Il minuto di silenzio nelle scuole è per le vittime del genocidio di GazaCome docenti ed educatori pacifisti, antimilitaristi e nonviolenti non possiamo
non accogliere con interesse l’invito da parte del ministro dell’Istruzione e
del Merito, Giuseppe Valditara, e anche dell’UCEI (Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane), di dedicare un minuto silenzio alle vittime di tutte le
guerre, ben 56 in tutto il mondo, molte delle quali utilizzano gli strumenti di
morte che produciamo e vendiamo noi dall’Italia, anche aggirando una normativa,
la legge 185/1990, che dovrebbe vietare l’esportazione di armi verso Paesi in
guerra o in palese violazione dei diritti umani.
Tuttavia, ci preme sottolineare che l’iniziativa lanciata per il primo giorno di
scuola da Docenti per Gaza insieme all’Osservatorio contro la militarizzazione
delle scuole e delle università e La Scuola per la Pace di Torino e Piemonte,
aveva uno scopo preciso, cioè quello di focalizzare l’attenzione sul genocidio
in corso in Palestina; un genocidio che sta avvenendo sotto i nostri increduli
occhi di docenti responsabili; un genocidio che, incredibilmente, viene negato e
passato sotto silenzio da media e Governo italiano, mentre studiosi, ONG e
organizzazioni internazionali umanitarie denunciano; un genocidio che,
diversamente dalle altre guerre simmetriche tra milizie armate, sta colpendo una
popolazione intera, civili, bambine, bambini, anziani.
La precisazione e il focus sul genocidio nel chiedere da parte dei Collegi
Docenti il minuto di silenzio nelle scuole per il primo giorno devono essere
mantenuti, giacché avvertiamo che l’operazione del ministro Valditara, come
quella dell’UCEI, ma anche quella dello zelante USP Lazio, che chiede ai
dirigenti di vigilare affinché nei Collegi Docenti si disbrighino solo funzioni
amministrative e burocratiche, impedendo ai docenti di pensare, vanno
esattamente nella direzione di negare ciò che sta accadendo, minimizzare gli
eventi e disinformare rispetto al genocidio in atto, equiparandolo a “tutte le
altre guerre”.
È proprio quella responsabilità, alla quale l’UCEI ci richiama nell’essere
insegnanti, che ci impedisce di ignorare ciò che sappiamo dalla storia e ciò che
per anni abbiamo insegnato nelle nostre classi con fonti e documenti storici
alla mano.
E noi dalla storia sappiamo che, diversamente da ciò che si afferma nella nota
diramata dall’Unione delle Comunità Ebraiche, che ha il netto sentore di
propaganda distorsiva dei fatti per mascherarne la gravità genocidaria in atto,
la violenza nei confronti del popolo palestinese da parte dello Stato sionista
d’Israele non inizia affatto all’indomani del 7 ottobre 2023, ma è di gran lunga
precedente.
Proprio perché, come docenti responsabili, abbiamo dimestichezza con la storia e
con i diritti umani fondamentali che vanno garantiti alle persone in quanto
tali, nel rispetto della Costituzione antifascista, nella quale ci riconosciamo,
e rifiutiamo la propaganda legata alla contingenza della nostra alleanza
militare e politica con gli Stati Uniti e con Israele nell’ambito della NATO,
noi abbiamo il dovere di dire che raccontare e spiegare ai nostri studenti e
alle nostre studentesse ciò che sappiamo attraverso fonti ben documentate e
documentabili anche da parte di storici e studiosi israeliani come Benny Morris,
Simpa Flapan, Avi Shlaim, Ilan Pappé.
E noi sappiamo, perché ne abbiamo preso consapevolezza in quanto docenti
responsabili, che dal 1° gennaio al 7 ottobre 2023 le vittime palestinesi sono
state 247; che Gaza è stata bombardata dallo Stato sionista d’Israele, che
secondo l’ONU occupa illegalmente i territori che non gli appartengono, nel
2008, nel 2012, nel 2014, nel 2021 e nel 2022; che sulla testa del premier
israeliano Benjamin Netanyahu pende un mandato per crimini nei confronti
dell’umanità da parte della Corte Penale Internazionale; che in Cisgiordania,
dove Hamas non c’entra nulla, essendo stato votato solo dalla popolazione di
Gaza, i coloni israeliani sono legittimati a demolire le abitazioni dei
palestinesi e a costruire le proprie e tutto ciò ben prima del 7 ottobre 2023.
Come docenti responsabili, cioè come docenti che sono interpellati dai propri
studenti e dalle proprie studentesse per rispondere e rendere conto delle
atrocità e delle ingiustizie che avvengono in tutto mondo, ciò che troviamo
pericoloso è spostare l’attenzione su altre guerre, per negare la specificità
del genocidio palestinese, così come demistificare i fatti per mera propaganda
sionista.
E, come docenti responsabili, vigileremo e lavoreremo affinché la specificità di
ogni genocidio, da quello ebraico fino a quello palestinese sotto i nostri
occhi, inchiodi gli esecutori materiali e le idee che lo giustificano alle
proprie responsabilità, per cui noi continueremo a denunciare, piuttosto, la
pericolosità tanto del nazismo, quanto del fascismo e del sionismo. E magari il
minuto di silenzio per tutte le 56 guerre in corso lo faremo il secondo giorno
di scuola.
Michele Lucivero, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle
università