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L’India respinge le accuse del Bangladesh
Il Ministero degli Affari Esteri indiano ha recentemente respinto le accuse del governo del Bangladesh che ha affermato che Nuova Delhi sostiene il partito politico della deposta Prima ministra bangladese Sheikh Hasina. Definendo l’affermazione fuori luogo, il ministero ha chiarito che l’India non consente attività politiche contro altri paesi dal suo suolo. Tuttavia, il governo centrale ha ammesso che Nuova Delhi non era a conoscenza di alcuna attività anti-Bangladesh da parte di presunti membri della Lega Awami (partito politico di Hasina messo fuori legge) all’interno dell’India. Un portavoce del ministero ha anche aggiunto che Nuova Delhi si aspettava elezioni libere, eque e inclusive in Bangladesh il prima possibile per accertare la volontà e il mandato dei cittadini. Un anno fa, quando una rivolta di massa in Bangladesh ha spodestato la premier in carica Hasina, è venuta in India per chiedere asilo con un breve preavviso. Nessuno pensò che la figlia del Bangabandhu dovesse rimanere nel paese vicino per tutti questi mesi. Il centro non ha ancora annunciato che Hasina ha ricevuto un rifugio ufficiale, ma il suo passaporto è già stato sospeso dal governo provvisorio del Bangladesh. Il governo ad interim guidato da Muhammad Yunus continua anche a perseguire l’estradizione di Hasina per affrontare i processi nel suo paese d’origine a seguito di centinaia di denunce della polizia contro di lei. La recente iniziativa di Dacca ha scioccato il popolo indiano, poiché il regime guidato da Yunus ha affermato che molti sostenitori di Hasina si stavano rifugiando in India e persino gestendo uffici lì. Una dichiarazione rilasciata dal Ministero degli Affari Esteri del Bangladesh il 20 agosto ha dichiarato che la loro attenzione è stata attirata dai resoconti dei media sugli “uffici del partito politico bandito intitolato Bangladesh Awami League” a Delhi e Calcutta. Questo sviluppo si verifica sullo sfondo delle crescenti attività anti-Bangladesh da parte dei leader della Lega Awami dal territorio indiano, ha aggiunto la dichiarazione. Ha inoltre affermato che qualsiasi forma di attività politica e campagna contro gli interessi del Bangladesh da parte dei suoi cittadini, che rimangono sul suolo indiano, compresa l’istituzione di uffici, costituisce un affronto inequivocabile al popolo e allo Stato del Bangladesh. Inoltre, Dacca ha avvertito che questi sviluppi minacciano la fiducia e il rispetto reciproci alla base delle relazioni di buon vicinato tra i due paesi e ha invitato Nuova Delhi ad agire immediatamente per fermare qualsiasi attività anti-Bangladesh e chiudere gli uffici della Lega Awami (funzionanti legalmente o illegalmente all’interno dell’India). Ultimamente, il governo ad interim bangladese ha anche avvertito i media del Bangladesh di evitare di trasmettere messaggi da parte di Hasina, accusando la premier detronizzata di fare affermazioni false e infiammatorie in molte occasioni, Dacca ha chiesto a tutti i canali di notizie satellitari e alle piattaforme digitali del paese di ignorare tali messaggi, minacciando azioni legali. In precedenza, il Tribunale penale internazionale aveva impedito a Hasina di fare discorsi di odio. Le notizie relative agli uffici temporanei della Awami League a Calcutta e Delhi sono state diffuse da una serie di media bangladesi che hanno citato un recente rapporto della BBC Bangla. Quelle notizie hanno affermato che oltre 2000 ministri e leader della Lega Awami, insieme a burocrati in pensione, ufficiali dell’esercito e della polizia, avvocati e altri si stanno rifugiando in India con visti medici e turistici estesi. Hanno affittato alloggi comuni per riunirsi regolarmente e discutere di questioni politiche in cui molti partecipano personalmente e alcuni si collegano digitalmente da varie parti del mondo. In un’occasione, secondo quanto riferito, Hasina si era rivolta alla riunione, che alla fine è stata resa pubblica da media selezionati. Tuttavia, la pratica di sostenere gli elementi anti-India dal suo territorio era un approccio familiare per il Bangladesh in quanto sosteneva una serie di gruppi militanti armati dal nord-est dell’India per decenni. Diversi gruppi separatisti di Assam, Meghalaya, Tripura, ecc. organizzarono campi di addestramento all’interno del Bangladesh prima della loro resa. Come gesto di ritorno, i suddetti gruppi militanti non hanno alzato la voce contro i musulmani del Bangladesh che si sono rifugiati illegalmente in India, anche se il risentimento pubblico contro quei migranti è continuato. La questione delle infiltrazioni ha preso slancio quando il primo ministro indiano Narendra Modi ha espresso le sue preoccupazioni per le infiltrazioni e i cambiamenti demografici nelle località di confine a causa della crescita demografica della popolazione musulmana. Rivolgendosi alla nazione il 15 agosto, Modi ha annunciato che sarà istituita una missione importante per affrontare questi problemi. Si stima che non meno di 20 milioni di bangladesi vivono in India senza permesso. Traduzione dall’inglese di Filomena Santoro. Revisione di Thomas Schmid. Nava J. Thakuria
LEVANTE: APPROFONDIMENTO SULLA SITUAZIONE POLITICA IN BANGLADESH A UN ANNO DALLA RIVOLTA DEL LUGLIO 2024. INTERVISTA A ROMANE CAUQUI
Levante: la puntata di luglio 2025 dell’approfondimento mensile di Radio Onda d’Urto sull’Asia orientale, in onda all’interno di “C’è Crisi”, trasmissione dedicata agli scenari internazionali in onda ogni giovedì dalle ore 20 alle ore 21. In collegamento Dario Di Conzo, collaboratore di Radio Onda d’Urto, co-curatore di “Levante”, assegnista di ricerca alla Scuola Normale Superiore e docente a contratto all’Università Orientale di Napoli, e Romane Cauqui, dottoranda in Scienze politiche e sociali alla Scuola Normale Superiore, dove si occupa di condizioni di lavoro nel settore dell’abbigliamento nelle catene di produzione globali in Bangladesh e in Turchia. Romane Cauqui si è collegata con noi direttamente da Dacca. Con Romane Cauqui abbiamo parlato della storia recente e dell’attualità del Bangladesh, dove la ricercatrice si trova in questo momento proprio per condurre il proprio studio. In un primo momento le abbiamo chiesto una panoramica sulla realtà di questo paese del quale si sente parlare poco sui media alle nostre latitudini. L’estate scorsa, nel luglio 2024, il Paese è stato attraversato da un’ondata di proteste e mobilitazioni di massa contro il governo. Le manifestazioni, guidate dagli studenti, sono scoppiate in un primo momento per protestare prima contro un sistema di quote nei concorsi pubblici. Una repressione violenta da parte delle autorità ha però contribuito a trasformare la mobilitazione in un movimento nazionale contro l’autoritarismo. Il 5 agosto 2024, la prima ministra Sheikh Hasina, al potere da oltre 15 anni, ha lasciato il Paese. Questi eventi hanno aperto un nuovo capitolo nella vita politica del Bangladesh, che a distanza di un anno si sta ancora definendo. Da un anno, al potere c’è un governo provvisorio guidato da Muhammad Yunus, premio Nobel per la pace e figura di spicco dell’opposizione ad Hasina. Il governo di transizione è incaricato di portare a termine alcune riforme strutturali e di creare delle commissioni tematiche (sul lavoro, sulle questioni di genere, sulla riforma strutturale). Il lavoro dell’esecutivo risulta però molto lento e sta ricevendo critiche da tutte le forze politiche. In generale, si registra una forte frammentazione politica e, mentre si preparano le celebrazioni del primo anniversario della rivolta dell’estate 2024, tensioni e violenze tra gruppi e fazioni politiche diverse sono in aumento. La puntata di luglio 2025 di “Levante” su Radio Onda d’Urto con Dario Di Conzo e Romane Cauqui, dedicata alla situazione politica in Bangladesh. Ascolta o scarica.