INGV. Mobilitazione dal basso per la Palestina
Con un ricercatore dell'INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia),
commentiamo la lettera aperta inviata da una buona parte del personale
dell'Istituto al Presidente, al Consiglio di amministrazione e al Consiglio
Scientifico dell’Ente, al fine di chiedere la condanna delle ripetute violazioni
del diritto umanitario da parte di Israele, la sospensione degli accordi
unilaterali di ricerca Italia-Israele e la predisposizione di forme di
collaborazione scientifica con il mondo accademico palestinese. Particolarmente
rilevante è anche la richiesta di istituire un comitato etnico, destinato a
monitorale e a vigilare su accordi, progetti e collaborazioni nell'ottica del
rispetto dei principi etici. La lettera non ha raccolto risposte ufficiali da
parte dell'INGV. Nel corso della corrispondenza emerge anche la possibilità di
sostenere la creazione di corridoi umanitari per favorire, anche attraverso
l'erogazione di borse di studio, l'arrivo di studenti palestinesi in Italia e in
altri paesi europei, mediante un coordinamento tra Università e Istituti di
ricerca. Di seguito, il testo integrale della lettera:
"Oggetto: richiesta urgente di presa di posizione e azione contro le atrocità
del governo israeliano
nei confronti della popolazione palestinese a Gaza e in Cisgiordania.
Nella Striscia di Gaza si sta consumando una gravissima catastrofe umanitaria,
segnata da
documentate violazioni dei diritti umani, dagli attacchi contro la popolazione
civile e da una crisi
alimentare di proporzioni drammatiche. Le Nazioni Unite hanno condannato queste
violazioni
attraverso risoluzioni che chiedono il rispetto del diritto internazionale, la
protezione dei civili e la
fine delle ostilità. La comunità internazionale sollecita un cessate il fuoco
immediato, il ripristino
degli aiuti umanitari e una soluzione politica duratura basata sul rispetto dei
diritti e della sovranità
territoriale dei popoli coinvolti.
La storia, soprattutto quella degli ultimi due secoli, ci racconta che i
conflitti non finiscono perché si
piangono i morti o si prova una silente compassione. Le guerre finiscono perché
si prende
posizione, perché la comunità internazionale impone la pace agli stati che
violano il Diritto
internazionale umanitario e la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. E lo
fa usando gli
strumenti della pace, sospendendo, tra gli altri, gli accordi che prevedono o
supportano lo
sviluppo e il commercio di armi e tecnologia militare.
Convinti che l'INGV, Ente Pubblico di Ricerca, abbia una responsabilità nella
costruzione di una
società civile democratica che rispetti i diritti umani, il principio di
autodeterminazione dei popoli e
la tutela delle vite umane, il personale INGV firmatario del presente documento,
chiede al
Presidente, al Consiglio di Amministrazione e al Consiglio Scientifico di
impegnarsi fattivamente e
in tutte le sedi a portare avanti le seguenti azioni, in funzione del rispetto
dell’art.11 della
Costituzione Italiana e in ottemperanza alle Risoluzioni del Consiglio di
Sicurezza dell’ONU e
dell’Assemblea Generale dell’ONU:
- Condannare le ripetute, gravissime e documentate violazioni compiute dallo
Stato di Israele nella
sua politica di aggressione e occupazione nella Striscia di Gaza, tra cui:
utilizzo della fame come
tattica di guerra, distruzione del sistema scolastico e accademico,
bombardamento delle strutture
di assistenza sanitaria, frequente uccisione di giornalisti e operatori
umanitari, interruzione
unilaterale della tregua faticosamente raggiunta a marzo, deportazione della
popolazione in una
escalation di pulizia etnica dei territori palestinesi;
- Aderire formalmente alle risoluzioni ONU che chiedono la sospensione immediata
del conflitto, il
rilascio degli ostaggi, la protezione dei civili, l’accesso umanitario
garantito, il rispetto del diritto
internazionale, il sostegno ad UNRWA (United Nations Relief and Works Agency for
Palestine
refugees in the near east) e le prospettive di pace concrete e durature;
- Recepire, in particolare, la risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni
Unite del settembre
2024 e le proposte della Società Italiana di Diritto Internazionale e Diritto
dell’Unione Europea
(SIDI, 07/06/2025), sospendendo accordi di cooperazione o collaborazione, anche
informali, con
istituzioni, enti e aziende che contribuiscono anche indirettamente al
perpetrarsi delle gravissimeviolazioni del diritto internazionale e al
mantenimento dell’occupazione illegale del territoriopalestinese;
- Sospendere gli accordi bilaterali in corso ed evitare rinnovi e nuove stipule
fino a quando il
governo israeliano non manifesterà esplicitamente l’intenzione di rispettare i
diritti fondamentali
del popolo palestinese, il diritto internazionale e le risoluzioni delle Nazioni
Unite;
- Non aderire al bando 2025 del Ministero degli Affari Esteri e della
Cooperazione Internazionale
(MAECI) per la raccolta di progetti di ricerca congiunti Italia-Israele, come
già dichiarato dalle
Università di Pisa e Palermo, dai Dipartimenti di Fisica dell’Università la
Sapienza di Roma e
dell’Università di Roma Tor Vergata, come richiesto dalla comunità studentesca e
dal personale
docente, di ricerca, tecnologico e tecnico-amministrativo di altre Università
(Bologna, Calabria,
Firenze, Padova, Sapienza) e da 1350 membri della comunità accademica e
personale universitario
in una lettera aperta inviata al MAECI e alla CRUI il 25 aprile 2025;
- Sostenere iniziative e collaborazioni con il mondo accademico e della ricerca
israeliani che
chiedono la fine della guerra a Gaza denunciando i crimini di guerra contro
l’umanità commessi dal
proprio governo;
- Predisporre collaborazioni con studenti/esse, gruppi di ricerca e corpo
docente palestinesi, cosi
come programmi di mobilità per studio, ricerca e percorsi di specializzazione;
- Introdurre ed implementare all’interno dell’INGV, anche nel “Codice Etico e
Codice di
Comportamento”, i principi e le pratiche dell’ethical procurement e della due
diligence, al fine
di tutelare l'Ente da rapporti di complicità e connivenza con realtà coinvolte
in aggressioni e
conflitti bellici condannati dalle Nazioni Unite;
- Costituire un Comitato che si occupi di monitorare e vigilare su accordi,
progetti e collaborazioni
affinché i principi etici indicati nel punto precedente siano rispettati. Il
censimento di accordi e
contratti in essere consentirà la sospensione, immediata e cautelativa, in
attesa della necessaria
ricognizione documentale che attesti non ci sia alcun coinvolgimento in attività
contrarie al diritto
internazionale.
Le azioni sopra elencate rappresentano un percorso indispensabile per garantire
che l'INGV operi
in piena coerenza con i valori costituzionali e le risoluzioni internazionali.
Chiediamo al Presidente,
al Consiglio di Amministrazione e al Consiglio Scientifico di prendere una
posizione inequivocabile
e di tradurre queste richieste in un piano d'azione immediato. Riteniamo che
l'inerzia non sia
un'opzione per un Ente che si riconosce nei principi della pace e della
giustizia. In attesa di un
riscontro, confermiamo la nostra piena disponibilità a collaborare per la loro
attuazione."