Fermo amministrativo per Seabird 1, l’aereo di monitoraggio sul MediterraneoIl governo italiano alza il livello dello scontro contro chi documenta le
violazioni dei diritti umani nel Mediterraneo centrale. Il 7 agosto, l’Ente
Nazionale Aviazione Civile (ENAC) ha notificato al team di Sea-Watch il fermo
amministrativo immediato del Seabird 1, uno degli aerei utilizzati
dall’organizzazione civile di soccorso in mare Sea-Watch 1 per monitorare e
documentare soccorsi e respingimenti.
«Solo una settimana prima,» – denuncia l’ONG – «il team aereo aveva documentato
come le autorità italiane avessero ignorato per un’intera giornata le chiamate
di soccorso di una nave in difficoltà, determinando la morte di due bambini.
Questo caso ha suscitato grande attenzione in Italia».
Per Sea-Watch, il provvedimento non è che l’ennesimo segnale di una strategia
volta a eliminare il monitoraggio indipendente nel Mediterraneo. «La ragione del
fermo ci è attualmente sconosciuta – ha dichiarato Laura Meschede, portavoce
dell’organizzazione -. Ma è evidente che si tratta di un pretesto per
sbarazzarsi di noi, testimoni della situazione nel Mediterraneo».
La base giuridica è il Decreto-legge 11 ottobre 2024, n. 145 2, il cosiddetto
Decreto Flussi, che consente di sequestrare anche gli aerei delle ONG. Già al
momento dell’approvazione, associazioni e attivisti avevano denunciato il
rischio che lo strumento venisse usato per ostacolare le attività di
monitoraggio. Il caso del Seabird 1 conferma questi timori.
Il Decreto 145 è strutturato in tre capi principali (più le disposizioni
finali), che corrispondono ad aree tematiche distinte. L’introduzione di
obblighi stringenti per gli aeromobili civili impiegati in attività di ricerca e
soccorso, insieme alle norme su richieste di asilo e cooperazione del
richiedente e alle procedure di respingimento alle frontiere, è contenuta nel
Capo III – Gestione dei flussi migratori e protezione internazionale.
«Gli aeromobili che effettuano attività non occasionale di ricerca finalizzata o
strumentale alle operazioni di soccorso (…) hanno l’obbligo,» – spiega
l’avvocato Arturo Raffaele Covella – «nel rispetto delle convenzioni
internazionali, di informare di ogni situazione di emergenza in mare
immediatamente e con priorità l’ente dei servizi del traffico aereo competente e
il Centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo, nonché i Centri di
coordinamento degli Stati costieri responsabili delle aree contigue».
Interviste/In mare
FLUSSI, PROTEZIONE INTERNAZIONALE E TUTELA PER LE VITTIME DI CAPORALATO
L’intervista all’avvocato Arturo Raffaele Covella sul D.L. n. 145/2024
12 Novembre 2024
Questa disposizione, seppur presentata come garanzia di coordinamento
rappresenta un ulteriore strumento di controllo e potenziale ostacolo alla
libertà di monitoraggio indipendente.
«Negli ultimi mesi – continua Meschede – abbiamo documentato ripetute gravi
violazioni dei diritti umani da parte del governo italiano. Abbiamo registrato
come le autorità italiane ignorassero le chiamate di soccorso e decine di
persone annegassero. Abbiamo documentato come milizie libiche armate dall’Italia
e dall’UE abbiano sparato su soccorritori e persone in fuga. Ogni giorno
raccontiamo gli effetti mortali delle politiche isolazioniste dell’Europa: non
sorprende che il governo italiano voglia sbarazzarsi di noi».
Il fermo, che durerà inizialmente 20 giorni, potrebbe avere conseguenze ben più
gravi: alla seconda “violazione” del decreto, la durata salirebbe a 60 giorni;
alla terza, l’aereo verrebbe confiscato definitivamente.
Sea-Watch ha annunciato che intraprenderà azioni legali contro il provvedimento
che segna un precedente importante. Finora, infatti, le misure restrittive nei
confronti delle ONG, si erano concentrate principalmente sulle imbarcazioni di
soccorso in mare, mentre un sequestro diretto di un velivolo dedicato al
monitoraggio aereo non aveva mai avuto luogo.
Nel frattempo, l’assenza del Seabird 1 lascia un vuoto pericoloso che rischia di
tradursi in un aumento di respingimenti illegali, naufragi non documentati e
silenzi sui naufragi quotidiani che si consumano al largo delle coste europee.
Sea-Watch ha comunicato che l’8 agosto alle 16:22 – a poco più di 24 ore dal
sequestro del Seabird1 – è decollato da Lampedusa il loro Seabird 3. L’ONG è
tornata in volo per documentare e denunciare le violazioni dei diritti umani nel
Mediterraneo, violazioni rese possibili dall’Italia e dall’Unione Europea.
1. La nota stampa di Sea-Watch ↩︎
2. Disposizioni urgenti in materia di ingresso in Italia di lavoratori
stranieri, di tutela e assistenza alle vittime di caporalato, di gestione
dei flussi migratori e di protezione internazionale, nonché’ dei relativi
procedimenti giurisdizionali. (24G00171) Consulta il DL ↩︎