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Rumore contro il silenzio a Vigevano e Mede Lomellina
Sabato 9 agosto le manifestazioni nei due centri urbani della provincia pavese hanno coinvolto le associazioni e aggregazioni locali insieme a numerose persone a esprimere la propria indignazione chiassosamente. Promosse dal Coordinamento per la Pace di Vigevano e Lomellina, le iniziative si sono svolte nel centro di Vigevano all’insegna dello striscione con scritto la pace non tace e a Mede Lomellina intorno al motto restiamo umani. A Vigevano, dove per l’occasione sono state recitate poesie e letti testi sulla pace, opere e brani composti da autori del territorio lomellino, i 200 partecipanti al raduno in piazza Ducale sul sagrato del Duomo hanno fatto ‘baccano’ con fischietti, pentole, scodelle e oggetti rumorosi dopo che il silenzio della serata estiva nella città era stato spezzato dai rintocchi delle campane. «Ringraziamo la diocesi per aver partecipato a questa iniziativa e per aver dato disposizione alle chiese lomelline di suonare le campane in concomitanza con la nostra manifestazione – ha dichiarato Adriano Arlenghi a nome dei promotori – Dobbiamo chiedere al mondo intero di ascoltare tutto quel dolore che giunge dalla Palestina. Vogliamo rompere il mostruoso muro di silenzio. Gaza muore di fame e non possiamo più restare indifferenti». Accanto alle bandiere arcobaleno e della Palestina, a Vigevano spiccava lo striscione con scritto “la pace non tace” realizzato da Ale Puro, un artista vigevanese eclettico, autore di graffiti e murales, opere su tela e illustrazioni, e a Mede Lomellina i manifestanti si sono raccolti in cerchio intorno al motto di Vittorio Arrigoni: > Restiamo umani è l’adagio con cui firmavo i miei pezzi per Il Manifesto e per > il blog. È un invito a ricordarsi della natura dell’uomo. Io non credo nei > confini, nelle barriere, nelle bandiere, credo che apparteniamo tutti > indipendentemente dalle latitudini e dalle longitudini alla stessa famiglia > che è la famiglia umana – Vittorio “Vik” Arrigoni / RESTIAMO UMANI – > Fondazione Vittorio Arrigoni VIK Utopia onlus Al raduno a Mede Lomellina hanno partecipato alcuni componenti del gruppo che ogni settimana a Sartirana Lomellina pratica il silenzio per la pace, tra cui Luisa Dallera che ha osservato che la manifestazione è stata “emozionante, partecipata, ha attratto anche l’attenzione dei passanti, che si sono fermati e spesso si sono uniti a noi e fatto chiasso battendo le mani”, e dell’Associazione Futuro Sostenibile in Lomellina, la cui presidente, Alda La Rosa, ha commentato: «A chi critica, a chi insulta perché manifestiamo il nostro pianto, il nostro dolore per il genocidio a Gaza e per ciò che accade in Ucraina, noi rispondiamo pacificamente ma facendo rumore perché le coscienze egoisticamente ripiegate su se stesse si sveglino e chiedano a chi governa il mondo di fermare tanto orrore. Ci uniamo così a milioni e milioni di persone che in tutto il pianeta stanno manifestando per la pace».   Maddalena Brunasti
Quinto giorno di navigazione per Antonio Mazzeo su Handala: restiamo umani per salvare la popolazione a Gaza
PUBBLICHIAMO IL VIDEO E LA TRASCRIZIONE DEL REPORT DI ANTONIO MAZZEO, DOCENTE, GIORNALISTA E PROMOTORE DELL’OSSERVATORIO CONTRO LA MILITARIZZAZIONE DELLE SCUOLE E DELLE UNIVERSITÀ, AL QUINTO GIORNO DI NAVIGAZIONE SU HANDALA DI FREEDOM FLOTILLA ALLA VOLTA DELLA PALESTINA. Buongiorno, è iniziato il quinto giorno di viaggio dell’Handala, l’imbarcazione di Freedom Flotilla diretta a Gaza. Abbiamo appena superato l’appunto orientale di Creta, di fronte abbiamo dall’altra parte superato anche il confine della Libia e, di fatto, siamo ormai frontali all’Egitto, pertanto più del 50-60% del percorso da Gallipoli a Gaza è stato completato. La notte è trascorsa serenamente, ancora una volta abbiamo fatto un bagno nella Via Lattea, anche se pure stanotte abbiamo dovuto constatare il transito costante e continuo di aerei militari sulla rotta tra il Mediterraneo occidentale e il Mediterraneo orientale, soprattutto gli immancabili droni che non credo fossero per noi, non credo che fossero per l’Handala, ma dimostrano come ormai il Mediterraneo si sia ultramilitarizzato. Non c’è soltanto lo scontro in atto nel in Medio Oriente, ma c’è soprattutto la guerra all’immigrazione e ai migranti che è stata lanciata dall’Unione europea, dall’agenzia Frontex, non è un caso che proprio la parte finale di questo mare, compreso tra la Libia e la Grecia, è quello che è intensamente visitato e monitorato da questi droni, che appartengono ormai un po’ a tutte le marine e a tutte le aeronautiche dei Paesi presenti in questo bacino, ma che soprattutto vedono l’Agenzia dell’Unione europea continuare a spendere soldi e voglio ricordare che alcuni di questi droni sono di produzione israeliana, sono stati acquistati in Israele. Le notizie che arrivano da Gaza purtroppo sono sempre le stesse. Continua lo sterminio per fame della popolazione, soprattutto delle bambine e dei bambini. Ormai le grandi agenzie internazionali e centinaia di organizzazioni non governative lanciano l’allarme: morte per malnutrizione. E ieri il ministro Tajani ha avuto l’ardire di dire che è arrivata l’ora di convincere Netanyahu a cessare le proprie operazioni di morte e di guerra con Israele. Non ha spiegato come, ma comunque ha ci ha tenuto a precisare che non è certo rompendo le relazioni con Israele che si riuscirebbe a garantire l’aiuto economico e l’intervento umanitario direttamente a Gaza. Ebbene, consentitemi di dire al ministro Tajani che perlomeno un modo c’è ed è interrompere immediatamente qualsiasi relazione militare con Israele. Impedire che continuino ad arrivare armi italiane a Israele, esattamente tutto il contrario di quello che sarebbe stato affermato dal ministro Crosetto, cioè che non abbiamo trasferito armi in dopo il 7 ottobre 2023, cosa che è stata smentita da diverse inchieste giornalistiche che hanno utilizzato le fonti ufficiali, penso particolarmente quelli delle Camere di commercio e dell’Istat. E poi lo diciamo chiaramente al ministro Tajani c’è questa imbarcazione, l’Handala, che ha il dovere morale, che rappresenta la volontà dei popoli dell’America Latina, dei popoli degli Stati Uniti, dei popoli dell’Europa di rompere questo blocco navale che impedisce che impedisce che gli aiuti umanitari, i farmaci, i generi alimentari arrivino alla popolazione palestinese. Ebbene, il ministro Tajani, la Von der Leyen, i ministri del Paesi membri dell’Unione europea devono fare immediatamente una cosa: fare tutte le pressioni possibili sul governo italiano perché si permetta all’Handala di toccare il porto di Gaza. Vogliamo incontrare i cittadini di Gaza, vogliamo guardare negli occhi le donne, gli uomini, gli anziani, ma soprattutto le bambine e i bambini di Gaza. Vogliamo esprimere concretamente la nostra solidarietà e soprattutto il desiderio della comunità internazionale che il popolo palestinese abbia finalmente la pace, abbia finalmente il diritto a restare nella terra in cui sono nati ed impedire pertanto la pulizia etnica in corso in atto da parte del governo israeliano.   Pertanto, credo che in questo momento la cosa più importante è che ci sia una grande pressione internazionale perché l’Handala possa finalmente approdare a Gaza. Sarebbe un fatto politico importante, dimostrerebbe che di fronte all’inefficienza, di fronte all’incapacità, di fronte alla condivisione da parte dei governi delle politiche genocide d’Israele c’è esattamente una popolazione intera del pianeta che ha fatto una scelta di campo, ha scelto di stare accanto ai palestinesi e ha scelto di farlo in modo concreto, mettendoci i corpi, mettendoci i volti. Lo si sta facendo nelle piazze di tutto il mondo, lo si è fatto nelle università con le occupazioni e gli acampandos. Ebbene oggi lo si sta facendo con un’azione diretta nonviolenta. Ventuno corpi messi a disposizione del popolo palestinese per rompere l’embargo, per rompere questo blocco navale. Ecco, i governi europei, il governo statunitense, il governo australiano, il governo tunisino, il governo marocchino devono fare tutte le pressioni su Israele perché venga rispettato il diritto internazionale umanitario, perché venga rispettato il diritto della navigazione, perché vengano rispettati i più elementari diritti umani. A Gaza si sta morendo di fame, a Gaza si sta morendo di inedia, a Gaza si muore di sete. Ecco, allora se vogliamo davvero esprimere un minimo di umanità, un po’ come ci ricordava Arrigoni: restiamo umani. E, allora, per restare umani, consentite, fate in tutti i modi che Handala possa arrivare a Gaza per esprimere un gesto piccolo, ma un gesto di umanità in un luogo dove la disumanizzazione, dove la morte è diventata sovrana. Grazie. Come seguire sulla mappa la nave Handala: 1) scaricare una applicazione per il tracciamento tramite AIS es. Vesselfinder 2) impostare nella lente di ricerca il nome della nave “NAVARN”, scegliere quella registrata come “pleasure craft” con bandiera inglese 3) potete leggere caratteristiche, rotta seguita, velocità, ecc. e posizione sulla mappa