israele o che ne coinvolgano i suoi rappresentanti ufficiali, rispettando le linee guida sul boicottaggio culturale SPLAI fa parte della campagna internazionale del BDS “Apartheid Free Zones”, una rete internazionale di solidarietà con la Palestina attiva, oltre che in Italia, anche in Belgio, Norvegia, Spagna, Grecia, Finlandia, Stati Uniti, Brasile, Cile, Argentina, Australia, Marocco. In molti altri paesi continua a raccogliere nuove adesioni, con 180 spazi attivi in Sud America, 115 in Finlandia, 170 in Irlanda, per citarne alcuni. In Sudafrica l’apartheid fu sconfitta dalla resistenza della popolazione nera, dalle azioni di boicottaggio internazionale e dalle sanzioni varate dalla comunità internazionale. Nel 2005, ispirandosi alla lotta sudafricana, la società civile palestinese ha lanciato un appello per un movimento internazionale di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS), come forma di pressione nonviolenta su Israele, affinché rispetti il diritto internazionale e i diritti dei palestinesi. La solidarietà concreta con la resistenza delle e dei palestinesi contro il genicidio e la pulizia etnica e con la loro lotta per la libertà, la giustizia e l'uguaglianza, oggi passa anche dal rafforzamento della rete di spazi liberi da ogni forma di discriminazione e da ogni complicità con il regime di oppressione israeliano. Invitiamo associazioni, sindacati, movimenti, attività produttive e commerciali, centri sociali e culturali, squadre di sport popolare e altri spazi ad aderire alla campagna SPLAI. Chiediamo a tutte le persone solidali di sostenere gli SPLAI e di invitare gli spazi frequentati ad aderire alla campagna. Tutte le informazioni sulla campagna SPLAI a questa pagina. 
Oltre 500 Spazi Liberi dall’Apartheid Israeliana in tutta Italia
NELLE ULTIME SETTIMANE SONO GIUNTE OLTRE 100 NUOVE RICHIESTE DI ADESIONE ALLA CAMPAGNA SPAZI LIBERI DALL’APARTHEID ISRAELIANA (SPLAI), ARRIVANDO COSÌ A SUPERARE I 500 SPAZI CHE IN ITALIA HANNO DECISO DI RIFIUTARE OGNI COMPLICITÀ CON IL GENOCIDIO E LA PULIZIA ETNICA DI ISRAELE IN ATTO CONTRO I PALESTINESI E CON IL SUO REGIME DI COLONIALISMO, OCCUPAZIONE E APARHEID. Tra le adesioni recenti si contano bar, ristoranti, artisti, librerie, liberi professionisti e molti circoli ARCI, anche in seguito all’adesione di ARCI Nazionale. Una vera e propria ondata di solidarietà e resistenza in risposta anche agli attacchi che hanno subito i gestori della Taverna a Santa Chiara, accusati ingiustamente di antisemitismo per aver risposto alle provocazioni di due turisti israeliani che difendevano il genocidio del loro paese a Gaza. La campagna di odio contro uno spazio che ha scelto di schierarsi in difesa del diritto internazionale e dei diritti dei palestinesi ha avuto come effetto quello di produrre una reazione solidale di associazioni, attività commerciali e singoli cittadini e di dare slancio alle campagne di boicottaggio dei prodotti israeliani e delle aziende complici. Il 19 luglio 2024 la Corte Internazionale di Giustizia ha confermato la discriminazione sistemica e sistematica che differenzia i palestinesi dagli ebrei israeliani. Ha dichiarato Israele colpevole di apartheid e la sua occupazione militare illegale, ordinando a Israele di porre fine all’occupazione militare della Striscia di Gaza e della Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est. QUINDI DICHIARARSI SPAZIO LIBERO DALL’APARTHEID NON HA NULLA A CHE VEDERE CON L’ANTISEMITISMO. NE È LA PROVA ANCHE IL FATTO MOLTI EBREI IN TUTTO IL MONDO HANNO FATTO PROPRIA LA DENUNCIA DEI CRIMINI DELL’APARTHEID E DEL COLONIALISMO ISRAELIANO E SONO SOLIDALI CON I PIENI DIRITTI DEI PALESTINESI. In Italia gli spazi liberi dall’apartheid si impegnano a non acquistare e vendere prodotti e servizi di imprese – israeliane e internazionali – implicate nelle violazioni dei diritti dei palestinesi, come indicato nella guida al boicottaggio di BDS Italia. Gli spazi culturali si impegnano a non ospitare o partecipare a eventi culturali, accademici e sportivi finanziati o sponsorizzati da Israele o che ne coinvolgano i suoi rappresentanti ufficiali, rispettando le linee guida sul boicottaggio culturale SPLAI fa parte della campagna internazionale del BDS “Apartheid Free Zones”, una rete internazionale di solidarietà con la Palestina attiva, oltre che in Italia, anche in Belgio, Norvegia, Spagna, Grecia, Finlandia, Stati Uniti, Brasile, Cile, Argentina, Australia, Marocco. In molti altri paesi continua a raccogliere nuove adesioni, con 180 spazi attivi in Sud America, 115 in Finlandia, 170 in Irlanda, per citarne alcuni. In Sudafrica l’apartheid fu sconfitta dalla resistenza della popolazione nera, dalle azioni di boicottaggio internazionale e dalle sanzioni varate dalla comunità internazionale. Nel 2005, ispirandosi alla lotta sudafricana, la società civile palestinese ha lanciato un appello per un movimento internazionale di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS), come forma di pressione nonviolenta su Israele, affinché rispetti il diritto internazionale e i diritti dei palestinesi. La solidarietà concreta con la resistenza delle e dei palestinesi contro il genicidio e la pulizia etnica e con la loro lotta per la libertà, la giustizia e l'uguaglianza, oggi passa anche dal rafforzamento della rete di spazi liberi da ogni forma di discriminazione e da ogni complicità con il regime di oppressione israeliano. Invitiamo associazioni, sindacati, movimenti, attività produttive e commerciali, centri sociali e culturali, squadre di sport popolare e altri spazi ad aderire alla campagna SPLAI. Chiediamo a tutte le persone solidali di sostenere gli SPLAI e di invitare gli spazi frequentati ad aderire alla campagna. Tutte le informazioni sulla campagna SPLAI a questa pagina. 
Sesto Fiorentino: un esempio concreto di solidarietà con la Palestina
BDS Italia esprime pieno sostegno alla coraggiosa presa di posizione del Comune di Sesto Fiorentino, che ha scelto di passare dalle parole ai fatti in un momento cruciale per la difesa dei diritti umani e della giustizia internazionale. La Giunta comunale, guidata dal sindaco Lorenzo Falchi, ha deciso di sospendere ogni acquisto e commercializzazione di prodotti farmaceutici e cosmetici provenienti da aziende israeliane nelle farmacie comunali. Si tratta della prima iniziativa di boicottaggio istituzionale adottata da un ente locale in Italia: un segnale forte e concreto contro la complicità con le politiche coloniali e di apartheid dello Stato di Israele. La misura ha un impatto simbolico e pratico rilevante, in particolare nei confronti dell’azienda TEVA, multinazionale farmaceutica israeliana leader mondiale nella produzione di farmaci generici. TEVA è già da tempo oggetto di una campagna di boicottaggio da parte di BDS Italia, a causa del suo diretto coinvolgimento nell’economia dell’occupazione israeliana. È importante sottolineare che la maggior parte dei farmaci TEVA è sostituibile con altri generici, e che il boicottaggio non si applica ai farmaci non sostituibili, nel rispetto del diritto alla salute delle persone. Questa scelta assume ancora più significato nel contesto attuale, in cui il governo italiano continua a sostenere Israele a livello politico, economico e militare, nonostante le gravi violazioni dei diritti umani e le recenti sentenze della Corte Internazionale di Giustizia che parlano chiaramente di potenziale genocidio a Gaza. In questo scenario, Comuni, Regioni ed enti pubblici hanno la possibilità – e la responsabilità – di adottare misure concrete per porre fine a ogni forma di complicità. Per questo, BDS Italia lancia un appello a tutti gli enti pubblici affinché: --> interrompano ogni tipo di rapporto istituzionale ed economico con Israele, finché continueranno l’occupazione, il colonialismo e il genocidio del popolo palestinese --> adottino politiche etiche di appalti e investimenti, escludendo le aziende coinvolte in gravi violazioni dei diritti umani, in Palestina come altrove  --> esercitino pressione sul governo italiano, affinché rispetti gli obblighi derivanti dalle sentenze della Corte Internazionale di Giustizia del 2024, incluso un embargo militare totale nei confronti di Israele --> sostengano le campagne del movimento BDS, contribuendo così a costruire un fronte sociale e istituzionale per la giustizia e la liberazione della Palestina. Serve una presa di posizione collettiva, coraggiosa e concreta.  Il tempo della neutralità è finito.  La solidarietà non si dichiara: si pratica. BDS Italia
Fuori le armi dai porti, aeroporti e ferrovie
BDS ITALIA LANCIA UNA PETIZIONE PER DISARMARE I PORTI: INTERROMPIAMO IL TRANSITO DI ARMI DAI PORTI ITALIANI   FIRMA LA PETIZIONE   Diretta a UAMA (Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento) presso il Maeci, al Ministero della Difesa e al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, la petizione chiede “l’immediata cessazione di ogni transito di armi e componentistica militare nei porti italiani, e in primo luogo di quelle destinate a Israele e ad altri paesi che opprimono e brutalizzano altri popoli commettendo crimini contro l’umanità, il crimine di apartheid e di genocidio”.   IL PROBLEMA Nel 2024 secondo il report ministeriale ai sensi della legge 185/90 l’Italia ha esportato armi ad Israele per un valore 35 milioni di euro e importato armi e tecnologia militare per 44 milioni di euro da Israele, finanziando così le sue industrie di armi e il genocidio in corso nella striscia di Gaza. L’esportazione di materiale d'armamento, componenti, attrezzature militari e tecnologie è espressamente vietata qualora si riscontri la violazione dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale da parte del paese destinatario. Tale divieto è stabilito dalla Legge 185/1990 “Nuove norme sul controllo dell'esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento”, così come dall’articolo 11 della Costituzione italiana. Nel 2024 l’UAMA non ha concesso nuove autorizzazioni per il commercio di armi verso Israele, ma le operazioni già autorizzate negli anni precedenti continuano. Le aziende più coinvolte sono quelle note: Leonardo, Lma, Rwm, SLS, e tutti i fornitori. L'Italia, quindi, continua a inviare armamenti e fornire supporto logistico - anche attraverso triangolazioni - ad un governo responsabile del massacro in atto nella Striscia di Gaza, della violazione del Diritto Internazionale Umanitario e della Violazione della Quarta Convezione di Ginevra per Crimini contro l’Umanità e Crimini di Guerra, nonché attualmente sotto accusa per violazione della Convenzione sul Genocidio. Parte di questo export è "sommerso" e avviene senza essere tracciato.   IL CASO DI RAVENNA Nel mese di febbraio 2025 nel porto di Ravenna è stato sequestrato un carico di 14 tonnellate di componenti di armi “illegali” dall’azienda Valforge di Lecco che non è neppure iscritta al registro nazionale di esportatori e importatori di armi. Il carico, che doveva transitare verso lo stato di Israele, è stato bloccato nell’area portuale poiché l’azienda produttrice non disponeva dell’autorizzazione a esportare materiale bellico. Ma, prima di questo la stessa azienda aveva già inviato altri due carichi, passando indenne le dogane dell'aeroporto di Bologna e Milano. Il porto di Ravenna è peraltro uno di quelli in cui verrà testata una nuova tecnologia di security marittima e sottomarina all’interno del progetto europeo Undersec, finanziato dai fondi Horizon, per «l’individuazione di potenziali oggetti pericolosi o illegali in ingresso al porto». Nell'equipe internazionale che deve implementare questa tecnologia, ci sono importanti istituzioni israeliane: Rafael Advanced Systems, l’università di Tel Aviv e il ministero della Difesa di Israele. Il progetto risale all’ottobre del 2023 e verrà implementato entro il 2026. Questo a testimoniare ancora una volta il profondo legame tra Israele e Europa, come rivela anche l’inchiesta dei due giornali internazionali quotidiani belgi L'Echo e De Tijd. L’Europa continuerà a finanziare istituzioni militari israeliane o bloccherà il progetto?    IL MEMORANDUM D'INTESA CON ISRAELE A siglare ancor più il legame Italia-Israele, c’è un Memorandum che dura da 20 anni e implica collaborazione militare e condivisione di strategie anche coperte da segreto militare. Si rinnova ogni 5 anni automaticamente, se uno dei due stati non lo “rigetta” (denuncia in gergo tecnico). Venti anni macchiati da stragi di civili e gravissime violazioni di diritti umani, scadranno l’otto giugno. Tra pochi giorni. Undici giuristi hanno indirizzato al Governo una diffida sostenuta da Bds. Il memorandum è la “madre” di tutti gli accordi di cooperazione militare con Israele tuttora attivi, a partire dalle esercitazioni congiunte nell’aeroporto di Amendola per testare i caccia F35, fino all’acquisto di tecnologie israeliane per dotare aerei spia in dotazione all’aeronautica italiana. I nostri governanti che sono senza vergogna hanno già detto che sosterranno ancora questo memorandum. Il 21 giugno, in coincidenza con la manifestazione a Roma contro il riarmo europeo, si terrà una giornata internazionale contro lo spyware di Israele, che nel settore è leader mondiale. La tecnologia di sorveglianza è ampiamente venduta in tutto il mondo ed è utilizzata dall’esercito israeliano per trovare e selezionare obiettivi da bombardare. Basta che l’IA esamini innumerevoli filmati di sorveglianza per identificare l’obiettivo da colpire, non importa se in mezzo ad altre persone che verranno pure uccise. Israele ha dato all’IA il controllo diretto di armi letali: è la prima volta nella storia che i computer sono autorizzati ad uccidere esseri umani. La sorveglianza è diventata un’arma letale, essenziale per il genocidio di Gaza.    APPUNTAMENTI In preparazione a queste importanti date, l'11 giugno Bds organizza un convegno a Ravenna sulla logistica del traffico di armi (porti, aeroporti, ferrovie) con Carlo Tombola di Weapon Watch, il gruppo autonomo portuali di Livorno. Altre iniziative seguiranno a Roma.  Sono sempre più le aziende che si convertono dal civile al militare dietro la spinta delle autorità governative e dell’UE, ma anche della crisi che sta investendo l’economia. Eppure l’industria militare richiede meno lavoratori che negli altri settori.
Solidarietà alla Taverna a Santa Chiara: condannare i crimini di Israele non è antisemitismo
BDS Italia esprime piena solidarietà ai gestori della Taverna a Santa Chiara di Napoli, sotto attacco con l’accusa di antisemitismo da parte dei media filo-israeliani, per avere risposto alle provocazioni di due clienti israeliani, sostenitori del genocidio a Gaza e dell’oppressione del loro governo contro il popolo palestinese. Da quanto ci risulta non vi è stato nessun atto discriminatorio nei confronti dei due avventori sulla base della loro appartenenza nazionale, etnica o religiosa. I gestori si sono limitati a condannare, in maniera ferma ma pacifica, i crimini di guerra e contro l’umanità attribuiti a Israele, in coerenza con quanto già riconosciuto dalle sentenze della Corte Internazionale di Giustizia. La Taverna a Santa Chiara è tra le oltre 400 le realtà italiane che hanno aderito alla campagna Spazi Liberi dall'Apartheid Israeliana (SPLAI) che riunisce associazioni, sindacati, movimenti, attività produttive e commerciali, centri sociali e culturali, squadre di sport popolare e altri spazi. La campagna SPLAI promuove la creazione di una rete di spazi, virtuali e fisici, che si dichiarano liberi da ogni forma di discriminazione e di razzismo e si impegnano a non avere rapporti con aziende ed altre entità complici del regime israeliano di colonialismo, occupazione e apartheid. La campagna SPLAI promossa da BDS Italia fa parte della campagna globale AFZ (Apartheid Free Zones) ed è basata sui principi del movimento BDS a guida palestinese che sostiene la parità di diritti per tutt* e perciò si oppone ad ogni forma di razzismo, fascismo, sessismo, antisemitismo, islamofobia, discriminazione etnica e religiosa. Il movimento BDS non prende di mira l’identità, ma le complicità con il regime di oppressione israeliano. Invitiamo tutt* a manifestare la propria solidarietà nei confronti della Taverna a Santa Chiara, anche sostenendo e aderendo alla campagna SPLAI, per rafforzare una rete di spazi realmente liberi da razzismo e discriminazione. Per maggiori info sulla campagna SPLAI e per aderire: https://bdsitalia.org/splai
Fuori Israele dal Giro d'Italia: Mobilitiamoci
Dalla Palestina arriva un appello alla mobilitazione lungo tutto il percorso del Giro d’Italia per contestare la partecipazione della squadra israeliana Israel Premier Tech. Mentre Israele continua il genocidio contro la popolazione palestinese a Gaza (51.000 mila morti, di cui oltre 17.000 bambini) e l’occupazione delle terre palestinesi in Cisgiordania, il Giro d’Italia accoglie la sua squadra a braccia aperte. Dal 9 maggio all’1 giugno, dal nord al sud, nelle città e nelle province, non lasciamo passare in silenzio Team Genocidio. Mobilitiamoci in modo nonviolento con bandiere, cartelli, informazioni alla popolazione affinché il rosa di questa bellissima manifestazione non si colori del rosso del sangue palestinese. » Vedi il percorso di quest’anno. » Lasciati ispirare dalle grandi mobilitazioni del passato. Chiudiamo la strada al genocidio! Per segnalare le mobilitazioni: bdsitalia@gmail.com