
Nessuna giustizia per i morti senza nome
The Submarine - Wednesday, December 3, 2025
Un report di Maha Hussaini e Mohammed al-Hajjar racconta delle difficoltà spesso insuperabili nell’identificazione dei corpi esanimi restituiti alle famiglie palestinesi dalle autorità israeliane. Di 345 corpi che sono stati restituiti a Gaza, ne sono stati identificati solo 99 finora — molti altri sono stati sepolti in fosse comuni, senza che si riuscisse a dargli un nome. All’interno della Striscia di Gaza non ci sono strumenti per fare test del DNA e TAC, per cui per identificare i corpi si può solo passare per il riconoscimento da parte dei cari, e molti corpi sono martoriati al punto che ne è impossibile individuare l’identità — più di un testimone ha raccontato a Hussaini e al-Hajjari di aver riconosciuto un proprio familiare unicamente dai vestiti che aveva ancora addosso. Molti corpi hanno dita e altre parti del corpo mutilate; molti hanno lunghe incisioni suturate, come se i loro corpi fossero stati aperti. In diversi casi, i corpi riportano segni di essere stati legati a mani e piedi, e le famiglie sospettano che siano stati uccisi dopo essere stati fatti prigionieri e che gli fosse stato impedito di muoversi. Dall’inizio del cessate il fuoco diversi media hanno riportato da fonti mediche che i corpi dei prigionieri palestinesi riportavano segni di torture. (Middle East Eye)
Nelle scorse ore i funzionari di Hamas hanno consegnato alle autorità israeliane i resti di un corpo, che il gruppo palestinese riteneva potessero essere di uno dei prigionieri del 7 ottobre. Poche ore dopo, però, l’ufficio del Primo ministro ha dichiarato che quei resti non appartenevano a nessuno dei due prigionieri i cui corpi sono ancora dispersi. La consegna di questi corpi è diventata la scusa principale per cui le autorità di Tel Aviv non procedono con la trattativa per le prossime fasi della tregua — mancano ancora due corpi tra quelli che erano rimasti a Gaza durante l’aggressione delle IDF: quello di un poliziotto israeliano e di un operaio agricolo di origini thailandesi. Nessuno sa quindi chi fosse la persona morta e ritrovata sotto le macerie nelle scorse ore. (the New Arab / Haaretz)
È difficile vedere un contesto politico per la tenuta della tregua, però. Durante il summit organizzato dal freepress conservatore Israel Hayom a New York, il presidente del World Jewish Congress, Ron Lauder, ha dichiarato che diverse personalità statunitensi — tra cui Zohran Mamdani e Tucker Carlson — vogliono “uccidere gli ebrei in tutto il mondo,” e stanno “glorificando la violenza contro gli ebrei.” All’evento era presente anche Hillary Clinton, che ha fatto eco ad altre voci del proprio partito, secondo cui la presunta radicalizzazione contro Israele tra i giovani è dovuta alla circolazione di video “completamente falsi” e di “pura propaganda” su TikTok. Clinton sostiene che quei contenuti avrebbero influenzato anche “giovani ebrei americani che non conoscono la Storia.” (World Jewish Congress / Israel Hayom)