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Solidarietà a Gigi: quando la repressione colpisce attivisti e ambiente
Gianluigi Di Bonaventura, “Gigi”, è stato condannato a 10 mesi di arresti domiciliari senza poter svolgere la propria attività lavorativa di apicoltore (qui per maggiori info). Conosciamo Gigi da anni, dai tempi di Indymedia Abruzzo e grazie a lui e all’interesse di molte compagne e compagni siamo riusciti a farci conoscere in Abruzzo affrontando tematiche a noi care: diritti digitali, autodifesa digitale e legale (con il Mutuo Soccorso), piattaforme alternative e molto altro.
Services
Below you can find an hopefully up-to-date list of our services and hosted projects.
Report quarta assemblea d'istanza
ODG: 1. Situazione cassa e autofinanziamento [6minuti] 2. Stato server [4minuti] 3. Modifiche alla policy [45minuti]     3.1 Proposta di spostamento della moderazione su discourse in modo che sia un processo il piu’ possibile collettivo [x minuti]     3.2 Modifiche alla descrizione? [x minuti]     3.3 Iscrizioni aperte VS Iscrizioni a richiesta [x minuti]     3.4 Proposte/riflessioni/critiche dai partecipanti dell’assemblea [x minuti] 4. Sviluppo Bastodon (versione bida di Mastodon), Busky (app per smartphone bida) 5. Capire come far si che l’istanza sia realmente un luogo dove sia possibile fare analisi. Come avviare discussioni costruttive? Come trasformare mastodon.bida in un luogo di reale confronto? Ragionare se può esistere qualcosa che possa essere introdotto lato software o lato procedura di moderazione per realizzarlo. 
Quarta assemblea generale d'istanza Mastodon.bida.im
Sono passati quasi 4 anni dall’ultima assemblea d’istanza. Potevamo fare peggio, ma abbiamo deciso di fare le persone serie. Il collettivo in questi anni è cambiato. Mastodon è cambiato. E anche il nostro approccio a questo strumento e cambiato. La pandemia e i suoi strascichi hanno avuto un impatto innegabile sui social network e sul modo di intenderli e viverli. Anche il fediverso non è più rivestito da quell’alone di mistero che lo contraddistingueva. Di conseguenza, non è più un piccolo rifugio per pochi attivistə e nerd ma un posto frequentato e conosciuto, a cui ultimamente anche le grandi multinazionali hanno iniziato a interessarsi.
Che succede nel fediverso italofono? Un appello per la decentralizzazione
Ci risiamo. Ogni volta che l’attenzione pubblica su mastodon e il fediverso aumenta, ci ritroviamo nostro malgrado a subire attacchi ingiustificati dallə admin dell’istanza generalista mastodon.uno. Mettiamo subito le cose in chiaro: noi non abbiamo nulla contro lə utenti dell’istanza mastodon.uno, con la quale, nonostante gli attacchi ricevuti, siamo da sempre rimastə federati. Non ci interessa giocare a chi ha l’istanza piú grossa. Siamo felici se le persone abbandonano i social network commerciali e si iscrivono a mastodon, anche se non scelgono la nostra istanza. Altrimenti a che servono la decentralizzazione e la federazione? Noi immaginiamo il fediverso come un’ecosistema variegato e interconnesso, in cui anime differenti possono coesistere e trovare nuovi spazi di scambio e confronto (politico, culturale, personale), libere da logiche competitive.
Nasce un nuovo spazio di discussione
A tutte le creature prolisse del fediverso autogestito; allə compagnə acarə che ti ricordi Internet vent’anni fa era tutta un’altra storia; e anche a quellə non-acarə che “la GMAFIA non esiste”; a chi ha la FOMO, il FUMO e soprattutto la FAME di strumenti digitali liberi dal capitalismo delle piattaforme e della sorveglianza. Il collettivo Bida, insieme ad altrə hacktivistə, ha un importante annuncio: in questi mesi abbiamo approntato un’istanza discourse (leggi cos’è qui: https://www.discourse.org/about) per sperimentare nuovi cyberspazi autogestiti di confronto, di svago e di lotta.
Partecipazione e fiducia: riflessioni sul dibattito e gli incontri a tre anni dalla nascita dell'istanza
Con questo testo vorremmo continuare il percorso riavviato con la pubblicazione del report “Bida 3 anni dopo”, proseguito nei due incontri del 9 e del 23 aprile, e tramite conversazioni e osservazioni sull’istanza, le mailing list e i blog di utenti del fediverso autogestito. Qui il pad con i report degli incontri. Siamo molto felici di aver avuto la possibilità di conoscere alcunə utenti dell’istanza, i contributi sono stati tutti molto significativi e propositivi e in questi giorni ci siamo chieste appunto come proseguire insieme questo percorso. A partire da queste due assemblee abbiamo ragionato su alcuni punti che vorremmo condividere.
Bida 3 anni dopo
Introduzione: A breve saranno tre anni dall’inizio della sperimentazione di questo strumento. Abbiamo pensato che fosse un buon momento per tracciare un bilancio dell’esperienza, sperando possa aiutare la riflessione collettiva e farci crescere insieme. Questo testo vuole essere un bilancio del percorso ad oggi, ed è scritto da chi attualmente fa parte del collettivo. Da dove siamo partitə e perché l’abbiamo fatto Abbiamo ritenuto importante provare ad immaginare un social network alternativo in quanto commercializzazione, gamificazione e sorveglianza permeano la vita dei milioni persone che usano questi strumenti violandola. Credevamo e crediamo che un uso consapevole di questo tipo di strumenti, tuttavia, possa essere utile per condividere informazioni e provare a discuterle insieme.
Un nuovo servizio, ecco a voi Videocitofono.bida.im
Il collettivo Bida è lieto di annunciare l’arrivo di nuovo servizio: videocitofono.bida.im. La nostra soluzione è un server Jitsi usato solo da voi. Abbiamo configurato una macchina “super carrozzata” da avviare a richiesta del collettivo, circolo, spazio sociale, gruppo che ne ha bisogno. Una macchina del movimento, pensata per il movimento. Un server fuori dai canali commerciali, perche’ per capirsi è importante guardarsi negli occhi anche se usiamo lo schermo di un computer.
Un'infografica sul processo di moderazione
Negli ultimi mesi abbiamo cercato di rendere piú chiari i processi e le riflessioni che guidano le scelte del collettivo nell’ambito della moderazione. Abbiamo creato questa infografica per condividere con l’istanza il risultato del nostro ragionamento. Per la versione stampabile, vedi qui. Per la versione testuale, vedi qui.
Across the Fediverse
ASSEMBLEA DI ISTANZA 09/02/2020 Era solo due anni fa: la comunicazione antagonista e libertaria passava quasi tutta da Facebook, i vecchi siti e blog erano chiusi o abbandonati, non esisteva in rete un ambito trasversale in cui chi si ostina a lottare per una società senza gerarchie, sopraffazione e miseria potesse discutere, confrontare le proprie idee, mettere in gioco le proprie proposte. C’è sicuramente chi ancora deve accorgersene, ma in una manciata di mesi è cambiato tutto. Da una parte, è cresciuta la consapevolezza che delle grandi piattaforme commerciali c’è poco da fidarsi, che sia stato un errore affidare prioritariamente la propria comunicazione a un privato, cedendo il potere di decidere cosa è lecito pubblicare e cosa no, sottomettendosi al contempo a una raccolta dati ormai spregiudicata - qualcuno ha provato di recente a gestire una pagina di successo senza dover cedere il proprio numero di cellulare?
Facebook vs. Rojava, spiegata bene (e cosa possiamo fare noi)
Prosegue a spron battente la caccia grossa dei moderatori di Facebook alle pagine e agli utenti che sostengono la Resistenza della Siria del Nord attaccata da Erdogan. In due giorni a sparire dal social network sono stati sia i profili di diversi siti di controinformazione di movimento sia quelli di molteplici collettivi e centri sociali. Tutto ciò è odioso e ribadiamo la nostra solidarietà alle realtà colpite, ma crediamo che in senso stretto sia fuorviante parlare di censura, termine che indica il controllo di poteri statali o religiosi nel confronto di quanto si può scrivere, rappresentare, mettere in scena. Facebook non è stato né chiesa, è una colossale multinazionale che possiede i contenuti pubblicati sulla sua piattaforma, come scritto nei termini d’uso che si accettano a ogni iscrizione.