Il mondo reale e la Casa bianca

The Submarine - Thursday, December 4, 2025

Le IDF hanno ucciso 7 persone, tra cui due bambini di 8 e 10 anni, in una serie di nuovi attacchi sulla città di Gaza e nel campo di al-Mawasi, in plateale infrazione del cessate il fuoco mediato dagli Stati Uniti. 5 degli uccisi sono nel campo di al-Mawasi, dove l’esercito israeliano ha colpito con un missile le tende degli sfollati. Secondo i conteggi delle autorità di Gaza, dall’inizio della tregua si sono contate 591 infrazioni da parte delle forze israeliane, che hanno ucciso 360 persone e causato 922 feriti. Gli attacchi delle scorse ore sono stati giustificati dalle autorità israeliane indicandoli come ritorsione in seguito a scontri tra soldati e miliziani a Rafah. 5 soldati israeliani sono rimasti feriti in combattimento. La situazione a Rafah è complessa: dall’inizio della tregua le IDF minacciano di uccidere i miliziani di Hamas che erano rimasti intrappolati nei tunnel sotterranei. Gli Stati Uniti e gli altri stati mediatori degli accordi di Sharm da settimane stanno chiedendo a Tel Aviv di lasciar uscire i miliziani incolumi, in quella che è vista come la minaccia più grave alla tenuta della tregua. Finora le IDF hanno ignorato le pressioni, anzi solo pochi giorni fa l’esercito israeliano aveva vantato di averne uccisi almeno 40 mentre cercavano di scappare. L’infrazione del cessate il fuoco di cui ieri Netanyahu accusava Hamas sembra essere un caso in cui i miliziani hanno risposto ai tentativi delle IDF di ucciderli. È ovviamente difficile ricostruire cosa sia successo ieri, ma secondo fonti del National proprio ieri gran parte dei combattenti che erano intrappolati sotto Rafah sarebbero riusciti a uscire dai tunnel sani e salvi. (Al Jazeera / X / the Times of Israel / Anadolu / the National)

A proposito di infrazioni del cessate il fuoco: nelle scorse ore i carri armati delle IDF sono avanzati fino a raggiungere quasi Gaza centro, 700 metri oltre la “linea gialla” che non dovrebbero oltrepassare. Maha Hussaini, direttrice strategie all’Euro-Mediterranean Human Rights Monitor, denuncia che la “linea gialla,” che teoricamente era stata fissata negli accordi di Sharm, in realtà si sposta quotidianamente, erodendo sempre di più i territori liberati di Gaza, e costringendo centinaia di famiglie ad abbandonare le proprie case. Già due settimane fa il giornalista Abdul Qadir Sabah aveva documentato che le IDF stavano spostando i blocchi gialli che segnalano la “linea gialla” — funzionalmente allargando i territori sotto il proprio controllo. (X)

Mentre le autorità israeliane spostano il confine dei territori occupati e lanciano missili contro tende di sfollati, da Washington Trump sostiene che l’accordo sta andando “molto bene,” e che “c’è la pace nel Medio Oriente, solo che le persone non se ne accorgono.” Il presidente statunitense si è di nuovo detto ottimista sull’avanzare del proprio accordo: la “fase due” degli accordi dovrebbe “iniziare molto presto. In realtà, un accordo su una gestione post-aggressione di Gaza ancora non esiste, e gran parte delle misure accordate per la prima fase non sono ancora state implementate — in particolare per l’ingresso di aiuti umanitari. La “fase due” degli accordi di Sharm è quella che prevede la formazione di un Consiglio di Pace, presieduto da Trump stesso, e il dispiego di una Forza di stabilizzazione internazionale per la sicurezza della Striscia. Gli Stati Uniti si sono spesi molto per ottenere che il piano fosse blindato da una risoluzione ONU, ma nelle due settimane successive al voto in Consiglio di Sicurezza non si è fatto nessun passo avanti. (Anadolu / the Times of Israel)