Quinto giorno di navigazione per Antonio Mazzeo su Handala: restiamo umani per salvare la popolazione a Gaza
PUBBLICHIAMO IL VIDEO E LA TRASCRIZIONE DEL REPORT DI ANTONIO MAZZEO, DOCENTE,
GIORNALISTA E PROMOTORE DELL’OSSERVATORIO CONTRO LA MILITARIZZAZIONE DELLE
SCUOLE E DELLE UNIVERSITÀ, AL QUINTO GIORNO DI NAVIGAZIONE SU HANDALA DI FREEDOM
FLOTILLA ALLA VOLTA DELLA PALESTINA.
Buongiorno, è iniziato il quinto giorno di viaggio dell’Handala, l’imbarcazione
di Freedom Flotilla diretta a Gaza. Abbiamo appena superato l’appunto orientale
di Creta, di fronte abbiamo dall’altra parte superato anche il confine della
Libia e, di fatto, siamo ormai frontali all’Egitto, pertanto più del 50-60% del
percorso da Gallipoli a Gaza è stato completato.
La notte è trascorsa serenamente, ancora una volta abbiamo fatto un bagno nella
Via Lattea, anche se pure stanotte abbiamo dovuto constatare il transito
costante e continuo di aerei militari sulla rotta tra il Mediterraneo
occidentale e il Mediterraneo orientale, soprattutto gli immancabili droni che
non credo fossero per noi, non credo che fossero per l’Handala, ma dimostrano
come ormai il Mediterraneo si sia ultramilitarizzato.
Non c’è soltanto lo scontro in atto nel in Medio Oriente, ma c’è soprattutto la
guerra all’immigrazione e ai migranti che è stata lanciata dall’Unione europea,
dall’agenzia Frontex, non è un caso che proprio la parte finale di questo mare,
compreso tra la Libia e la Grecia, è quello che è intensamente visitato e
monitorato da questi droni, che appartengono ormai un po’ a tutte le marine e a
tutte le aeronautiche dei Paesi presenti in questo bacino, ma che soprattutto
vedono l’Agenzia dell’Unione europea continuare a spendere soldi e voglio
ricordare che alcuni di questi droni sono di produzione israeliana, sono stati
acquistati in Israele.
Le notizie che arrivano da Gaza purtroppo sono sempre le stesse. Continua lo
sterminio per fame della popolazione, soprattutto delle bambine e dei bambini.
Ormai le grandi agenzie internazionali e centinaia di organizzazioni non
governative lanciano l’allarme: morte per malnutrizione. E ieri il ministro
Tajani ha avuto l’ardire di dire che è arrivata l’ora di convincere Netanyahu a
cessare le proprie operazioni di morte e di guerra con Israele. Non ha spiegato
come, ma comunque ha ci ha tenuto a precisare che non è certo rompendo le
relazioni con Israele che si riuscirebbe a garantire l’aiuto economico e
l’intervento umanitario direttamente a Gaza.
Ebbene, consentitemi di dire al ministro Tajani che perlomeno un modo c’è ed è
interrompere immediatamente qualsiasi relazione militare con Israele. Impedire
che continuino ad arrivare armi italiane a Israele, esattamente tutto il
contrario di quello che sarebbe stato affermato dal ministro Crosetto, cioè che
non abbiamo trasferito armi in dopo il 7 ottobre 2023, cosa che è stata smentita
da diverse inchieste giornalistiche che hanno utilizzato le fonti ufficiali,
penso particolarmente quelli delle Camere di commercio e dell’Istat.
E poi lo diciamo chiaramente al ministro Tajani c’è questa imbarcazione,
l’Handala, che ha il dovere morale, che rappresenta la volontà dei popoli
dell’America Latina, dei popoli degli Stati Uniti, dei popoli dell’Europa di
rompere questo blocco navale che impedisce che impedisce che gli aiuti
umanitari, i farmaci, i generi alimentari arrivino alla popolazione palestinese.
Ebbene, il ministro Tajani, la Von der Leyen, i ministri del Paesi membri
dell’Unione europea devono fare immediatamente una cosa: fare tutte le pressioni
possibili sul governo italiano perché si permetta all’Handala di toccare il
porto di Gaza. Vogliamo incontrare i cittadini di Gaza, vogliamo guardare negli
occhi le donne, gli uomini, gli anziani, ma soprattutto le bambine e i bambini
di Gaza. Vogliamo esprimere concretamente la nostra solidarietà e soprattutto il
desiderio della comunità internazionale che il popolo palestinese abbia
finalmente la pace, abbia finalmente il diritto a restare nella terra in cui
sono nati ed impedire pertanto la pulizia etnica in corso in atto da parte del
governo israeliano.
Pertanto, credo che in questo momento la cosa più importante è che ci sia una
grande pressione internazionale perché l’Handala possa finalmente approdare a
Gaza. Sarebbe un fatto politico importante, dimostrerebbe che di fronte
all’inefficienza, di fronte all’incapacità, di fronte alla condivisione da parte
dei governi delle politiche genocide d’Israele c’è esattamente una popolazione
intera del pianeta che ha fatto una scelta di campo, ha scelto di stare accanto
ai palestinesi e ha scelto di farlo in modo concreto, mettendoci i corpi,
mettendoci i volti. Lo si sta facendo nelle piazze di tutto il mondo, lo si è
fatto nelle università con le occupazioni e gli acampandos. Ebbene oggi lo si
sta facendo con un’azione diretta nonviolenta.
Ventuno corpi messi a disposizione del popolo palestinese per rompere l’embargo,
per rompere questo blocco navale. Ecco, i governi europei, il governo
statunitense, il governo australiano, il governo tunisino, il governo marocchino
devono fare tutte le pressioni su Israele perché venga rispettato il diritto
internazionale umanitario, perché venga rispettato il diritto della navigazione,
perché vengano rispettati i più elementari diritti umani. A Gaza si sta morendo
di fame, a Gaza si sta morendo di inedia, a Gaza si muore di sete. Ecco, allora
se vogliamo davvero esprimere un minimo di umanità, un po’ come ci ricordava
Arrigoni: restiamo umani.
E, allora, per restare umani, consentite, fate in tutti i modi che Handala possa
arrivare a Gaza per esprimere un gesto piccolo, ma un gesto di umanità in un
luogo dove la disumanizzazione, dove la morte è diventata sovrana. Grazie.
Come seguire sulla mappa la nave Handala: 1) scaricare una applicazione per il
tracciamento tramite AIS es. Vesselfinder 2) impostare nella lente di ricerca il
nome della nave “NAVARN”, scegliere quella registrata come “pleasure craft” con
bandiera inglese 3) potete leggere caratteristiche, rotta seguita, velocità,
ecc. e posizione sulla mappa