Amnesty International Italia celebra i suoi 50 anni restando a fianco di coloro che lottano per i diritti umani
Nel suo 50° anniversario, Amnesty International Italia celebra le lotte per i
diritti umani, ricordando le vittorie del passato con uno sguardo al futuro.
In un mondo in cui la libertà di espressione e il diritto di protesta sono
sempre più minacciati, è essenziale continuare a dare voce a chi rischia la
propria libertà per difendere i diritti di tutti e tutte. Tra le persone che
difendono i diritti umani, soprattutto le donne e le ragazze rappresentano
simboli di coraggio e resistenza. Ogni giorno, in ogni parte del mondo, sfidano
discriminazioni, violenze e restrizioni imposte da leggi e tradizioni che
limitano la loro libertà e la loro autodeterminazione. Nonostante questi
ostacoli, continuano a lottare per i propri diritti e per quelli delle
generazioni future, spesso pagando un prezzo altissimo.
Un caso emblematico è quello di Daria Kozyreva, una delle più giovani
prigioniere di coscienza, arrestata in Russia a soli 17 anni con l’accusa di
“discredito delle forze armate”. La sua “colpa”? Aver espresso pubblicamente il
suo dissenso contro la guerra di aggressione ai danni dell’Ucraina.
Daria è stata arrestata il 24 febbraio 2024 dopo aver lasciato un foglio con dei
versi della poesia “Testamento” ai piedi del monumento al poeta ucraino Taras
Shevchenko. In passato era già stata accusata di aver rimosso adesivi con la
lettera “Z”, simbolo della propaganda di guerra russa, da monumenti pubblici.
Durante la sua detenzione, durata quasi un anno, Daria è stata espulsa dalla
facoltà di Medicina dell’università di San Pietroburgo e, con il passare dei
mesi, le accuse contro di lei sono aumentate. Nel febbraio 2025 è stata
scarcerata, ma le restrizioni sulla sua libertà rimangono e le accuse non sono
state ritirate. Il 19 aprile 2025 un tribunale distrettuale di San Pietroburgo
ha condannato Daria Kozyreva a due anni e otto mesi di colonia penale per
“ripetuta diffusione di informazioni volte a screditare le forze armate della
Federazione russa”.
Il suo caso è un esempio lampante delle gravi limitazioni alla libertà di
espressione e del clima repressivo che dominano in Russia. Migliaia di donne e
ragazze sono state incarcerate per aver espresso la loro opposizione alla guerra
in Ucraina, subendo processi iniqui e condanne ingiuste.
Ma, grazie anche all’impegno e agli appelli di Amnesty International, non
mancano le storie finite bene. Come quella di Aleksandra Skochilenko, tornata in
libertà il 1° agosto 2024. Il 16 novembre 2023 era stata condannata a sette anni
di carcere, sempre per “discredito delle forze armate” per avere, il 31 marzo
2022, sostituito i cartellini dei prezzi di un supermercato di San Pietroburgo
con etichette contenenti informazioni sull’invasione russa dell’Ucraina.
Amnesty International Italia continua a battersi per il diritto di protesta e la
libertà di espressione, mobilitandosi in difesa delle donne e di tutte le
persone in ogni parte del mondo, dalla lotta contro la violenza di genere in
Italia con la campagna #Iolochiedo al sostegno alle bambine private
dell’istruzione in Afghanistan, fino alla protezione delle giornaliste
minacciati in India, Turchia e Medio Oriente.
Amnesty International