Dalla Piazza Carlo Giuliani di Genova un forte invito a non mollareUna Piazza Alimonda affollata ieri come non mai si è ritrovata per ricordare
come ogni anno quelle tragiche giornate di 24 anni fa. E quest’anno, più che
mai, la tre giorni di Genova non è stata solo un modo Per Non DimentiCarlo, ma
l’occasione per riflettere sullo stato di erosione, sul vero e proprio attacco
sferrato nel corso degli anni alla nostra già fragile democrazia: “dallo stato
sociale minimo allo stato penale massimo” come in estrema sintesi aveva detto
Italo Di Sabato (Osservatorio Repressione) in occasione della presentazione del
suo ultimo libro, solo due giorni prima.
Come per le scorse edizioni infatti, il programma della tre giorni concepito
dal Comitato Piazza Carlo Giulini si è inaugurato già da venerdì pomeriggio, con
un dibattito in forma di presentazione di ben quattro libri, alla Sala Vik di
Music For Peace e i quattro titoli erano tutti molto “in tema”: Carcere ai
Ribell3. Storie di attivist3 (Ed. Multimage APS, a cura di Nicoletta
Ouazzene), Police Abolition. Corso di base sull’abolizione della
Polizia (Momo Edizioni, di Italo Di Sabato e Turi Pulidda), oltre ai due romanzi
di Francesco “Baro” Barilli E non fummo più ragazzi (Red Star Press) e Il
silenzio di Sabina (Momo Edizioni). E inevitabilmente l’incontro con e tra gli
autori, ottimamente orchestrato dal conduttore Luca Greco, e’ stato un modo per
fare il punto sulla realtà delle nostre piazze, centri sociali o anche solo
canali social, luoghi di riunione, manifestazioni di dissenso, dopo il G8 di
Genova: con la “panpenalizzazione” del conflitto imposta dai sempre più
draconiani decreti-sicurezza, e la globalizzazione della guerra che solo
apparentemente sigla il tramonto della globalizzazione dei mercati, che mentre
si aggrava la deriva bellicista su tutti i possibili fronti.
Al bel dibattito con apericena di venerdì 18 luglio a Music For Peace e’ seguita
il giorno dopo l’apericena con film al Centro Sociale Pinelli, oasi di verde ad
alta concentrazione di cicale nel quartiere San Gottardo: e il film in programma
era Portuali, che la giovane regista Perla Sardella si è trovata a presentare
purtroppo senza gli attivisti del C.A.L.P. (Collettivo Autonomo Lavoratori
Portuali di Genova) che in questi giorni sono impegnati in riunioni no stop. Gli
scioperi contro le “navi delle armi” tra il 2019 e il 2023, e la ricerca di un
sindacato più sensibile alle istanze del presente. La sicurezza sempre più
incerta e precaria sul posto di lavoro. Il corale e individuale impegno di
antimilitarismo, il dialogo con gli altri portuali del Mediterraneo,
l’aspirazione di contribuire a un mondo diverso, il prezzo che tutto questo
comporta: un pezzo di resistenza attiva contro un mondo sempre più in armi, che
Perla Sardella è riuscita a registrare, condividendo per mesi le lotte dei
protagonisti.
Ed eccoci arrivati alla giornata di ieri, domenica 20 luglio, dalle ore 14,30
fino a sera a Piazza Alimonda. Come ogni anno il lungo pomeriggio si è
inaugurato con la rassegna delle tesi vincitrici del Bando per Borse di
Studio indetto dal Comitato Piazza Carlo Giuliani: quest’anno i premi del
Comitato Piazza Carlo Giuliani sono andati a Giulia Carati (con una tesi
magistrale in focus sulle analogie delle uccisioni di Francesco Lorusso a
Bologna e Carlo Giuliani a Genova), Mattia D’Incecco e Andrea Campodonico
(entrambi in corsi di laurea triennali) e Michelangelo Pistilli (V superiore).
Tutti loro all’epoca dei fatti di Genova. Non erano ancora nati o erano proprio
piccolissimi.
A seguire gli interventi di Rete Kurdistan, Mamme in piazza per la libertà di
dissenso di Torino, Mamme per Roma Città Aperta, Associazione Culturale Liguria
Palestina, Osservatorio Repressione, Amnesty Liguria e particolarmente
applaudito l’appassionato contributo di Nicoletta Dosio circondata dai compagni
e dalle bandiere del Movimento NoTav. “La nostra partecipazione a quei giorni
del G8, insieme al variegato mondo del Movimento NoGlobal, segnava non certo la
nascita del nostro movimento, perché già da anni eravamo consapevoli delle
conseguenze devastanti della “grande opera”, e quindi in lotta; ma in un certo
senso quella era la prima volta che ci presentavamo con le nostre bandiere, con
il nostro logo che era nato da poco… (…) E oggi a distanza di anni siamo qui per
dirvi che non possiamo arrenderci, che tutte e tutti dobbiamo ritrovare fiducia
nelle ragioni della nostra lotta.”
Molto belli, a tratti commoventi, gli interventi sonori di Alessio Lega, Luca
Lanzi, Contratto Sociale di Gnu-Folk, Pietro Amico, I Professori, Marco Rovelli,
Renato Franchi e l’Orchestrina del Suonatore Jones, oltre che dei musicisti di
Viva Viva Palestina che hanno accompagnato l’emozionante intervento poetico di
Biancamaria Furci.
Infine la mostra “Genova 2001, una ferita aperta”, esposta sulla cancellata di
Piazza Alimonda risultato dei Laboratori di fotografia sociale condotti da
Giulio Di Meo, che riportano lo sguardo sui luoghi simbolo delle proteste del
G8: da via Tolemaide alla scuola Diaz, passando per i muri segnati da scritte,
targhe, murales e volti che continuano a parlare di Carlo Giuliani. La
fotografia diventa così uno strumento di memoria attiva, capace di cogliere le
tracce ancora vive di quei giorni nelle pieghe della città e nell’umanità di chi
la abita.
Ancora una volta, dopo 24 anni: Per Non Dimenticarlo.
Daniela Bezzi