Nuove indicazioni nazionali: quale direzione?
304 – Indicazioni nazionali (6)Download
Pochi giorni fa è stata diffusa dal Ministero la prima bozza delle Nuove
Indicazioni nazionali, dedicata alla scuola dell’infanzia, primaria e secondaria
di primo grado.
Si tratta di un documento di oltre 150 pagine, ridondante, contraddittorio nelle
diverse parti, che si pone in netta discontinuità con le precedenti Indicazioni
del 2012.
I tratti più forti che attraversano tutto il documento sono:
* Un forte baricentro sulla cultura nazionale (la parola “occidente” o
“occidentale” compare 26 volte) come fondamento dell’identità da trasmettere
alle classi, senza alcuna apertura agli aspetti multiculturali della nostra
società e all’idea di una costruzione interculturale e interattiva del
sapere. Emblematica è la frase di apertura del curricolo di storia che
perentoriamente asserisce: “Solo l’Occidente conosce la storia”. Un testo che
mira senza nasconderlo ad imporre una nazionalizzazione delle/degli studenti
con background migratorio.
* Si richiama l’impegno alla “personalizzazione” (24 volte) come strategia
educativa di accompagnamento nello sviluppo dei “talenti”. Tale ottica si
pone nella prospettiva di ‘fotografare’ e sviluppare in ogni allievo e
allieva le caratteristiche assunte dal contesto socioculturale di provenienza
invece di impegnare la scuola a contrastare i limiti ereditati dal contesto
sociale e a promuovere la realizzazione di ogni studente in relazione con le
altre persone. La reintroduzione facoltativa del latino appare emblematica di
questo uso dei presunti “talenti” come mascheramento di una precoce
differenziazione dei percorsi.
* Il testo propone lunghe liste di contenuti, addirittura per alcune materie
articolati anno per anno, come se si trattasse di Programmi in luogo di
Indicazioni. La presenza dei contenuti invece dovrebbe rimanere limitata, con
mero carattere esemplificativo. Evidentemente questa scelta tradisce la
volontà di vincolare le/i docenti nella programmazione del curricolo, anche
attraverso i libri di testo che presumibilmente assumeranno tali contenuti
come il suggerimento di un indice. Questa forzatura diviene ancora più
prepotente tenuto conto di numerosi passaggi in cui si suggeriscono
addirittura le metodologie da mettere in pratica nell’insegnamento. L’esempio
più evidente è la scansione dei temi e dei metodi da affrontare in storia.
* Il valore della libertà viene declinato da una parte come “valore più
importante dell’Occidente”, dall’altra come dimensione che si realizza
attraverso il rispetto delle regole. In realtà la storia dell’Occidente è
piena di oppressioni e di violenze, e il rispetto delle regole costituisce
solo una parte della pratica di una relazione sociale libera e responsabile.
Questa ottica unilaterale non aiuta a comprendere né la complessità degli
elementi che caratterizzano il passato, né la dialettica tra rispetto e messa
in discussione delle regole che è indispensabile per crescere come comunità
libera. L’unilateralità e assolutezza delle regole emerge come limite, ad
esempio, nella presentazione della grammatica.
* Le Nuove Indicazioni vorrebbero contrastare la violenza di genere con
un’educazione definita “del cuore”, in cui basterebbe “l’amore” per
decostruire gli stereotipi, con un ritorno alla letteratura moraleggiante di
De Amicis e alla pedagogia ottocentesca. Un’ottica ingenua e paternalistica
che invece di promuovere le esperienze positive di educazione sessuale e di
genere produce svolazzi retorici come “promuovere negli studenti il senso
profondo della bona fides che anticamente costituiva il parametro per
valutare la lealtà e l’onestà delle relazioni”.
In conclusione le Nuove Indicazioni nazionali sono un testo fortemente
etnocentrico, che tende alla prescrittività dei contenuti, che non si preoccupa
delle differenze sociali, culturali e di genere. Promuove invece un’idea di
libertà come semplice accettazione delle regole, che dimentica la dimensione
relazionale del sapere e dell’apprendimento, che rappresenta una chiusura a
tutto ciò che si ispira al dialogo inter-culturale e al pensiero critico.
Il carattere globale della composizione delle nostre classi viene mortificato
con un curricolo asfittico di apologhi risorgimentali e dell’antica Roma e di
richiami alla superiorità dell’Occidente e dell’identità cristiana.
Una tale massa di contraddizioni e aspetti regressivi non permette un
atteggiamento emendativo, poiché la correzione di qualche passaggio o paragrafo
non potrebbe rendere accettabile il testo.
Inizialmente non era prevista alcuna consultazione della categoria ma negli
ultimi giorni – probabilmente per effetto delle numerose critiche – il Ministero
ha varato un questionario risibile che non ammette dissensi ma solo differenti
approvazioni.
Rifiutiamo questa buffonata e invitiamo scuole, associazioni e sindacati a
riunirsi e a esprimersi usando tutte le vie per manifestare il dissenso,
individuale ma soprattutto collettivo, producendo testi e inviandoli a organi di
stampa e al ministero.
Quanto al questionario, invitiamo ad aderire alla campagna #iononrispondo sui
social oppure a scrivere nell’unico spazio aperto questa frase:
“Non abbiamo fornito risposte perché le opzioni non consentivano di esprimere il
nostro punto di vista critico. Respingiamo il testo delle Nuove Indicazioni e
contestiamo la totale assenza di un vero confronto nel processo che lo ha
generato.”