Il programma dell’Università estiva di Attac Italia 2025, dal 12 al 14 settembre a Cecina Mare
La guerra è il massimo dell’incuria. Distrugge vite, famiglie e relazioni.
Devasta territori e ambiente. Sradica le esistenze delle persone, esaspera le
disuguaglianze sociali, ingabbia le culture, uccide la democrazia, scatena la
repressione.
La guerra sembra divenuta la dimensione del presente e del prossimo futuro. Non
solo sul terreno direttamente militare, che investe attualmente sessanta aree
del pianeta. La guerra penetra l’economia, la società, la natura, la cultura, le
relazioni sociali e la democrazia.
La dimensione della guerra permette al modello capitalistico di non affrontare
le enormi contraddizioni che lo attraversano:
* la crisi eco-climatica, che è giunta a livelli drammatici e rischia di
rendere inabitabile il pianeta per fasce sempre più estese di popolazione;
* la disuguaglianza sociale, che ha raggiunto dimensioni sinora mai conosciute
e sta di fatto polarizzando le esistenze delle persone in vite degne (quelle
dei ricchi) e vite da scarto (tutte le altre);
* la pervasività del potere finanziario, che ha investito direttamente la
democrazia, espropriandola al punto da renderla neppure più desiderabile per
le fasce più svantaggiate della popolazione.
Con l’approvazione, nella scorsa primavera, del Libro Bianco per la Difesa
Europea – Prontezza 2023, accompagnato dal piano ReArm Europe, che, nel
considerare il presente quadro come un contesto di minaccia militare perpetua,
prevede l’attivazione di 800 miliardi di euro per investimenti nella difesa e
nell’industria degli armamenti; e con la decisione presanel vertice NATO di fine
giugno scorso, di portare entro il 2035 le spese per la difesa e per gli
armamenti al 5% del Pil, il nostro Paese e il continente europeo hanno deciso di
abbandonare ogni residuo del modello di welfare che per lungo tempo aveva
costituito la cifra del modello europeo, sostituendolo con il warfare, il tempo
della guerra.
Possiamo arrenderci a tutto questo, come fosse un destino ineluttabile? Possiamo
permettere che si disegni per il futuro delle nostre figlie e dei nostri figli
un destino di arruolamento militare e culturale?
Non possiamo. Per questo, se nelle precedenti edizioni delle nostre università
estive abbiamo sviscerato a fondo il tema della società della cura come
alternativa al modello capitalistico fino a delineare il tema della “cura del
futuro” nella scorsa sessione, quest’anno vogliamo provare a capire,
approfondire e confrontarci sulla dimensione della guerra e sulla sua
penetrazione nella società, proprio per riappropriarci di un futuro differente
da quello che stanno predisponendo i grandi capitali finanziari, industriali e
militari e i governi che li assecondano.
Una riflessione che vogliamo dipanare attraverso un ciclo di seminari.
Il nuovo disordine mondiale – Affronteremo i cambiamenti geopolitici che stanno
attraversando il pianeta dentro questa fase di crisi della globalizzazione
liberista e di guerra come strumento prioritario per la regolazione dei
conflitti; dentro questo quadro, analizzeremo cosa succede in Usa e in Europa e
faremo un focus sulla Cina e sul Medio Oriente. Ne discuteremo con Luigi
Pandolfi (giornalista economico e saggista), Giulia Torrini (co-presidente di Un
Ponte Per) e Simone Pieranni (giornalista, esperto di Cina).
Verso il post-umano? Strapotere finanziario e IA – Affronteremo, da un lato la
diretta compenetrazione fra la dimensione della guerra e gli interessi dei
grandi fondi finanziari; dall’altro, approfondiremo il tema delle nuove
tecnologie e dell’Intelligenza Artificiale affrontandone opportunità e rischi
attraverso la lettura femminista di un’alternativa di società. Ne discuteremo
con Alessandro Volpi (docente di Storia contemporanea all’Università di Pisa)
e Maria Francesca De Tullio (ricercatrice di Diritto Costituzionale
all’Università Federico II di Napoli e attivista di Attac Italia)
Guerra alla natura, guerra al lavoro – Affronteremo, da un lato, il tema della
relazione fra capitalismo e natura e di come sia necessario un diverso paradigma
per interrompere la guerra alla natura; dall’altro affronteremo il tema del
lavoro, della produzione e della conversione dei sistemi produttivi dall’uso
bellico all’uso civile e delle esperienze di conversione ecologica della
produzione. Ne discuteremo con Alice Dal Gobbo (ricercatrice di Sociologia
all’Università di Trento), Gianni Alioti (ex sindacalista e attivista per la
riconversione dell’industria bellica) e Dario Salvetti (collettivo di fabbrica
ex Gkn).
“In fila per tre”, il disciplinamento sociale – Affronteremo il tema di come ad
ogni guerra esterna si accompagni una guerra interna, sia come costruzione del
nemico e di leggi liberticide verso chi dissente e si oppone, sia come
penetrazione della guerra dentro i sistemi formativi, la cultura, le relazioni
sociali e la democrazia. Ne discuteremo con Antonio Mazzeo (saggista e militante
eco-pacifista) e Alice Cauduro (ricercatrice di Giurisprudenza all’Università di
Torino).
La sessione si chiuderà con la tavola rotonda intitolata Se verrà la guerra, chi
ci salverà? nella quale, alla luce delle considerazioni emerse nei precedenti
seminari, cercheremo di fare il punto sulla costruzione di un’alternativa di
società, facendo dialogare culture ed esperienze tra loro diverse ma capaci di
offrire nuovi punti di osservazione e proposte per il comune cammino collettivo.
Ne discuteremo con Raffaella Bolini (campagna Stop ReArm Europe), Sandra
Burchi (ricercatrice indipendente), Murat Cinar (giornalista esperto
dell’esperienza del popolo curdo), Andrea Cegna (giornalista studioso del
movimento zapatista) e Marco Bersani (di Attac Italia).
NOTIZIA e MATERIALI INFORMATIVI divulgati da Attac Italia:
“Fermare l’economia della guerra, riprendersi il futuro”
* Presentazione dell’Università estiva 2025 di Attac Italia
* Programma dell’Università estiva 2025 di Attac Italia
* costi, prenotazione e logistica dell’Università estiva 2025
Attac Italia