Tag - menzogna

La menzogna come strumento essenziale contro Cuba
Sin dalla vittoria della Rivoluzione cubana nel 1959, gli Stati Uniti hanno utilizzato la CIA e la loro Agenzia Nazionale di Informazione per progettare e realizzare campagne con informazioni false o distorte, con l’obiettivo di offuscare l’immagine del processo e dei suoi principali leader, per sottrarre loro il sostegno popolare e internazionale. Ciò è dimostrato da molti documenti segreti ormai declassificati, come la stessa Operazione Mangosta, in cui si afferma senza mezzi termini: “Le operazioni psicologiche aumenteranno il risentimento della popolazione nei confronti del regime”. Allo stesso modo si afferma: “Il Dipartimento di Stato sta concentrando i propri sforzi sulla riunione dei ministri degli Esteri dell’OEA, che avrà inizio il 22 gennaio, nella speranza di ottenere un ampio sostegno dall’emisfero occidentale per le risoluzioni dell’OEA che condannano Cuba e la isolano dal resto dell’emisferoName=n1070; HotwordStyle=BookDefault; . […] La riunione dell’OEA sarà sostenuta da manifestazioni pubbliche in America Latina, organizzate dalla CIA e da campagne psicologiche assistite dall’USIA (Agenzia di informazione degli Stati Uniti). Ricordiamo la tristemente famosa Operazione Peter Pan, in cui la CIA, con il sostegno della Chiesa cattolica, riuscì a separare 14.038 bambini dai loro genitori a Cuba per mandarli da soli negli Stati Uniti, con il falso pretesto di impedire che la Rivoluzione li privasse della potestà genitoriale. Niente di tutto questo è propaganda comunista, è la verità assoluta e l’elenco delle menzogne è infinito. In questi giorni il membro del Congresso Mario Díaz-Balart, figlio di un prestanome del dittatore Fulgencio Batista, insiste nel promuovere un’opinione pubblica contro Cuba, chiedendo in una lettera al Nunzio Apostolico negli Stati Uniti e al Vaticano di pronunciarsi sulla presunta repressione religiosa a Cuba e di “affermare senza ambiguità il loro sostegno al desiderio di libertà dei cubani e al loro diritto fondamentale di professare la propria fede”. Il membro del Congresso, appartenente alla mafia terroristica di Miami, mente consapevolmente, perché sa perfettamente che ciò non accade sull’isola e ne sono prova le chiese gremite di fedeli nel giorno della Carità del Cuore Immacolato di Maria, patrona di Cuba, e le strade con migliaia di persone nelle processioni per venerare la loro Santa Madre, tra le altre simili ricorrenze patronali. Se il Vaticano non si esprime contro la Rivoluzione è perché sa perfettamente che Díaz-Balart mente. A Cuba esiste un’ampia libertà religiosa, sancita dalla Costituzione che stabilisce: “l’uguaglianza di tutte le manifestazioni religiose davanti alla legge e il diritto dei cittadini di professare il culto di loro preferenza, di cambiare credo o di non averne alcuno”. Sull’isola sono presenti diverse religioni, tra cui il cristianesimo (cattolici, protestanti, ortodossi di rito russo e greco), l’ebraismo, l’islamismo, il buddismo, lo spiritismo, le religioni cubane di origine africana (yoruba, abacuá, bantu), la fede bahá’í e lo yoga. Tutte sviluppano liberamente i propri principi dottrinali, teologici e organizzativi. Queste istituzioni religiose sono proprietarie dei propri beni e immobili, compresi i templi. Più di 900 templi e cappelle, di proprietà delle 55 chiese evangeliche e protestanti, mantengono le porte aperte al popolo. Ci sono anche 2.550 case di culto in tutto il paese. Diverse istituzioni religiose evangeliche cubane possiedono centri per la formazione del proprio personale. La Chiesa cattolica dispone inoltre di seminari propri per la formazione del proprio clero regolare all’interno del Paese. Cuba è l’unico Paese del continente che ha ricevuto la visita degli ultimi tre Papi e tutti hanno constatato la piena libertà religiosa. Perché il membro del Congresso non si preoccupa della persecuzione contro la religione negli Stati Uniti, dove i musulmani sono respinti e sorvegliati segretamente dall’FBI, accusati ingiustamente di essere terroristi? Questo legislatore anticubano ha costruito la sua carriera politica sostenendo azioni terroristiche contro il popolo cubano e non ha mai condannato coloro che a Miami hanno organizzato gli attentati dinamitardi in diversi hotel dell’Avana. Non ha mai alzato la voce per chiedere giustizia contro i responsabili dell’attentato dinamitardo contro un aereo civile cubano, in cui sono stati uccisi 73 innocenti, e i cui autori hanno vissuto a Miami come rifugiati fino alla loro morte. Mario Díaz-Balart mente con premeditazione quando afferma che “il regime cubano utilizza il suo apparato di sicurezza e sorveglianza per perseguitare i leader religiosi”. A quanto pare suo padre, fervente collaboratore del dittatore Fulgencio Batista, non gli ha mai raccontato la verità su ciò che accadeva a Cuba prima del 1959. Per questo dovrebbe studiare la storia di Cuba per scoprire che il 12 agosto 1953, durante il governo di Batista, il padrino di battesimo di suo fratello Lincoln, il capo del tenebroso Buró de Investigaciones, Armando Suarez Suquet, e diversi suoi agenti fecero irruzione violenta nel Palazzo Cardinalizio dell’Avana e picchiarono senza pietà e spaccarono la testa al cardinale Manuel Arteaga Betancourt, allora arcivescovo della capitale. A causa delle minacce di quei teppisti, la gerarchia cattolica accettò di attribuire le ferite e altre lesioni a un “incidente domestico”. Alcuni giorni dopo, in un’omelia, il cardinale dichiarò che “era stato il risultato di un tentativo di reato comune”. Di fronte a questa situazione, nel settembre dello stesso anno, il cardinale si recò a Roma per «riposarsi». La Rivoluzione non ha mai fatto nulla di simile e, nonostante alcuni sacerdoti abbiano prestato le chiese per dare rifugio ad assassini, terroristi e cospiratori legati alla CIA, non ha mai chiuso un tempio né un ordine religioso. Oggi alcuni sacerdoti e suore legati alle organizzazioni anticubane di Miami diffondono falsità e accuse contro la Rivoluzione, esortando persino alla disobbedienza civile in totale violazione delle norme legali, ma nessuno di loro è stato arrestato e tanto meno perseguito, nonostante seguano le direttive provenienti dall’estero. Batista, invece, non permetteva ai sacerdoti di uscire dalle regole del gioco imposte a Cuba dopo il colpo di Stato del 10 marzo 1952 e per questo motivo arrestò i sacerdoti gesuiti Armando Llorente e Francisco Barbeito, a seguito delle iniziative intraprese dalla Lega della Decenza, che il dittatore considerava sovversive. Questo e molti altri motivi hanno dato origine alla Rivoluzione che tanto odiano e che fanno di tutto per soffocare, affinché il popolo, stanco di tante privazioni, scenda in piazza e, come esposto testualmente nell’Operazione Mangosta: “Scatenare tutto questo deve essere un obiettivo primario del progetto. […] Se necessario, il movimento popolare chiederebbe aiuto ai paesi liberi dell’emisfero occidentale e, se possibile, gli Stati Uniti, di concerto con altre nazioni dell’emisfero, fornirebbero un sostegno aperto alla rivolta del popolo cubano. Tale sostegno includerebbe una forza militare, se necessario”. Quel sogno è ancora vivo e per questo i cubani sono vigili per non tornare a quel passato che gli yankee si ostinano a cancellare, perché, come ha sottolineato José Martí: «… ho lo spirito mortale, per le gravi notizie che vengono alla luce sul modo pericoloso e arrogante con cui in questo paese si propone di trattare i nostri…». #anaic #italiacuba #mentiras #fakenews #usa #cuba #eeuuterroriststate #nomasbloqueoacuba Fonte: El Heraldo Cubano Traduzione:italiacuba.it Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba
La santa alleanza del pensiero unico: Molinari e Feltri uniti nella campagna de Il Giornale e Libero
Mancava solo Vittorio Feltri, tra i professionisti della menzogna de Il Giornale e Libero, a prendere parola contro di noi. Giovedì scorso ci siamo mobilitati con un presidio a Milano sotto le redazioni di questi due fogliacci, denunciando il ruolo attivo che hanno avuto nella preparazione di un terreno politico […] L'articolo La santa alleanza del pensiero unico: Molinari e Feltri uniti nella campagna de Il Giornale e Libero su Contropiano.