
Notizie dal Medio Oriente e Sudan
Pressenza - Monday, August 11, 2025Gaza
Netanyahu ha uno estremo bisogno di salvare la propria poltrona.
Lo dicono gli analisti dei media israeliani, i politici di opposizione e anche ex responsabili dell’intelligence israeliana.
Lo sanno bene anche i ministri Ben Gvir e Smotrich e lo ricattano.
Il governo non ha più una maggioranza in parlamento e se i loro due partiti uscissero dalla maggioranza, il governo cadrebbe.
Per mettere il premier all’angolo e imporre l’avvio delle operazioni belliche per l’occupazione di Gaza, la deportazione della sua popolazione e la costruzione delle colonie ebraiche sulle macerie delle città palestinesi, hanno avanzato mozioni per la prossima riunione del legislativo.
È un gioco macabro: tenersi a galla sul sangue palestinese.
Nella giornata di ieri, sono stati trasportati negli ospedali 61 (35 tra gli affamati alla ricerca di un sacco di farina) uccisi e 363 feriti (304 tra gli affamati)
I morti per fame sono stati ieri 5, portando il totale dal primo di luglio a 217, tra di loro 101 bambini.
Il lancio di “aiuti” dal cielo ha causato in un mese 23 uccisi e 124 feriti.
Gli ospedali non vengono risparmiati dai bombardamenti israeliani.
Soprattutto dove si trovano dei giornalisti.
L’ingresso principale dell’ospedale Shifà di Gaza città è stato bombardato ieri.
5 uccisi, anzi assassinati, perché l’attacco era mirato a colpire un gruppo di giornalisti che hanno issato una loro tenda, dove lavoravano e dormivano per poter informare il mondo sui crimini di Netanyahu.
Il rappresentante dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari a Ginevra ha dichiarato: “Non si tratta più di una crisi alimentare imminente, ma di una vera e propria carestia a Gaza. Gli orrori potrebbero aggravarsi con l’espansione delle operazioni militari israeliane a Gaza. Le linee di assistenza stanno crollando mentre continuano gli attacchi militari, gli sfollamenti e la carenza di aiuti umanitari”.
Giornalisti nel mirino
Assassinati in un attacco mirato 4 giornalisti e operatori dell’informazione palestinesi. È stata presa di mira la loro tenda all’ingresso dell’ospedale Shifà con un missile lanciato da un drone israeliano. Sono Anas Al-Sharif e Mohammed Grei’, corrispondenti di Al-Jazeera e i due cameraman Ibrahim Dhaher e Mohammed Nofal.
Israele impedisce ai giornalisti stranieri (anche israeliani) di seguire i fatti della guerra in corso, in modo indipendente, e nello stesso tempo uccide in modo sistematico e deliberato i giornalisti palestinesi.
Sono 239 i giornalisti assassinati a Gaza.
Un numero che supera il totale delle vittime dell’informazione in tutti gli altri conflitti in corso.
Israele vuole nascondere la verità sul genocidio che sta compiendo a Gaza.
Lutto nello sport palestinese
Suleiman al-Obeid era un calciatore palestinese, assassinato dall’esercito israeliano lo scorso mercoledì, mentre stava attendendo gli “aiuti umanitari” in uno dei centri trappola della società mercenaria, GHF.
Era noto con l’appellativo di “Pelè palestinese”.
In due anni di aggressione, Israele ha ucciso 660 sportivi palestinesi, tra di loro 325 calciatori.
Il mondo dello sport mondiale ha voltato la faccia dall’altra parte e continua ad ospitare squadre israeliane.
In un gesto di ipocrisia, la Uefa ha pubblicato sui social un commiato per Al-Obeid: “Addio a Suleiman al-Obeid, il ‘Pelé palestinese’. Un talento cha aveva dato speranza ad un gran numero di bambini, anche nei momenti più bui”.
Un commiato che non cita in nessun modo le condizioni della dipartita di al-Obeid.
Il giocatore egiziano, Mohammed Salah ha chiesto retoricamente alla Uefa: “potete raccontarci come è morto, dove e perché?”.
In Italia, si sta organizzando il boicottaggio alla partita It-Is del 14 ottobre 2025 a Udine.
ONU
Una riunione del consiglio di sicurezza a vuoto.
Tutti i rappresentanti di 14 paesi membri hanno condannato la decisione del governo israeliano a rioccupare Gaza, ma gli USA hanno vanificato tutto il lavoro a causa del loro sostegno incondizionato al genocidio in corso.
Il delegato russo è arrivato a bollare le azioni del governo israeliano come la continuazione dell’olocausto nazista: “da 20 anni i palestinesi di Gaza sono rinchiusi in un ghetto e adesso si ricorre alla pulizia etnica”.
Toni diversi sulla valutazione della decisione di Netanyahu: per la GB è una decisione sbagliata; la Francia ha condannato il tentativo di rioccupazione che porterà alla cacciata di due milioni di palestinesi; il rappresentante algerino ha condannato l’azione criminale israeliana che mira “all’uccisione e deportazione dell’intera popolazione palestinese; non è bastata loro l’uccisione di 18 mila bambini”.
È stata letta una dichiarazione congiunta di 5 paesi europei, Regno Unito, Danimarca, Francia, Grecia e Slovenia: “Condanniamo la decisione di Israele di espandere le sue operazioni militari a Gaza; il piano di Israele di espandere le operazioni minaccia di violare il diritto internazionale umanitario”.
Israele
Il 17 di questo mese le famiglie dei soldati rapiti hanno annunciato un’azione volta a paralizzare l’economia israeliana, senza peraltro entrare nei dettagli della protesta. Sarà organizzato uno sciopero generale e blocchi stradali.
Il ricercato dalla Corte Penale internazionale per crimini di guerra e contro l’umanità, invece, ha svolto due conferenze stampa piene di bugie e falsità.
“Andremo avanti perché solo noi sappiamo difendere la nostra sicurezza. Chi si oppone alla nostra politica è un sostenitore di Hamas. Agiremo per la liberazione degli ostaggi, con il coraggio dei nostri soldati… Non c’è fame a Gaza. La responsabilità è dell’ONU che non è capace di distribuire gli aiuti…”. Un delirio di onnipotenza
Discorso pieno di falsità e minacce: Netanyahu è arrivato a minacciare di denunciare penalmente il NY Times, per le notizie pubblicate sulla fame e l’uccisione dei bambini a Gaza.
Il discorso rabbioso è un segno della sua disperazione, nel timore di perdere la poltrona.
Iraq
Il procuratore generale di Baghdad ha annunciato che una cellula di Daiesh (ISIS) formata da 23 elementi ha tentato di avvelenare il cibo offerto ai pellegrini sciiti mentre si sarebbero recati a piedi fino a Kerbelaa, la prossima settimana.
Il veleno sarebbe stato messo nei pentoloni delle cucine da campo. Tra gli arrestati vi è un giovane laureato in biologia, specializzato nei veleni, che avrebbe confessato il suo ruolo nel gruppo.
Secondo la procura, se il piano fosse andato in porto, avrebbe causato la morte di migliaia di persone. La ricorrenza, infatti, attira milioni di pellegrini sciiti, soprattutto dall’Iran.
Secondo il procuratore, molti degli arrestati sono giovani che si sono radicalizzati su Internet, attirati da messaggi mandati sui social da donne jihadiste.
Solidarietà in Italia con la Palestina
Una domenica delle mille piazze a favore della Palestina. Sit-In, flash-mob, performance, digiuni in piazza, bandiere palestinesi sulle spiagge.
È un fiume in piena per svegliare il governo delle destre e indurlo a riconoscere lo Stato di Palestina e a bloccare l’export di armi a Israele.
In molti comuni italiani sono stati votati dai consigli locali delle mozioni di solidarietà con il popolo palestinese vittima del genocidio.
Dopo il ricorso di AVS, anche Sanitari per Gaza hanno deciso di avanzare un ricorso alla Corte Penale int. per le responsabilità del governo italiano nei crimini di guerra a Gaza.
Ogni giorno in piazza del Duomo di Milano, dal 16 giugno, si tiene un flash-mob silenzioso con lettura di poesie contro il genocidio compiuto da Israele a Gaza.
Di tutte le mobilitazioni e iniziative per la Palestina, molta stampa non ha dato informazioni.
Sciopero della fame a staffetta contro il genocidio
Siamo entrati nella tredicesima settimana di Digiuno x Gaza, l’iniziativa lanciata a maggio da Anbamed.
Oggi, lunedì 11 agosto, prosegue per la 87a giornata l’azione nonviolenta di sciopero della fame.
Sudan
Si muore di fame a el-Fasher, nel Darfur. Sono 63 le persone morte per fame nell’ultima settimana.
La città è assediata da due anni dalle milizie di Pronto Intervento (RSF) guidate dall’ex venditore di cammelli diventato generale grazie al militarismo dei capi dell’esercito, suoi attuali antagonisti.
Militarmente, le RSF sono in difficoltà dopo aver perso il controllo sulla capitale Khartoum, ma continuano a controllare il Darfur, con una sistematica operazione di pulizia etnica.
Contano sull’arruolamento di mercenari e sui finanziamenti degli Emirati Arabi.
Recentemente, l’aeronautica sudanese ha abbattuto un aereo proveniente da Abu Dhabi carico di armamenti e 40 mercenari colombiani.