Sinistra, Pap lancia un patto di consultazione permanente

Popoff Quotidiano - Saturday, October 25, 2025

Breve resoconto di Cambiamo tutto, l’assemblea nazionale chiamata da Potere al Popolo per lanciare il cammino verso le politoche del 2027

Almeno 300 persone hanno preso parte all’assemblea nazionale “Cambiamo tutto” convocata da Potere al Popolo, sabato 24 ottobre al Nuovo Cinema Aquila. 160 posti in sala, 70 in galleria e capannelli costanti intorno alle porte del cinema. Nell’intervento introduttivo, la co-portavoce Marta Collot ha lanciato la proposta di un patto di consultazione permanente, aperto a singoli e soggetti organizzati, funzionale alla costruzione della rappresentanza di un blocco sociale, prima ancora che elettorale, caratterizzato da un programma che si articola su tutte le implicazioni che derivano dal no al riarmo e al genocidio e sull’«indipendenza» dal Pd e dai 5s (no alla Nato, no alla finanziaria di guerra, sostegno alla resistenza palestinese in tutte le sue forme, lotte per salario, casa, servizi, diritti). Il campo largo è «parte del problema». Anzi, come preciserà poco dopo Guido Lutrario, segretario generale Usb, anche la «zona intermedia» lo è perché svolge una «funzione deleteria», e si tratta di «aree politiche compromesse». Salvatore Prinzi, nelle conclusioni, ricorderà l’impulso del governo Conte al commercio di armi con Israele proprio mentre quello stesso governo faceva propria la definizione ufficiale di antisemitismo, quella dell’Alleanza Internazionale per la Memoria dell’Olocausto (IHRA) che criminalizza ogni critica allo stato d’Israele e al sionismo.

Riassunto delle puntate precedenti: due anni di mobilitazione sulla questione palestinese che hanno visto la galassia Usb-Pap in prima fila – mentre il campo largo balbettava e continuava a votare in Italia e in Europa per vendere e comprare armamenti – con un crescendo negli ultimi mesi quando il sindacato di base ha avuto «il coraggio» di indire due scioperi generali “politici” a pochi giorni uno dall’altro. E un altro ce ne sarà il 28 novembre. In queste «ondate di movimento», Pap e soggettività collegate (studenti di Osa e Cambiare rotta soprattutto) hanno iniziato a sedimentare attorno a sé una credibilità crescente con cui ora provano a intercettare quella che Prinzi chiama la «generazione Gaza», forti anche del successo, oltre che degli scioperi generali, dell’esperienza di Toscana Rossa alle recentissime regionali (raddoppio di percentuali e voti assoluti rispetto a cinque anni fa).

L’altro portavoce, Giuliano Granato, dice che la bandiera palestinese, ormai onnipresente in ogni angolo d’Italia è «un fatto nuovo» che parla non solo della lotta contro il genocidio.

Nei territori dove sono più attivi Pap e Usb sono anche riusciti a calamitare l’interesse di lotte e vertenze (a Roma è piuttosto visibile questa capacità di affiancare comitati e vertenze che provano a contrastare le grandi e scellerate opere del commissario Gualtieri: stadio, inceneritore, ecc… anche perché Roma di fatto è una città commissariata dall’asse Gualtieri-Rocca-Meloni).

Un’alleanza certamente da allargare – lo riconoscono diversi interventi – ma sempre molto perimetrata non solo dai punti fondativi e dagli anatemi già richiamati ma anche dall’idea di un’alternativa complessiva di società e da una tensione internazionalista che però sembra ridursi al «sostegno alle esperienze in transizione verso il socialismo» (Collot) annoverando per prima quella guidata da Maduro in Venezuela.

Tra gli interventi, con diverso livello di interlocuzione rispetto al progetto, quelli di Paolo Di Vetta dei Movimenti per il diritto all’abitare, del presidente di Arci Roma Vito Scalisi, di Maya Issa, presidente del Movimento degli studenti palestinesi in Italia e Mauro Alboresi, segretario del Pci, il portuale Jose Nivoi del Calp.

La formula proposta, dunque, è quella del «patto di consultazione permanente», l’esito dovrebbe somigliare più a Toscana Rossa (oppure a Campania popolare – Pap, Prc, Pci – presente alle regionali del 23 novembre). «Non sarà una nuova Unione popolare, ma qualcosa di diverso, fuori dai vecchi schemi», ha detto Collot, «Siamo dentro un altro ciclo», ha insistito Prinzi e, prima di lui Lutrario: «Siamo il nuovo».

Prossimi passaggi: l’assemblea di delegati/e Usb del 1° novembre che convocherà lo sciopero generale del 28, il 16 novembre l’assemblea nazionale di Blocchiamo tutto, ovvero delle anime pro-pal. Un’ altra manifestazione nazionale a Roma sfilerà all’indomani dello sciopero, il 29 novembre. E a metà dicembre il patto di consultazione permanente dovrebbe prendere forma dentro un’altra assemblea.

 

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