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LAVORO: DOPO 17 GIORNI DI PROTESTA, FIRMATO ACCORDO PER I LAVORATORI DEL GRUPPO 8 DI FORLÌ
Ha vinto la lotta degli operai e del sindacato Sudd Cobas all’azienda Gruppo 8 di Forlì. Con 17 giorni di sciopero e picchetto contro l’intenzione della multinazionale HTL di chiudere lo stabilimento e delocalizzare la produzione in Cina, i lavoratori sono riusciti a difendere le condizioni contrattuali che avevano ottenuto nei mesi scorsi sempre grazie alla lotta. Fino a dicembre, infatti, i lavoratori di questa azienda erano costretti a vivere dentro il capannone, dove cucinavano anche, con le bombole del gas e i cavi elettrici scoperti. Grazie alla lotta, hanno ottenuto condizioni di lavoro almeno dignitose. Una vertenza che ha visto, lunedì 14 luglio, le manganellate della celere mandando tre lavoratori all’ospedale. È stato firmato ieri un accordo tra le parti che scongiura i licenziamenti per i prossimi sei mesi e mantiene le conquiste delle lotte precedenti e da  oggi riapre  riapre lo stabilimento di via Gramadona, con il rinnovo del contratto di comodo d’uso con cui Gruppo 8 continuerà a concedere gli spazi alla Sofalegname. L’accordo prevede il blocco dei licenziamenti per sei mesi e l’attivazione di un contratto di solidarietà. “È un risultato strappato con 17 giorni molto duri” commenta ai microfoni di Radio Onda d’Urto, Luca Toscano del sindacato di base Sudd Cobas. Ascolta o scarica.
LAVORO: LA POLIZIA CARICA GLI OPERAI DI GRUPPO 8 (FO) IN SCIOPERO. TRE LAVORATORI IN OSPEDALE, MA LA RESISTENZA CONTINUA
Violente cariche di polizia ai cancelli della Gruppo 8 di Forlì, dove i lavoratori sono in sciopero e picchetto supportati dal sindacato di base Sudd Cobas. Da undici giorni lavoratori e sindacalisti presidiano i cancelli della fabbrica del Gruppo 8, azienda che produce divani di lusso che vengono venduti anche a 100mila euro l’uno. Difendono il loro posto e contratto di lavoro, “conquistato dopo anni di lotte”, sottolineano dal sindacato. Fino a dicembre, infatti, i lavoratori di questa azienda erano costretti a vivere dentro il capannone, dove cucinavano anche, con le bombole del gas e i cavi elettrici scoperti. Grazie alla lotta, hanno ottenuto condizioni di lavoro almeno dignitose. Per questo i padroni della multinazionale HTL, con sede a Singapore, ora vogliono chiudere lo stabilimento e delocalizzare la produzione in Cina, licenziando quindi gli operai. Oggi, lunedì 14 luglio 2025, la polizia ha attaccato il presidio permanente degli operai ai cancelli di Gruppo 8 con l’obiettivo di consentire all’azienda lo svuotamento del magazzino: un’operazione impedita finora dal blocco operaio. Il bilancio, al momento, è di almeno tre lavoratori feriti e portati in ospedale. Nonostante la violenza e le cariche, il picchetto continua a resistere. Ai microfoni di Radio Onda d’Urto l’intervento di Arturo del sindacato di base Sudd Cobas. Ascolta o scarica.