
Madre della Pace: bisogna aprire una via di ritorno sicura per i guerriglieri
Retekurdistan.it - Saturday, July 19, 2025Rahime Turan, membro dell’Iniziativa delle madri della pace e madre di un guerrigliero ucciso nel 2016, ha chiesto un processo di rimpatrio sicuro e onorevole per i combattenti del PKK che hanno recentemente deposto le armi. “Questo disarmo deve portare alla pace. Non vogliamo più lacrime dalle madri”, ha affermato.
Il 9 luglio, a seguito di un videomessaggio del leader curdo Abdullah Öcalan, un gruppo di 30 membri del PKK ha celebrato una cerimonia simbolica di disarmo a Şikefta Casenê (Grotta di Jasene), nella regione di Sulaymaniyah, nella regione del Kurdistan. L’evento è stato seguito da centinaia di persone sul posto e milioni di persone sugli schermi in Turchia, Kurdistan ed Europa.
Una di queste spettatrici era Rahime Turan, madre di Hasan Turan (nome di battaglia Seyit Rıza Omerya) morto nel 2016 nella regione di Omerya, nel Mar Morto. Dopo essere sfuggita alle pressioni dello Stato negli anni ’70, la sua famiglia si era stabilita a Smirne e in seguito ad Adana, prima di fare ritorno. Nonostante la continua repressione, rimase fedele alla lotta.
Lo Stato deve agire adesso
Ha sottolineato che la cerimonia deve essere accolta con misure reciproche da parte dello Stato turco: “Se non ci sarà pace dopo questo disarmo, ne saremo profondamente colpiti. Sono i figli dei poveri a morire, non i figli dei ministri. Le prigioni dovrebbero essere aperte e i prigionieri politici liberati. Bisogna instaurare un dialogo con Öcalan e revocare le restrizioni alla comunicazione con lui”.
Rahime Turan ha esortato la società a sostenere il processo di pace: “Tutte le istituzioni devono sostenersi a vicenda. Dobbiamo aprire una via sicura affinché la guerriglia possa tornare senza paura. Vorremmo che i nostri figli caduti fossero vissuti abbastanza per vedere questo giorno”.
Vogliamo una pace dignitosa non un inganno
Chiedendo una pace giusta e duratura, Rahime Turan ha messo in guardia contro la manipolazione: “Non vogliamo una pace piena di inganni. I nostri cuori sono feriti, ma continuiamo a invocare la pace. Se c’è inganno in questo processo, nessuno può rispondere delle lacrime delle madri. Non dimenticheremo mai i nostri figli”.
Ha anche invitato le famiglie dei soldati turchi ad unirsi all’appello per la pace: “Questo dolore appartiene a entrambe le parti. Se si raggiunge la pace, anche i loro figli non moriranno. I nostri figli sono morti per una causa, e sappiamo qual era. Tutte le madri dovrebbero far sentire la loro voce, ovunque si trovino”.
MA / Uğurcan Boztaş
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