IL RAP ITALIANO E’ ANCORA VIVO?

RadioSonar.Net - Friday, July 18, 2025

Il 2025 è un continuo rincorrersi di uscite nel mondo del rap italiano

recensione a cura di Claudio Contini

Ormai sempre più trasversale ad ogni tendenza e sottogenere, in un momento in cui la trap fatta di autotune ed elettronica minimalista sembra aver lasciato più spazio a suoni reminiscenti le radici del’Hip-Hop, o quanto meno con un feeling più vicino a uno street sound con influenze funky, soul e jazz.

Nel mainstream di recente abbiamo avuto diversi esempi di veterani che, sulla scia del ritorno dei Club Dogo, sembrano voler tornare a riconquistare il mercato.

Sono usciti gli album di Salmo, di Fibra, di Guè (sempre super attivo) insieme a Rasty Kilo, quello di Shablo, con tanta raffinatezza e tanti ospiti, su tutti in Tormento in grande forma. Abbiamo parlato qui (mettere link) di 60HZII di DJ Shocca, oggi invece parliamo di alcune uscite recenti un po’ più lontane dalle luci dei riflettori, che spesso sono perle scoperte da troppo pochi.

Iniziamo dall’EP Blood In Blood Out di Sace & Wiser Keegan.

Questo è un progetto di due mc’s romani che dopo una lunga gavetta underground, uniscono le forze per mettere insieme 8 brani di sostanza, zeppi di rime fatte bene e corredate da un sound che trasporta agli anni 90 ma con diverse sfaccettature, dalla parte più hardcore a quella più party, passando per tocchi soul più tranquilli. Sono tanti i beatmakers a curare il suono (BMTJ, Vexx, Cedwood, The Slight e Zane98 tra gli altri) e questo forse rende l’EP più un insieme di pezzi che un qualcosa di più legato ma non c’è un brano skippabile e i 18 minuti totali scorrono con piacere tra teste che si muovono ed ascolto attento delle parole.

Il secondo è invece un album, Jack Di Quadri di Lanz Khan.

Dopo Jack Di Fiori, l’mc milanese classe 1990, rinnova la collaborazione col producer Sick Budd per un nuovo concept-album che prende spunto da suggestioni visive ispirate all’arte dell’illustratore giapponese Toshio Saeki. Ma se i riferimenti esoterici ed iconografici fanno spesso capolino, la combo producer-rapper garantisce qualità e spessore, in particolar modo a chi apprezza lo stile più ruvido e privo di compromessi. 14 brani nei quali si spazia tra diversi argomenti, con un flow originale e dei beats belli grassi, sui quali ospiti di livello come Nerone, Murubutu, Dani Faiv, DJ Skizo e DJ Double S viaggiano alla grande ed arricchiscono un album che si può tranquillamente inserire tra i migliori del 2025.

Un progetto che risale a fine febbraio ma che merita di essere attenzionato è Pezzi da 90 dei Loggia Nera.

I Loggia Nera sono un duo ligure costituito da Akiller e Moa, rispettivamente di origine salvadorena ed egiziana, che si avvalgono della produzione di Erma, storico beatmaker e componente della Casa Degli Specchi, che anche in questo EP dimostra con i suoi campioni funk e soul ed il suo stile cinematografico inconfondibile, di essere uno dei producers più sottovalutati del nostro paese. Su questi classici suoni, si diramano i versi sarcastici e dissacranti del duo, che costruiscono l’incubo perfetto della cultura woke con i loro espliciti riferimenti al mondo della droga, delle minoranze e della discriminazione razziale e sessuale. Un disco per niente banale, disturbante quanto classico nel groove e nell’approccio stilistico. Assolutamente da recuperare.

L’ultima uscita di cui voglio parlare è ancora un EP, questa volta ci porta in Sicilia, per il lavoro dal titolo Weltanschauung Sambusoda di Toni Zeno.

Interamente prodotto da Fid Mella, l’EP il cui titolo eleva a filosofia di vita una bevanda tipica del messinese, è un viaggio tra le visioni quotidiani del rapper già membro della MRGA, dalla quale però si distingue per ntae diretto. I beats sembrano cavalcare il mood dei testi, che regalano emozioni diverse e non lasciano mai indifferenti. Di certo non un ascolto leggero ma musica giusta per orecchie vogliose per qualcosa di profondo e ben eseguito.

Vorrei chiudere ricordando il ventiseiesimo compleanno di un album importante per la storia dell’Hip-Hop italiano: Banditi degli Assalti Frontali.

Degli Assalti abbiamo parlato da poco qui ma fa sempre bene mettere in evidenza questo lavoro, perché ha segnato l’incontro dei due mondi che all’epoca rappresentavano l’Hip-Hop italiano, cioè quello dei centri sociali, rappresentato proprio dagli Assalti, e quello più ortodosso e legato alla tradizione, rappresentato da Ice One che produce l’intero album. Banditi è ad oggi uno degli album più intensi del nostro rap, per il modo in cui i testi antagonisti di Militant A si incrociano con i suoni grassi e minimalisti di Ice One.
Dalla title-track a classici come Va Tutto Bene, Tolleranza Zero e Notte D’Acqua, questo è un disco da avere e da studiare, forse oggi ancora più fondamentale di quando uscì nel 1999.