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Carlo è vivo e lotta insieme a noi
A UNA SETTIMANA DALL’ANNUALE ‘PER NON DIMENTICARLO’ CHE SI È TENUTO A GENOVA E CHE GIÀ ABBIAMO RACCONTATO QUALCHE GIORNO FA, RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO QUESTO CONTRIBUTO DI NICOLETTA DOSIO E CON L’OCCASIONE LA REGISTRAZIONE DEL SUO BELLISSIMO INTERVENTO CHE TROVATE A FINE ARTICOLO. BUONA LETTURA E BUONA VISIONE! 20 LUGLIO 2001-20 LUGLIO 2025 Carlo è vivo e lotta insieme a noi. Genova ci ha accolti con la mole di una nave da crociera così grande da sottrarre ogni vista di mare: decine di piani, migliaia di finestrelle che, a vederle, danno l’angoscia e non fanno certo pensare all’avventura del viaggio, ma allo stress del vivere compressi, intrappolati nell’anonimato della folla. Ma piazza Alimonda è dolce e fraterna in questo pomeriggio che ogni anno si ripete sul filo del ricordo. Non abbiamo dimenticato Carlo e lo rivediamo mentre, in queste stesse ore di ventiquattro anni fa, insieme a tanti altri giovani come lui, percorre queste strade portandosi addosso null’altro che i suoi vent’anni, la canottiera bianca, il rotolo di scotch infilato al braccio e lo sguardo azzurro, sincero di ragazzo. Foto di Mario Luca Bariona A piazza Alimonda Carlo fu ammazzato, colpito a morte dalle forze dell’ordine costituito, il braccio armato del G8 che in quei giorni, per le vie di Genova, celebrò i riti della globalizzazione capitalistica in un bagno di sangue di cui la morte di Carlo fu il tragico culmine. Oggi qui a ricordare ci ritroviamo in tanti, i vecchi compagni e i giovani venuti dopo sulla via delle lotte. E ancora sventolano le bandiere e gli striscioni di allora a denunciare il presente del sistema di sempre, guerrafondaio e assassino. “LA LORO PACE E LA LORO GUERRA SONO COME IL VENTO E LA TEMPESTA: LA LORO GUERRA UCCIDE QUEL CHE ALLA LORO PACE È SOPRAVVISSUTO”. La lirica di Brecht mi risuona in testa mentre ascolto gli interventi dal palco che denunciano come la pace armata di allora sia diventata la guerra aperta di oggi. La loro pace, devastando diritti, senso di solidarietà sociale e ambientale, cultura dell’accoglienza, internazionalismo degli sfruttati, ha aperto la strada agli orrori della loro guerra. Una guerra imperiale e coloniale che dura da sempre e che ora si fa pulizia etnica contro il popolo Palestinese, genocidio a suon di bombe e di morte per fame, praticato dallo stato di Israele con il sostegno del capitalismo mondiale e dei governi ad esso asserviti. In piazza Alimonda risuonano canzoni e parole e non c’è ambiguità né rassegnazione. Rabbia e festa stanno insieme come allora, in quella Genova 2001, quando le barriere delle “zone rosse”, innalzate a protezione dei potenti, nulla potevano contro il dilagare della protesta. Ed al divieto di stendere panni da balcone a balcone, emesso dalla questura in nome di un presunto decoro urbano, la città rispondeva con l’l’ironico, allegro sventolìo di maglie, mutande, camiciole, calzini stesi in lunghe file ad asciugare lungo tutte le vie del centro storico. HAIDI Oggi sono tanti i sorrisi, gli abbracci, grande la gioia del ritrovarsi, ma il cuore della giornata è lei, la mamma di Carlo, la dolce Haidi che siede modestamente dietro il palco e, nel tempo, ha saputo fare del dolore un talismano contro la rassegnazione, una ragione forte di testimonianza e di resistenza collettiva. Quando ripartiamo verso la Valle è ormai sera, una sera luminosa che penetra nei caruggi accarezzando muri scrostati e affreschi signorili. In quest’ora Genova, deposta la concretezza mercantile, si riveste di malinconia. Le navi da crociera hanno lasciato il porto e, dalla soprelevata che, come una spina dorsale, attraversa tutta la città, riusciamo a vedere in lontananza uno spicchio di mare. --------------------------------------------------------------------------------   Tags: Carlo Giuliani, G8, Genova, Valle di Susa Centro Sereno Regis
Dalla Piazza Carlo Giuliani di Genova un forte invito a non mollare
Una Piazza Alimonda affollata ieri come non mai si è ritrovata per ricordare come ogni anno quelle tragiche giornate di 24 anni fa. E quest’anno, più che mai, la tre giorni di Genova non è stata solo un modo Per Non DimentiCarlo, ma l’occasione per riflettere sullo stato di erosione, sul vero e proprio attacco sferrato nel corso degli anni alla nostra già fragile democrazia: “dallo stato sociale minimo allo stato penale massimo” come in estrema sintesi aveva detto Italo Di Sabato (Osservatorio Repressione) in occasione della presentazione del suo ultimo libro, solo due giorni prima. Come per le scorse edizioni infatti, il programma della tre giorni concepito dal Comitato Piazza Carlo Giulini si è inaugurato già da venerdì pomeriggio, con un dibattito in forma di presentazione di ben quattro libri, alla  Sala Vik di Music For Peace e i quattro titoli erano tutti molto “in tema”:  Carcere ai Ribell3. Storie di attivist3 (Ed. Multimage APS, a cura di Nicoletta Ouazzene), Police Abolition. Corso di base sull’abolizione della Polizia (Momo Edizioni, di Italo Di Sabato e Turi Pulidda), oltre ai due romanzi di Francesco “Baro” Barilli E non fummo più ragazzi (Red Star Press) e Il silenzio di Sabina (Momo Edizioni). E inevitabilmente l’incontro con e tra gli autori, ottimamente orchestrato dal conduttore Luca Greco, e’ stato un modo per fare il punto sulla realtà delle nostre piazze, centri sociali o anche solo canali social, luoghi di riunione, manifestazioni di dissenso, dopo il G8 di Genova: con la “panpenalizzazione” del conflitto imposta dai sempre più draconiani decreti-sicurezza, e la globalizzazione della guerra che solo apparentemente sigla il tramonto della globalizzazione dei mercati, che mentre si aggrava la deriva bellicista su tutti i possibili fronti. Al bel dibattito con apericena di venerdì 18 luglio a Music For Peace e’ seguita il giorno dopo l’apericena con film al Centro Sociale Pinelli, oasi di verde ad alta concentrazione di cicale nel quartiere San Gottardo: e il film in programma era Portuali, che la giovane regista Perla Sardella si è trovata a presentare purtroppo senza gli attivisti del C.A.L.P. (Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali di Genova) che in questi giorni sono impegnati in riunioni no stop. Gli scioperi contro le “navi delle armi” tra il 2019 e il 2023, e la ricerca di un sindacato più sensibile alle istanze del presente. La sicurezza sempre più incerta e precaria sul posto di lavoro. Il corale e individuale impegno di antimilitarismo, il dialogo con gli altri portuali del Mediterraneo, l’aspirazione di contribuire a un mondo diverso, il prezzo che tutto questo comporta: un pezzo di resistenza attiva contro un mondo sempre più in armi, che Perla Sardella è riuscita a registrare, condividendo per mesi le lotte dei protagonisti. Ed eccoci arrivati alla giornata di ieri, domenica 20 luglio, dalle ore 14,30 fino a sera a Piazza Alimonda. Come ogni anno il lungo pomeriggio si è inaugurato con la rassegna delle tesi vincitrici del Bando per Borse di Studio indetto dal Comitato Piazza Carlo Giuliani: quest’anno i premi del Comitato Piazza Carlo Giuliani sono andati a Giulia Carati (con una tesi magistrale in focus sulle analogie delle uccisioni di Francesco Lorusso a Bologna e Carlo Giuliani a Genova), Mattia D’Incecco e Andrea Campodonico (entrambi in corsi di laurea triennali) e Michelangelo Pistilli (V superiore). Tutti loro all’epoca dei fatti di Genova. Non erano ancora nati o erano proprio piccolissimi. A seguire gli interventi di Rete Kurdistan, Mamme in piazza per la libertà di dissenso di Torino, Mamme per Roma Città Aperta, Associazione Culturale Liguria Palestina, Osservatorio Repressione, Amnesty Liguria e particolarmente applaudito l’appassionato contributo di Nicoletta Dosio circondata dai compagni e dalle bandiere del Movimento NoTav. “La nostra partecipazione a quei giorni del G8, insieme al variegato mondo del Movimento NoGlobal, segnava non certo la nascita del nostro movimento, perché già da anni eravamo consapevoli delle conseguenze devastanti della “grande opera”, e quindi in lotta; ma in un certo senso quella era la prima volta che ci presentavamo con le nostre bandiere, con il nostro logo che era nato da poco… (…) E oggi a distanza di anni siamo qui per dirvi che non possiamo arrenderci, che tutte e tutti dobbiamo ritrovare fiducia nelle ragioni della nostra lotta.” Molto belli, a tratti commoventi, gli interventi sonori di Alessio Lega, Luca Lanzi, Contratto Sociale di Gnu-Folk, Pietro Amico, I Professori, Marco Rovelli, Renato Franchi e l’Orchestrina del Suonatore Jones, oltre che dei musicisti di Viva Viva Palestina che hanno accompagnato l’emozionante intervento poetico di Biancamaria Furci. Infine la mostra “Genova 2001, una ferita aperta”, esposta sulla cancellata di Piazza Alimonda risultato dei Laboratori di fotografia sociale condotti da Giulio Di Meo, che riportano lo sguardo sui luoghi simbolo delle proteste del G8: da via Tolemaide alla scuola Diaz, passando per i muri segnati da scritte, targhe, murales e volti che continuano a parlare di Carlo Giuliani. La fotografia diventa così uno strumento di memoria attiva, capace di cogliere le tracce ancora vive di quei giorni nelle pieghe della città e nell’umanità di chi la abita. Ancora una volta, dopo 24 anni: Per Non Dimenticarlo. Daniela Bezzi
18,19,20 luglio 2025: Per non dimentiCarlo.
A Genova, dal 18 al 20 luglio, si tengono le giornate ‘Per non dimentiCARLO’, tre giorni di memoria attiva per ricordare Carlo Giuliani, ucciso durante il G8 del 2001, e per riflettere su tutto ciò che quei giorni hanno rappresentato — e continuano a rappresentare — nella società di oggi. Ne parliamo con Elena Giuliani, sorella di Carlo. Per maggiori info sulla 3 giorni: https://www.carlogiuliani.it/