SIRIA: NUOVA ESCALATION DI VIOLENZE SETTARIE NEL SUD. DAANES: “UNICA SOLUZIONE AUTONOMIA DEMOCRATICA E RISPETTO DEL PLURALISMO”
Sale a 135 morti il bilancio degli scontri settari nel sud-ovest della Siria. I
combattimenti sono iniziati tra le milizie della comunità drusa e quelle beduine
dopo il sequestro di un giovane druso da parte di una banda beduina di Dar’a. In
seguito, è intervenuto l’esercito del cosiddetto governo di transizione
dell’autoproclamato presidente siriano – il post-jihadista Al Shaara – in teoria
per tentare di porre fine ai combattimenti. In realtà, diversi video mostrano
miliziani jihadisti (alcuni con le patch di Daesh sulle divise) impegnati in
violenze e torture nei confronti di combattenti e civili drusi.
Ne ha “approfittato” di nuovo Israele, che occupa ancora un pezzo di Siria, fino
alle porte di Damasco. Con la scusa di “difendere i drusi”, l’esercito
israeliano ha bombardato le vicinanze di una colonna di carri armati di Hayat
Tahrir al Sham che si apprestavano a entrare nella roccaforte drusa di Suwayda.
“Un avvertimento al governo di Damasco”, affermano da Tel Aviv. L’esercito
israeliano, che è impegnato in colloqui indiretti con il governo di transizione
siriano per raggiungere una “normalizzazione” dei rapporti, non è andato oltre
l’avvertimento, e i militari fedeli al governo siriano sono poi entrati a
Suwayda, dove secondo quanto riportato dal ministero della Difesa di Damasco
sarebbe entrato in vigore un cessate il fuoco.
L’Amministrazione autonoma della Siria del nord e dell’est e le Forze siriane
democratiche hanno invitato tutte le parti a cessare il fuoco immediatamente,
ricordando in un comunicato “la necessità di rispettare il pluralismo nazionale
siriano, riconoscendo i diritti di tutte le componenti senza discriminazioni ed
evitando qualsiasi retorica o pratica che prenda di mira un gruppo specifico per
motivi politici, religiosi o etnici”.
“La Siria a cui aspiriamo – si legge nel comunicato sulle violenze settarie –
dev’essere uno Stato per tutti, senza emarginazione o esclusione, costruito su
basi democratiche che garantiscano l’effettiva partecipazione di tutta la
popolazione alla gestione degli affari del Paese”. Le istituzioni confederali
del Rojava hanno inoltre esortato tutte le parti “ad adottare approcci
realistici che rispettino la natura della società siriana e a lavorare con
serietà per costruire un modello politico moderno e democratico basato su
giustizia, uguaglianza e diritti umani“.
“La soluzione in un paese multietnico come la Siria – aggiunge in un comunicato
il Kongra-Starr, Movimento delle donne della Siria del nord-est – è
un’amministrazione decentralizzata, federale e democratica con al centro le
donne”. “Il popolo – prosegue la nota – ha bisogno di pace e di una società
democratica”.
Di tutt’altro avviso sembrerebbe essere il governo di transizione di Al Shaara
(Al Jolani), ma anche l’inviato speciale Usa per la Siria Tom Barrack. Venerdì
scorso, dopo un importante incontro tra Damasco e l’Amministrazione autonoma del
Rojava, il diplomatico statunitense ha dichiarato: “Una nazione, un popolo, un
esercito, una Siria. Le Forze Siriane Democratiche sono lente nell’accettare,
negoziare e procedere in questa direzione. C’è solo una strada e quella strada è
Damasco”. I recenti incontri si inseriscono nel quadro del negoziato in corso
dallo scorso mese di marzo 2025.
L’Amministrazione autonoma democratica della Siria settentrionale e orientale ha
rilasciato una dichiarazione: “La diversità in Siria non è una minaccia per la
sua unità, ma piuttosto una fonte di forza che deve essere protetta e
consolidata”, si legge nel comunicato. “Le richieste che avanziamo oggi per un
sistema democratico pluralistico, per la giustizia sociale, per l’uguaglianza di
genere e per una costituzione che garantisca i diritti di tutte le componenti
non sono nuove; – ricordano le istituzioni confederali del nord-est – sono il
cuore della lotta dei siriani dal 2011. Etichettarle come secessionismo è una
distorsione della verità della lotta siriana contro la tirannia”.
Per fare il punto della situazione nel sud-ovest siriano e sui colloqui tra
Damasco e DAANES, su Radio Onda d’Urto è intervenuto Tiziano Saccucci,
dell’Ufficio Informazione Kurdistan in Italia. Ascolta o scarica.