Il nostro ricordo di Aldo Zanchetta

ReCommon - Thursday, September 11, 2025

Il progetto e il collettivo di ReCommon è intimamente legato alla figura di Aldo Zanchetta. Quando molti anni fa lo abbiamo incontrato per la prima volta, siamo rimasti subito affascinati dal suo pensiero critico e dal suo agire orientato a generare quel cambiamento di cui molte persone parlavano ma che faticavano a praticare. Avevamo già incrociato i nostri cammini diverse volte prima di prendere coraggio e chiedergli, nel dare vita a ReCommon, di diventare il nostro presidente. Il primo. Aldo ci rispose che ci avrebbe pensato, ma che prima avrebbe voluto conoscerci tutte e tutti. E per conoscerci non intendeva solamente vederci, ma passare del tempo con ciascuno di noi, parlando e discutendo delle tante questioni politiche che per lui erano importanti, chiedendoci delle nostre vite, di cosa avevamo fatto fino a quel momento, cosa ci motivava, perché stavamo creando ReCommon.

Aldo Zanchetta, 5 settembre 2015. Foto ReCommon

Dimostrando una profondità intellettuale e umana da uomo di altri tempi, ci stimolava alla pazienza affettiva nella cura delle relazioni così come nell’esplorazione del pensiero politico. Ci spronava a “camminare domandando”, come dicono gli zapatisti – seguiti con attenzione e speranza sin dalla sua prima visita in Chiapas poco dopo il Levantamiento. Pazienza che nulla toglieva a quella “benedetta” irrequietezza con cui Aldo amava identificarsi, ed è così che lo ricordiamo anche noi: una persona che nel corso della vita è stata capace di mettersi in discussione, accettando le sfide e aprendosi fino all’ultimo a nuove prospettive e nuovi orizzonti, senza dare per scontato il linguaggio e le strategie che attuiamo per produrre un cambiamento, cercando una sintesi continua e sofferta tra elaborazione critica e pratiche, e guardando avanti e lontano senza mai rinunciare all’azione nel presente.

Aldo ha avuto un ruolo chiave nel tenere viva la memoria di Ivan Illich, un pensatore radicale e quanto mai attuale con cui ha condiviso riflessioni e un’amicizia profonda. Da Illich riprese quella pratica di convivialità come dimensione politica che non mancò di condividere con noi e con le centinaia di persone, incluse ragazze e ragazzi molto giovani, che con lui si sono confrontati negli anni sul ruolo dei movimenti sociali e della società civile, in particolare quello dei movimenti indigeni dell’America Latina.

Chi ha conosciuto Aldo lo ricorderà anche per la sua capacità di porsi domande scomode, e per non risparmiarle a nessuno. Se sul tavolo c’era una questione che gli stava a cuore la riflessione rimaneva aperta e gli scambi continuavano in ogni forma e senza una scadenza, perché i processi di trasformazione richiedono il loro tempo e Aldo il tempo riusciva sempre a trovarlo.

Non dimenticheremo i tanti gruppi di studio e gli incontri “familiari” con Aldo, in cui – condividendo pranzi e cene, letture e discussioni – sempre alla fine ci si riconosceva in quel desiderio di ricerca continua e concreta che lo ha animato fino alla fine, intento a completare un nuovo libro dedicato all’amico Gustavo Esteva Alle soglie di una nuova era. Se la sua voce continuerà a parlarci attraverso i numerosi scritti – dagli articoli, alla collana di Mutus liber “Ripensare il mondo” da lui curata, alla pubblicazione “Aiuti?No grazie!” che raccoglie quanto emerso da una partecipatissima giornata di discussione con Gustavo Esteva che avevamo organizzato nel 2012 a Firenze – il ricordo vivido di Aldo, amico e mentore, radicato in ciascuna e ciascuno di noi, ci accompagnerà nel nostro quotidiano impegno per un mondo migliore.