Argentina, dopo 42 anni, un generale sarà ministro della Difesa

Popoff Quotidiano - Wednesday, November 26, 2025

Per Milei «è la fine della demonizzazione dei militari», per Estela de Carlotto delle Nonne di Plaza de Mayo «una provocazione pericolosa»

Era una regola non scritta. Ma Milei vuole ribaltarla anzi vuole che diventi una tradizione, una prassi consolidata nella vita istituzionale dell’Argentina, la nomina di un militare alla guida del Ministero della Difesta. Da quando nel 1983 è finita la dittatura che ha lasciato 30.000 “desaparecidos” in poco meno di sette anni, nessuno dei governi che si sono succeduti in Argentina in 42 anni avevano osato farlo. Sarebbe stata una provocazione. E proprio così l’ha definita Estela de Carlotto, la presidente delle Abuelas de Plaza de Mayo: secondo lei è una decisione pericolosa, un tentativo di «alterare la storia e di costruirne un’altra», un tale incarico per un militare «non è adeguato alla sua formazione» e tale misura potrebbe generare «violenza nella società».

Ma Javier Milei, ultraliberista (cosa c’è di più violento del libero mercato?) ha scelto come titolare di quel portafoglio il tenente generale Carlos Presti, nell’ambito del rimpasto di governo che fa seguito alle elezioni di ottobre, e ha dichiarato che in questo modo si porrà “fine alla demonizzazione dei nostri ufficiali, sottufficiali e soldati”.

Il cambio si è reso necessario poiché diversi ministri uscenti hanno ottenuto un seggio in Parlamento e si insedieranno il prossimo 10 dicembre.

In un comunicato, l’esecutivo ha definito Presti un ufficiale “dalla carriera impeccabile”, sottolineando che per la prima volta un militare assumerà la responsabilità della conduzione politica e strategica delle Forze Armate. Martedì 25 Novembre, Milei ha decorato Presti, 59 anni, durante una cerimonia ufficiale alla Casa Rosada, in cui ha consegnato diplomi e sciabole a diversi membri delle forze armate. Alla cerimonia ha partecipato l’attuale ministro, Luis Petri, che occuperà un seggio alla Camera dei Deputati.

Presti ha concordato con Milei di assumere la carica di ministro senza chiedere il passaggio al pensionamento. Il governo argentino vuole che assuma la carica come militare in servizio attivo, e si prevede che accederà alla carica indossando la sua uniforme. Presti chiederà un “passaggio in disponibilità”, ovvero una sorta di congedo temporaneo che gli consentirà, una volta lasciato l’incarico nell’Esecutivo, di decidere se continuare a ricoprire la sua carica o ritirarsi.

Sebbene non sia stato coinvolto nei crimini della dittatura, lo è stato suo padre, il militare Roque Presti. La leader del Frente de Izquierda, Myriam Bregman, ha ricordato che Presti è «non ha mai ripudiato i crimini contro l’umanità commessi da suo padre, un genocida che ha agito nella zona di La Plata». Roque Presti, morto prima di ricevere la sentenza, è stato uno dei responsabili dell’offensiva contro gli studenti delle scuole superiori nota come la Notte delle Matite Spezzate e anche dell’operazione in cui «sono stati assassinati Diana Teruggi e altri militanti nel novembre 1976».

La leader trotskista ha affermato che durante quell’operazione repressiva «è stata rapita e continua ad essere tenuta prigioniera (le Madres reclamano il “ritorno con vita”, ndr) ancora oggi Clara Anahí, la nipote di Chicha Chorobik de Mariani, cofondatrice delle Abuelas di Plaza de Mayo». Sui social, Bregman si è chiesta se il futuro ministro della Difesa abbia chiesto a suo padre quale sia stata la sorte di quella bambina e se sappia chi sia il suo rapitore.

Una nomina, quella di Presti, che sembra anche essere un’altra espressione della subordinazione agli Stati Uniti in linea con il messaggio autoritario lanciato da Trump nel vertice convocato dal suo segretario alla Difesa, Pete Hegseth, con gli 800 principali generali e quadri militari in cui ha posto come compito prioritario la lotta contro “il nemico interno’”.  E ora Milei sta per muoversi nella stessa direzione. Per Bregman: «Non sembra una coincidenza la costruzione del nemico interno come dottrina promossa ancora una volta, dal Nord».

E’ un ennesimo segnale di quella che Estela de Carlotto chiama «democracia sucia», democrazia sporca segnata da disuguaglianza, impunità e paura, «il denaro gira dove vogliono i privilegiati e il popolo è impoverito”». Da quando s’è insediato, nelle date destinate a ricordare i crimini del terrorismo di Stato, l’Esecutivo ha diffuso messaggi che li equiparano alle azioni dei gruppi guerriglieri, come se entrambi avessero la stessa responsabilità istituzionale e lo stesso potere.

Con lo stesso discorso negazionista espresso da alcuni membri del governo, sabato 29 ci sarà una manifestazione in Plaza de Mayo, a cui parteciperanno fascisti anche da Bolivia, Cile, Perù e Uruguay, per chiedere la liberazione dei criminali in divisa che stanno scontando la pena. Un appello firmato da militari in pensione, tra gli altri, l’iniziativa è stata presentata come un atto di “risarcimento” per coloro che “hanno sconfitto il terrorismo negli anni ’70” e ora sono in carcere. La protesta è organizzata anche da Asunción Benedit, sorella del deputato Beltrán Benedit, uno di quelli che hanno visitato i repressori detenuti nel carcere di Ezeiza nel marzo dello scorso anno. La donna fa parte di Pañuelos Negros, un gruppo che ha promosso altri atti in difesa dei condannati per crimini della dittatura.

L’insediamento formale di Presti avverrà dopo il 12 dicembre. Il 5 dicembre arriveranno in Argentina gli aerei F16 acquistati dal governo sotto la guida del ministro della Difesa Luis Petri. Poiché quel giorno Milei sarà negli Stati Uniti con il suo omologo Donald Trump per partecipare al sorteggio dei Mondiali 2026, la cerimonia per gli aerei sarà rinviata al 12 e vedrà la presenza di Milei e Petri. Per questo motivo, secondo quanto assicurato dalla Casa Rosada, l’insediamento formale di Presti avverrà dopo tale data. Inoltre, il quotidiano argentino Pagina 12 riporta che nelle ultime ore si è anche vociferato che potrebbe cambiare il nome del ministero della Difesa in “ministero della guerra”, ma per ora ciò non è stato confermato dai funzionari di Balcarce 50.

Ancora Estela de Carlotto sottolinea come, da quando Milei è entrato in carica, ha sottratto finanziamenti statali per i programmi Memoria, Verità e Giustizia. Ora definisce questa situazione come un “debito non pagato” dello Stato nei confronti delle organizzazioni per i diritti umani. Le Nonne di Plaza de Mayo hanno confermato che il prossimo 24 marzo si terrà una veglia commemorativa per i 50 anni dal colpo di Stato del 1976, in un contesto di crescente preoccupazione per le politiche sui diritti umani che vengono defiscalizzate nel Paese.

Nel 1977 Estela de Carlotto, che in Ottobre ha festeggiato 95 anni, subì il rapimento del marito, che riuscì a tornare in libertà ma con gravi conseguenze per la sua salute, e della figlia maggiore, Laura Carlotto. Grazie alla testimonianza di una sopravvissuta, Estela venne a sapere che Laura era incinta.

Lasciò la sua carriera di direttrice scolastica per dedicarsi completamente alla ricerca di sua figlia e di suo nipote. Si unì alle Abuelas poco dopo la loro fondazione. Il 5 agosto 2014, Estela finalmente ritrovò suo nipote dopo decenni di ricerche.

Il governo del “libertario” Javier Milei e della “nostalgica” Victoria Villarruel ha trasformato le Nonne di Plaza de Mayo – e Estela in particolare – nel bersaglio dei propri attacchi. L’amministrazione ha smantellato la Commissione Nazionale per il Diritto all’Identità (Conadi) – incaricata di cercare i nipoti – e ha cercato di limitare l’autonomia della Banca Nazionale dei Dati Genetici (BNDG).

Intanto, le Abuelas e le Madres stanno attraversando un ricambio generazionale. Nipoti restituiti, fratelli e sorelle in cerca, zie e zii hanno gradualmente assunto ruoli e responsabilità. Oggi la continuità della lotta è garantita, come pianificato con intelligenza dalle Nonne. «Tuttavia – dicono – abbiamo ancora bisogno di tutto il sostegno possibile: donazioni, diffusione, informazione, ogni contributo è importante».

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