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La voce del padrone. Comunicato sulla stella maris.
Il comunicato del collettivo Antonin Artaud sulla recente sentenza di primo grado relativa ai maltrattamenti alla stella maris. LA VOCE DEL PADRONE “Assolti” i dirigenti al processo sui maltrattamenti alla Stella Maris Il processo di primo grado per i maltrattamenti nei confronti degli ospiti della struttura per persone con disabilità di Montalto di Fauglia, gestita dalla fondazione Stella Maris in provincia di Pisa, si è concluso, dopo 7 anni di dibattimento, il 4 novembre scorso con 10 condanne agli operatori e alle operatrici e 5 assoluzioni. Due operatori sono stati assolti. Assolti anche il direttore sanitario e le due dottoresse responsabili della struttura. Hanno vinto i potenti. Il dispositivo applica quasi appieno la tesi che la Stella Maris aveva caldeggiato sin dall’inizio. La giudice Messina ha condannato penalmente solo gli esecutori materiali delle violenze, ed evidentemente non poteva farne a meno: le immagini degli abusi e dei maltrattamenti erano e restano inequivocabili. L’assoluzione dei dirigenti medici, figure apicali, vorrebbe rappresentare un segnale chiaro: i piani alti non si toccano. Ma, d’altro lato, alla Stella Maris è stata riconosciuta una responsabilità civile da quantificare in un futuro processo civile, qualora lo decideranno le famiglie. E, si badi bene, non è poco. Innanzitutto perché per molti mesi si è rischiato che tutto rimanesse impantanato sino all’arrivo della prescrizione, tanto era stata lenta e rallentata all’inizio la successione delle udienze. Poi perché, almeno in primo grado, una qualche forma di responsabilità, anche se solo civile, è stata comunque riconosciuta alla Stella Maris. Alla Fondazione spetta cioè il pagamento delle spese processuali, anche di quelle spettanti agli operatori condannati qualora non fossero in grado di sopperire autonomamente. Una parte di coinvolgimento anche per l’istituzione Stella Maris risulta dunque stabilita dai meccanismi della sentenza. Il “noi non c’entriamo nulla” che trapela dal conciliante comunicato del presidente della Fondazione (che si conclude con uno goffo appello al «Bene» con la “B” maiuscola) andrebbe perlomeno riconsiderato in questa prospettiva. Rimane lì a testimoniare solamente un malcelato imbarazzo nei confronti di una vicenda che ha gettato non poco discredito sulla sbandierata “eccellenza” dell'”Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico”. Rimane il fatto che la sentenza non soddisfa la richiesta di giustizia che le famiglie si sarebbero aspettate dopo anni di attesa. La tesi del pubblico ministero, che assegnava alle dottoresse la responsabilità maggiore per le violenze perpetrate all’interno della struttura, è stata di fatto ribaltata. Colpevole non è chi aveva assunto personale non qualificato, chi aveva la gestione della struttura, chi doveva vigilare. Colpevole è, ancora una volta, solo la manovalanza, chi si è sporcato le mani in prima linea. Rimangono impuniti i responsabili delle assunzioni. È andato assolto chi doveva occuparsi della formazione del personale. È stata considerata non colpevole penalmente tutta la filiera della gestione e dell’organizzazione che avrebbe dovuto occuparsi della presa in carico e della cura dei ragazzi con disabilità, su su fino alle rappresentanze più alte. Il primo a uscire di scena è stato il direttore generale Roberto Cutajar: dapprima condannato a due anni e otto mesi, poi assolto in appello con la motivazione che “le responsabilità della gestione e delle assunzioni andavano ricercate altrove”, con il cavillo che lui era il responsabile dell’intera Stella Maris e non solo del presidio di Montalto. Le responsabili effettive della sede Stella Maris di Montalto sono state in seguito individuate nelle due dottoresse. Ma anch’esse alla fine sono risultate non condannabili. Siamo curiosi di conoscere quali argomentazioni saranno addotte nella motivazione della sentenza. Perché rimane al momento inevasa una domanda cruciale: ma allora chi gestiva Montalto? Chi ne presiedeva l’organizzazione, la gestione, il controllo? Un sottile velo di omertà ha coperto sin dall’inizio le vicende di un processo di per sé clamoroso e che avrebbe dovuto avere una ribalta nazionale. Si è trattato del più grande processo per maltrattamenti a persone con disabilità nella storia d’Italia. Eppure le telecamere sono state tagliate fuori sin dalla prima udienza. Con la motivazione che, secondo la giudice, non sussisteva alcuna rilevanza sociale per un evento di questa portata: 24 famiglie, 17 imputati, 284 episodi di violenza registrati dalle impietose microcamere (posizionate esclusivamente negli spazi comuni) in tre mesi. E per finire, la stessa giudice ha pensato bene di emettere la sentenza a porte chiuse. Erano presenti solamente alcune famiglie. Come se per i 7 lunghi anni della durata del processo l’aula fosse stata assediata da orde di parenti scomposti e irrispettosi. Eppure, mai un urlo di sdegno, mai un commento sopra le righe si è levato nell’aula. Non davanti alle immagini delle sevizie sui propri cari, quando qualche genitore ha preferito uscire dall’aula piuttosto che inveire. Non di fronte alle testimonianze di chi con arroganza parlava di “buffetti di simpatia”, “linguaggio colorito”, “strumenti inadeguati di relazione” da parte degli operatori. Neanche di fronte a un consulente di parte che si permetteva impunemente di affermare che “quelle persone non sono neanche in grado di provare dolore”. E neppure quando, come se fosse una cosa normale, è venuta a galla l’aberrazione dei “tappeti contenitivi”, comprati all’Ikea, spacciati come “un presidio di civiltà” per “evitare i lividi sui pazienti” prodotti dai consueti strumenti di contenzione fisica. Strumenti di contenzione che intanto continuavano a essere utilizzati, producendo fratture e traumi vari. Di fronte a questa galleria degli orrori il pubblico e i parenti hanno mantenuto sempre un atteggiamento fin troppo rispettoso. Solo lacrime e dolore soffocato, nel rispetto di chi avrebbe dovuto assicurare loro una parvenza di giustizia. Solo al termine della requisitoria del PM Pelosi, nella quale erano state individuate motivazioni e responsabilità di tanta violenza, a partire dalle figure apicali, si è levato dai banchi in fondo (luogo di costante presenza delle parti civili) un applauso lungo e liberatorio. Eppure la Stella Maris sapeva. Risultano agli atti violenze compiute in quella struttura sin dal 2002. E nel 2009 un altro operatore aveva mandato al pronto soccorso un ospite per una ecchimosi e una frattura a un dito. E ancora nel 2014, quando lo stesso operatore avrebbe schiaffeggiato e schiacciato con le ginocchia un adolescente. Davanti a questa denuncia il direttore Cutajar sospenderà il responsabile, ma senza licenziarlo. Dalle intercettazioni telefoniche nei colloqui le dottoresse responsabili della struttura lamentavano di aver denunciato più volte i dipendenti violenti. «Questi quattro stronzi dovevano essere mandati via illo tempore perché noi abbiamo fatto tutte le segnalazioni all’istituzione, la quale si è ben guardata dal procedere…». Ancora più inquietanti i messaggi dei genitori alla giornalista Maria Elena Scandaliato della Rai che provava a intervistarli: «Io ho paura. Me lo dico da sola che è una cosa sbagliata, ma io c’ho mio figlio lì dentro…». D’altronde il tono degli scambi telefonici tra i dirigenti della Stella Maris, intercettati, era questo: «I genitori sono ambigui, però io voglio dimettere tre persone, per dare un segnale ai genitori eh… Perché loro devono stare attenti!».1 E tutto questo accadeva mentre la struttura di Montalto di Fauglia propagandava sé stessa con queste parole tratte dalla sua “Carta dei servizi”: «La nostra filosofia di intervento è ‘prenderci cura’ oltre che curare, ascoltare e coinvolgere sia il paziente che i familiari. […] La nostra organizzazione è centrata sul modello del piccolo gruppo di pazienti condotto da educatori professionali e da assistenti con funzioni educative, che fungono da ‘io’ ausiliario o ‘compagni adulti’ dei pazienti, che li supportano concretamente e psicologicamente in ogni atto della vita quotidiana. I diversi programmi di trattamento sono differenziati sia sulla base dei protocolli che sulla base delle caratteristiche individuali di ogni ragazzo che è visto come portatore di affetti, bisogni emotivi, aspirazioni, competenze». Hanno vinto i potenti. Medici e sanitari dei reparti psichiatrici (e non solo) hanno avuto l’ennesima conferma di quella sorta di scudo penale che da sempre li protegge nell’esercizio delle loro funzioni. Troppe volte come Collettivo Artaud abbiamo assistito alla cerimonia inconcludente della giustizia dei tribunali. Questa sentenza assolutoria è solo l’ennesima di una lunga serie, con la conseguenza che all’aumento della presunzione di intoccabilità dei sanitari corrisponde un incremento del ricorso agli strumenti più controversi della pratica psichiatrica, di derivazione manicomiale: elettroshock, contenzioni, TSO. La Fondazione (privata) Stella Maris continuerà a ricevere contribuzioni di milioni di euro da parte della Regione Toscana, che da parte sua si era guardata bene dal costituirsi parte civile al processo. E, al contrario, si era premurata di premiare l’eccellenza Stella Maris con il Gonfalone d’argento, massima onorificenza toscana, proprio nel 2021, quando il processo era nelle sue fasi più calde. D’altronde non si può condannare chi sta spostando ulteriori decine e decine di milioni di euro. 27.830 mq su quattro livelli, 44 camere per la degenza, altrettanti ambulatori, 50 sale per l’osservazione terapeutica, 24.000 mq di parco. Sono le cifre del nuovo ultramoderno ospedale Stella Maris che sorgerà a Pisa, zona Cisanello. L’inizio dei lavori è stato inaugurato poco tempo fa in pompa magna da sindaco, vescovo e autorità varie, compreso il presidente della Regione. Quelle autorità che non hanno rivolto nemmeno una parola alla famiglie, di fronte allo scempio del dolore e delle immagini dei maltrattamenti e di un processo che è andato avanti per anni. Non si può sospettare di chi agisce per conto del “Bene”. «Nei nove anni che sono trascorsi dai fatti di Montalto di Fauglia», afferma ancora il comunicato di Stella Maris emesso dopo la sentenza di primo grado, «abbiamo impegnato tutte le nostre energie per migliorare sempre più le nostre attività riabilitative. Il nostro compito è sempre quello di dare il meglio con professionalità e soprattutto con il cuore, imparando dagli errori». A Marina di Pisa, la struttura che sostituisce Montalto di Fauglia da quando è stata chiusa, il personale è cambiato. Ma a Marina non può entrare nessun visitatore, neanche i genitori o i parenti dei ragazzi. Gli ospiti vengono accompagnati all’esterno dal personale quando i familiari vanno a prenderli. Nel frattempo, all’interno di altre strutture chiuse, dove nessuno entra, dove non è previsto alcun tipo di controllo sociale, storie simili a quelle successe alla Stella Maris continuano a ripetersi, riproponendo intatti i dispositivi delle istituzioni totali. Imperia (Villa Galeazza), Manfredonia (Stella Maris), Foggia (Opera Don Uva), Como (Comunità Sacro Cuore), Cuneo (Cooperativa Per Mano), Ivrea (Ospedale di Settimo Torinese), Siracusa (strutture per disabili e anziani), Bologna (Villa Donnini), Perugia (Centro Forabosco), Decimomannu (Centro AIAS), Brescia (Comunità Shalom), tanto per citare solamente le più recenti. Botte, violenze, contenzioni meccaniche, maltrattamenti, insulti, umiliazioni. Giustizia non è fatta. Le pratiche manicomiali sopravvivono intatte e, malgrado le promesse della legge 180, continuano a seminare dolore. E le strutture che le utilizzano continuano a presentarsi all’esterno come paradisi di accoglienza e cura. Troppe volte come collettivo Artaud ci siamo trovati a interagire con persone abusate dalla psichiatria. Troppe volte la giustizia dei tribunali si è girata dall’altra parte di fronte agli abusi perpetrati da un modello di psichiatria obsoleto e fallimentare. Il potere giudiziario si è rivelato per l’ennesima volta connivente con il potere psichiatrico. E noi continuiamo a pensarla come Fabrizio De André. «Per quanto voi vi crediate assolti siete per sempre coinvolti» Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud via San Lorenzo 38, 56100 Pisa 3357002669 antipsichiatriapisa@inventati.org artaudpisa.noblogs.org
Una sentenza che non fa giustizia
In comunicazione telefonica con Alberto, del Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud, abbiamo commentato la sentenza di primo grado per il processo per i maltrattamenti nei confronti di ragazzi con autismo avvenuti nella struttura di Montalto di Fauglia in provincia di Pisa, gestita dalla fondazione Stella Maris.  
Verità sulle violenze alla stella maris
VERITÀ SULLE VIOLENZE ALLA STELLA MARIS, SOLIDARIETÀ ALLE VITTIME DEI MALTRATTAMENTI ! Il prossimo martedì 4 novembre dovrebbe concludersi il primo atto del lungo processo per i maltrattamenti nei confronti di ragazzi con autismo avvenuti nella struttura di Montalto di Fauglia in provincia di Pisa, gestita dalla fondazione Stella Maris. La giudice infatti con molta probabilità pronuncerà la sentenza di primo grado dopo aver ascoltato la risposta del pubblico ministero alla requisitoria degli avvocati delle due dottoresse imputate esposta nel corso della precedente udienza. Come collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud saremo presenti martedì 4 novembre a partire dalle ore 10:30 per il ventiduesimo presidio davanti al Tribunale di Pisa, in sostegno e solidarietà alle famiglie delle vittime dei maltrattamenti. Nell’estate del 2016, in seguito alla denuncia dei genitori di un giovane, la struttura è stata posta sotto controllo con l’installazione di microcamere e, dopo tre mesi di intercettazioni, la Procura di Pisa ha configurato l’ipotesi di reato per maltrattamenti. Si tratta del più grande processo per maltrattamenti a persone con disabilità in Italia. Il processo va avanti lentamente da oltre 7 anni: le udienze sono state molto diradate a causa dell’alto numero di imputati, testimoni e parti civili. Gli imputati sono 15, tra cui due dottoresse che gestivano la struttura e il Direttore Sanitario della Stella Maris. Due imputati sono usciti di scena: un operatore che ha patteggiato la pena e il Direttore generale che, dopo il rito abbreviato, è stato condannato a 2 anni e 8 mesi per poi essere assolto nel processo d’Appello. I genitori, i tutori e altri testimoni ascoltati hanno raccontato le violenze subite dai ragazzi di Montalto. Le videoregistrazioni hanno documentato e testimoniato gli oltre 280 episodi di violenza in meno di 4 mesi; violenza non episodica dunque, ma strutturale. In una delle ultime udienze una delle dottoresse ha dichiarato che a Montalto di Fauglia venivano usati, in caso di crisi, i “tappeti contenitivi” nei quali il paziente veniva arrotolato, immobilizzato e contenuto. Durante il processo è stato inoltre dichiarato che a Fauglia esisteva una stanza con un letto dotato di cinghie per la contenzione meccanica. Tra gli ospiti della struttura ricordiamo Mattia, morto nel 2018 per soffocamento, dovuto probabilmente al prolungato ed eccessivo uso di psicofarmaci. I continui cambi di terapia avevano comportato disfunzionalità e rischi per la deglutizione al momento dei pasti, ma la famiglia afferma di non esserne mai stata informata né tantomeno istruita su eventuali accortezze o manovre salvavita da mettere in atto. Per questa vicenda vi è un altro procedimento penale: il processo in primo grado si è chiuso con nessuna responsabilità da parte dei medici e della struttura. Il processo d’Appello si terrà presso il Tribunale di Firenze, nello stesso giorno del processo di Pisa, il 4 novembre. Come riporta la relazione del consulente tecnico, professor Alfredo Verde: “Leggendo gli atti del presente procedimento abbiamo rinvenuto sicuramente la menzione di una lunga tradizione di abuso e violenza da parte degli operatori, radicata negli anni, e in parte tollerata, in parte ignorata dalla direzione delle strutture”. E ancora: “In queste situazioni si sviluppano degenerazioni in cui la violenza e la sopraffazione divengono strumenti usati ogni giorno, e l’istituzione perde le sue caratteristiche terapeutiche per divenire un luogo meramente coercitivo e afflittivo. Il comportamento degli operatori è apparso tipico delle istituzioni totali”. La presunta eccellenza della Stella Maris è un grande bluff. A Fauglia non si mettevano in atto cure o trattamenti terapeutici ma violenze e trattamenti degradanti e umilianti ai danni degli ospiti. Tutte le pratiche di contenzione, tra cui anche l’utilizzo dei tappeti di contenzione, rappresentano, oltre che una inaccettabile violenza, uno dei tanti simboli del fallimento dell’utopia psichiatrica. Come Collettivo Artaud riteniamo sia necessario, dopo due anni di vicinanza e supporto costante, assicurare ora più di prima una presenza numerosa di testimonianza e appoggio in quest’ultima fase del primo grado del processo, in quello che sarà probabilmente un momento di sofferenza e di forte impatto emotivo, comunque vada. A fianco di chi ha subito maltrattamenti e violenze all’interno della struttura di Montalto di Fauglia e delle loro famiglie, ma anche in nome delle tante vittime di abusi psichiatrici che ancora, lontano dai riflettori e dalle telecamere, vengono perpetrati ai danni di persone private della libertà personale e non in grado di difendersi da sole. Partecipiamo al PRESIDIO in SOLIDARIETÀ alle VITTIME MARTEDÌ 4 novembre ore 10.30 c/o il Tribunale di Pisa in Piazza della Repubblica. Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud Comitato Sanità Pubblica Versilia-Massa Carrara Coordinamento Regionale Toscano Salute Ambiente Sanità 
Stella maris, il 4 novembre la sentenza di primo grado
Dovrebbe arrivare martedì 4 novembre la sentenza di primo grado del tribunale di Pisa in merito all'inchiesta sui maltrattamenti presso la struttura Stella maris, il cui iter abbiamo seguito nel corso degli ultimi mesi. A una settimana dalla comunicazione della sentenza abbiamo chiesto ad Alberto, del collettivo Antonin Artaud, che aria si respira fra coloro che si sono mobilitati su questa vicenda.
Presidio a Pisa per la Stella Maris
VERITÀ SULLE VIOLENZE ALLA STELLA MARIS, SOLIDARIETÀ ALLE VITTIME DEI MALTRATTAMENTI ! BASTA ABUSI! BASTA USO del TAPPETO CONTENITIVO! Martedì 23 settembre 2025 ore 10:30 ventesimo presidio sotto il Tribunale di Pisa per una nuova udienza sui maltrattamenti nella struttura di Montalto di Fauglia destinata a ospitare persone autistiche, gestita dalla Fondazione STELLA MARIS. In questa udienza verranno ascoltati gli avvocati di altri imputati . Nell’estate del 2016, in seguito alla denuncia dei genitori di un giovane, la struttura è stata posta sotto controllo con l’installazione di microcamere e, dopo tre mesi di intercettazioni, la Procura di Pisa ha configurato l’ipotesi di reato per maltrattamenti. Tra gli ospiti Mattia, morto nel 2018 per soffocamento, dovuto probabilmente al prolungato ed eccessivo uso di psicofarmaci. I continui cambi di terapia avevano comportato disfunzionalità e rischi al momento dei pasti di cui la famiglia afferma di non essere mai stata informata. Per questa vicenda vi è un altro procedimento penale, il processo in primo grado si è chiuso con nessuna responsabilità da parte dei medici e della struttura. È iniziato il processo d’Appello presso il Tribunale di Firenze, rinviato addirittura a novembre 2025. Il processo per maltrattamenti va avanti lentamente da oltre 6 anni: le udienze sono diradate considerando l’elevato numero di testimoni. Si tratta del più grande processo sulla disabilità in Italia. Nel periodo della pandemia è stato ospitato nel Palazzo dei Congressi di Pisa. Gli imputati sono 15, di cui due dottoresse che gestivano la struttura e il Direttore Sanitario della Stella Maris. Due imputati sono usciti di scena: un operatore che ha patteggiato la pena e il Direttore generale che, dopo il rito abbreviato, è stato condannato a 2 anni e 8 mesi, poi assolto nel processo d’Appello. I genitori, i tutori e altri testimoni ascoltati hanno riportato le violenze subite dai ragazzi di Montalto e documentate dalle videoregistrazioni che testimoniano gli oltre 280 episodi di violenza in meno di 4 mesi; violenza non episodica ma strutturale. In una delle ultime udienze una delle dottoresse ha dichiarato che a Montalto di Fauglia venivano usati, in caso di crisi, i "tappeti contenitivi” dove il paziente veniva immobilizzato, contenuto e arrotolato. Come riporta la relazione del consulente tecnico, professor Alfredo Verde: “Leggendo gli atti del presente procedimento abbiamo rinvenuto sicuramente la menzione di una lunga tradizione di abuso e violenza da parte degli operatori, radicata negli anni, e in parte tollerata, in parte ignorata della direzione delle strutture”. E ancora: “In queste situazioni si sviluppano degenerazioni in cui la violenza e la sopraffazione divengono strumenti usati ogni giorno, e l'istituzione perde le sue caratteristiche terapeutiche per divenire un luogo meramente coercitivo e afflittivo. Il comportamento degli operatori è apparso tipico delle istituzioni totali”. Per questi motivi e per ricordare le vittime degli abusi psichiatrici che ancora vengono perpetrati ai danni di persone private della libertà personale non in grado di difendersi da sole, è un dovere seguire le vicende del processo nell'interesse di tutte/i. Partecipiamo al PRESIDIO in SOLIDARIETÀ alle VITTIME MARTEDÌ 23 SETTEMBRE ore 10.30 c/o il Tribunale di Pisa in Piazza della Repubblica. Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud Comitato Sanità Pubblica Versilia-Massa Carrara Coordinamento Regionale Toscano Salute Ambiente Sanità per info: Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud via San Lorenzo 38, 56100 Pisa 3357002669 antipsichiatriapisa@inventati.org artaudpisa.noblogs.org
Presidio per la stella maris a Pisa
Anche oggi presidio di fronte al tribunale di Pisa per seguire la vicenda della stella maris, che dovrebbe concludersi nel corso del prossimo autunno. Ci fornisce tutti gli aggiornamenti un compagno del collettivo Antonin Artaud
22 luglio PRESIDIO PER LA VERITÀ SULLE VIOLENZE ALLA STELLA MARIS!
VERITÀ SULLE VIOLENZE ALLA STELLA MARIS, SOLIDARIETÀ ALLE VITTIME DEI MALTRATTAMENTI ! BASTA ABUSI! BASTA USO del TAPPETO CONTENITIVO! Martedì 22 luglio 2025 ore 10:30 diciannovesimo presidio sotto il Tribunale di Pisa per una nuova udienza sui maltrattamenti nella struttura di Montalto di Fauglia destinata a ospitare persone autistiche, gestita dalla Fondazione STELLA MARIS. In questa udienza verranno ascoltati gli avvocati di altri imputati . Nell’estate del 2016, in seguito alla denuncia dei genitori di un giovane, la struttura è stata posta sotto controllo con l’installazione di microcamere e, dopo tre mesi di intercettazioni, la Procura di Pisa ha configurato l’ipotesi di reato per maltrattamenti. Tra gli ospiti Mattia, morto nel 2018 per soffocamento, dovuto probabilmente al prolungato ed eccessivo uso di psicofarmaci. I continui cambi di terapia avevano comportato disfunzionalità e rischi al momento dei pasti di cui la famiglia afferma di non essere mai stata informata. Per questa vicenda vi è un altro procedimento penale, il processo in primo grado si è chiuso con nessuna responsabilità da parte dei medici e della struttura. È iniziato il processo d’Appello presso il Tribunale di Firenze, rinviato addirittura a novembre 2025. Il processo per maltrattamenti va avanti lentamente da oltre 6 anni: le udienze sono diradate considerando l’elevato numero di testimoni. Si tratta del più grande processo sulla disabilità in Italia. Nel periodo della pandemia è stato ospitato nel Palazzo dei Congressi di Pisa. Gli imputati sono 15, di cui due dottoresse che gestivano la struttura e il Direttore Sanitario della Stella Maris. Due imputati sono usciti di scena: un operatore che ha patteggiato la pena e il Direttore generale che, dopo il rito abbreviato, è stato condannato a 2 anni e 8 mesi, poi assolto nel processo d’Appello. I genitori, i tutori e altri testimoni ascoltati hanno riportato le violenze subite dai ragazzi di Montalto e documentate dalle videoregistrazioni che testimoniano gli oltre 280 episodi di violenza in meno di 4 mesi; violenza non episodica ma strutturale. In una delle ultime udienze una delle dottoresse ha dichiarato che a Montalto di Fauglia venivano usati, in caso di crisi, i “tappeti contenitivi” dove il paziente veniva immobilizzato, contenuto e arrotolato. Come riporta la relazione del consulente tecnico, professor Alfredo Verde: “Leggendo gli atti del presente procedimento abbiamo rinvenuto sicuramente la menzione di una lunga tradizione di abuso e violenza da parte degli operatori, radicata negli anni, e in parte tollerata, in parte ignorata della direzione delle strutture”. E ancora: “In queste situazioni si sviluppano degenerazioni in cui la violenza e la sopraffazione divengono strumenti usati ogni giorno, e l’istituzione perde le sue caratteristiche terapeutiche per divenire un luogo meramente coercitivo e afflittivo. Il comportamento degli operatori è apparso tipico delle istituzioni totali”. Per questi motivi e per ricordare le vittime degli abusi psichiatrici che ancora vengono perpetrati ai danni di persone private della libertà personale non in grado di difendersi da sole, è un dovere seguire le vicende del processo nell’interesse di tutte/i. Partecipiamo al PRESIDIO in SOLIDARIETÀ alle VITTIME MARTEDÌ 22 LUGLIO ore 10.30 c/o il Tribunale di Pisa in Piazza della Repubblica. Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud Comitato Sanità Pubblica Versilia-Massa Carrara Coordinamento Regionale Toscano Salute Ambiente Sanità  
Presidio di solidarietà con le vittime del caso Stella Maris
In comunicazione telefonica con Alberto, del Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud di Pisa, abbiamo parlato del presidio di solidarietà che si terrà il venerdì 11 luglio alle ore 10:30 presso il Tribunale di Pisa per chiedere verità per le vittime delle violenze nella struttura di Montalto di Fauglia destinata a ospitare persone autistiche, gestita dalla Fondazione STELLA MARIS. 
[Coordinamento cittadino sanità] SE C'E' TUTTO C'E' LA SALUTE (1/3: Il 24/6/2025 udienza a Pisa per le violenze alla Stella Maris di Montalto di Fauglia contro i pazienti con autismo e altre disabilità da parte di sanitari e operatori. I PM chiedono condanne fino a 7 anni. Ce ne parla un compagno del collettivo Artaud.)
1) Il 24/6/2025 udienza a Pisa per le violenze alla Stella Maris di Montalto di Fauglia contro i pazienti con autismo e altre disabilità da parte di sanitari e operatori. I PM chiedono condanne fino a 7 anni. Ce ne parla un compagno del collettivo Artaud. 2) Come determinare i crimini contro l'umanità, un excursus storico alla luce del genocidio in Palestina 3) Firmato l'accordo tra Regione Lazio e Federfarma; un milione e quattrocentomila euro per effettuare in convenzione alcune prestazioni che il SSN non "riesce" a smaltire, tra cui elettrocardiogramma e holter cardio pressorio.