Tag - Indicazioni nazionali

Scuola: invertire le tendenze, produrre sapere critico, contrastare le Nuove Indicazioni e le Linee Guida
SCUOLA: INVERTIRE LE TENDENZE, PRODURRE SAPERE CRITICO CONTRASTARE LE NUOVE INDICAZIONI E LE LINEE GUIDA VENERDÌ 10 OTTOBRE 2025, ORE 8.30-17.30 IIS ALDINI VALERIANI Leggi tutto: Scuola: invertire le tendenze, produrre sapere critico, contrastare le Nuove Indicazioni e le Linee Guida BOLOGNA – VIA BASSANELLI, 9/11 (IN PRESENZA) LINK PER ISCRIVERSI, CLICCA QUI SCARICA LA LOCANDINA E IL MODULO PER RICHIEDERE IL PERMESSO -------------------------------------------------------------------------------- CONVEGNO NAZIONALE DI FORMAZIONE Ricordiamo che il personale ispettivo, dirigente, docente e ATA ha diritto all’ESONERO DAL SERVIZIO con diritto alla sostituzione in base all’art.36 del CCNL2019/2021 (che sostituisce gli articoli 63 e 64 del CCNL 2006/2009). Il CESP è Ente Accreditato/Qualificato per la formazione del personale della scuola (D. M. 25/07/06 prot.869, Circolare. MIUR PROT. 406 DEL 21/02/06, Direttiva 170/2016-MIUR) —> Fai richiesta alla segreteria del tuo istituto del permesso per formazione oppure utilizza il modulo in allegato alla locandina -------------------------------------------------------------------------------- Le Nuove Indicazioni nazionali sono state rese pubbliche in bozza dal ministero l’11 marzo 2025. Attorno ad esse si è aperto subito un ampio dibattito, che ne ha contestato i principali elementi che le contraddistinguono. Sono le Indicazioni di “Solo l’Occidente conosce la storia”, l’incredibile incipit della sezione dedicata alla storia che bene esprime il carattere etnocentrico del nuovo testo.  Nonostante le numerose proposte di modifica la Commissione ha deciso in luglio di confermare sostanzialmente tutti gli elementi che contraddistinguono queste Indicazioni. Come Cobas però riteniamo che la battaglia non sia per nulla perduta, ma sia da condurre nel medio periodo. Il prossimo appuntamento di approfondimento che abbiamo organizzato è il convegno nazionale del 10 di ottobre a Bologna. Prima e dopo il convegno parteciperemo a tutte le iniziative che si indirizzeranno a contrastare i contenuti di queste Nuove Indicazioni, a partire da quelle organizzate insieme alla Rete bolognese per la scuola pubblica di cui facciamo parte. -------------------------------------------------------------------------------- PROGRAMMA: h. 8.30 iscrizioni e registrazioni h. 9.00 * Gli ultimi 25 anni: dall’Autonomia scolastica alla celebrazione dell’Occidente e della Nazione. * I curriculi della destra: Educazione civica, Indicazioni e Linee guida. h. 10.00: dibattito h. 10.30: pausa caffè * Comunicazioni tematiche, tra tendenze ministeriali e proposte per contrastarle * genere * decolonizzazione * valutazione * inclusione * competenze/saperi * digitalizzazione Relazioni e comunicazioni sono preparate da gruppi di lavoro di insegnanti del Cesp h. 13.00: pausa pranzo Pomeriggio h. 14.30: laboratori paralleli sulle tematiche delle comunicazioni affrontate in breve al mattino 1. genere 2. decolonizzazione 3. valutazione 4. inclusione 5. competenze/saperi 6. digitalizzazione h. 16.30-17.30 restituzioni e confronto in plenaria
Quando suona la campanella
Numero 1 – Settembre 2025 – Le nuove indicazioni nazionali. Scarica una copia in pdf qui o passa a ritirare il cartaceo in via San Carlo 42 Qua il sito della rivista online
Nuove indicazioni nazionali: quale direzione?
304 – Indicazioni nazionali (6)Download Pochi giorni fa è stata diffusa dal Ministero la prima bozza delle Nuove Indicazioni nazionali, dedicata alla scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado.  Si tratta di un documento di oltre 150 pagine, ridondante, contraddittorio nelle diverse parti, che si pone in netta discontinuità con le precedenti Indicazioni del 2012.  I tratti più forti che attraversano tutto il documento sono:  * Un forte baricentro sulla cultura nazionale (la parola “occidente” o “occidentale” compare 26 volte) come fondamento dell’identità da trasmettere alle classi, senza alcuna apertura agli aspetti multiculturali della nostra società e all’idea di una costruzione interculturale e interattiva del sapere. Emblematica è la frase di apertura del curricolo di storia che perentoriamente asserisce: “Solo l’Occidente conosce la storia”. Un testo che mira senza nasconderlo ad imporre una nazionalizzazione delle/degli studenti con background migratorio.  * Si richiama l’impegno alla “personalizzazione” (24 volte) come strategia educativa di accompagnamento nello sviluppo dei “talenti”. Tale ottica si pone nella prospettiva di ‘fotografare’ e sviluppare in ogni allievo e allieva le caratteristiche assunte dal contesto socioculturale di provenienza invece di impegnare la scuola a contrastare i limiti ereditati dal contesto sociale e a promuovere la realizzazione di ogni studente in relazione con le altre persone. La reintroduzione facoltativa del latino appare emblematica di questo uso dei presunti “talenti” come mascheramento di una precoce differenziazione dei percorsi. * Il testo propone lunghe liste di contenuti, addirittura per alcune materie articolati anno per anno, come se si trattasse di Programmi in luogo di Indicazioni. La presenza dei contenuti invece dovrebbe rimanere limitata, con mero carattere esemplificativo. Evidentemente questa scelta tradisce la volontà di vincolare le/i docenti nella programmazione del curricolo, anche attraverso i libri di testo che presumibilmente assumeranno tali contenuti come il suggerimento di un indice. Questa forzatura diviene ancora più prepotente tenuto conto di numerosi passaggi in cui si suggeriscono addirittura le metodologie da mettere in pratica nell’insegnamento. L’esempio più evidente è la scansione dei temi e dei metodi da affrontare in storia. * Il valore della libertà viene declinato da una parte come “valore più importante dell’Occidente”, dall’altra come dimensione che si realizza attraverso il rispetto delle regole. In realtà la storia dell’Occidente è piena di oppressioni e di violenze, e il rispetto delle regole costituisce solo una parte della pratica di una relazione sociale libera e responsabile. Questa ottica unilaterale non aiuta a comprendere né la complessità degli elementi che caratterizzano il passato, né la dialettica tra rispetto e messa in discussione delle regole che è indispensabile per crescere come comunità libera. L’unilateralità e assolutezza delle regole emerge come limite, ad esempio, nella presentazione della grammatica. * Le Nuove Indicazioni vorrebbero contrastare la violenza di genere con un’educazione definita “del cuore”, in cui basterebbe “l’amore” per decostruire gli stereotipi, con un ritorno alla letteratura moraleggiante di De Amicis e alla pedagogia ottocentesca. Un’ottica ingenua e paternalistica che invece di promuovere le esperienze positive di educazione sessuale e di genere produce svolazzi retorici come “promuovere negli studenti il senso profondo della bona fides che anticamente costituiva il parametro per valutare la lealtà e l’onestà delle relazioni”. In conclusione le Nuove Indicazioni nazionali sono un testo fortemente etnocentrico, che tende alla prescrittività dei contenuti, che non si preoccupa delle differenze sociali, culturali e di genere. Promuove invece un’idea di libertà come semplice accettazione delle regole, che dimentica la dimensione relazionale del sapere e dell’apprendimento, che rappresenta una chiusura a tutto ciò che si ispira al dialogo inter-culturale e al pensiero critico. Il carattere globale della composizione delle nostre classi viene mortificato con un curricolo asfittico di apologhi risorgimentali e dell’antica Roma e di richiami alla superiorità dell’Occidente e dell’identità cristiana. Una tale massa di contraddizioni e aspetti regressivi non permette un atteggiamento emendativo, poiché la correzione di qualche passaggio o paragrafo non potrebbe rendere accettabile il testo. Inizialmente non era prevista alcuna consultazione della categoria ma negli ultimi giorni – probabilmente per effetto delle numerose critiche – il Ministero ha varato un questionario risibile che non ammette dissensi ma solo differenti approvazioni. Rifiutiamo questa buffonata e invitiamo scuole, associazioni e sindacati a riunirsi e a esprimersi usando tutte le vie per manifestare il dissenso, individuale ma soprattutto collettivo, producendo testi e inviandoli a organi di stampa e al ministero. Quanto al questionario, invitiamo ad aderire alla campagna #iononrispondo sui social oppure a scrivere nell’unico spazio aperto questa frase: “Non abbiamo fornito risposte perché le opzioni non consentivano di esprimere il nostro punto di vista critico. Respingiamo il testo delle Nuove Indicazioni e contestiamo la totale assenza di un vero confronto nel processo che lo ha generato.”