L’intelligenza artificiale ha cominciato a combattere.

Lavoratrici e Lavoratori Aci Informatica - Monday, December 1, 2025

(Fonte) Federico Rampini – 26 novembre 2025

Secondo una ricostruzione pubblicata sul Wall Street Journal dall’esperto legale Nury Turkel, a settembre si è verificata la prima grande operazione di spionaggio condotta quasi interamente da un’intelligenza artificiale. L’attacco, attribuito alla Cina, rappresenta una svolta storica nelle operazioni para-militari digitali.

A farne le spese è stata Anthropic, azienda statunitense tra le più avanzate nel settore dell’IA: i suoi ricercatori hanno scoperto che un gruppo di hacker, identificato come GTG-1002, era riuscito a manipolare il modello Claude Code trasformandolo in un agente autonomo capace di infiltrarsi e condurre un’operazione di spionaggio su larga scala.

Turkel evidenzia un salto di qualità decisivo: in questa operazione l’IA non ha offerto semplice supporto, ma ha eseguito tra l’80% e il 90% delle attività, agendo quasi come un vero agente di spionaggio. Il modello Claude ha condotto ricognizioni, mappato sistemi, individuato obiettivi sensibili, estratto dati e riassunto informazioni utili, apprendendo mentre operava.

Questo rappresenta una rottura simbolica importante: per anni si era parlato di IA che “assiste” gli attacchi, ma qui l’IA ha condotto autonomamente un’operazione complessa su larga scala.

L’operazione evidenzia quanto sia diventato facile orchestrare attacchi sofisticati con l’IA: il gruppo GTG-1002 non ha usato strumenti avanzatissimi, ma semplici risorse open source che chiunque può reperire. L’IA ha svolto il lavoro offensivo dopo essere stata ingannata dagli aggressori, che si sono finti esperti di sicurezza impegnati in test autorizzati. Questo mostra quanto i modelli siano manipolabili tramite linguaggio: possono essere persuasi, confusi, ingannati.

Anche se l’IA ha commesso errori e “allucinazioni”, rappresentando un limite alla piena autonomia dell’attacco, il pericolo resta: quando sbaglia, lo fa su una scala e a una velocità impossibili da controllare per un umano.

Secondo Turkel, questo episodio segna un momento fondativo paragonabile ai primi grandi eventi della storia della cybersicurezza: inaugura una nuova fase in cui le “armi” digitali iniziano a operare quasi da sole.

L’episodio segnala che l’IA non è solo un supporto ma diventa un attore diretto nei conflitti digitali.

Da un lato l’IA funge da moltiplicatore di forza — accelerando attacchi, droni, intercettazioni — dall’altro lato viene usata come strumento di raccolta e addestramento.

Operazioni come quella scoperta da Anthropic dimostrano la vulnerabilità delle Intelligenze Artificiali.

 

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