Il personale del Consiglio Nazionale delle Ricerche si organizza per l’obiezione attiva alla guerra
I ricercatori del CNR si dichiarano NON disponibili a mettere i propri saperi al
servizio della pratica e della cultura della guerra.
Le elevate competenze intellettuali e scientifiche sono parte essenziale – al
punto da diventare bersagli – delle azioni belliche: dal know-how tecnico sulle
armi fino alla costruzione ideologica e retorica di una “cultura della guerra”.
All’interno del Consiglio Nazionale delle Ricerche si è andata consolidando la
condanna per l’estendersi delle azioni belliche, delle pratiche di sterminio in
atto a Gaza e della normalizzazione del conflitto armato. Centinaia di
lavoratrici e lavoratori del più grande Ente di ricerca italiano si dichiarano
non disponibili a mettere i propri saperi al servizio della pratica e della
cultura della guerra.
All’opposto, si impegnano a contrastare con azioni concrete la deriva bellicista
e a mettere le loro competenze al servizio della ricerca e dello sviluppo di
approcci alla risoluzione delle controversie internazionali fondati sul diritto
e sul dialogo.
Il testo completo del manifesto con le firme in aggiornamento è disponibile qui.
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