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Campagna BDS, bilancio e rilancio
Con un compagno del movimento BDS, facciamo un bilancio del boicottaggio allo stato sionista dopo l'assemblea nazionale che si è tenuta la scorsa settimana. La campagna BDS non si ferma: tante le campagne che verranno lanciate nei prossimi tempi e che seguiremo dai microfoni di questa radio.
CYBERTECH EUROPE: BDS CONTRO LA VETRINA DI GUERRA DIGITALE E LA COMPLICITÀ ITALIANA
Cybertech Europe è l’evento di due giorni dedicato a sicurezza e armi che si tiene a Roma, quest’anno il 21 e 22 ottobre. Nato come progetto israeliano, l’evento è oggi contestato dal movimento per il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) che si batte da anni per la sua cancellazione, denunciando la profonda complicità tra il complesso militare-industriale globale e il sistema di occupazione e apartheid israeliano. “Cybertech Europe non è una semplice vetrina di startup, ma è una vera e propria operazione di white washing per nascondere la collaborazione diretta con le forze di occupazione israeliane” ha dichiarato Luca di BDS Roma ai microfoni di Radio Onda d’Urto. Con Leonardo  SPA in prima fila, l’azienda partecipata dallo Stato al 30% che aveva avuto in passato lo stand più grande e un buon numero di relatori. Quest’anno invece il programma dell’evento è cambiato diverse volte, alcuni relatori sono saltati, ed “è anche una conseguenza delle grandi mobilitazioni per la Palestina che ci sono state soprattutto nelle ultime settimane”, ha continuato Luca ai nostri microfoni. Nella giornata del 21 la zona attorno alla Nuova dell’Eur, dove si tiene la fiera, è stata bloccata per ore dalle forze di sicurezza. La contestazione BDS ha messo in luce anche la complicità di altre aziende che partecipano a Cybertech Europe. Si tratta di startup israeliane come Checkpoint, il cui dirigente ha ammesso di collaborare con l’esercito israeliano, e multinazionali del digitale come Cisco, che fornisce infrastrutture digitali per il sistema di occupazione, e Google Cloud, che offre servizi per l’immagazzinamento e il trattamento dei dati derivati dal “controllo totale” della popolazione palestinese. Ascolta l’intervista con Luca di BDS Roma Ascolta o scarica
Cybertech Europe: nuvola di morte
Corrispondenza dall'Eur dove, presso il centro congressi la Nuvola, si sta svolgendo Cybertech Europe, evento nato in Israele e dedicato alla sicurezza informatica, alle tecnologie di difesa e all'intelligence digitale, che riunisce aziende, enti e funzionari governativi con lo scopo di promuovere intese in campo militare. Sono coinvolte alcune delle principali aziende legate agli apparati israeliani e complici del genocidio a Gaza. Appuntamento dalle 18 presso la fermata Eur Palasport della metro B.
MESOPOTAMIA: IL MOVIMENTO CURDO RICORDA IL “COMPLOTTO INTERNAZIONALE” CONTRO OCALAN. PALESTINA: INTERVISTA A OMAR BARGHOUTI (MOVIMENTO BDS)
Nuova stagione, su Radio Onda d’Urto, per Mesopotamia – Notizie dal Vicino Oriente , ogni due venerdì, alle ore 18.45, dentro il ciclo “Cassetta degli Attrezzi”. Nella puntata di venerdì 10 ottobre 2025: * Radio Onda d’Urto è in Rojava, nei territori dell’Amministrazione Autonoma della Siria del Nord e dell’Est. La corrispondenza dalle manifestazioni del 9 ottobre, giorno in cui il movimento di liberazione curdo ricorda l’inizio – era il 1998 – del “complotto internazionale”, quello che portò il leader, Abdullah Ocalan, nell’isola-carcere turca di Imrali. * Palestina: arriva il cessate il fuoco, ma la lotta contro l’occupazione coloniale sionista non si deve fermare. L’intervista a Omar Barghouti, tra i fondatori esattamente 20 anni fa del Movimento BDS – Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni. * Ancora Palestina, ma da Brescia: la presentazione con Alice, compagna del Csa Magazzino 47, della due giorni di sabato 11 e domenica 12 ottobre, “Insieme per la Palestina”. Ascolta la puntata di venerdì 10 ottobre 2025 di Mesopotamia – notizie dal Vicino Oriente trasmessa sulle frequenze antagoniste su Radio Onda d’Urto. Ascolta o scarica
PALESTINA: 20 ANNI DI MOVIMENTO BDS (BOICOTTAGGIO – DISINVESTIMENTI – SANZIONI). INTERVISTA A OMAR BARGHOUTI
  Nell’estate 2005  oltre 170 organizzazioni (partiti politici, sindacati e associazioni) in rappresentanza delle tre parti del popolo palestinese – i profughi palestinesi, i palestinesi sotto occupazione e i palestinesi cittadini di Israele – lanciarono un appello “al boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele fino a quando non rispetterà il diritto internazionale e i principi universali dei diritti umani”. In 20 anni, il movimento BDS ha raggiunto oltre 170 Paesi nel mondo; “ispirati dalla lotta dei sudafricani – si legge nell’appello del 2005 – contro l’apartheid e nello spirito di solidarietà internazionale, coerenza morale e resistenza all’ingiustizia e all’oppressione…noi, rappresentanti della società civile palestinese, facciamo appello alle associazioni ed alle organizzazioni della società civile internazionale e alle persone di coscienza di tutto il mondo affinché impongano ampi boicottaggi e realizzino iniziative di disinvestimento contro Israele simili a quelle applicate contro il Sudafrica durante il periodo di apartheid. Vi chiediamo di fare pressione sui vostri rispettivi stati affinché impongano embargo e sanzioni contro Israele. Invitiamo gli israeliani di coscienza a sostenere questo appello, nell’interesse della giustizia e della pace autentica”. A 20 anni dalla nascita del Movimento BDS Omar Barghouti, uno dei fondatori del BDS, è stato recentemente in Italia per una serie di incontri, che sono concisi con lo sciopero generale indetto dal sindacalismo di base del 22 settembre, a cui poi è seguito un secondo sciopero generale, quello del 3 ottobre, e la manifestazione nazionale oceanica di sabato 4 ottobre a Roma. Radio Onda d’Urto ha avuto la possibilità di intervistare Omar Barghouti. Con lui abbiamo parlato della diffusione del BDS nel mondo e in Italia, della risposta solidale e dal basso che sta attraversando il mondo in solidarietà alla lotta del popolo della Palestina, delle complicità militari, economiche e politiche occidentali con il progetto coloniale dell’occupazione israeliana e delle prospettive di lotta che questa diffusione ha aperto per arrivare alla liberazione del popolo palestinese. L’intervista in inglese – e tradotta in italiano – su Radio Onda d’Urto a Omar Barghouti, tra i fondatori del Movimento BDS. Ascolta o scarica In Italia il Movimento BDS ha lanciato una settimana di mobilitazione, dal 13 al 18 ottobre 2025: “Lasciamo a terra i caccia F 35 israeliani”. Clicca qui per informazioni. Tra le campagne attivate da BDS Italia c’è quella “SPLAI – Spazi liberi dall’apartheid israeliana”. Oltre 500 gli spazi italiani che hanno aderito; tra questi, anche Radio Onda d’Urto.
Show Israel the Red Card
Martedì 14 Ottobre, ore 17:30, a Udine, in piazza della Repubblica, saremo in corteo per dire NO alla presenza della nazionale di uno stato che sta commettendo un genocidio. Quel genocidio perpetrato ai danni del popolo palestinese da quasi due anni; una normalizzazione che Israele cerca di portare avanti grazie alla complicità dell'Occidente anche attraverso lo sport. 23 mesi di violenza che, nel solo ambito sportivo, hanno portato alla distruzione della quasi totalità delle strutture e infrastrutture sportive palestinesi; ridotto gli stadi a centri di detenzione e campi per sfollati; spezzato la vita di oltre 400 calciatori e costretto la Federazione Calcistica Palestinese (PFA) a sospendere a tempo indeterminato tutte le attività. Per noi lo sport - e il calcio in particolare - rappresentano uno spazio virtuale e fisico di incontro e diffusione di valori che sono inconciliabili con la violenza, l'apartheid e l’occupazione. Lo stesso non può dirsi per la nazionale di calcio israeliana che viola gli statuti FIFA e che vede i giocatori-soldato inneggiare alla distruzione totale di Gaza e dedicare i propri successi, come hanno fatto a giugno 2025 dopo la partita contro l’Estonia, all’esercito che sta commettendo un genocidio. Per questo non possiamo permettere che attraverso una partita di calcio si normalizzi l'inferno che si sta vivendo in Palestina. Non saremo mai complici di questa vergogna! Boicottiamo la partita Italia vs Israele valida per le qualificazioni ai Mondiali del 2026. Ci vediamo il 14 ottobre in corteo. Per tutti i gruppi solidali che vogliono aderire https://forms.gle/wjgNd6CySKFpL9tLA Ne parliamo con un compagno del Comitato per la Palestina - Udine
CONGRESSO GEOGRAFICO ITALIANO: NO COMPLICITY IN GENOCIDE (1/2: Lettura comunicato)
Dal 3 al 5 settembre presso il Campus Einaudi di Torino si svolge il XXXIV Congresso Geografico Italiano 2025. Con la voce di due compagne dell'Assemblea Geografa ripercorriamo cosa è accaduto fino a questo momento, cioè le ambiguità dell'organizzazione su quanto sta accadendo in Palestina, e i prossimi appuntamenti che sono stati convocati dall'Assemblea Geografa.  Riportiamo il comunicato:    -------------------------------------------------------------------------------- Dal 3 al 5 settembre presso il Campus Einaudi di Torino si svolge il Congresso Geografico Italiano 2025 dal titolo Era urbana e disordine del mondo. Geografie per interpretare il presente. Ma quale presente e quali geografie si vogliono interpretare? Dopo la pubblicazione del programma, un gruppo di geografe e geografi ha deciso di inviare al comitato organizzatore una lettera con richiesta di chiarimenti, raccogliendo in poco tempo oltre 100 firme per chiedere conto delle scelte, operate dal comitato, di normalizzazione e legittimazione del genocidio in atto in Palestina. Si contesta, in particolare, l’invito del Prof. Michael Storper per la conferenza inaugurale, e la presenza della Hebrew University of Jerusalem come affiliazione di uno degli interventi [la lettera nel suo intero con le relative firme è visionabile qui https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSd6aRHhQDB2RhetiawXRmJilJNq5YHWyNUguoKD_pbuu74lrA/viewform ]. Come reso noto da varie fonti, il Prof. Storper figura tra i docenti dell’UCLA firmatari di lettere che hanno espresso una ferma condanna delle acampadas studentesche in sostegno alla Palestina, definendole terroristiche.  Le stesse lettere contengono attacchi espliciti anche alla componente del corpo docente solidale con il movimento studentesco, arrivando addiritura a chiedere la chiusura di dipartimenti che hanno approvato mozioni a sostegno dell’appello palestinese di interrompere collaborazioni con le università israeliane complici e una netta critica al movimento BDS (Boycott, Divestment, and Sanctions). Tali posizioni hanno contribuito a facilitare la violenta repressione degli studenti dell'UCLA che chiedevano la fine del genocidio perpetrato da Israele, come denunciato dall'organizzazione Jewish Voice for Peace UCLA, oltre ad aver contribuito a prolungare il genocidio e a minare il diritto internazionale. Queste lettere minacciano la libertà dei luoghi del sapere e contestano i principi democratici di ripudio della guerra, negando ogni diritto di protesta (https://web.cs.ucla.edu/~judea/UC-Faculty-for-Integrity-Letter-to-Regents-5.8.24.pdf).   La situazione che stiamo vivendo a livello globale è eccezionalmente grave: siamo testimoni di un genocidio. In questo contesto non è più accettabile assumere un atteggiamento ambiguo o accogliente nei confronti di posizioni che contribuiscono a delegittimare il movimento BDS, il quale rappresenta una delle principali forme di resis tenza civile e non violenta oggi attive a livello globale.    A ciò si aggiunge la questione dell’affiliazione della Hebrew University of Jerusalem, inclusa nel programma senza alcun chiarimenti rispetto alla complicità di questa istituzione nei crimini di guerra, nei crimini contro l'umanità come l’apartheid e nel genocidio commessi da Israele. Come documentato da numerose organizzazioni e da esperti come Francesca Albanese, Maya Wind e Ilan Pappé, questa università ha una storia profondamente intrecciata con l’occupazione militare israeliana.  Ha ampliato il campus sul Monte Scopus nella Gerusalemme Est occupata e, al pari di altre università israeliane, ha trasformato i propri spazi in avamposti regionali strategici a sostegno dell’espulsione dei palestinesi e dell’espansione degli insediamenti israeliani. Il suo campus principale, sul Monte Scopus, si trova nel territorio palestinese occupato illegalmente secondo lo stesso diritto internazionale. Inoltre, la Hebrew University è nota per la sua collaborazione con l’esercito israeliano, e per il coinvolgimento in programmi di ricerca legati al complesso militare-industriale, a causa della sua complicità con l’occupazione militare israeliana dei Territori Palestinesi è stata indicata dalla Palestinian Campaign for the Academic and Cultural Boycott of Israel (PACBI) come una delle istituzioni attivamente complici del sistema di occupazione, colonizzazione e apartheid.   Tuttavia, alla richiesta di chiarimento in merito alle scelte effettuate, il Comitato ha scelto di replicare con una risposta pubblicata sul sito del congresso https://www.geotune.it/cgi/ e apportando alcune modifiche al programma, che di fatto raddoppiano la presenza di Michael Storper: prima in una tavola rotonda dal titolo “Political activism and academic freedom in time of crisis”, seguita da un discorso inaugurale (keynote speech) ora coordinato da un docente noto per aver espresso più volte  posizioni negazioniste del genocidio in corso in Palestina.   L’assemblea geografa ha così deciso di disertare l’assemblea plenaria del CGI convocando l’assemblea parallela “No Complicity in Genocide” che si terrà presso l’Aula A3 del Campus Einaudi alle ore 10.00 in contemporanea, nella quale discutere le forme di complicità accademica con il genocidio in Palestina, e redigere una mozione per l’adozione di linee guida di boicottaggio accademico da presentare all’Associazione dei geografi Italiani e agli altri sodalizi geografici. Riteniamo grave che in questo momento storico la Geografia non prenda posizioni nette sul genocidio in corso perpetrato da Israele, riconosciuto ormai da più fronti e non soltanto nel campo del diritto internazionale. Riteniamo inoltre che le università debbano tornare ad essere luoghi capaci di interrogarsi sulle proprie responsabilità ed implicazioni politiche ed etiche nel complesso militare-industriale e nelle economie del genocidio di cui moltissime, anche in Italia, sono complici. Il Congresso Geografico Italiano rappresenta un momento collettivo della nostra comunità scientifica, che riteniamo debba fondarsi su pratiche coerenti con i valori di giustizia, solidarietà e responsabilità globale contro il colonialismo e le guerre.    Assemblea Geografa assembleageografa@gmail.com
“UDINE È CON LA PALESTINA: FUORI ISRAELE DALLA FIFA!”: APPELLO ALLA MOBILITAZIONE CONTRO LA PARTITA ITALIA – ISRAELE DEL 14 OTTOBRE 2025
“Udine è con la Palestina: fuori Israele dalla FIFA! Appello alla mobilitazione per il 14 ottobre 2025 a Udine in vista della partita FIFA Italia – Israele”: Comitato per la Palestina Udine, Comunità Palestinese FVG e Veneto, ODV Salaam Ragazzi dell’Olivo Comitato di Trieste, BDS Italia e Calcio e Rivoluzione hanno lanciato un appello alla mobilitazione contro la partita di calcio Italia – Israele valida per le qualificazioni alla Coppa del mondo 2026, in programma il 14 ottobre 2025 a Udine. L’iniziativa si inserisce nel contesto della campagna internazionale “Show Israel the red card”. Si tratta della seconda partita tra la nazionale di calcio italiana e quella israeliana che si disputa a Udine nel giro di un anno esatto. Già il 14 ottobre 2024, le realtà friulane solidali con la Palestina avevano organizzato un corteo contro la partita di andata. Tremila persone avevano manifestato contro il genocidio in Palestina, contro l’occupazione e per chiedere che la nazionale di Tel Aviv – utilizzata come potente mezzo di propaganda da governo ed esercito israeliani – venga esclusa dalle competizioni ufficiale internazionali così come accaduto per la Russia in seguito all’invasione dell’Ucraina. Sulle frequenze di Radio Onda d’Urto abbiamo presentato l’appello alla mobilitazione con Davide Castelnovo, del Comitato per la Palestina di Udine. Ascolta o scarica.  
PALESTINA: CRESCE IL MOVIMENTO BDS IN ITALIA “SERVE UN AZIONE URGENTE PER FERMARE IL GENOCIDIO A GAZA”
Mentre a Gaza continua il genocidio per mano israeliana, in Italia si intensificano le iniziative della campagna BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni) contro l’apartheid israeliana. Dall’appello per chiudere i porti italiani al transito di armi, alle adesioni in costante aumento alla rete degli Spazi Liberi dall’Apartheid Israeliana (SPLAI), la mobilitazione dal basso si ferma. Negli ultimi mesi, la campagna ha registrato un coinvolgimento crescente da parte di collettivi, associazioni, realtà culturali e cittadini comuni, sempre più decisi a chiedere la fine della complicità dell’Italia. La richiesta è chiara: fermare ogni forma di sostegno, diretto o indiretto, al regime israeliano e agire subito. Ai microfoni di Radio Onda d’Urto, Raffaele Spiga di BDS Italia. Ascolta o scarica.
Fuori le armi da porti, ferrovie e aeroporti italiani
Con un compagno di BDS Italia parliamo della campagna "Fuori le armi da porti, ferrovie e aeroporti italiani", una petizione per l'embargo militare nei confronti di Israele. Di seguito, il testo della petizione, diretta a UAMA (Unità per le Autorizzazioni dei Materiali di Armamento) presso il MAECI, al Ministero della Difesa e al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che chiede la cessazione di ogni transito di armi e componentistica militare nei porti italiani, soprattutto "di quelle destinate a Israele e ad altri paesi che opprimono e brutalizzano altri popoli commettendo crimini contro l’umanità, il crimine di apartheid e di genocidio". "Nella Relazione governativa del 2025, l’Agenzia delle Dogane riporta, per l'anno 2024, 212 operazioni di esportazioni di materiali militari a Israele per un valore complessivo di 4.208.757 euro che sono da riferirsi a licenze rilasciate in anni precedenti. Inoltre, nel 2024, sono continuati gli interscambi di materiali militari tra Italia e Israele: sono state rilasciate 42 nuove autorizzazioni di importazione di armamenti per il nostro Paese per 154.937.788 euro e, sempre nel 2024, ne sono state effettivamente importate per 37.289.708 euro.  Inoltre continua in Italia la produzione di droni "munizioni circuitanti" (detti anche "droni kamikaze") Hero 30. Sono prodotti dalla RWM Italia su licenza della israeliana U Vision, non solo per le nostre Forze Armate ma anche per l'esportazione:  il primo destinatario è stata nel 2023 l'Ungheria verso cui l'Italia (governo Meloni) ha autorizzato l'esportazione di 160 droni Hero 30 e relativo materiale per un valore di circa 150 milioni di euro. A siglare ancor più il legame Italia-Israele, c’è un Memorandum che dura da 20 anni e implica collaborazione militare e condivisione di strategie anche coperte da segreto militare. Si rinnova ogni 5 anni automaticamente, se uno dei due stati non lo “rigetta” (denuncia in gergo tecnico). Venti anni macchiati da stragi di civili e gravissime violazioni di diritti umani, scadranno l’otto giugno. Tra pochi giorni. Undici giuristi hanno indirizzato al Governo una diffida sostenuta da Bds. Il memorandum è la “madre” di tutti gli accordi di cooperazione militare con Israele tuttora attivi, a partire dalle esercitazioni congiunte nell’aeroporto di Amendola per testare i caccia F35, fino all’acquisto di tecnologie israeliane per dotare aerei spia in dotazione all’aeronautica italiana. I nostri governanti che sono senza vergogna hanno già detto che sosterranno ancora questo memorandum. Il 21 giugno, in coincidenza con la manifestazione a Roma contro il riarmo europeo, si terrà una giornata internazionale contro lo spyware di Israele, che nel settore è leader mondiale. La tecnologia di sorveglianza è ampiamente venduta in tutto il mondo ed è utilizzata dall’esercito israeliano per trovare e selezionare obiettivi da bombardare. Basta che l’IA esamini innumerevoli filmati di sorveglianza per identificare l’obiettivo da colpire, non importa se in mezzo ad altre persone che verranno pure uccise. Israele ha dato all’IA il controllo diretto di armi letali: è la prima volta nella storia che i computer sono autorizzati ad uccidere esseri umani. La sorveglianza è diventata un’arma letale, essenziale per il genocidio di Gaza". E' possibile sottoscrivere la petizione qui