Darfur: il 97% della popolazione senza acqua a sufficienza denuncia COOPI
«L’85% della popolazione sfollata a El Fasher (Sudan, Nord Darfur) non ha
accesso a beni e servizi essenziali e nella città restano attive solo tre fonti
di approvvigionamento idrico: ben il 97% della popolazione è al di sotto degli
standard minimi di accesso all’acqua». A lanciare l’allarme è l’organizzazione
umanitaria italiana COOPI – Cooperazione Internazionale, attiva in Sudan da
oltre 20 anni.
El Fasher – città già sotto assedio da quasi un anno e colpita da bombardamenti
continui – in seguito all’attacco dello scorso aprile ai danni del campo per
sfollati interni di Zamzam, ha subito un forte peggioramento della situazione
umanitaria, con «migliaia di famiglie sfollate accampate in rifugi di fortuna o
costrette a dormire all’aperto, senza accesso ad acqua pulita né a servizi
igienici di base», spiega Ennio Miccoli, Direttore di COOPI Cooperazione
Internazionale. «L’accesso umanitario e la capacità di risposta – aggiunge –
sono estremamente limitati e ampiamente insufficienti a soddisfare i bisogni
delle migliaia di persone recentemente sfollate, che si aggiungono ai 47.561
sfollati interni già presenti a El Fasher. Noi siamo presenti sul campo per
supportare la popolazione civile, la più colpita dal conflitto, cercando di
migliorare condizioni di vita molto critiche».
Dal 2023 il Sudan è teatro di quella che è considerata la più grave crisi
umanitaria al mondo, in cui più di 12 milioni di persone sono state costrette a
lasciare le proprie case, diventando sfollate interne o rifugiandosi in Paesi
confinanti come Ciad, Sud Sudan ed Egitto. La situazione è ulteriormente
peggiorata proprio nell’aprile 2025 con l’attacco al campo sfollati di Zamzam,
uno dei più grandi del Nord Darfur, che ha costretto oltre 500mila persone a
fuggire in poche ore verso El Fasher.
Attualmente nella città di El Fasher «la maggior parte dei punti d’acqua vicini
è ormai inaccessibile a causa della violenza continua, e quelli ancora attivi
sono sovrasfruttati e necessitano urgentemente di riparazioni. Nel frattempo,
l’impennata dei prezzi del carburante ha ulteriormente compromesso il
funzionamento dei sistemi di pompaggio dell’acqua», racconta un operatore COOPI
presente a El Fasher. Inoltre, aggiunge, «le pessime condizioni
igienico-sanitarie e il ricorso diffuso all’evacuazione in spazi aperti
aumentano notevolmente il rischio di epidemie, come il colera o la diarrea
acquosa acuta. A causa della grave carenza idrica, molte famiglie sono costrette
a dare priorità all’acqua potabile rispetto all’igiene personale, con gravi
rischi per la salute, soprattutto nei luoghi sovraffollati».
In risposta a questa emergenza COOPI – Cooperazione Internazionale ha avviato un
intervento umanitario d’urgenza dal titolo “Provision of Life Saving assistance
for IDPs in emergency in El Fasher locality, North Darfur region”, con il
sostegno del Sudan Humanitarian Fund di OCHA, garantendo il trasporto di acqua
potabile, il monitoraggio della qualità dell’acqua, la distribuzione di
contenitori e kit di emergenza e la costruzione di latrine, contribuendo a
ridurre i rischi sanitari per la popolazione colpita e a garantire standard
igienici di base.
«Da aprile stiamo portando avanti i primi interventi di emergenza, con la
distribuzione quotidiana di 70mila litri di acqua potabile per oltre 9mila
sfollati, la consegna di due contenitori da 20 litri a 1.000 famiglie
vulnerabili e la costruzione di 50 latrine d’emergenza nei nuovi campi informali
sorti improvvisamente, ma si tratta solo di una prima risposta ai bisogni più
urgenti. Le necessità della popolazione sono ancora enormi, il nostro impegno al
fianco delle persone sfollate proseguirà quindi nel tempo», conclude Ennio
Miccoli.
Dal 2004, COOPI è attiva in Sudan e nel Nord Darfur per sostenere le comunità
vulnerabili, attraverso un approccio multisettoriale volto a migliorare
l’accesso a servizi essenziali come rifugi, sicurezza alimentare e mezzi di
sussistenza, acqua, igiene e riduzione del rischio di disastri. Dallo scoppio
della guerra civile nell’aprile 2023, l’organizzazione ha intensificato i propri
sforzi umanitari, ampliando la presenza sul territorio e rafforzando la risposta
d’emergenza per far fronte ai bisogni urgenti delle popolazioni colpite. Negli
ultimi vent’anni in particolare COOPI ha realizzato 129 progetti raggiungendo
oltre 4 milioni di beneficiari. Attualmente COOPI è attiva in Sudan
principalmente nei settori sicurezza alimentare, acqua e igiene e riduzione dei
rischi e preparazione ai disastri.
Redazione Italia