siamo rete, siamo grido, siamo canto

Osservatorio nazionale NUDM - Sunday, November 23, 2025

Viviamo un’epoca davvero faticosa. Attorno a noi sembra che tutto crolli, deragli. Siamo sempre piu pover3, sempre piu stanch3, piu spaventat3. Più in guerra. 

La guerra è entrata nel  linguaggio, nell’economia, nelle scuole, nel bilancio dello stato e di conseguenza nella gestione dei servizi alla salute, nel welfare, nella distruzione dell’ambiente e nell’orizzonte collettivo militarizzando l’esistente, cambiando i nostri ruoli, le relazioni.

E se la guerra non fosse una condizione imprescindibile dettata dalle contingenze? Se fosse invece la risposta che chi comanda utilizza per sedare ogni dissenso? 

Immaginiamo insieme per un attimo che “noi minoranze” prendiamo coscienza di non esserlo. Che invece di percepirci come persone singole in competizione con ogni altra nelle stesse condizioni riconosciamo proprio nelle altre persone che vivono la stessa oppressione delle alleate, cosa accadrebbe?

Immaginiamo che lo stesso legame e la stessa fiducia che viviamo quando siamo insieme la provassimo ogni giorno per le strade, nei nostri palazzi o luoghi di lavoro, studio, svago. Cosa succederebbe?

In questo mondo militarizzato la cultura e la società le si creano a suon di proclami e paura. Paura del domani, del presente, delle altre persone e anche di noi stess3, delle nostre capacità, dei nostri corpi, delle nostre relazioni mentre chi detiene il potere,intanto, della nostra paura e isolamento si nutre aumentando i profitti e impoverendo le nostre vite praticamente e moralmente.

E così, ogni novembre il presidente del consiglio – quel presidente che pretende di essere chiamato al maschile perché simbolo di potere e prestigio – annuncia a gran voce un nuovo intervento legislativo epocale contro la violenza di genere! Lo scorso novembre ci fu l’istituzione dell’ergastolo di default nei casi di femminicidio, quest’anno la legge sul consenso.. mentre prepara il ddl disforia. 

Intanto molti componenti del suo governo, partito e coalizione riempiono le cronache di azioni, asserzioni e pratiche violente. 

Tagliano i finanziamenti ai centri antiviolenza autonomi e sovvenzionano nuovi centri dedicati a uomini maltrattanti che spesso barattano il percorso con lo sconto di pena, tagliano le politiche sociali che sosterrebbero i percorsi di fuoriuscita dalla violenza aperti a tutte le soggettività, tolgono tutele come la possibilità di richiesta di asilo politico alle donne vittime di tratta e a persone trans, lesbiche, gay, bi o non binarie che nei propri paesi di provenienza sarebbero in carcere o in attesa di pena di morte. Creano leggi come la legge Caivano che riempie le carceri di persone giovani e giovanissime che, rispetto ai figli di politici o ricchi che compiono gli stessi atti, hanno la colpa di essere povere e quindi perseguibili. 

Intanto promuovono la cultura della ipersessualizzazione delle donne sin da bambine, della ruolizzazione di genere, del possesso e dell’onore, dell’amore romantico e della famiglia e vietano o disincentivano la educazione alla diversità di genere e a quella sessuoaffettiva nelle scuole, con la scusa che sia giusto e normale che sia la famiglia di origine a decidere cosa le persone piccole e giovani debbano conoscere o pensare.

La Famiglia, al quale altare è stato immolato anche il ministero delle pari opportunità, ora Ministero della famiglia, della natalità e pari opportunità e che è il fulcro nel quale la violenza nasce secondo i dati del ministero degli interni stesso.

Intanto le persone trans e non binarie sono attaccate da provvedimenti che ne minano la salute, le persone LGTBQIPA+ sono derise, misgenderate, aggredite nei percorsi di formazione, nello spazio pubblico e al lavoro quando riescono a trovarlo. 

Intanto le donne e tutte le persone con utero devono lottare per il riconoscimento delle malattie cosiddette invisibili, per il diritto ad un aborto libero, sicuro e gratuito per tutt, o anche “solo” per non essere molestate, derise, sminuite, violentate e uccise ogni giorno.

Nell’epoca del liberismo guerrafondaio le persone sono cose e il loro valore e uso è preteso e deciso dai soliti maschi bianchi cis etero e machi al potere. Così devono sparire via via tutte le persone che non sono loro.

L’osservatorio nasce per cercare di non dimenticare nessun, nessuna persona soggetta a violenza patriarcale, per gridare ogni vita, ogni speranza, ogni desiderio. Perché per noi e per il transfemminismo per come lo viviamo, ogni vita, ogni speranza, ogni desiderio contano mentre la violenza mangia la vita di chi la subisce ma anche la vita di chi la agisce. 

Siamo un osservatorio e quello che vediamo è che chi agisce violenza occupa tutte le classi sociali, età, territorio, provenienza geografica, percorso di studi. L’unica costante é che é per la stragrande maggioranza delle volte un maschio cis etero e che le violenze fra e da parte di persone giovani stanno aumentando enormemente, chiara conseguenza di un’epoca nella quale l’unico valore che si sostiene è quello del diritto proprietario e del desiderio di possesso mentre si svilisce la cultura, la cura e l’empatia così come aumentano le violenze sulle donne anziane, un peso da eliminare.

Oggi portiamo con noi una rete come simbolo di legame, perché è solo stando insieme che possiamo sottrarci alle violenze e tornare a concederci il diritto alla vita che ci appartiene.

Non deve per forza essere solo la rabbia a muoverci, soprattutto in un’epoca nella quale tutto attorno a noi lo è. Può essere anche la vita, la bellezza (della vita) che resiste, il riconoscimento reciproco, la fiducia, la solidarietà e il desiderio di uscire dalle proprie tane.

Tocchiamoci, annusiamoci (con consenso ovviamente), conosciamoci e supportiamoci. Gridiamo insieme la nostra rabbia ma cantiamo anche insieme la nostra vita ed esistenza, così che ogni voce trovi la sua propria melodia, lo spazio e dilaghi.

La rete che portiamo è fatta di occhi, bocche simboli e piccoli suoni, siamo noi. Non sovrasteremo le urla che nel quotidiano ci circondano sommergendoci ma abbiamo detto che siamo e saremo marea e La marea cura, segue i ritmi che tutto in natura vive, torniamo a sentirci parte a costruire alternative radicali, comunità resistenti, cercare l3 altr3, difenderci e accoglierci a vicenda perché noi siamo grido, ma anche canto e vita e “perché non era previsto che sopravvivessimo”

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