Ricerca e guerra: il personale CNR organizza l’obiezione attiva

ROARS - Monday, July 7, 2025

Il personale del CNR si sta organizzando per l’obiezione attiva alla guerra
Le elevate competenze intellettuali e scientifiche sono parte essenziale – al punto da
diventare bersagli – delle azioni belliche: dal know-how tecnico sulle armi fino alla
costruzione ideologica e retorica di una “cultura della guerra”. All’interno del
Consiglio Nazionale delle Ricerche si è andata consolidando la condanna per
l’estendersi delle azioni belliche, delle pratiche di sterminio in atto a Gaza e della
normalizzazione del conflitto armato.
Centinaia di lavoratrici e lavoratori del più grande Ente di ricerca italiano si
dichiarano non disponibili a mettere i propri saperi al servizio della pratica e della
cultura della guerra. All’opposto, si impegnano a contrastare con azioni concrete la
deriva bellicista e a mettere le loro competenze al servizio della ricerca e dello
sviluppo di approcci alla risoluzione delle controversie internazionali fondati sul diritto
e sul dialogo. Pubblichiamo il testo completo.

Si firma qui (è necessario una mail cnr).

Noi sottoscritti, ricercatori e tecnologi, ricercatrici e tecnologhe, collaboratori e
collaboratrici del Consiglio Nazionale delle Ricerche ci uniamo alle
manifestazioni di condanna espresse da tanti settori della società civile nei
confronti dell’affermarsi e dell’estendersi delle azioni belliche e delle pratiche
di sterminio. Respingiamo la normalizzazione del conflitto armato, che appare
in precipitosa crescita nella teoria, nella pratica, nella comunicazione pubblica,
nelle concrete direttive politiche del tempo che viviamo – e anche nella nostra
sensibilità valoriale, come mostra l’inazione, di fatto la complicità, nei confronti
dell’orrore perpetrato a Gaza.
Esprimiamo quindi la nostra ferma indisponibilità a prestare la nostra
collaborazione intellettuale e scientifica – a qualunque livello – a iniziative che
implichino, anche in modo indiretto, destinazioni belliche. Nel fermo richiamo
all’art. 11 della Costituzione Italiana, non intendiamo concorrere agli attuali
piani di riarmo o essere in qualunque modo contigui a chi ricorra all’esercizio
della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come
mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.
Volutamente non ci diffondiamo in analisi: molte ne sono disponibili e ci
sorreggono, ma la nostra urgenza oggi è evitare i distinguo e dichiarare una
presa di posizione inequivocabile. Le elevate competenze intellettuali e
scientifiche sono parte essenziale – al punto da diventare bersagli – delle azioni
belliche: dal know-how tecnico sulle armi fino alla costruzione ideologica e
retorica di una “cultura della guerra”. Ebbene, noi vogliamo che la società
italiana, i decisori politici, chi ci rappresenta nei consessi internazionali
sappiano con chiarezza che noi scienziati e scienziate, studiosi e studiose,
collaboratori e collaboratrici del più ampio Ente di ricerca italiano non siamo
disponibili. All’opposto, ci impegniamo a contrastare con azioni concrete la
deriva bellicista e a mettere le nostre competenze al servizio della ricerca e dello
sviluppo di approcci nonviolenti alla risoluzione delle controversie
internazionali fondati sul diritto e sul dialogo.
Invitiamo tutti i colleghi del CNR a unirsi a questa obiezione e a questo
impegno. E invitiamo i nostri colleghi degli altri Enti di Ricerca e delle singole
Università italiane – che in tanti casi hanno già espresso la loro denuncia – ad
assumere un’analoga presa di responsabilità e a esigere che i propri vertici la
rappresentino in ogni occasione opportuna.

LINK PER LA SOTTOSCRIZIONE
(RICHIEDE ACCOUNT @CNR.IT)
https://forms.office.com/Pages/ResponsePage.aspx?id=n07GNH_S3U6h8BOX
8MhPlG6vFCOpuhhHkbBkfVqLzb1UN0ZXUEExSjMwOU1CNlBNSVJNOV
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HANNO GIA’ FIRMATO
(IN ORDINE DI ADESIONE E IN AGGIORNAMENTO)