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Eirenefest Napoli: una tavola rotonda sul disarmo nucleare
Tavola Rotonda a IoCiSto È gremita la Sala intitolata a Giancarlo Siani nella Libreria IoCiSto che ha ospitato l’Eirenefest, il Festival del libro per la pace e la nonviolenza, per la prima volta a Napoli. Incontri, dibattiti, laboratori, presentazioni di libri, la parola condivisa, l’impegno che cercano di spezzare le sbarre dell’indifferenza. Giorni pieni, intensi, ricchi di emozioni, di confronto e consapevolezza. La partecipazione è altissima anche per la Tavola Rotonda sul disarmo nucleare nel Medioriente, sul punto delle campagne che chiedono l’abolizione delle armi nucleari e sull’impegno profuso in questa direzione negli anni. Ci sono i grandi protagonisti di queste campagne, Emanuela Bavazzano, padre Alex Zanotelli e Giorgio Ferrari che hanno presentato la Petizione “Medioriente senza armi nucleari” e hanno dato vita a un incontro che ha coinvolto i presenti con la narrazione attraverso gli anni delle battaglie condotte per la denuclearizzazione del Medioriente. Il racconto ha attraversato tanti passaggi storici e politici fornendo una visione ampia e chiarificatrice che giunge fino all’attuale situazione drammatica, all’azione genocidaria che Israele sta compiendo sotto gli occhi atterriti e sgomenti del mondo intero, o almeno della società civile del mondo intero. Un’analisi lucida e corredata da riferimenti e documenti ha svelato tanti aspetti sconosciuti alla gente comune, inquietanti per la portata del rischio che implicano ma giustificati e legittimati dal potere, dal profitto e dalle lobby industriali e militari. Emanuela Bavazzano, psicologa, psicoterapeuta, vicepresidente di Medicina Democratica, collaboratrice in progetti per il welfare, attivista nei movimenti per la pace e co-promotrice insieme con Giorgio Ferrari della campagna “Medioriente senza armi nucleari” , apre la Tavola Rotonda ricordando l’impegno di Angelo Baracca, fisico, attivista, impegnato nelle campagne contro le guerre e per il disarmo nucleare, che ha tracciato con i suoi numerosi scritti le linee guida dell’impegno antinucleare. L’informazione deve essere collettiva, portare all’azione, deve diventare Movimento” afferma la dottoressa Bavazzano, “per chiedere che l’Italia aderisca al Trattato per l’abrogazione del nucleare (TPNW). Pensando alla situazione in Palestina, alla sistematica violazione dei diritti più elementari, Angelo Baracca aveva lanciato negli ultimi suoi anni un appello oggi più che mai attuale e urgente: “Fermare la guerra e imporre la pace. Si sta correndo verso l’Apocalisse, solo l’eliminazione delle armi nucleari può evitarla.” Ma cos’è la Petizione? È un appello promosso da 26 associazioni italiane affinché l’Italia sia attiva nel processo di definizione di un Trattato ONU che istituisca nel Medioriente un’area libera da armi nucleari e da armi di distruzione di massa chimiche e biologiche. La Petizione è stata rivolta nel novembre 2024 alle massime istituzioni italiane: al Presidente della Repubblica, ai Presidenti del Senato e della Camera, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro degli Affari Esteri e ai gruppi parlamentari di Camera e Senato. Hanno aderito realtà associative, Ong, gruppi per la pace, movimenti civici. Lo spiega Giorgio Ferrari, esperto nucleare e sostenitore attivo di questo progetto, tra i primi firmatari degli appelli che chiedono all’Italia di non astenersi nelle votazioni ONU su questi temi. È l’anima promotrice della campagna per la Conferenza Permanente ONU per istituire una zona franca da armi nucleari nel Medioriente e che si terrà a novembre prossimo nella sesta sessione: “Bisogna chiedere che il Governo appoggi la Conferenza.” Ma cosa chiede la petizione? Creare urgentemente una zona libera da armi nucleari nel Medioriente, che tutti gli Stati della regione firmino e ratifichino il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW). Chiede che Israele dichiari e smantelli il suo arsenale nucleare mai dichiarato. “È il segreto di Pulcinella, lo conosciamo tutti” ha detto Ferrari. “Israele ha circa 80 testate nucleari, ma non lo ha mai riconosciuto ufficiale e non ha mai firmato il TPNW. Come ha potuto costruire l’arsenale che possiede? – si chiede il dott. Ferrari – sicuramente ci sono colpe gravissime dell’Occidente. Israele non fa parte del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari e dunque non si sente obbligato a un controllo internazionale, facendo riferimento al fatto che non c’è in Medioriente un contesto in cui la sua sicurezza sia garantita. Dunque, posizione ambigua ma inattaccabile.” Ferrari poi la posizione dell’Italia che analizza, pur dichiarandosi d’accordo con il TPNW, non lo ha firmato né ratificato, probabilmente a causa degli impegni nei confronti della NATO. Nel prossimo novembre 2025 a New York ci sarà la sesta sessione della Conferenza permanente per il disarmo nucleare, che dovrà, come da mandato ONU, dare seguito a quello che è un impegno ormai vecchio della diplomazia internazionale. Cosa ci si aspetta realisticamente da questa ennesima sessione? Un avanzamento, un documento più vincolante che impone impegni legali per gli Stati, incluso Israele, e che introduce misure concrete di trasparenza affinché l’impegno dichiarato presso l’ONU non resti solo dichiarativo. L’obiettivo della creazione di una zona libera da armi nucleari e di armi chimiche e biologiche di distruzione di massa in Medioriente risale alla risoluzione ONU del 2018 che ha dato vita alla Conferenza permanente, che in un contesto geopolitico altamente instabile assume una visione coraggiosa volta a coinvolgere tutti gli Stati della regione in un processo di disarmo multilaterale e trasparente. Lo spiega in modo chiaro Giorgio Ferrari che, anche per le sue specifiche conoscenze e competenze in campo nucleare, conosce i rischi ad esso collegati. Non ha mai smesso di spendersi per la campagna di denuclearizzazione e si batte in ogni contesto in un’opera di sensibilizzazione civile per focalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica sul fatto che bisogna chiedere al Governo italiano che appoggi la Conferenza di novembre e non si astenga nelle votazioni ONU. “Il disarmo non è solo una questione di politica internazionale, ma un imperativo etico” – non ha dubbi Ferrari – “una Conferenza permanente per il Medioriente che lavori verso un trattato vincolante per rendere tutta l’area libera da armi nucleari, ma anche da quelle chimiche e biologiche di distruzione di massa, è senza dubbio da considerarsi esempio di diplomazia preventiva.” Nel 2018 l’ONU convocò per l’anno successivo la conferenza per l’istituzione di questa zona libera da armi nucleari e da altre armi di distruzione di massa , ma il processo di disarmo si è arenato e addirittura si è invertito perché tutti i Paesi hanno intrapreso programmi plurimiliardari di modernizzazione del sistema e degli armamenti nucleari. E così la Conferenza non ha trovato ancora attuazione anche per la mancanza di trasparenza di alcuni Stati e per i rifiuti di ispezioni. Ferrari denuncia la distanza tra le dichiarazioni e le attuazioni delle numerose risoluzioni ONU, che fanno fatica a tradursi in trattati vincolanti. La Petizione chiede fermamente un mutamento di questo atteggiamento, che il Governo italiano voti a favore del trattato e non si limiti ad astenersi. Tra i promotori della Petizione c’è, ancora una volta, padre Alex Zanotelli, voce storica del pacifismo italiano, simbolo instancabile di un impegno che non conosce tregua. E mentre il mondo torna a parlare di arsenali lui rilancia con forza la sua battaglia per abolire tutte le armi nucleari. Missionario delle periferie globali, attraversa i confini della politica e della fede e da anni chiede all’Italia e al mondo di voltare pagina: “Basta con le minacce atomiche.” Sembra un gigante la cui voce si staglia solitaria e spesso scomoda, oggi in particolare in un mondo segnato dai conflitti. Coerente con il suo pensiero antinucleare e radicato in una visione profondamente etica, testimone del Vangelo, ha denunciato la follia della deterrenza nucleare e l’ipocrisia delle potenze mondiali: “La deterrenza non può giustificare il possesso del nucleare”. È una denuncia che si sostiene di spiritualità e di impegno civile. “Il nucleare è l’espressione di un potere che mette a rischio la vita umana e la Terra stessa.” Ha spiegato infatti come sia falsa la narrazione del nucleare positivo per l’uso energetico, per i grandi rischi ambientali impliciti, per l’impatto sociale delle centrali che richiedono forti investimenti e sottraggono risorse alle energie rinnovabili, le uniche sostenibili. “Il complesso militare-industriale è il vero potere che comanda il mondo e la politica.” E con il pensiero rivolto alla Palestina e al dolore per la sorte dei palestinesi, si è dichiarato “scioccato” e non ha nascosto il dispiacere per la latitanza, il silenzio delle comunità cristiane che non reagiscono con fermezza di fronte all’orrore del genocidio, al fatto che la negazione della vita a Gaza è in netto contrasto con l’insegnamento e lo spirito del Vangelo, che è religione della Vita e della continua rinascita alla Vita. Ha voluto ricordare le parole di papa Francesco sulla questione della presunta “giustificazione” di una guerra e quando questa possa ritenersi giusta e legittima. E non si può scomodore Sant’Agostino stravolgendone il pensiero, contestualizzato in altra epoca, per trovarne un riferimento che legittima la guerra come male a volte necessario anche sul piano della fede. Padre Zanotelli rigetta questa tesi e ribadisce che mai la guerra può essere legittimata. “Bisogna capire bene il problema del nucleare: Israele possiede 70 bombe atomiche, la fine, il suicidio di Israele sarebbe il suicidio di tutto l’Occidente. Oggi davvero siamo sull’orlo dell’abisso, dominati dal paradigma: più armi, più guerre, più surriscaldamento globale del pianeta. Eppure, paradossalmente, l’Umanità ha un potere immenso su se stessa, sulla sua stessa possibilità di sopravvivenza, ma sta camminando verso il baratro. Se si continua sulla strada scelta si rischia di finire in un inverno nucleare o in un’estate infuocata.” E concludo, in piena sintonia con il pensiero di papa Francesco, che “non solo l’uso, ma perfino il possesso del nucleare è immorale”. Il dibattito che ne è seguito è stato partecipazione molto sia perché molte domande erano sconosciute a gran parte dei partecipanti, sia perché la conoscenza genera la consapevolezza che molti aspetti delle nostre vite non sono nelle nostre mani, ma in mani altrui che decidono per il nostro futuro senza che se ne abbia la percezione. “Diamoci da fare perché vinca la Vita” – ha esortato padre Zanotelli. La Tavola Rotonda ha aperto una prospettiva di conoscenza che non si esaurisce con la fine dell’incontro, ma si protrae con l’impegno: altri momenti ci saranno, ed è anche questo l’obiettivo dei relatori e del loro impegno civico, favorendo l’emergere di una coscienza civile che diventi sempre più consapevole e si riappropri dei diritti. Redazione Napoli
L’umanità e il nucleare: come prevenire l’apocalisse
Siamo l’umanità che ama e che pensa e che ragiona e che sogna e non possiamo permettere di estinguerci con l’energia nucleare. L’umanità ha sempre avuto la capacità di amare, pensare, ragionare e sognare. La preoccupazione per il futuro dell’umanità e il desiderio di proteggerla sono sentimenti comuni. L’energia nucleare è vista come una risorsa controversa, ma esistono anche molte altre fonti energetiche sostenibili che potrebbero aiutare a ridurre la dipendenza da queste fonti radioattive inquinanti e rischiose. Cosa può essere fatto per promuovere un futuro più sostenibile per l’umanità? Come sostiene l’astrofisica Margherita Hack forse non siamo gli unici esseri viventi e senzienti nelle miliardi di galassie in tutto l’universo. Ma non per questo dobbiamo avere la facoltà e l’intento assurdo e criminale di estinguerci. Anzi dobbiamo tentare di conoscere altre forme di vita su altri pianeti. Margherita Hack era un’astrofisica italiana nota per le sue ricerche sulla spettroscopia stellare e per la sua capacità di divulgare la scienza in modo accessibile e affascinante. La sua ipotesi sulla possibilità di vita extraterrestre è condivisa da molti scienziati e teorici, che ritengono che l’universo sia così vasto e variegato da rendere plausibile l’esistenza di altre forme di vita. Questa idea si basa su diversi punti tra cui la vastità dell’universo con miliardi di galassie, ognuna contenente miliardi di stelle e le possibilità di trovare pianeti abitabili sono considerevoli. Tramite la scoperta di esopianeti negli ultimi anni, sono stati scoperti numerosi pianeti, alcuni dei quali si trovano nella “zona abitabile” delle loro stelle, dove le condizioni potrebbero essere adatte alla vita come la conosciamo. E ancora la presenza di molecole organiche secondo cui alcune molecole viventi, come gli aminoacidi, sono state trovate in meteoriti e nello spazio interstellare, suggerendo che i mattoni fondamentali della vita potrebbero essere comuni nell’universo. Tuttavia, nonostante queste considerazioni, non abbiamo ancora trovato prove definitive dell’esistenza di vita extraterrestre. La ricerca continua, e molti scienziati ritengono che la scoperta di vita extraterrestre potrebbe essere uno dei più grandi progressi scientifici del nostro tempo. Come esseri umani dobbiamo, in qualità di pacifisti e di appartenenti al mondo nonviolento e pacifista, ossia di soggetti che vogliono la pace e salvarci, evitare e sventare l’apocalisse nucleare che può verificarsi anche per un errore informatico e dell’intelligenza artificiale e distruggere così in un soffio la nostra forma di vita sulla terra. Come esseri umani, abbiamo la responsabilità di lavorare insieme per prevenire l’apocalisse nucleare e promuovere la pace mondiale, con il tramite di alcune strategie che potrebbero aiutare nella riduzione degli arsenali nucleari. I paesi che possiedono armi nucleari dovrebbero lavorare per ridurre i loro arsenali e implementare misure di controllo più rigorose. Anche attraverso la diplomazia e il dialogo. La diplomazia e il dialogo tra le nazioni possono aiutare a risolvere i conflitti in modo pacifico e a prevenire l’escalation delle tensioni, con lo sviluppo di tecnologie sicure. Infatti è fondamentale sviluppare tecnologie sicure e affidabili per eliminare i sistemi nucleari e prevenire errori informatici o di intelligenza artificiale. Sono necessarie, anche a partire dagli istituti scolastici di tutti gli ordini e gradi, l’educazione e la consapevolezza, quindi educare le persone sui rischi dell’apocalisse nucleare e promuovere la consapevolezza sulla pace e sulla sicurezza globale e universale che può aiutare a creare un movimento e molteplici realtà attive per la pace. Soprattutto la cooperazione internazionale è fondamentale per affrontare le sfide globali e prevenire l’apocalisse nucleare. Come individui e soggetti e persone e pacifisti possiamo contribuire a promuovere la pace e la sicurezza globale attraverso il sostegno a organizzazioni pacifiste. Sostenere organizzazioni che lavorano per la pace e la sicurezza globale può aiutare a promuovere la causa pacifista. Con i mezzi della partecipazione a campagne di sensibilizzazione e partecipare anche a manifestazioni per la pace può aiutare a creare una matura e incisiva consapevolezza per la pace. Quindi educazione e consapevolezza al fine di educare se stessi e gli altri sui rischi dell’apocalisse nucleare e sulla importanza della pace può aiutare a creare un cambiamento positivo. Cosa possiamo fare come esseri intelligenti per promuovere la pace e prevenire l’armageddon nucleare? Come esseri intelligenti, possiamo fare molte cose per promuovere la pace e prevenire l’apocalisse nucleare. Inoltre, possiamo anche promuovere la cultura della pace, ossia promuovere la cultura del pacifismo e della non violenza attraverso l’educazione, l’arte e la comunicazione, il che può aiutare a creare un cambiamento positivo. Anche sostenendo la cooperazione internazionale: sostenere la cooperazione internazionale e le organizzazioni internazionali che lavorano per la pace e la sicurezza globale può aiutare a creare un mondo più pacifico. E inoltre è necessario ridurre le tensioni e lavorare per ridurre i contrasti e i conflitti tra le nazioni e le comunità. Questo può aiutare a creare un ambiente più pacifico. Il passo più importante da fare per promuovere la pace e prevenire l’armageddon nucleare. Il trattato di proibizione delle armi nucleari quanto può incidere sulla salvezza dell’umanità dal rischio dell’estinzione nucleare? Il Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari (TPNW) rappresenta un passo significativo verso la riduzione del rischio di estinzione nucleare. Entrato in vigore il 22 gennaio 2021, il trattato mira a eliminare completamente le armi nucleari, rendendole illegali e promuovendone la distruzione e eliminazione. Ecco alcuni punti chiave su come il trattato può incidere sulla salvezza dell’umanità come con il divieto di sviluppo e utilizzo. Infatti il trattato proibisce agli Stati parte di sviluppare, testare, produrre, fabbricare, acquisire, detenere o utilizzare armi nucleari, riducendo il rischio di un conflitto nucleare. Tramite l’eliminazione delle armi nucleari. Gli Stati che possiedono armi nucleari sono tenuti a eliminarle in modo irreversibile e verificabile, con la supervisione di un’autorità internazionale competente. Da non sottovalutare l’assistenza alle vittime e il risanamento ambientale, in quanto il trattato prevede l’assistenza alle vittime dell’uso o della sperimentazione di armi nucleari e il risanamento ambientale delle aree contaminate. Imprescindibile e estremamente importante la cooperazione internazionale, perché gli Stati parte sono incoraggiati a collaborare per facilitare l’attuazione del trattato e fornire assistenza tecnica, materiale e finanziaria agli Stati colpiti dall’uso o dalla sperimentazione di armi nucleari. Tuttavia, è importante notare che il trattato non è stato firmato da tutti gli Stati, in particolare quelli che possiedono armi nucleari, come gli Stati Uniti, la Russia, la Cina, la Francia e il Regno Unito. Ciò potrebbe limitare l’efficacia del trattato nel ridurre il rischio di estinzione nucleare. Nonostante queste limitazioni, il TPNW rappresenta un importante passo avanti verso la riduzione del rischio nucleare e la promozione della pace e della sicurezza internazionali. La sua attuazione potrebbe contribuire a creare un mondo più sicuro e stabile, riducendo il rischio di un conflitto nucleare che avrebbe conseguenze catastrofiche per l’umanità.   Laura Tussi