Denuncia sulla presenza di armi nucleari: una brutta pagina per la magistratura requirente e giudicante
E così il dr. Paolo Emilio De Simone ha posto fine a una bella storia di
attivismo pacifista e anti militarista (fatta di riunioni, incontri, dibattiti
in scuole e in varie realtà territoriali) e a una brutta storia giudiziaria.
La bella storia è nata con la pubblicazione del libro Parere giuridico sulla
presenza delle armi nucleari in Italia e poi, a livello giudiziario, è
proseguita col deposito della denuncia alla Procura di Roma quasi due anni or
sono, il 2 ottobre 2023.
La realtà è semplice: le armi nucleari ci sono (a Ghedi e ad Aviano); la loro
presenza è illegale; questo è un reato. Il reato si consuma con l’importazione e
poi è permanente con la detenzione. Sembrerebbe quella che giornalisticamente si
chiama “una causa vinta”: ci sono le fonti sicure, le prove, la documentazione.
Così non è.
L’11 ottobre 2023 una PM, la dottoressa Gianfederica Dito, chiede
l’archiviazione del procedimento. Sì, avete letto bene, nove giorni dopo il
deposito. La PM ha letto la denuncia? Probabilmente sì. Ha letto anche gli
allegati? Sicuramente no vista la loro enorme mole.
Perché la richiesta di archiviazione? Queste le parole della PM “Le scelte
assunte nella gestione del delicato fenomeno sono connotate da profili di natura
prettamente politica che sfuggono in quanto tali ed in assenza di condotte di
evidente rilievo penale alle valutazioni in sede giurisdizionale “. In soldoni:
il problema è politico e la magistratura non ha potere di intervento. Eppure
l’articolo 101 della Costituzione dice che i giudici sono soggetti solo alla
legge e nel nostro caso le leggi sono tante e chiare: la legge 185/90, il
Trattato di Parigi del 1947, il Trattato di non proliferazione del 1975, per
fermarci a quelle fondamentali.
Oltre al danno la beffa: nessuno avverte i 22 denuncianti della richiesta di
archiviazione perché possano far valere le loro ragioni avanti al giudice (GIP).
Non ci siamo dimenticati di chiedere in denuncia di essere avvertiti; il
segretario della PM non si è dimenticato di avvertirci. No, non è stato un
errore, la PM non ci ha ritenuti “persone offese” ma, bontà sua, al più “persone
danneggiate” che stanno un gradino più su dei semplici “denuncianti” ma
ugualmente non hanno diritto all’avviso.
Una persona normale fa fatica a capire la differenza tra le tre figure ma anche
i giuristi tanto è vero che il più recente orientamento internazionale tende a
unificare le varie figure nell’unica di “vittima del reato”.
Senza alcun contraddittorio quindi il GIP Paolo Scotto di Luzio ravvisava come
“pienamente condivisibile” la richiesta di archiviazione e il 29 aprile 2024
archiviava.
Scoperta l’archiviazione grazie a uno dei periodici controlli di cancelleria,
rimaneva un solo strumento: il reclamo; e lo presentiamo con una dotta
dissertazione del nostro difensore sulla fondatezza della denuncia e sul diritto
alla notifica dell’avviso. Niente da fare: il giudice del reclamo respinge.
Curiosa la motivazione: “poiché l’interesse protetto dalle norme è l’incolumità
pubblica e l’ordine pubblico la persona offesa non può che essere in via
principale…….. lo Stato”!
Bel conflitto di interessi visto che lo Stato è quello che noi riteniamo
responsabile del reato nella persona dei vari governanti succedutisi nel tempo.
Non solo, ma afferma il giudice che sulla presenza delle armi può esserci al più
un “mero sospetto” con ciò rivelando di non aver letto le molteplici fonti
citate in denuncia.
Infine torna l’aspetto decisivo: “le scelte sono connotate da profili di natura
prettamente politica”.
Eravamo consapevoli di non denunciare un furto di galline; eravamo consapevoli
delle implicazioni politiche della denuncia ma ritenevamo, e riteniamo, che la
magistratura possa, anzi debba, giudicare anche le scelte politiche quando, come
nel nostro caso, siano di rilievo penale.
Il problema è noto come sindacabilità/giustiziabilità dell’atto politico.
L’orientamento più recente della Corte di Cassazione a Sezioni unite (sentenza
n. 15601/23) è esplicito “il giudice è garante della legalità e quindi non
arretra laddove gli spazi della discrezionalità politica siano circoscritti da
vincoli posti da norme”. In soldoni: il diritto deve prevalere sulla politica.
Nel nostro caso tre magistrati sono arretrati (per usare il termine della
Cassazione) così come altri magistrati, sempre della Procura di Roma, stanno
arretrando trattenendo senza decisione alcuna da oltre un anno e mezzo la
denuncia per la fornitura di armi ad Israele e quindi per la complicità del
Governo italiano nel genocidio in corso.
Non devono esistere temi tabù. Il giudice farebbe politica (accusa periodica
rivolta ai magistrati da questo governo) se non esistessero leggi da fare
rispettare. Ma se le leggi ci sono, esse devono trovare applicazione. E’ stato
scritto (Cassazione, Sezioni unite, n. 18829/2019) “per ravvisare il carattere
politico di un atto occorre che sia impossibile individuare un parametro
giuridico, sia norme di legge che principi dell’ordinamento, sulla base del
quale svolgere il sindacato giurisdizionale. Quando il legislatore predetermina
canoni di legalità ad essi la politica deve attenersi in ossequio ai principi
fondamentali dello Stato di diritto”. Infatti, in tema di migranti, è stato
scritto che le difficoltà nella gestione dei flussi migratori non possono
giustificare il ricorso a pratiche che sarebbero incompatibili con gli obblighi
derivanti da convenzioni.
Sui migranti la magistratura ha avuto il coraggio di andare allo scontro col
Governo, non così su temi di carattere politico più vasto come la presenza del
nucleare sul nostro territorio e il concorso in un genocidio.
Per il concorso nel genocidio stiamo per denunciare il governo alla Corte penale
internazionale, vista l’inerzia della magistratura italiana. Per la presenza di
armi nucleari stiamo per presentare due denunce, una a Pordenone e una a
Brescia, rispettivamente per Aviano e per Ghedi.
Noi non arretriamo, anzi rilanciamo. Cerchiamo un giudice che non arretri.
Venegono Superiore, 20 agosto 2025
Avv. Ugo Giannangeli (attivista Abbasso la Guerra OdV)
Dott. Elio Pagani (Presidente Abbasso la Guerra OdV)
Abbasso la Guerra