
Il popolo italiano ha donato un sorriso a noi di Gaza
Assopace Palestina - Tuesday, September 30, 2025di Eman Abu Zayed,
Al Jazeera, 28 settembre 2025.
La massiccia mobilitazione per la Palestina in tutta Italia ha avuto un’eco a Gaza. Ne siamo sinceramente grati.
Gente in marcia durante lo sciopero nazionale “Blocchiamo tutto” in solidarietà con i palestinesi di Gaza e per chiedere il blocco delle spedizioni di armi a Israele. Roma, 22 settembre 2025. [AFP]Lunedì scorso ero in strada cercando di ottenere un segnale internet a Nuseirat, nella Striscia centrale di Gaza — una cosa che ormai è diventata quasi impossibile. Casa nostra era stata bombardata per la terza volta durante la guerra, e per la decima volta eravamo costretti a fuggire. Avevo perso tutto, un’altra volta.
Il mio cuore era gravido di dolore, e tutto intorno a me mi ricordava le perdite che ci avevano colpito.
Quando finalmente sono riuscita a connettermi, video, foto e messaggi audio dall’Italia hanno inondato il mio telefono. Ho visto folle di persone sfilare per le strade, sventolando bandiere palestinesi e cantando insieme per la nostra libertà. Ho visto piazze piene di striscioni con scritto “Stop the War” e “Free Palestine”, e volti che esprimevano un misto di rabbia e speranza. Stavano cercando di inviarci un messaggio: vi sentiamo, siamo con voi.
Ho provato una gioia immensa
Era la prima volta che vedevo proteste pro-Palestina su una scala così vasta e con tale impatto. I sindacati indipendenti italiani hanno convocato uno sciopero di 24 ore, e gli italiani hanno risposto in massa. In oltre 70 comuni italiani, le persone sono scese in piazza per dimostrarci che Gaza conta, che sostengono la nostra causa, che vogliono la fine immediata del genocidio.
Questo non era un paese a maggioranza musulmana o araba. Era un paese occidentale, il cui governo rifiuta di riconoscere uno stato palestinese e continua a sostenere Israele. Eppure, il popolo italiano è sceso in piazza per noi, per esprimere solidarietà con noi.
Questa mobilitazione dimostra che la solidarietà con i palestinesi non è limitata a chi ci è vicino o a chi condivide lo stesso background culturale, ma si estende a persone in tutto il mondo, anche in posti dove le élite politiche continuano a sostenere Israele.
A Gaza, queste scene di solidarietà italiana si sono diffuse da telefono a telefono, portando un raggio di speranza tra le macerie, la fame e le bombe. Le persone condividevano questi video nelle chat, vedendo con stupore le folle italiane. Queste immagini e video hanno portato rari sorrisi a molti volti palestinesi. La sensazione che non siamo completamente abbandonati, che il mondo esterno si sta mobilitando per fermare la guerra, si è insinuata in noi.
Nell’ultima settimana ho seguito da vicino anche la Sumud Flottiglia che si dirige verso Gaza. Il governo italiano ha messo enorme pressione sulla delegazione di 50 cittadini italiani affinché rinunciasse. La maggior parte di loro ha rifiutato ed è attualmente imbarcata su varie navi che si dirigono verso di noi.
Sono riuscita anche a comunicare con alcuni giornalisti italiani a bordo delle imbarcazioni, che hanno condiviso con me parole piene di incoraggiamento e speranza, assicurandomi che non siamo soli e che ci sono persone disposte a lottare per noi, nonostante le distanze e le difficoltà.
Le proteste e la flottiglia non sono stati gli unici raggi di speranza provenienti dall’Italia che mi hanno raggiunto. A giugno, dopo aver letto alcuni miei articoli, due italiani — Pietro e Sara — e Fadi, un palestinese che vive in Italia, mi hanno contattata.
Il loro sostegno non si è limitato alle parole; è stato tangibile. Mi hanno aiutata a diffondere i miei scritti affinché raggiungessero più persone. Mi hanno costantemente chiesto di me e della mia famiglia, inviandomi messaggi pieni di speranza e incoraggiamento.
Ad agosto, con l’aiuto dei miei amici, sono riuscita a pubblicare la mia storia personale sul quotidiano italiano Il Manifesto, condividendo la nostra sofferenza e resilienza con migliaia di lettori.
Prima della guerra, non conoscevo molto l’Italia. Sapevo che era un paese bello, con una storia interessante e gente cordiale. Ma non mi aspettavo di vedere gli italiani mobilitarsi per la Palestina, scendere in piazza in massa a nostro sostegno.
Oggi, provo ammirazione e riconoscenza per il popolo italiano. La loro partecipazione alle proteste, il loro sostegno personale, il loro ruolo in iniziative come la Sumud Flottiglia mi hanno davvero fatto sentire che la nostra causa non è lontana dal cuore delle persone nel mondo, che la solidarietà internazionale non è solo parole, ma azioni concrete.
Spero di vedere proteste simili in altri paesi, per sentire che il resto del mondo vede davvero la nostra sofferenza e sostiene il nostro diritto alla vita, alla libertà e alla dignità.
Al popolo italiano — e a tutti gli altri che si mobilitano per Gaza — voglio dire: vi vediamo, vi sentiamo, riempite i nostri cuori di gioia.
Eman Abu Zayed è una scrittrice Palestinese e una studentessa in traduzioni a Gaza.